Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
martedì 3 gennaio 2012
Senza legalità nulla cambia. - di Paolo Flores d'Arcais
L’emergenza è lo “spread”? Anche. Ma la vera emergenza strutturale in cui l’Italia si avvita da un ventennio, e la cui mancata soluzione rende impossibile affrontare tutte le altre urgenze, dal debito pubblico all’occupazione, dal fisco allo sviluppo, dalle grandi opere alla sicurezza e al welfare, ha un solo nome: legalità. La legalità è il “grande rimosso” del discorso politico e della coscienza collettiva, il grande assente nell’azione di governo e nel dibattito sui media.
Il Capo dello Stato ammonisce che evasione fiscale e corruzione sono pratiche intollerabili, ma sono vent’anni che lo sentiamo ripetere, rischia di essere una giaculatoria se alle parole non seguono immediatamente i fatti. Il governo Monti simpatizza col modello danese di flessibilità del lavoro, ma un ex-ministro rivela che dopo averlo studiato in loco il governo Prodi rinunciò a importarlo, perché mancavano le condizioni culturali che ne impedissero l’abuso: un diffuso senso dello Stato e della legalità, appunto. Ora si parla di “crescita”, dunque di opere pubbliche, di incentivi, di liberalizzazioni e privatizzazioni, ma un chilometro di ferrovia o di autostrada costa in Italia due o tre o quattro volte più che in Francia o Germania: il costo della mancata legalità. E in passato ogni bene pubblico è stato svenduto, coniugando impoverimento dello Stato, nuove inefficienze, indecenti arricchimenti di amici degli amici: su scala ridotta, il modello degli oligarchi putiniani. Per indigenza di legalità, anche qui.
Diventa retorico e rischia di apparire insultante, perciò, pronunciare una volta di più la parola “equità” se non si mette mano a una vera e propria “rivoluzione della legalità”. Sono due facce della stessa medaglia, esattamente come giustizia e libertà. La rivoluzione della legalità oltretutto, è l’unica riforma a costo zero. Anzi, a introito sicuro, progressivo, ciclopico. Tra evasione, corruzione, mafie, ogni anno vengono sottratte ricchezze equivalenti a cinque o dieci manovre “lacrime e sangue”. In questi vent’anni – esattamente il 17 febbraio del 1992 veniva arrestato Mario Chiesa e cominciava “Mani Pulite” – la politica ha fatto di tutto per favorire i “mariuoli” anziché la legalità. Portando l’Italia sul lastrico. Se il governo Napolitano-Monti-Passera vuole essere credibile, ed evitare la sacrosanta rabbia del “Terzo Stato” che monta, ha una strada maestra: abrogazione delle leggi ad personam, manette a evasori e per falso in bilancio e ostruzione di giustizia. Eccetera. La legalità presa sul serio.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/senza-legalita-nulla-cambia/
Previsioni Maya?
Tutto predisposto.
Le previsioni Maya pubblicate in vari siti, come a voler far credere che si tratti di fenomeni religiosi, e pertanto inspiegabili, sono verosimilari: siamo troppi, circa sette miliardi, già in tanti muoiono di fame; alcune sperimentazioni di laboratorio, assurde come quelle di un potenziamento del virus del H1N1, dovrebbero dare l'allarme. Ci hanno depauperato di tutto, dal diritto di scelta, al diritto di parola, dal diritto di pensare al diritto di "essere", dal diritto di sapere al diritto di esistere dignitosamente contando sulle proprie forze con il lavoro.
Hanno deciso che siamo troppi e che dobbiamo essere sacrificati al dio benessere: il loro, naturalmente.
Quello che abbiamo visto in tanti film cult che mostrano le popolazioni ridotte ad automi al servizio di pochi potenti si è già realizzato.
Il Gruppo Bilderberg esiste:
http://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_Bilderberg
come esistono i Bunker in Norvegia:
http://lavocedei3msul2012.xoom.it/virgiliowizard/bunker-in-norvegia?SESS4b3f60d76a4bca8e1200e555116860f5=046c21d47da72298c77b56a0777a9307
Apriamoli gli occhi, VEDIAMO FINALMENTE!
Cerchiamo di capire ciò che sta succedendo, non facciamoci ancora sopraffare, c'è di mezzo il nostro avvenire, l'avvenire dei nostri figli e nipoti, aguzziamo l'ingegno: noi siamo tanti, "loro" sono pochi.
Il loro denaro è carta straccia, noi abbiamo le braccia, noi "siamo la forza lavoro", senza di noi loro sono niente, facciamoglielo capire, non bonariamente, ma con lo spirito di chi vuole ciò che gli spetta di diritto!
Cocaina, escort e festini: le amicizie pericolose di Bossi jr "il trota". - di Paolo Berizzi
Un'amicizia "spericolata" rischia di portare nei guai giudiziari Renzo Bossi, figlio del leader della Lega. Il legame è quello con Alessandro Uggeri, fidanzato dell'assessore regionale Monica Rizzi, la cosiddetta "badante del Trota", una politicante leghista in carriera che ha "accudito" Bossi jr nella campagna elettorale delle regionali 2010. Un'amicizia stretta al punto che il "Trota" trovò ospitalità nella villa di Uggeri nelle settimane in cui combatteva per raccogliere preferenze. In quella villa erano però state segnalati festini con escort e cocaina. Le verifiche investigative hanno trovato conferma ai sospetti. E a quelle serate sexy risultava presente anche Bossi jr. Il consigliere regionale leghista non è formalmente indagato, ma l'inchiesta comunque lo riguarda.
È un altro "scivolone" in un curriculum movimentato. in origine furono dei falsi (non suoi) e una gita spericolata con una moto a quattro ruote nei boschi di Ponte di Legno.
I fatti si svolgono a Brescia, la circoscrizione nella quale Bossi jr è stato eletto con 13mila preferenze, e qualche polemica. Secondo i magistrati ad agevolarlo nella corsa al Pirellone sarebbero stati dei dossier fabbricati per eliminare dalle liste del Carroccio due avversari scomodi: un "aiuto" confezionato da un maresciallo delle Fiamme Gialle su mandato della Rizzi, bresciana, assessore regionale allo Sport e amica del Trota. Per questa vicenda la Rizzi è indagata con l'accusa di trattamento illecito di dati protetti (il fascicolo è
in mano al pm Fabio Salamone). Una nuova grana che si aggiunge a quella relativa alla finta laurea in psicologia e alla presunta qualifica di psicoterapeuta infantile (l'assessore ha ammesso di avere millantato).
Ma torniamo a Bossi e alla campagna elettorale del 2010. La Rizzi viene incaricata dal Senatur in persona di spianare la strada al figlio. Lei, che conosce Renzo da quando è piccolo, affronta l'impegno come una missione. Il candidato Bossi jr viene alloggiato in un villone di Roè Volciano, sulle colline vicine a Salò. Il proprietario di casa è appunto Uggeri: è con lui che a Ponte di Legno scorrazzano in quad in una riserva naturale distruggendo il campo di un contadino e imbattendosi in una guardia forestale (parte un colpo di pistola, dinamica ancora da accertare, indagano i carabinieri di Breno).
Uggeri è un tipo brillante. La sua villa, già teatro di feste in stile Billionaire con fuochi d'artificio e elicotteri in giardino, diventa il quartier generale di Bossi jr. Uggeri gli fa da bodyguard, autista, confidente. Assieme a Valerio Merola, in arte Merolone - ràs dei locali nella zona del Garda - diventa il suo compagno di scorribande notturne. Ma i carabinieri di Brescia e la Guardia di Finanza stanno tenendo d'occhio Uggeri per una presunta frode fiscale: l'uomo - secondo gli investigatori - apre e chiude società a un ritmo vorticoso. Un sistema che gli consente di evadere il fisco e realizzare profitti. Ed è nel corso di queste indagini che alcuni testimoni mettono i militari sulla pista dei festini con cocaina e prostitute.
Gli accertamenti sono alle battute finali. E confermerebbero che nella sua avventura bresciana il "Trota" si è affidato alle persone sbagliate. Incaricati di aiutarlo a fare incetta di voti, Uggeri & Co avrebbero utilizzato il giovane Bossi come cartina di tornasole. Forse anche come biglietto da visita per i loro affari. In ambienti investigativi si racconta che in almeno una delle sue società Uggeri avrebbe coinvolto il figlio del leader della Lega. Altre indiscrezioni riguardano alcuni episodi imbarazzanti che sarebbero accaduti nei mesi scorsi: episodi "pubblici" con protagonisti Uggeri e lo stesso Bossi, nelle loro serate tra feste e locali. Su questo punto, però, non ci sono conferme. L'indagine è ancora coperta da uno stretto riserbo: ma il deposito degli atti è imminente. Le ipotesi di reato più pesanti (droga, prostituzione), riguarderebbero Uggeri e un suo socio.
http://infoaltra.blogspot.com/2011/12/cocaina-escort-e-festini-le-amicizie.html
Gli stipendi record del Parlamento. Stangata in arrivo per gli onorevoli. - di Carmelo Lopapa
Ecco i risultati della Commissione Giovannini. In Italia indennità superiore, ma Francia e Germania pagano di più per i portaborse. Che però da noi non vanno giustificati. L'organismo guidato dal presidente dell'Istat ha consegnato il rapporto elaborato su incarico del governo.
L'INDENNITÀ mensile (lorda) è la più alta d'Europa. Ma il "costo complessivo" del parlamentare in altri paesi, quali Francia e Germania, è ben superiore. Difficile, dunque, anzi "impossibile" decidere chi guadagna di più e chi meno. E soprattutto "fare una media".
La Commissione per il livellamento retributivo, guidata dal presidente Istat Enrico Giovannini, rinuncia però a quell'obiettivo. L'organismo (composto anche da quattro accademici) incaricato dal governo Berlusconi - confermato da Monti - e dalle presidenze di Camera e Senato di confrontare i compensi tra le cariche elettive e gli organi istituzionali di sei paesi Ue, pubblica dunque i risultati della sua attesa comparazione.
La relazione, nelle 37 pagine depositate il 31 dicembre, si limita a fotografare la "giungla" retributiva dei parlamentari nei sette paesi presi in esame: Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Austria e Belgio. Giovannini ha chiesto però una proroga al 31 marzo per completare il lavoro su organi costituzionali e enti pubblici.
"Nonostante l'impegno profuso - si legge nelle conclusioni - la commissione non è in condizione di effettuare il calcolo delle medie". Provvederanno Camera e Senato. Fini e Schifani infatti interverranno entro gennaio. Non sull'indennità, ma sul rimborso per il portaborse. E stop ai voli gratis illimitati.
INDENNITÀ
Supera gli 11mila euro, a Berlino e Parigi 7mila
In nessun paese europeo un parlamentare percepisce un'indennità lorda mensile pari a quella del deputato (11.283 euro) e del senatore (11.550 euro) italiano. E quella costituisce solo una delle cinque voci che - si legge nella relazione - compongono il "costo" del parlamentare (diaria, spese di viaggio e trasporto, spese di segreteria, spese per assistenza sanitaria, assegno vitalizio e di fine mandato).
Nel caso della Spagna, l'indennità in senso stretto (2.813 euro) è addirittura quasi quattro volte inferiore. Si avvicinano solo i Paesi Bassi con 8.503 euro. Tra i grandi paesi, Francia e Germania viaggiano tra i 7.100 e i 7.668. Ma si parla di lordo. E in Italia dopo le ultime (ripetute) decurtazioni, l'indennità netta è di poco superiore ai 5.000 euro.
In ogni caso, fanno notare i professori della commissione, è difficile fare dei confronti perché diverso è anche il livello di tassazione tra paese e paese (per esempio in Francia tocca il 20 per cento sui 7.100 euro lordi). Il sindaco di Firenze Matteo Renzi ieri dettava la sua ricetta: "Ai parlamentari darei la stessa cifra che guadagno da sindaco di una grande città: 4.200 euro al mese".
DIARIA
3500 euro per spese di soggiorno, solo in Germania si spende di piùLa diaria mensile o "indennità di residenza" non costituisce una prerogativa italiana. Per di più, il budget assegnato al deputato e al senatore per le spese di mantenimento fuori sede non costituisce un record continentale. A ricevere una cifra forfettaria più alta per le spese di soggiorno a Berlino è per esempio il parlamentare tedesco: 3.984 euro. Ma il collega italiano con 3.503 euro segue a ruota.
Da qualche mese, alla Camera e al Senato questa ricca indennità accessoria (che non fa differenza tra chi soggiorna a Roma per l'attività parlamentare e chi vive e risiede comunque nella capitale) viene decurtata in proporzione alle assenze: non solo quelle nelle sedute d'aula, ma anche nelle sedute di commissione. Ed è il motivo delle recenti polemiche esplose per i frequenti casi di deputati presenti solo per firmare il registro e poi dileguarsi.
In Francia il deputato non percepisce affatto la diaria, ma gode di alloggi a tariffe agevolate in residence di proprietà dell'Assemblea. A Madrid sì, ma ammonta a 1.800 euro, mille in meno poi se il deputato è eletto nella capitale. Trattamento simile nei Paesi Bassi, non prevista in Belgio.
PORTABORSE
4000 euro: meno che in altri Paesi, ma da noi non va giustificataLa commissione Giovannini le chiama "spese di segreteria e di rappresentanza". E accorpa sotto questa unica voce il budget messo a disposizione da Camera e Senato per i parlamentari al fine di consentire a deputati e senatori di avvalersi di collaboratori e di segreterie nei territori di origine e a Roma.
Ma il confronto con gli altri cinque paesi messo nero su bianco dalla commissione Giovannini finisce per conclamare l'anomalia tutta italiana. L'anomalia consiste in questo caso non nell'importo - inferiore e in qualche caso di molto rispetto ad altri paesi quali Francia e Germania - ma nella modalità: forfettaria. Vale a dire che il deputato (3.690 euro) e il senatore (4.180) ricevono la somma senza aver alcun obbligo di rendicontazione e senza dover dimostrare se hanno pagato regolarmente un collaboratore.
L'Europarlamento da sempre gestisce il budget assegnando al deputato il collaboratore richiesto, ma pagandolo direttamente. Avviene così anche in Germania (dove il fondo per la segreteria lievita a 14.712 euro) e in Belgio, si legge nella relazione. In Francia, se il deputato non utilizza la linea di credito da 9.138 euro in tutto o in parte, viene restituita.
BENEFIT
Treni, aerei, navi e autostrade solo a Roma non si paganoIl monte benefit è la vera "babele" che fa del parlamentare - quello italiano soprattutto - un privilegiato. La relazione Giovannini lo certifica. La "libera circolazione ferroviaria, autostradale, marittima e aerea" consentita dall'apposita tessera di cui viene dotato il deputato e il senatore appena mette piede a Montecitorio e Palazzo Madama, non ha corrispettivi.
In Francia, i deputati dispongono di una carta ferroviaria, più 40 viaggi aerei tra il collegio e Parigi e 6 fuori dal collegio. In Germania, solo tessera ferroviaria e rimborso per i voli domestici con rimborso a piè di lista. In Spagna, è prevista una diaria da 150 euro per ogni giorno di viaggio all'estero e 120 per viaggio interno.
Nei Paesi bassi, treno di prima classe e rimborso chilometrico da 0,37 euro al km ma solo se non esistono mezzi pubblici che consentano al deputato di tornare a casa. Tutta un'altra storia. Il parlamentare italiano usufruisce anche di 258 euro mensili di rimborso per spese telefoniche (in Francia 416 euro, nei Paesi Bassi 33 euro appena) e di 41 euro per dotazione informatica. La Spagna però offre Ipad e telefoni portatili di servizio.
VITALIZI
Ue, tutti con le pensioni: ma in Italia c'è un superassegnoFino al 31 dicembre, i parlamentari italiani usufruivano di vitalizio dopo almeno due legislature, al compimento del cinquantesimo anno. Resta ora come allora l'assegno di fine mandato, ma il vitalizo è stato sostituito dal primo gennaio da una pensione con metodo contributivo e solo al compimento dei 65 anni (60 con almeno due legislature).
In Italia, fa notare la relazione Giovannini, dopo 5 anni di mandato il vitalizo finora è stato pari a 2.486 euro mensili, con un versamento pari all'8,6 per cento dell'indennità lorda. In Francia, dopo cinque anni di mandato, il vitalizo minimo è pari a 780 euro a fronte di un versamento del 10,5 per cento dell'indennità legislativa, se ne ha diritto a 60 anni. In Germania, l'età alla quale il deputato matura la pensione è stata innalzata gradualmente dai 65 ai 67 anni.
In Spagna la pensione è un beneficio di carattere integrativo ed è pari alla differenza tra la pensione che il deputato riesce a maturare nella vita lavorativa e la pensione massima raggiungibile in quel paese. Integrazione che può essere richiesta se il mandato è stato almeno di 11 anni.
La Commissione per il livellamento retributivo, guidata dal presidente Istat Enrico Giovannini, rinuncia però a quell'obiettivo. L'organismo (composto anche da quattro accademici) incaricato dal governo Berlusconi - confermato da Monti - e dalle presidenze di Camera e Senato di confrontare i compensi tra le cariche elettive e gli organi istituzionali di sei paesi Ue, pubblica dunque i risultati della sua attesa comparazione.
La relazione, nelle 37 pagine depositate il 31 dicembre, si limita a fotografare la "giungla" retributiva dei parlamentari nei sette paesi presi in esame: Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Austria e Belgio. Giovannini ha chiesto però una proroga al 31 marzo per completare il lavoro su organi costituzionali e enti pubblici.
"Nonostante l'impegno profuso - si legge nelle conclusioni - la commissione non è in condizione di effettuare il calcolo delle medie". Provvederanno Camera e Senato. Fini e Schifani infatti interverranno entro gennaio. Non sull'indennità, ma sul rimborso per il portaborse. E stop ai voli gratis illimitati.
INDENNITÀ
Supera gli 11mila euro, a Berlino e Parigi 7mila
In nessun paese europeo un parlamentare percepisce un'indennità lorda mensile pari a quella del deputato (11.283 euro) e del senatore (11.550 euro) italiano. E quella costituisce solo una delle cinque voci che - si legge nella relazione - compongono il "costo" del parlamentare (diaria, spese di viaggio e trasporto, spese di segreteria, spese per assistenza sanitaria, assegno vitalizio e di fine mandato).
Nel caso della Spagna, l'indennità in senso stretto (2.813 euro) è addirittura quasi quattro volte inferiore. Si avvicinano solo i Paesi Bassi con 8.503 euro. Tra i grandi paesi, Francia e Germania viaggiano tra i 7.100 e i 7.668. Ma si parla di lordo. E in Italia dopo le ultime (ripetute) decurtazioni, l'indennità netta è di poco superiore ai 5.000 euro.
In ogni caso, fanno notare i professori della commissione, è difficile fare dei confronti perché diverso è anche il livello di tassazione tra paese e paese (per esempio in Francia tocca il 20 per cento sui 7.100 euro lordi). Il sindaco di Firenze Matteo Renzi ieri dettava la sua ricetta: "Ai parlamentari darei la stessa cifra che guadagno da sindaco di una grande città: 4.200 euro al mese".
DIARIA
3500 euro per spese di soggiorno, solo in Germania si spende di piùLa diaria mensile o "indennità di residenza" non costituisce una prerogativa italiana. Per di più, il budget assegnato al deputato e al senatore per le spese di mantenimento fuori sede non costituisce un record continentale. A ricevere una cifra forfettaria più alta per le spese di soggiorno a Berlino è per esempio il parlamentare tedesco: 3.984 euro. Ma il collega italiano con 3.503 euro segue a ruota.
Da qualche mese, alla Camera e al Senato questa ricca indennità accessoria (che non fa differenza tra chi soggiorna a Roma per l'attività parlamentare e chi vive e risiede comunque nella capitale) viene decurtata in proporzione alle assenze: non solo quelle nelle sedute d'aula, ma anche nelle sedute di commissione. Ed è il motivo delle recenti polemiche esplose per i frequenti casi di deputati presenti solo per firmare il registro e poi dileguarsi.
In Francia il deputato non percepisce affatto la diaria, ma gode di alloggi a tariffe agevolate in residence di proprietà dell'Assemblea. A Madrid sì, ma ammonta a 1.800 euro, mille in meno poi se il deputato è eletto nella capitale. Trattamento simile nei Paesi Bassi, non prevista in Belgio.
PORTABORSE
4000 euro: meno che in altri Paesi, ma da noi non va giustificataLa commissione Giovannini le chiama "spese di segreteria e di rappresentanza". E accorpa sotto questa unica voce il budget messo a disposizione da Camera e Senato per i parlamentari al fine di consentire a deputati e senatori di avvalersi di collaboratori e di segreterie nei territori di origine e a Roma.
Ma il confronto con gli altri cinque paesi messo nero su bianco dalla commissione Giovannini finisce per conclamare l'anomalia tutta italiana. L'anomalia consiste in questo caso non nell'importo - inferiore e in qualche caso di molto rispetto ad altri paesi quali Francia e Germania - ma nella modalità: forfettaria. Vale a dire che il deputato (3.690 euro) e il senatore (4.180) ricevono la somma senza aver alcun obbligo di rendicontazione e senza dover dimostrare se hanno pagato regolarmente un collaboratore.
L'Europarlamento da sempre gestisce il budget assegnando al deputato il collaboratore richiesto, ma pagandolo direttamente. Avviene così anche in Germania (dove il fondo per la segreteria lievita a 14.712 euro) e in Belgio, si legge nella relazione. In Francia, se il deputato non utilizza la linea di credito da 9.138 euro in tutto o in parte, viene restituita.
BENEFIT
Treni, aerei, navi e autostrade solo a Roma non si paganoIl monte benefit è la vera "babele" che fa del parlamentare - quello italiano soprattutto - un privilegiato. La relazione Giovannini lo certifica. La "libera circolazione ferroviaria, autostradale, marittima e aerea" consentita dall'apposita tessera di cui viene dotato il deputato e il senatore appena mette piede a Montecitorio e Palazzo Madama, non ha corrispettivi.
In Francia, i deputati dispongono di una carta ferroviaria, più 40 viaggi aerei tra il collegio e Parigi e 6 fuori dal collegio. In Germania, solo tessera ferroviaria e rimborso per i voli domestici con rimborso a piè di lista. In Spagna, è prevista una diaria da 150 euro per ogni giorno di viaggio all'estero e 120 per viaggio interno.
Nei Paesi bassi, treno di prima classe e rimborso chilometrico da 0,37 euro al km ma solo se non esistono mezzi pubblici che consentano al deputato di tornare a casa. Tutta un'altra storia. Il parlamentare italiano usufruisce anche di 258 euro mensili di rimborso per spese telefoniche (in Francia 416 euro, nei Paesi Bassi 33 euro appena) e di 41 euro per dotazione informatica. La Spagna però offre Ipad e telefoni portatili di servizio.
VITALIZI
Ue, tutti con le pensioni: ma in Italia c'è un superassegnoFino al 31 dicembre, i parlamentari italiani usufruivano di vitalizio dopo almeno due legislature, al compimento del cinquantesimo anno. Resta ora come allora l'assegno di fine mandato, ma il vitalizo è stato sostituito dal primo gennaio da una pensione con metodo contributivo e solo al compimento dei 65 anni (60 con almeno due legislature).
In Italia, fa notare la relazione Giovannini, dopo 5 anni di mandato il vitalizo finora è stato pari a 2.486 euro mensili, con un versamento pari all'8,6 per cento dell'indennità lorda. In Francia, dopo cinque anni di mandato, il vitalizo minimo è pari a 780 euro a fronte di un versamento del 10,5 per cento dell'indennità legislativa, se ne ha diritto a 60 anni. In Germania, l'età alla quale il deputato matura la pensione è stata innalzata gradualmente dai 65 ai 67 anni.
In Spagna la pensione è un beneficio di carattere integrativo ed è pari alla differenza tra la pensione che il deputato riesce a maturare nella vita lavorativa e la pensione massima raggiungibile in quel paese. Integrazione che può essere richiesta se il mandato è stato almeno di 11 anni.
Ingiustificabile....
Questo è un esempio di ingiustizia sociale ingiustificabile, ma reale. Non dobbiamo più permetterlo!
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=346802868678960&set=a.161206643905251.38703.100000477502879&type=1&theater
lunedì 2 gennaio 2012
"Pressioni per trasferire Provenzano." Ardita depone al processo Mori. - di Giuseppe Pipitone
Il magistrato, ex dirigente dell'Amministrazione penitenziaria, ha testimoniato al processo per il mancato arresto del boss corleonese a Mezzojuso nel 1995. Notizie false vennero diffuse per togliere Provenzano dal carcere di Terni, compreso un litigio inesistente con il figlio di Riina. Emerge l'esistenza di un inquietante protocollo riservato tra Dap e Sisde.
Ci sarebbe stata una vera e propria strategia occulta per spostare Bernardo Provenzano dal carcere di Terni. E’ quanto emerso dal racconto dell’ex dirigente del Dap Sebastiano Ardita, che ha deposto in aula come testimone nel processo a carico di Mario Mori e Mauro Obinu, i due ufficiali dei carabinieri sono accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra per il mancato arresto dello stesso Provenzano a Mezzojuso nel 1995.
Ardita ha risposto alle domande dell’accusa, rappresentata dai pm Antonio Ingroia e Nino Di Matteo, raccontando come già nelle ore immediatamente successive all’arresto del boss di Cosa Nostra, avvenuto undici anni dopo, l’11 aprile del 2006, alcuni funzionari del Gom (il Gruppo operativo mobile della Polizia penitenziaria) avessero consigliato di sistemare Provenzano nel carcere di L’Aquila.
“Nel carcere abruzzese però – ha detto l’ex dirigente del Dap – era già detenuto un altro super boss, Piddu Madonia, per cui la scelta naturale era mettere Provenzano nel carcere di Terni, dove si erano recentemente fatti importanti investimenti a livello di sicurezza in previsione del trasferimento di Totò Riina. Trasferimento che però non si concretizzò, per cui Terni offriva una sicurezza massima che non avrebbe consentito a Provenzano di entrare in contatto con nessun boss di primo livello.”
Poco tempo dopo però, sul quotidiano La Repubblica comparve la notizia secondo la quale Giovanni Riina, secondogenito del capo dei capi, all’entrata di Provenzano nel carcere di Terni avrebbe esclamato: “Questo sbirro qui l’hanno portato?”. Fatto che – ha raccontato il magistrato, che di queste cose scrive nel libro Ricatto allo Stato – mi sorprese non poco dato che proprio in quei giorni ero andato in visita nel carcere di Terni e il direttore non mi aveva riferito nulla in proposito. Con una rapida chiamata ho subito verificato come quella notizia fosse destituita da ogni fondamento”.
Nonostante la notizia dei dissidi tra Provenzano e il figlio di Riina fosse falsa, iniziarono delle continue pressioni sull’allora dirigente del Dap per spostare Provenzano da Terni. “Si formò un vero e proprio carteggio sulla mia scrivania – ha detto Ardita – con richieste di trasferimento di Provenzano. Iniziarono anche a fioccare gli esposti anonimi contro la mia persona. Provenzano però rimase a Terni ancora per un altro anno. Non c’era un reale motivo per spostarlo.”
Successivamente sui quotidiani venne diffusa un’altra circostanza non vera, ovvero che al boss corleonese era stata servita, il giorno del suo compleanno, una vera e propria torta augurale. “Notizia anche questa sostanzialmente falsa – ha commentato il magistrato catanese – Si era parlato di una torta consegnata a Provenzano per il suo compleanno, in realtà si trattava di una crostatina piccola, di circa 80 grammi, confezionata dalla Mulino Bianco (sic) e servita a tutti i detenuti nel menù di quel giorno”.
A quel punto tenere Provenzano ancora nel carcere di Terni non era proponibile e il boss mafioso venne quindi trasferito a Novara. Il teste, raccontando quanto accaduto, ha fatto notare che fosse evidente l’interesse da parte di qualcuno per interrompere la detenzione di Provenzano nel carcere umbro.
In precedenza anche Massimo Ciancimino aveva raccontato ai magistrati dettagli sulla carcerazione di Provenzano. In particolare Ciancimino Junior riferì che subito dopo l’arresto di Provenzano il signor Franco – ovvero il misterioso personaggio legato ai servizi che sarebbe stato il continuo contatto di Vito Ciancimino con apparati dello Stato – gli avrebbe rivelato l’episodio dello screzio tra Riina Junior e Provenzano suggerendogli di diffonderlo il più possibile. E sui giornali dunque la notizia sarebbe arrivata grazie al figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo.
Un particolare in più per scorgere un preciso disegno occulto volto a spostare il boss corleonese dal penitenziario ternano. Ardita però, rispondendo alle domande dell’avvocato Basilio Milio, legale di Mori, e del presidente della corte Mario Fontana, non ha saputo indicare chi potesse avere l’interesse d’interrompere la detenzione di Provenzano a Terni.
Dall’audizione dell’ex capo dell’ufficio detenuti però è emersa anche la possibile e inquietante esistenza di un protocollo tra il Dap e il Sisde. Una sorta di vero e proprio “accordo” ufficiale avente anche natura informativa. Riguardo all’esistenza di tale protocollo tra l’ufficio detenuti e i servizi segreti i magistrati hanno fatto riferimento più che altro ad alcuni dirigenti del Dap, come l’attuale pm di Palermo Salvatore Leopardi, sotto processo a Roma per questioni relative al periodo in cui era in servizio proprio all’ufficio detenuti. Dal 2001 al 2006 il Sisde è stato diretto proprio da Mario Mori.
Nella sua deposizione, Ardita ha anche riferito di un intervento del ministero della Giustizia, nel 1992, all’epoca delle stragi Falcone e Borsellino, per impedire l’ampliamento del carcere duro a migliaia di mafiosi detenuti, provvedimento richiesto dal Dap stesso.
http://www.iquadernidelora.it/articolo.php?id=821
Messaggio di fine anno 2011 di Beppe Grillo..
"Auguri a tutti per l’anno 2012. Che sia un anno povero, ma bello!
Il prossimo anno deve essere l’anno del ricordo. Dobbiamo ricordare ogni viso,
ogni tratto dei politici che hanno distrutto l’Italia. Dobbiamo, con un po’ di
disgusto, ricordare tutte queste facce di merda che continuano a dare giudizi e
consigli in televisione. Lo so, non è bello, dà il vomito, MA A VOLTE
RITORNANO e bisogna ricordarsi di loro per impedire che si ripresentino alle
elezioni del 2013.
Il Paese è ormai devastato: finanza, società, lavoro, impresa, ambiente. Per
salvarsi i politici cercano di dividerci. Tutti contro tutti. Ogni giorno c’è una
nuova classe da demonizzare, i pensionati, i dipendenti statali, gli evasori, i
corruttori, i negozianti, i tassisti. La classe politica va azzerata e isolata. Per
un Casini o un Fassino, un Cicchitto o un Brunetta va previsto l’isolamento
sociale. Gli italiani non devono più avere rapporti con questa gentaglia. A
Varese un negoziante ha avuto un’idea straordinaria. Ha appeso un cartello
fuori dal suo negozio con l’avviso “Vietato l’ingresso ai politici”. Questa azione
va replicata nei negozi di tutta Italia e non solo, anche nei taxi, nei cinema,
in qualunque esercizio pubblico. Chi ha cancellato il futuro di almeno due
generazioni di giovani e costretto i vecchi a lavorare fino alla morte non va
dimenticato, non va lasciato libero di fare altri danni. Il secondo Paese
europeo per emigrazione dopo la Romania è l’Italia. Laureati, diplomati,
professionisti, quasi tutti giovani hanno lasciato la nostra terra. In compenso
abbiamo i parlamentari più vecchi d’Europa. Nel blog e in una pagina Facebook
“Vietato l'ingresso ai politici” ho pubblicato una locandina da appendere
ovunque vogliate. La faccia è quella tipica del politico italiano, una faccia da
culo. Lo riconoscete anche da lontano.
Siamo tutti preoccupati per quello che può succedere. Di sicuro aumenterà la
disoccupazione e entreremo in una dura recessione. Ci saranno pochi soldi in
giro e se li terranno ben stretti le banche. Ma può essere anche un anno con i
suoi lati positivi. Molti giornali di partito chiuderanno dopo aver raccontato
balle per decenni con i soldi pubblici. Consumeremo di meno e quindi
inquineremo di meno. Il prezzo degli immobili precipiterà come è avvenuto in
Spagna e in Inghilterra. La febbre del mattone scenderà e salveremo qualche
prato, qualche angolo d’Italia. Può essere l’Anno del Risveglio, forse un po’
brutale per alcuni, in cui ci renderemo conto che non possiamo delegare le
nostre vite con una croce su un simbolo elettorale, ma dobbiamo informarci,
partecipare in prima persona alla cosa pubblica, dall’inceneritore sotto casa,
alle leggi vergogna come lo Scudo Fiscale. Partecipare o essere schiavi.
Capiremo che questa è una scelta, non un destino. E dipende da noi.
Vorrei richiamare alla realtà il professor Monti. Ha la faccia dell’onest’uomo,
istruito, onesto. Fa parte di quella cerchia di persone dal tratto nobile che non
si è mai esposta contro il Sistema. E ne ha sempre goduto i benefici Lui, come
altri, avrebbe potuto mettersi in gioco in questi anni e non lo ha fatto. Per
questo lo hanno scelto. Le prime misure che ha preso hanno favorito un solo
soggetto: le banche. Il suo vice di fatto è Passera, l’ex amministratore
delegato di Banca Intesa. Se due indizi fanno una prova, Monti è lì persalvare
il culo alle banche, non all’Italia. Le imprese non hanno liquidità, i clienti non
pagano e il primo a non pagare è lo Stato. Passera ha proposto di pagare le
imprese con titoli di Stato. Geniale, il numero di imprenditori suicidi salirà. Lo
Stato prima di chiedere alle imprese di pagare le tasse deve rimborsare i suoi
debiti nei loro confronti, a iniziare dall’Iva. Il Paese va rifondato e per farlo
bisogna partire dalle fondamenta, dalla Costituzione. QuestaCostituzione
garantisce i partiti ed esclude i cittadini. Il cittadino non può fare nulla. Non
può indire un referendum propositivo. Se propone un referendum abrogativo è
necessario raggiungere un quorum, se lo vince, come per la cancellazione del
nucleare e dei finanziamenti pubblici ai partiti, la sua volontà è ignorata. Non
ha il diritto di vedere discusse le proposte di leggi popolari. Non può neppure
scegliere il candidato alle elezioni politiche. Se tutto questo è costituzionale
questa Costituzione va cambiata al più presto con il concorso dell’intera
Nazione come sta avvenendo In Islanda con votazioni on line. Fuori i partiti
dalla democrazia, dentro invece i Movimenti e la partecipazione diretta dei
cittadini." Buon anno da Beppe Grillo.
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