“Non ti preoccupare – mi dice il medico all’ennesimo consulto – se fosse una cosa brutta…, ormai ce ne saremmo accorti: è lo stress, un po’ di colite…, mangia qualche giorno in bianco e vedrai, passa da solo… -
- Medicine … ? – gli chiedo nella speranza di attenuare quel sordo spasmo cronico che da tempo immemorabile mi è compagno di tutti i giorni.
- Ma no, sopporta, e poi non vorrai farmi sforare con la spesa sanitaria …, vai, vai… e se non passa… fammi sapere.-
Non sbatto la porta solo perché il suo studio di porte non ne ha. Una pesante tenda lo divide da un lungo corridoio che da nella sala d’aspetto. Il tutto alla faccia della privacy di ciascuno.
Salgo in macchina, ancora una volta mi tocca andare a spendere di tasca i soldi per il buscopan oppure per il rilaten o per qualsiasi cosa mi consiglierà il farmacista. Sono incazzato nero, il ventolin più di due al mese non si può, il mepral me lo devo comprare dato che è prescrivibile solo dopo una gastroscopia e per farne una o paghi o aspetti tre mesi, l’ecoaddome … non ne parliamo, di mesi ce ne vogliono quattro….
- Oh Signore! - Penso sgommando all’uscita del parcheggio , rendendomi immediatamente conto di aver fatto l’ennesima cazzata; il vigile messo lì dalla divina provvidenza e dalla fame di soldi comunale, alza immediatamente la paletta e fa segno di accostare. Mi affianco al marciapiedi, spengo il motore, che veda che voglio collaborare, e con il mio miglior sorriso lancio un accomodante, speranzoso “ buon giorno”.
- Lei è senza cintura – mi assale - guida come un pazzo …, per chi dovrebbe essere un buon giorno?... Patente e libretto. –
Gesù, ecco che ho di fronte un altro con la voglia di fare lo spiritoso o che magari è solamente incazzato pure lui. Lo guardo, no, non mi pare che manifesti qualche sintomo di dolore: ha l’aria tipica di quello che, indossata una divisa, ha deciso che adesso l’aggiusta lui il mondo:
- Veda è che … - gli porgo la patente- … il problema sta nel fatto che ho mal di pancia e avevo fretta di arrivare in farmacia ….-
- Lei era senza cintura … -
- Non lo nego … le stavo spiegando … -
- Io so solo che lei era senza cintura … -
S’è rotto questo qua e non ha alcuna intenzione di collaborare; adesso mi fa male anche lo stomaco, avessi almeno con me il mio Mepral: diciassette euro e quando ti serve non ce l’hai mai appresso:
- Mi lasci dire …, non posso mettere la cintura perché mi stringe sulla pancia e dato che mi fa male, allora non la metto …-
- Ah – esclama - Ha l’esenzione, bene, me la faccia vedere … -
- No guardi, l’esenzione non ce l’ho, per averla devo fare una visita specialistica che mi hanno programmato fra tre mesi e quindi … -
- E quindi è in contravvenzione …, che fa concilia?... –
- Guardi, ho le prescrizioni del mio medico … queste non vanno bene?-
- La legge dice che deve essere il Medico della Asl a fare il certificato …, allora concilia?-
- No, non solo non concilio, - cerco di tagliar corto tra uno spasmo intestinale ed uno gastrico - ma le contesto il verbale e pretendo che lei scriva che non ho nessuna intenzione di pagare la multa … e facciamo presto perché se no le vomito addosso ... .-
La minaccia funziona perché dopo poco sono di nuovo in macchina in cerca di una farmacia con in più un mal di stomaco bestiale ed un debito di 170 euro verso il sindaco che io ho votato e che ha abbassato i pantaloni a questo governo di merda … .
Passo davanti alla Asl, decido di fare il buon cittadino e mi metto in fila per la visita dal medico sanitario; due ore, finalmente è il mio turno, entro: sono una persona educata, saluto, mi siedo, spiego i miei sintomi, gli dico del mio medico, gli racconto come per fare gli accertamenti richiesti ci siano almeno tre mesi di attesa. Lo sa, ma sembra non gliene freghi nulla, gli chiedo di visitarmi e poi di certificare quanto di sua competenza. Sbuffa, mi guarda dice che non può certificare niente: senza quegli esami il certificato di esenzione all’obbligo della cintura non può farmelo. Nemmeno provvisorio.
- Ma dottore … - tento un dialogo da collaborazionista - … lei mi visiti.., la sua scienza le suggerirà di certo qualcosa, potrà certificare se non la causa, almeno i sintomi … .-
Si incazza, alza la voce, volge lo sguardo al cielo e poi intorno come a chiedere aiuto e protezione dalla protervia di questi rompicoglioni che ogni giorno vengono ad arrecargli fastidio, quindi puntando un dito tremante e minaccioso:
- Quello che posso o non posso fare – sbotta – lo decido io, ha capito?..-
Non lo lascio continuare, gli acchiappo quel dito con la mano e glielo spingo fin sotto il naso:
- Maledetto idiota – gli faccio – almeno certificami quanto sei stronzo! – poi lo mando affanculo ed esco sbattendo una porta, lui ce l’ha, che si apre in una sala di persone le quali, avendo sentito tutto nonostante la porta, sono plaudenti ed approvanti.
Non credo mi denuncerà, avrei troppi testimoni a mio favore; comunque sia, ormai sono lanciato, ho deciso che, per quanto mi riguarda, stomaco ed intestino vadano a farsi fottere anche loro, che crepino, si ulcerino, muoiano ed io con loro, ma questa volta non mi fermo: punto di arrivo la stazione dei caramba. Ha i capelli bianchi, arruffati, sembra si sia svegliato da poco ma la sua espressione è tipica di colui che “ almeno per oggi basta! “. E’ un maresciallo maggiore, dietro alla scrivania ricolma di carte ed incurante del telefono che continua a squillare mi esorta a raccontargli il motivo della mia visita. Lo stomaco si contorce strappandomi un gemito di dolore, si preoccupa, mi offre un bicchiere d’acqua che rifiuto per poi sotterrarlo nel pantano della mia storia.
Vedo, anzi intuisco che è tentato dal farmi un sermoncino sul rispetto che si deve ad un pubblico ufficiale, ma ci ripensa, poi scrolla le spalle e con fare rassegnato ma accomodante lancia un: - Ed io cosa dovrei fare?....? – che mi lascia disarmato e frustrato. Lo guardo, scrollo le spalle anche io, mi alzo, faccio per andarmene e, sulla porta, tento un ultima disperata carta:- Ma la legge Bassanini, non mi permetterebbe di autocertificare il mio stato di sofferenza? –
Scuote la testa senza rispondere, lo lascio che sorride forse pensando alla mia illusione o forse solamente al fatto che la giornata sta per terminare. L’insegna della farmacia, pretenziosamente scritta anche in greco, illumina le mie spalle, ho fatto rifornimento di tutto ciò che mi serviva: 60 euro di medicinali! Chissenefrega, li leverò dai soldi dell’iva e chi s’è visto s’è visto … .
Finalmente a casa.
I farmaci cominciano a fare il loro effetto mentre il televisore biascica notizie su notizie ed ogni telegiornale è normalizzato all’altro nel dire che: “ I mercati qui .., Berlusconi là …., Tremonti sopra …, Bossi sotto …, gli italiani comunque inchiappettati! ”. Socchiudo gli occhi e mi perdo in alte considerazioni socio-politico-filosofiche: “ Domani …, domani …, sto meglio e rompo il culo a tutti …, domani … FORSE … !.
Fortebraccio “