Martedì, come probabilmente già sapete, Wikipedia Italia ha sospeso il suo servizio in segno di protesta contro quel comma del disegno di legge anti-intercettazioni che prevedeva per ogni sito web l'obbligo di rettifica entro le 48 ore (ne avevo già parlato un anno fa). Ieri il testo è stato modificato: l'obbligo di rettifica dovrebbe riguardare soltanto le testate giornalistiche on line, risparmiando quindi wikipedia e i blog. Ma nel frattempo abbiamo sperimentato in tanti il senso di vuoto di chi cerca qualcosa su internet e... non la trova più. Proprio quando ormai davamo per scontato di poter recuperare qualsiasi informazione in pochi secondi. Forse non ci rendevamo conto di come buona parte di tutte le informazioni che trovavamo provenisse in realtà da un sito preciso: Wikipedia. Incompleto, inattendibile, ma anche insostituibile, ormai.
Mentre noi fissavamo il vuoto un po' sgomenti, altri esultavano. “La nuova legge sulle intercettazioni potrebbe avere un merito inaspettato: far scomparire Wikipedia”, scrivevaAntonio Di Majo sul Tempo. “L'enciclopedia sul Web, scritta e modificata dai lettori, piena di strafalcioni e di fonti incerte, ha fatto impallidire studiosi, spaventato accademici e depistato studenti”: se scompare tanto meglio, fa capire Di Majo, e suggerisce: “Rispolveriamo la Treccani”.
Non c'è alcun bisogno di rispolverarla, aggiungo io, visto che da qualche tempo la Treccani è presente on line in un'ottima versione molto comoda da consultare. A questo punto però vorrei chiedere una cosa a Di Majo: lei la usa davvero la Treccani, voglio dire abitualmente? Io no. Una volta ci ho anche provato, volevo fidarmi. Non mi ricordavo più chi fosse Mister Pesc e sulla Treccani c'era scritto: "attualmente la carica è ricoperta dallo spagnolo Javier Solana". Così ho scritto, sul mio blog, "Javier Solana". E ho fatto una figura orrenda, visto che (come un commentatore mi ha subito fatto presente) dal novembre 2009 è subentrata, nel suo ruolo, Catherine Ashton. Ma la voce della Treccani non è stata aggiornata. Probabilmente non è facile modificarla. Invece aggiornare una pagina di wikipedia è semplicissimo, come sappiamo tutti. E infatti su wiki è segnalata la Ashton, non Solana. Con tanto di foto e rimando alla biografia.
È solo un piccolo esempio, ma ne potrei fare tanti altri. Per dimostrare quello che gli studiosi del campo hanno ormai accettato, più o meno dallo studio di Nature del 2005: Wikipedia è autorevole quanto l'Encyclopaedia Britannica. Certo, Nature ha esaminato la Wikipedia inglese, molto più elaborata e condivisa. Ma tutto sommato anche la wiki italiana si difende bene. Non avrà l'autorevolezza della Treccani, ma sa aggiornarsi e correggere i suoi errori assai più rapidamente.
Ammettiamo per amor di discussione che su tanti argomenti la Treccani sia più precisa di Wiki: ci sarà sempre qua e là qualche errore o qualche dato non aggiornato. L'utente della Treccani però rischia di non rendersene conto, lasciandosi cullare da un'impressione di infallibilità che nessuna enciclopedia può davvero garantire. L'utente di Wikipedia no, e forse la differenza più importante è questa: chi consulta Wikipedia impara presto che nulla è sicuro. La pagina che sta leggendo potrebbe contenere soltanto informazioni sbagliate: potrebbe essere stata falsificata pochi minuti prima da un vandalo o un burlone. Su wikipedia non ci si può fidare mai al cento per cento. Bisogna stare attenti. Dare un'occhiata alle fonti, se ci sono – e se non ci sono, l'articolo non è così buono.
Bisogna insomma sviluppare un senso critico. Chi consulta la Treccani non ne ha certo bisogno: come scrive Di Majo, gli serve un sapere “sicuro”, “verificato da esperti”. Va bene, facciamo così: chi ha bisogno di sicurezza, chi non sa verificare da solo e ha bisogno degli esperti, usi pure la Treccani. Al massimo confonderà Catherine Ashton con Javier Solana, in fondo su certi siti che differenza vuoi che faccia. Almeno finché qualche Solana o qualche Ashton non avrà niente di meglio da fare che chiedere una rettifica. http://leonardo.blogspot.com
Bisogna insomma sviluppare un senso critico. Chi consulta la Treccani non ne ha certo bisogno: come scrive Di Majo, gli serve un sapere “sicuro”, “verificato da esperti”. Va bene, facciamo così: chi ha bisogno di sicurezza, chi non sa verificare da solo e ha bisogno degli esperti, usi pure la Treccani. Al massimo confonderà Catherine Ashton con Javier Solana, in fondo su certi siti che differenza vuoi che faccia. Almeno finché qualche Solana o qualche Ashton non avrà niente di meglio da fare che chiedere una rettifica. http://leonardo.blogspot.com