domenica 23 ottobre 2011

"Folle non investire nelle banche" Branson guarda al mercato italiano.




Il numero del gruppo Virgin aspetta il via libera dal governo inglese per Northern Rock e Lloyds Bank, poi nuovi investimenti nel Continente: "A questi prezzi ci sono un sacco di opportunità".


di GIULIANO BALESTRERI
MILANO - Prima Nothern Rock e le filiali messe in vendita da Lloyds Bank. Poi l'assalto al Continente con uno sguardo all'Italia perché "a questi prezzi è folle non comprare. Le banche hanno fondamentali molto più solidi di quello che dice il mercato". Parola di Richard Branson, il baronetto di Sua Maestà la regina d'Inghilterra, che larecessione vuole prenderla di petto: "Se nessuno investisse, se nessuno si muovesse non riusciremmo mai a uscire da questa fase. Eppure i prezzi sono così bassi che è impossibile non trovare grandi opportunità". A cominciare proprio dalle banche, già nel mirino dei grandi fondi sovrani. Ma Branson continua: "Ognuno deve assumersi le sue responsabilità. Anche chi fa l'imprenditore. In questo momento essere liquidi e avere progetti è un vantaggio enorme".

Del fallito piano contro il Ras dello Zimbawe Mugabe non parla, anche perché adesso Branson è concentrato sul mercato del credito: "Aspetto una risposta dal governo inglese entro un paio di settimane. Con Virgin Money abbiamo presentato un'offerta per Northern Rock, dopo che lo Stato aveva deciso di rimetterla sul mercato, e lo stesso abbiamo fatto per gli sportelli Lloyds Bank dopo l'avvio di una procedura da parte dell'Unione europea. Sono fiducioso. Poi inizieremo a valutare istituti di credito sul Continente. Guardando anche all'Italia. A cominciare dai primi mesi dell'anno prossimo".

Insomma il credit crunch sembra lontano anni luce dalla realtà di Branson che anzi dice: "La divisione Money sta andando molto bene. C'è grande interesse, forse perché la gente non si fida più delle banche tradizionali. E questo è un buon motivo per farla crescere ancora". E sull'accesso al credito aggiunge: "La differenza la fanno i prodotti. E gli obiettivi. Quando si chiedono finanziamenti si vendono storie. Storie che poi devono essere comprate dal grande pubblico". E a chi gli fa notare che lui è il primo a raccontare storie di imprese all'apparenza impossibili replica: "E' vero io investo in sogni, ma sogni che hanno un senso. Che sono realizzabili, dal viaggio nello spazio all'esplorazione degli abissi". Operazioni non certo alla portata di tutti, ma rivolte a una fascia ristretta di pubblico già in fila per accaparrarsi un biglietto di prima classe.

Il primo viaggio di Virgin Galactic è fissato per l'estate 2012 a un prezzo di 200mila dollari a poltrona. Con l'ambizione di far volare nel primo anno 500 passeggeri: "Più di quante persone siano mai state nello spazio. Inizieremo con una traversata di 3 ore, ma nel giro di qualche anno arriveremo al turismo spaziale: soggiorni anche da due settimane, magari negli hotel Virgin". Per il primo viaggio negli abissi bisognerà aspettare qualche mese in più.

Nella galassia di Branson l'Italia occupa uno spazio limitato. Ci sono le palestre di Virgin Active che investono 20 milioni di euro l'anno "e sono diventate un perno per il consolidamento del mercato", ma gli altri settori sono difficili. "Mi piace investire in Italia  -  dice  -  e non ho mai avuto problemi. Forse perché non mi sono mai occupato di televisioni e giornali. Magari in quel caso sarebbe stato più difficile. Sono convinto però che i politici non debbano essere anche imprenditori. Crea troppi conflitti d'interesse. Questo è il motivo per cui la gente non si fida. E il motivo per cui non faccio politica. Dovrei lasciare il mio gruppo e le 60mila persone che ci lavorano".




http://www.repubblica.it/economia/finanza/2011/10/22/news/folle_non_investire_nelle_banche_branson_guarda_al_mercato_italiano-23676897/

Davanti a migliaia di fedeli a Fatima il Papa ha detto: "i problemi dell'umanità sono i gay, le unioni di fatto, l'aborto...".




Ed io che pensavo fossero guerre, inquinamento, mancanza di risorse, malattie, fame e povertà. Forse è colpa mia che non ho studiato teologia.


https://www.facebook.com/notes/il-mio-mondole-mie-regole/davanti-a-migliaia-di-fedeli-a-fatima-il-papa-ha-detto-i-problemi-dellumanit%C3%A0-so/263765890326155

Berlino, nessun bilaterale con Berlusconi Il premier: "Pronto a riformare le pensioni".





Fonti governative tedesche smentiscono il colloquio tra il Cavaliere e la Merkel. Il presidente del Consiglio in un vicolo cieco: "Posso agire sulla previdenzo solo se lo chiede l'Europa, altrimenti Bossi..."


dal nostro inviato FRANCESCO BEI.

BRUXELLES - Per Berlusconi è la riforma delle pensioni l'ultima spiaggia. Il Consiglio europeo che si apre oggi, ufficialmente dedicato al fondo Efsf, avrà infatti un altro grande tema sul tavolo. Ovvero la malattia italiana. Ieri, alla vigilia dell'incontro, lo ha scritto impietosamente ilSuddeutsche Zeitung, quotidiano bavarese - "il vero tema del vertice è l'Italia" - chiedendosi come potrà Roma e soprattutto il governo Berlusconi, che finora "in modo quasi criminale" non ha fatto nulla per la crescita, "resistere alla prossima ondata della speculazione". Sul banco degli imputati per la sua inazione, terrorizzato per un attacco speculativo all'Italia di portata devastante, il premier è dunque deciso a uno scatto improvviso, andando a recuperare l'unico vero dossier che potrebbe rassicurare le cancellerie europee e i mercati sulla buona volontà dell'Italia: la riforma previdenziale. "Solo se ce lo chiede l'Europa possiamo farla. Altrimenti la Lega - ha spiegato il premier prima di partire per Bruxelles - su due piedi è capace di mettere in crisi il governo".

E' proprio questo, a quanto si apprende, l'asso nella manica che il premier intende giocarsi al tavolo del vertice. L'avrebbe voluto fare già ieri sera veramente, in un colloquio cercato a tutti i costi con la Merkel al castello di Meise, a margine della cena per i leader del Ppe. Ma nonostante i tentativi di approccio del Cavaliere, la Cancelliera si è ben guardata dal concedere udienza. Con i giornalisti italiani il premier si è vantato di averci parlato 1 addirittura "a lungo", mentre fonti di Berlino ci tengono a precisare che "non c'è stato alcun colloquio bilaterale, solo un incontro collegiale". Purtroppo per il capo del governo italiano ancora pesa l'eco di quelle indiscrezioni di stampa su quegli apprezzamenti infelici che il nostro avrebbe (avrebbe) rivolto alla Cancelliera in una presunta telefonata intercettata.

Tuttavia Berlusconi non demorde. La speranza, l'ultimo appiglio per il Cavaliere, è infatti l'Europa. Il premier lo disse apertamente a un attonito presidente Van Rompuy a metà settembre, invocando un "vincolo esterno" europeo per costringere i governi nazionali a fare quello che non avrebbero mai da soli la forza di portare a termine. L'idea è sempre quella, resa oggi impellente dallo stallo totale in cui si è nel frattempo avvitata la maggioranza. Sul decreto sviluppo infatti, al di là della propaganda sulle "100 agevolazioni", non c'è ancora nulla. Nulla di decisivo s'intende. A parte il piano EuroSud, annunciato da Tremonti mettendo il cappello sul lavoro di Raffaele Fitto. Ma si tratta dei vecchi fondi Fas. "Sembra che tutto dipenda da noi!", è sbottato il Cavaliere di fronte all'ennesima rampogna di Confindustria. Insomma, per trovare risorse da destinare alla crescita restano davanti al governo soltanto due strade. Quella del condono fiscale (ribattezzato "concordato" per renderlo più sexy), che però non sarebbe accettata dall'Europa in quanto misura una tantum.

Un provvedimento impresentabile politicamente e non strutturale, soprattutto perché monco di quella riforma fiscale che sola potrebbe, al limite, giustificarlo. L'altra strada, l'unica possibile a questo punto, è la riforma delle pensioni. Per farla digerire a Bossi, Berlusconi ha studiato un piano. L'operazione prevede che il Consiglio europeo di domani, o al limite quello di mercoledì, si concluda con una dichiarazione che contenga una forte sollecitazione agli Stati membri a "uniformare i criteri della spesa sociale". "Uniformare", verbo apparentemente neutro, ma che in italiano verrebbe tradotto come abolizione delle pensioni d'anzianità. Di un intervento del genere, del resto, già si discusse in gran segreto a metà agosto al ministero dell'Economia. L'idea era quella di inserirlo nel decretone, ma alla fine l'opposizione invalicabile di Bossi fece saltare tutto. Il progetto, allora, era di intervenire sul meccanismo delle quote, per arrivare entro il 2015 a un vero e proprio blocco dei ritiri anticipati, con l'allineamento dell'età ai 65 anni necessari per la vecchiaia. E risparmi calcolati in poco meno di 2 miliardi di euro all'anno.

Saverio Romano, ricevuto ieri mattina a palazzo Grazioli per discutere della possibile vendita di terre demaniali agli agricoltori (6 i miliardi che si potrebbero incassare), ricorda che "quando Prodi approvò l'aumento delle pensioni per le donne non ci furono proteste. Perché ormai l'italiano è preparato all'idea di dover lavorare più a lungo". Ultima grana per il Cavaliere, Bini Smaghi che non si dimette dal board della Bce: "Spero capisca - dice Berlusconi sconsolato - e che si dimetta", come Parigi vuole.  



http://www.repubblica.it/economia/2011/10/23/news/berlino_nessun_bilaterale_con_berlusconi_il_premier_pronto_a_rifomare_le_pensioni-23698799/

Bruxelles: domanda su Berlusconi. E in sala stampa ridono tutti.




"Il premier italiano vi ha rassicurato sui provvedimenti che prenderà il suo governo?". A questa domanda, la reazione ilare di Merkel, Sarkozy e di tutta la stampa presente. Poi la risposta del presidente francese: "Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell'insieme delle autorità italiane, politiche, finanziarie ed economiche"
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Comprano i deputati e nessuno fiata. - di Antonio Padellaro.






La vera novità è che della compravendita dei parlamentari non gliene frega niente a nessuno. Certo, lo sanno tutti che a tenere in piedi il governo Berlusconi sono quei due o tre voti di maggioranza acquistati grazie al mercatino controllato dal presidente del Consiglio. Ma se non uno, ma tre deputati di Fli (gli onorevoli Di Biagio, Muro e Conte) interpellati dalla nostra Sandra Amurri denunciano di essere stati avvicinati dall’addetto alla bisogna Verdini che offriva “cinque cose” in cambio del loro voto, ci si aspetterebbe una qualche reazione da parte della magistratura e delle supreme istituzioni della Repubblica. E invece niente, silenzio di tomba.

Bruno Tinti ci ha spiegato che se alcuni parlamentari passano dall’opposizione alla maggioranza, perché gli sono stati promessi soldi o cariche pubbliche, “non ci piove, si tratta di corruzione, prigione da 2 a 5 anni”. Visto che i diretti interessati hanno già testimoniato sul Fatto e con dovizia di particolari la ripetuta tentata corruzione, la domanda è: cosa aspetta la Procura di Roma a convocare gli onorevoli Di Biagio, Muro, Conte e, naturalmente, l’uomo dei cinque desideri per accertare l’esistenza di un reato gravissimo come la corruzione di pubblici ufficiali (i parlamentari lo sono). Ma a piazzale Clodio tutto tace. Quegli uffici un tempo erano chiamati il porto delle nebbie per la frequenza con cui i fascicoli più scottanti misteriosamente venivano insabbiati. Adesso se ne dimenticano e basta, come è successo alla denuncia presentata da Di Pietro dopo il voto di fiducia del 14 dicembre (quello di Scilipoti, per intenderci).

Quanto alle più alte istituzioni, l’unico fremito registrato è il sorriso del presidente della CameraFini nell’assistere lo scorso 19 ottobre all’aggressione verbale di Verdini che sotto i suoi occhi ha dato del “pezzo di merda” al collega Di Biagio colpevole di non aver mantenuto un silenzio omertoso sul mercatino. Per il resto, dai più alti colli di Roma nessun monito, calma piatta. Strano, non ci risulta che comprare i deputati sia previsto dalla Costituzione.



http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/23/la-vera-novita-e-che-della-compravendita-dei/165814/comment-page-6/#comment-2549780

Crisi, ultimatum europeo all’Italia e al premier: “Aspettiamo risposte entro 3 giorni”.


Sarkozy freddo verso Berlusconi: "Fiducia in lui? Nelle istituzioni italiane". E mette sullo stesso piano Roma e Atene. Merkel: "Abbiamo fatto presente che serve senso di responsabilità sulle misure di debito e crescita".
”Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilità che hanno e le decisioni che devono prendere”: lo ha detto il presidente francese Nicolas Sarkozy durante la conferenza stampa al termine del vertice dei 27 Capi di Stato dell’Unione Europea a Bruxelles. E le risposte da parte dell’Italia devono arrivare “entro mercoledì”, ha puntualizzato il presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy.

Sarkozy, insieme alla cancelliera Angela Merkel, ha illustrato i lavori svolti e i risultati raggiunti. I due hanno sottolineato come la Spagna sia “uscita dalla prima linea”, mentre per la prima volta l’Italia è stata messa sullo stesso piano della Grecia.

“All’Italia abbiamo ricordato che è importante fare tutto il necessario per mostrare senso di responsabilità, prendendo provvedimenti sia sul fronte del debito che su quello della crescita”, ha detto Merkel sostenendo di essere fiduciosa al termine dell’incontro con il Cavaliere. Di altro avviso è apparso Sarkozy. Alla domanda se si sente rassicurato da Berlusconi, il presidente francese ha volto lo sguardo ad Angela Merkel poi, dopo un profondo respiro, ha risposto ai giornalisti: “Siamo stati fino adesso nella stessa riunione. Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità dell’insieme delle istituzioni, sociali, politiche e economiche italiane. Abbiamo fiducia nell’insieme delle autorità italiane, nelle istituzioni politiche, economiche e finanziarie del paese”.

Insomma l’Italia è stata bocciata. E addirittura messa sul medesimo piano della Grecia. Eppure Berlusconi stamani si era detto più che sereno. “Ma che domande mi fate?”, aveva ribattuto quasi scandalizzato a chi gli chiedeva un pronostico sull’esame che l’Ue si accingeva a fare all’Italia e ai suoi conti pubblici, alle sue strategie per fronteggiare la crisi internazionale. Il presidente del Consiglio, lasciando il Conrad per recarsi all’incontro con Van Rompuy e Barroso, conferma il suo ottimismo: “Ma certo – dice ai cronisti – io non sono mai stato bocciato in vita mia“.


Usa, Bon Jovi filantropo: apre ristorante per poveri.



I prezzi non sono riportati nel menu. Non si tratta di una mensa ma di un ristorante per la comunità: chi può paga, altrimenti aiuta in sala, oppure in cucina. E' Soul Kitchen il locale aperto dal frontman dei Bon Jovi a Red Bank, vicino alla sua città di origine, Sayreville (New Jersey). Il 'community restaurant' per i meno abbienti, dove lavorano solo volontari, è gestito dalla rockstar insieme alla moglie, in nome del buon cibo alla portata di tutti.


http://tv.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/usa-bon-jovi-filantropo-apre-ristorante-per-poveri/78958/77348?ref=HREV-2