Dopo l'esposto - firmato tra gli altri da Fulvio Vassallo Paleologo, Pietro Milazzo e Zaher Darwish - il procuratore aggiunto Leonardo Agueci apre un fascicolo sulla vicenda delle navi Moby Vincent, Audacia e Moby Fantasy utilizzata dal Governo per trattenere circa 340 tunisini. “Non ci sono problemi a bordo delle navi” assicura Maroni.
di Giuseppe Pipitone
Da una settimana vivono su tre grandi navi ancorate al porto di Palermo. Sono migranti, quasi tutti tunisini, provenienti da Lampedusa, dove si trovavano durante l'incendio del Cie di contrada Imbriacola. A piccoli gruppi di poche decine sono arrivati all’aeroporto di Sigonella e allo scalo militare palermitano di Boccadifalco. Poi, sistemati su alcuni bus delle forze dell’ordine, sono stati tradotti al porto. I primi sono arrivati giovedì scorso, di notte, quando il porto di Palermo era deserto, fatta eccezione per alcune pattuglie della polizia che recintavano la zona Fincantieri, i pontili a sinistra proprio di fronte – ironia della sorte – il carcere dell’Ucciardone.
Ora sono circa 340 persone, tra loro anche una donna e minori, imbarcati sine die sulle navi Moby Vincent eAudacia, che il Governo ha affittato per farne dei veri e propri Cie sul mare. Fino a sabato le navi erano addirittura tre, ma una – la Moby Fantasy – ha levato gli ormeggi per portare i suoi passeggeri al centro di prima accoglienza di Elmas, vicino Cagliari.
Una modalità di trattamento non proprio canonica quella dei Cie marini. Ed anche irregolare, almeno secondo diversi cittadini palermitani che hanno presentato un esposto alla procura di Palermo.
Il documento - firmato tra gli altri da Fulvio Vassallo Paleologo, professore di Diritto d’Asilo all’università di Palermo, e dai responsabili immigrazione della Cgil Pietro Milazzo e Zaher Darwish – ha messo la procura palermitana nelle condizioni di aprire un fascicolo a carico d’ignoti sulla vicenda.
“Vogliamo denunciare l'assenza di provvedimenti formali e la tempestiva convalida dei provvedimenti da parte di un giudice come previsto dall'articolo 13 della Costituzione” spiega Fulvio Vassallo Paleolico, tra i firmatari del documento. "Ci sono perplessità – aggiunge il docente di Diritto d’Asilo - sulle operazioni condotte dal governo e dalla polizia”.
Adesso il procuratore aggiunto Leonardo Agueci dovrà verificare se esistono fattispecie di reato nella vicenda prima di poter aprire una vera e propria inchiesta.
Nel frattempo il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha assicurato che “non ci sono problemi a bordo delle navi”.
Come se fosse normale obbligare la gente a vivere ormeggiata di fronte il carcere dell’Ucciardone.