venerdì 23 dicembre 2011

Lauree truffa all’Università San Tommaso. Esami con auricolari, giro da milioni di euro. - di Ilaria Giupponi



Sono 800 i ragazzi coinvolti, tra vittime e conniventi, 4 lauree ritirate e 40 rischiano di subire la stessa sorte. Più di 180 i capi d'imputazione per 13 persone, tra cui il fondatore Giorgio Salvadé.


Ancora scandali a Parma. Lauree truffa per gli studenti dell’associazione Università popolare internazionale di Parma San Tommaso d’Aquino. Auricolari agli esami e sostituzioni di persona, onlus fasulle per incassare i finanziamenti dalle banche, joint venture con università romene.  Il tutto organizzato dall’associazione il cui scopo è “attività di supporto” legale, burocratica e tecnica per arrivare a conseguire un diploma di laurea in università riconosciute. Giorgio Salvadè, presidente e fondatore dell’associazione, è finito in manette, a seguito di un’indagine congiunta dei carabinieri e Guardia di finanza di Parma. Le indagini erano iniziate nel 2007 per truffa, associazione per delinquere e altri reati connessi. La sua organizzazione ha incassato, tra il 2007 e il 2009, ben 4 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 183 mila euro di cambiali. Un singolo studente riusciva a spendere infatti anche 80mila euro per raggiungere l’agognato titolo di studio. Sono 800 i ragazzi coinvolti, tra vittime e conniventi. 4 lauree ritirate e 40 rischiano di subire la stessa sorte. In sostanza, trucchi per fornire un titolo di studio, pagando. Si aggirano attorno alle13 mila le operazioni bancarie ricostruite dalla Guardia di finanza e derivanti dai pagamenti degli studenti.

Oltre a Salvadè, sono indagate altre 13 persone, tra cui  l’ex direttore della Banca Monte di Zibello, mentre 30 sono sottoposte ad accertamenti, per un totale di 180 i capi d’accusa, tra cui truffa, calunnia e associazione per delinquere.

Tra i legami poco chiari, si annovera anche l’accordo stipulato università romene (l’Università Tito Miorescu, probabilmente coinvolta nelle truffe), l’ Università Vasile Goldis e L’Università di Stato Moldava. Corsi di Scienze economiche, Scienze giuridiche o Scienze politiche, corsi di laurea magistrale in Giurisprudenza e Odontoiatria dislocati in Romania per chi a causa del numero chiuso, non riusciva ad accedere ai corsi degli istituti italiani. Altra discussa joint venture, è quella con la Libera Università Cattolica Internazionale Padre Pio (con sede a San Giovanni Rotondo) dove si sarebbero organizzati corsi inesistenti. Voci poi smentite dallo stesso rettore Enrico Mazzone con una lettera all’allora ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini.

La San Tommaso d’Aquino, nata nel 1997 per “fornire una preparazione adeguata durante il ciclo di studi”, con sedi a Zibello, Polesine e Fontanellato non è nuova a grane giudiziarie: nel 2008 l’Unitommaso viene condannata per pubblicità ingannevole con una sanzione di 80mila euro. La denominazione originaria era infatti, l’Università Popolare Internazionale San Tommaso d’Aquino, omettendo di precisare che di fatto, non si trattava di un’università qualificata, ma semplicemente di un’associazione che svolge attività di formazione professionale, tanto da “indurre in errore i consumatori” e, prosegue il provvedimento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato: “in particolare alla sua equipollenza con quello di livello universitario e potendo per questo motivo pregiudicarne il comportamento economico”.

Sul blog si può leggere infatti, con caratteri minuscoli la seguente puntualizzazione: “Si precisa che l’associazione Università popolare Internazionale San Tommaso d’Aquino non rilascia direttamente alcun titolo accademico ma svolge attività tecnica legale logistica burocratica nell’interesse dello studente per il conseguimento di titoli accademici presso università legalmente riconosciute”.

Condanne che il presidente, classe ’63, originario di Imperia e con una laurea in giurisprudenza, ha sempre rimandato al mittente come accanimento giudiziario nei suoi confronti, tanto da costituire un sito in cui lamenta per filo e per segno tutte le (a sua detta) ingiustizie e diffamazioni subite, e commesse da magistratura e stampa, per “combattere il pregiudizio e l’ordinaria ingiustizia”, e conclude per ricordare che “siamo tutti uomini e come tali fallibili”. Ora Salvadè, si trova a scontare la sua fallibilità nel carcere parmense di via Burla.

Nella home page del sito nel titolo è stato erroneamente citata l’università di Parma che non risulta minimamente coinvolta nell’inchiesta. A seguito della segnalazione dello stesso ateneo, che ringraziamo, abbiamo immediatamente modificato il titolo.

Marco Travaglio "Le Buone Regole" (8a puntata di Servizio Pubblico)

Laurea e concorso pubblico “taroccati” Guai per il fratello di Angelino Alfano. - di Giuseppe Pipitone



La squadra mobile di Palermo sequestra i documenti relativi alla nomina di Alessandro Alfano a segretario generale della Camera di Commercio di Trapani. L'ipotesi è che non avesse i titoli richiesti. Il caso si aggiunge all'inchiesta aperta sull'università del capoluogo siciliano.



Il segretario del Pdl Angelino Alfano
Laurea in economia e commercio fasulla e concorso pubblico per diventare segretario generale della Camera di Commercio di Trapani taroccato. E’ la pesante ipotesi accusatoria che gli inquirenti sollevano nei confronti diAlessandro Alfano, fratello minore di Angelino, segretario del Pdl.

Ieri gli agenti della sezione reati contro la pubblica amministrazione della squadra mobile di Palermo sono entrati negli uffici della Camera di Commercio trapanese per sequestrare il fascicolo del concorso vinto da Alfano junior nel 2010. E proprio stamattina il fratello dell’ex Guardasigilli si è dimesso dall’incarico al vertice della Camera di Commercio di Trapani.

All’inizio di dicembre Alfano era già finito tra i trenta indagati nell’inchiesta sugli esami comprati all’università di Palermo. L’indagine, che è coordinata dal procuratore aggiunto Leonardo Aguecie dai sostituti Amelia Luise e Sergio Demontis, ha preso il via proprio nel capoluogo siciliano. Per l’esattezza negli uffici di segreteria della facoltà di Economia e Commercio. Dove conseguire la laurea era diventato semplicissimo. Bastava pagare, ovviamente in contanti, un’ impiegata della segreteria che in cambio inseriva nel database informatico dell’università esami mai sostenuti. E la laurea tanto agognata arrivava senza troppa fatica. L’indagine interna all’ateneo aveva già allontanato la dipendente infedele che aveva confermato di aver inserito nel sistema informatico esami fantasma in cambio di denaro.

Adesso però l’inchiesta della magistratura sta cercando di far luce sui complici della segretaria corrotta e soprattutto sui corruttori. Ovvero gli studenti che acquistavano gli esami anziché studiare e sostenerli come tutti gli altri. E nella rete della procura palermitana è finito anche Alessandro Alfano, laureato nel 2009 alla triennale d’Economia e Commercio, quando aveva già compiuto 34 anni.

Dal 2006 però, quando ancora non aveva conseguito il titolo di studio, Alfano era stato nominato segretario generale di Unioncamere Sicilia. Nel 2010 poi, dopo essersi finalmente laureato, il salto di qualità al vertice della Camera di Commercio di Trapani. Ben prima che si tenesse il regolare concorso pubblico, però, un esposto anonimo aveva incredibilmente predetto la vittoria del fratello dell’ex Ministro della Giustizia nella corsa alla segreteria generale. Nell’esposto si faceva anche riferimento al curriculum di Alfano Junior, tecnicamente insufficiente dato che il fratello del segretario del Pdl non avrebbe avuto alle spalle i cinque anni richiesti di esperienza dirigenziale, requisito fondamentale per partecipare alla corsa di segretario generale della Camera di Commercio trapanese.

Adesso il fascicolo del concorso è al vaglio degl’inquirenti. Che stanno anche cercando di capire quali esami Alessandro Alfano avrebbe sostenuto all’università e quali invece figurerebbero nel suo piano di studi, senza che sia presente in archivio alcuna copia del verbale o dello statino. Alfano junior ostenta serenità : “Le mie dimissioni – ha spiegato – sono un atto di rispetto nei confronti di chi indaga e della Camera di commercio di Trapani affinché questa vicenda non abbia ripercussioni sull’attività svolta dallo stesso ente. Non voglio che questa vicenda si possa prestare a strumentalizzazioni politiche e pertanto ho deciso di dimettermi. Ribadisco di aver regolarmente sostenuto gli esami all’università oggetto di verifica e a tal riguardo sono pronto a dare tutte le spiegazioni necessarie alla magistratura”.

Alfano è al momento indagato soltanto per frode informatica. Alcuni tra gli altri 29 ex studenti sono invece accusati anche di concorso in falso e corruzione, dato che sarebbero state trovate le prove dei pagamenti. Dal computer di Economia era possibile accedere anche ai database delle altre facoltà, e ogni tipo di esame avrebbe avuto il suo prezzo: fino tremila euro per quelli d’Economia, meno di mille per le materie di Scienze Politiche. Pagamenti rateali invece per gli esami d’Ingegneri
a.


giovedì 22 dicembre 2011

La tangente da Berlusconi? “Solo una fiction” David Mills conferma in aula la ‘versione b’



Seconda puntata della deposizione in teleconferenza al processo milanese che vede l'ex premier imputato di corruzione in atti giudiziari. L'avvocato inglese sostiene di aver ricevuto i 600 mila dollari dall'armatore Attanasio e non dal Cavaliere, come aveva affermato in precedenza. "Mi vergogno, colpa dello stato mentale in cui mi trovavo"


“It’s all fiction”. Così l’avvocato David Millsliquida l’accusa di corruzione a carico di Silvio Berlusconi: ”Tutto quello che riguarda Silvio Berlusconi e Carlo Bernasconi è fittizio, è un’invenzione pericolosa”, ha affermato il legale inglese nella seconda parte del suo interrogatorio, in teleconferenza da Londra, al Tribunale di Milano, nel processo che vede l’ex premier accusato di corruzione in atti giudiziari. Il riferimento è al versamento di 600 mila dollari che in un primo tempo Mills aveva attribuito a Berlusconi e che secondo l’accusa rappresentava la tangente ricevuta in cambio di testimonianze reticenti in due procedimenti penali contro Berlusconi stesso. Nella scorsa udienza, Mills aveva sostenuto che la somma gli era arrivata non dal Cavaliere, ma dall’armatore napoletano Diego Attanasio.

Silvio Berlusconi ha ascoltato la testimonianza di Mills in aula, seduto in prima fila accanto all’avvocato Niccolò Ghedini.

“Mi vergogno molto profondamente – ha affermato Mills – di aver collegato questa storia a Carlo Bernasconi (manager di Fininvest, ndr) che era stato mio amico ed era deceduto due anni prima. Il fatto di essermi comportato così può essere attribuito solo allo stato mentale in cui mi trovavavo in quel momento”. In una lettera del 4 maggio 2004 al suo commercialista, Robert Drennan, Mills aveva scritto infatti di aver ricevuto da Bernasconi 600 mila dollari, per tenere Silvio Berlusconi “fuori da un mare di guai” relativi ai processi All Iberian e per la corruzione della Fininvest alla Guardia finanza.

Nella deposizione di oggi, incalzato dalle domande del pm Fabio De Pasquale, il legale inglese ha ripetuto invece la versione ritrattata, sostenendo di aver ricevuto i soldi dall’armatore. Ma all’epoca “non volevo causare ulteriori problemi ad Attanasio”, ha aggiunto, riferendosi alla circostanza che l’armatore era già coinvolto in vicende giudiziarie. “Dovevo dimostrare al fisco inglese che avevo commesso un errore in buona fede e non volevo cercare di evadere le imposte”, ha chiarito.

Mills ha spiegato che quando nel 2004 riferì ai pm che i 600 mila dollari li aveva ricevuti dall’ex premier, aveva “adottato la strategia della minore resistenza, dicendo quello che immaginavo che i rappresentanti dell’accusa volevano che dicessi”. Il legale inglese ha chiarito inoltre di aver fatto ai pm il nome dell’armatore Attanasio nel 2004 solo in una pausa dell’interrogatorio.

Al pm che gli domandava se è corretto che nella lettera avesse collegato il “regalo” alle testimonianze e al fatto che tutto doveva essere fatto “discretamente”, Mills ha risposto di nuovo: “Questa parte della lettera è completamente inventata, anche se doveva contenere dettagli realistici per il funzionamento della storia”. All’ennesima contestazione da parte del pm, ha risposto alzando decisamente il tono della voce: “It’s all fiction”, è tutta una finzione.

Truffa a onlus: 200 mila euro a Lele Mora da crac societa'.



E' emerso in ambito inchiesta sulla bancarotta della Retemanager.



(ANSA) - MILANO, 22 DIC - Piu' di 200 mila euro 'distratti' a favore di Lele Mora. E' quanto emerge nell'ambito dell'inchiesta di bancarotta su Retemanager, la societa' di investimenti di Bernardino Pasta, il manager finito in carcere il 2 dicembre scorso con l'accusa di aver truffato due onlus per 9 milioni di euro. Lo stesso giorno dell'arresto il Tribunale di Milano aveva dichiarato il fallimento della societa'. Nell'ambito dell' indagine sulla bancarotta condotta dal pm di Milano Eugenio Fusco, sarebbero emerse distrazioni in favore di Mora. In particolare oltre 200 mila euro nell'arco di 6 mesi che sarebbero stati dati al talent scout tra prestiti e stipendi.


Leggi anche:
http://www.cronachelodigiane.net/article-aiuti-ad-haiti-truffa-a-onlus-per-9-milioni-di-euro-91301841.html


http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/lombardia/2011/12/22/visualizza_new.html_17362784.html

Ribelliamoci!





Il presidente Napolitano si rende conto del fatto che, nominando un governo tecnico, e senza sciogliere le camere, non ha fatto altro che condannare il paese allo stallo? Il governo tecnico, infatti, senza l'approvazione delle camere, quindi del parlamento formato dalla maggioranza, PdLe Lega, non può far nulla. Stiamo assistendo alla continuità del governo Berlusconi; è vero che Monti ci rappresenta meglio all'estero, ma è anche vero che sta facendo le stesse manovre che avrebbe fatto il governo Berlusconi, il quale se ne avvantaggia non prendendosene le responsabilità e colpe.
Oltre alla beffa, l'inganno: noi cittadini e, quindi, popolo sovrano abbiamo solo l'obbligo di pagare i disastri provocati da chi specula in borsa, chi prende mazzette, chi evade il fisco, chi acquista cacciabombardieri e satelliti spia, chi decide di partecipare a guerre camuffate da "missioni di pace" usando armi da guerra, chi vive al di sopra delle proprie possibilità facendo debiti, chi non sa governare ma pretende di essere mantenuto con stipendi da nababbo e vuol farci credere che con 15.000 euro al mese ce la fa a stento, mentre tu puoi farcela con 1.200, sempre che tu abbia un lavoro, perchè, in caso di necessità, è anche giusto e sacrosanto che tu il lavoro lo perda.
Ci trattano da idioti, da schiavi, ci usano come carne da macello, dovrebbero coccolarci e ci maltrattano.
E noi? Subiamo, sappiamo solo subire e piangerci addosso.
Cosa dovremmo fare? Incrociare le braccia, ad oltranza, tutti uniti e, se non basta, cacciarli dal Parlamento e riprenderci ciò che è nostro!




Berlusconi si imbuca al Colle. - di Sara Nicoli






Difficile perdere la sana abitudine alla brutta figura. E ancor più riuscire ad avere la meglio su quella endemica cafoneria che è sempre stata, d’altra parte, la sua cifra nel mondo.
Insomma, anche ieri il Cavaliere ci ha stupito.

Al Quirinale, era appena cominciata la tradizionale cerimonia per gli auguri del presidente della Repubblica alle alte cariche dello Stato e ormai tutti avevano preso posto alla spicciolata. Così, mentre in sala i tanti politici e le varie autorità attendevano pazienti l’arrivo di Giorgio Napolitano, il posto in prima fila riservato a Silvio Berlusconi appariva vuoto. Fino all’ultimo minuto. Che cos’era successo? Sorpresa: a pochi minuti dall’ingresso in sala del capo dello Stato, Berlusconi ha fatto capolino dalla porta d’ingresso delle più alte cariche dello Stato e non dalle porte laterali da cui entravano tutti gli altri, dai segretari di partito in giù, insomma, da dove doveva entrare anche lui.

Ma il bello è venuto poco dopo. Quando si è aperta la porta vicina al podio degli oratori e hanno fatto ingresso Napolitano, i presidenti delle Camere Fini e Schifani e il premier Mario Monti. E Berlusconi. Scenetta: i quattro (presidenti delle Camere più Monti) che si dirigono verso il podio, il Cavaliere, come sempre con un bel sorrisone stampato in faccia, è entrato piano, ha stretto alcune mani, ha scambiato due battute e poi, finalmente, ha preso posto in prima fila. E dove è parso e piaciuto a lui, ovvero non vicino al ministro Corrado Passera, come assegnato, ma accanto al titolare dell’Agricoltura Mario Catania. Quindi, mentre Napolitano pronunciava parole gravi anche nei suoi confronti (“con Berlusconi la sostenibilità, anche internazionale era al limite…”) lo si poteva ammirare non certo assorto o pensieroso, bensì profondamente addormentato come da tradizione negli appuntamenti ufficiali sotto lo sguardo imbarazzato dell’intero arco costituzionale. Capo dello Stato compreso, ovviamente.



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