La cittadina in provincia di Ragusa è sull'orlo della bancarotta e i due rivali si uniscono in una coalizione di "salvezza comunale", invocando il parallelo con la politica nazionale. Ma non mancano le voci critiche.
Se a Roma la coalizione di “salvezza istituzionale” formata dal Pd e dal Pdl funziona alla perfezione, è possibile provare ad esportarla per le amministrative? È possibile, anzi possibilissimo. Soprattutto in Sicilia dove, in politica più che altrove, può succedere di tutto e il contrario di tutto. A Pozzallo, estremo lembo meridionale dell’isola, il comune in provincia di Ragusa è ad un passo dal crack finanziario. Come fare per salvare la baracca? Semplice, basta unire i maggiori partiti dello scacchiere politico e marciare compatti verso la vittoria. Inciucio? Assolutamente no. Piuttosto una coalizione di “salvezza comunale”.
È con questo leit motiv che a Pozzallo il Pd e il Pdl sostengono uniti lo stesso candidato sindaco alle prossime amministrative di maggio. “C’è un comune da salvare dal dissesto finanziario. Bisogna essere responsabili di fronte a casi del genere e mettere da parte sterili antagonismi” spiegano in coro i dirigenti locali del partito di Silvio Berlusconi intonando lo stesso pentagramma dei neo alleati del Pd.
Solo che a Pozzallo il candidato sindaco della coalizione di “salvezza comunale” non è assolutamente un tecnico. Il Monti locale si chiama infatti Roberto Ammatuna ed è un deputato regionale del Pd. In passato è stato comunista, popolare e anche primo cittadino di Pozzallo per dieci anni con la Margherita. Logico dunque che l’inedito accordo Pd-Pdl sia stato immediatamente bollato come un inciucio bello e buono.
“Alle polemiche neanche rispondiamo – glissa Nino Minardo deputato nazionale del Pdl – Andiamo con Ammatuna perché stimiamo la persona. I nostri sostenitori di Pozzallo sono d’accordo”. A fargli eco c’è Innocenzo Leontini, capogruppo berlusconiano all’Ars, che tira immediatamente in ballo lo schema romano. “Abbiamo preferito rispondere all’appello dei moderati di Ammatuna, che, tra l’altro, ricalca l’attuale schema nazionale, che vede il Pdl ed il Pd su posizioni comuni. Di fatto non potevamo lasciarci impallinare senza intervenire”.
Soddisfatto per l’anomala alleanza è ovviamente anche il sindaco designato Ammatuna, che chiarisce un concetto fondamentale: “E’ inutile negare che in Sicilia si vince solo con i moderati. Non sono sindaco di Pozzallo dal 2007: in cinque anni l’amministrazione che mi ha sostituito ha fatto danni enormi. Il sindaco uscente Sulsenti non si è neanche ricandidato. L’obiettivo è salvare il comune. Io sono un medico e anche in politica ho sempre fatto il medico. In questo caso la cura per Pozzallo è aprire a tutte le forze possibili.”
La “cura” di Ammatuna però non convince per nulla i suoi concorrenti politici, sia a sinistra che a destra. “Avevamo chiesto le primarie per tempo, Ammatuna però ha tirato per le lunghe e poi ha proposto di aprire a tutti i volenterosi. Non al centrosinistra, ma ai volenterosi. Era evidente che si stava preparando qualcosa”, protesta Gianluca Floridia che con Sel appoggia la candidatura a sindaco di Luigi Ammatuna, solo omonimo del deputato del Pd.
I mal di pancia non sono mancati neanche all’interno dei democratici. “Se c’è un debito da ripianare non capiamo come si possa fare governando insieme alla destra che ha un approccio totalmente diverso da quello nostro sul campo sociale ed economico” rileva Nanni Frasca del Pd di Ragusa.
Le bordate peggiori contro l’ alleanza Pdl-Pd made in Pozzallo sono arrivate però dal centrodestra. “Si vuole solo pescare nel torbido e imbrogliare la gente con una lista civica, facendo analogie con Roma. Ma che c’entra Roma con Pozzallo?” si chiede il candidato sindaco del Movimento per l’Autonomia Emanuele Pediliggieri, che in origine doveva essere sostenuto proprio dal Pdl. “Mi hanno mollato – spiega – a causa dei soliti accordi sottobanco e adesso è scomparso pure il simbolo del partito”.
Per evitare uno shock alla base degli elettori infatti i dirigenti del Pdl hanno preferito non utilizzare il simbolo di partito, ripiegando invece sulla lista civica Il Popolo Moderato. “Nessuna indicazione dai vertici, è stata una scelta tutta nostra, abbiamo deciso insieme ai componenti della nostra lista” ci tiene a specificare l’onorevole Minardo regalando ad Ammatuna la soddisfazione di dire che “alla fine tra le liste che mi sostengono c’è solo il simbolo del Pd”.
Sarà per questo che dai vertici del partito di Pierluigi Bersani nessuno ha voluto mettere il naso negli accordi locali. L’ombra dell’inciucio però è difficile da scacciare. “Mi chiedo se all’Ars Leontini si siederà con Ammatuna per sostenere la legge finanziaria e se Ammatuna sosterrà le dimissioni del governatore Lombardo come chiede da tempo il Pdl”, scherza il candidato sindaco di Grande Sud Gianluca Manenti . Ammatuna però non ha dubbi: “Stimo Leontini come persona, ma politicamente parlando non lo conosco”. Ovviamente soltanto fuori da Pozzallo.
È con questo leit motiv che a Pozzallo il Pd e il Pdl sostengono uniti lo stesso candidato sindaco alle prossime amministrative di maggio. “C’è un comune da salvare dal dissesto finanziario. Bisogna essere responsabili di fronte a casi del genere e mettere da parte sterili antagonismi” spiegano in coro i dirigenti locali del partito di Silvio Berlusconi intonando lo stesso pentagramma dei neo alleati del Pd.
Solo che a Pozzallo il candidato sindaco della coalizione di “salvezza comunale” non è assolutamente un tecnico. Il Monti locale si chiama infatti Roberto Ammatuna ed è un deputato regionale del Pd. In passato è stato comunista, popolare e anche primo cittadino di Pozzallo per dieci anni con la Margherita. Logico dunque che l’inedito accordo Pd-Pdl sia stato immediatamente bollato come un inciucio bello e buono.
“Alle polemiche neanche rispondiamo – glissa Nino Minardo deputato nazionale del Pdl – Andiamo con Ammatuna perché stimiamo la persona. I nostri sostenitori di Pozzallo sono d’accordo”. A fargli eco c’è Innocenzo Leontini, capogruppo berlusconiano all’Ars, che tira immediatamente in ballo lo schema romano. “Abbiamo preferito rispondere all’appello dei moderati di Ammatuna, che, tra l’altro, ricalca l’attuale schema nazionale, che vede il Pdl ed il Pd su posizioni comuni. Di fatto non potevamo lasciarci impallinare senza intervenire”.
Soddisfatto per l’anomala alleanza è ovviamente anche il sindaco designato Ammatuna, che chiarisce un concetto fondamentale: “E’ inutile negare che in Sicilia si vince solo con i moderati. Non sono sindaco di Pozzallo dal 2007: in cinque anni l’amministrazione che mi ha sostituito ha fatto danni enormi. Il sindaco uscente Sulsenti non si è neanche ricandidato. L’obiettivo è salvare il comune. Io sono un medico e anche in politica ho sempre fatto il medico. In questo caso la cura per Pozzallo è aprire a tutte le forze possibili.”
La “cura” di Ammatuna però non convince per nulla i suoi concorrenti politici, sia a sinistra che a destra. “Avevamo chiesto le primarie per tempo, Ammatuna però ha tirato per le lunghe e poi ha proposto di aprire a tutti i volenterosi. Non al centrosinistra, ma ai volenterosi. Era evidente che si stava preparando qualcosa”, protesta Gianluca Floridia che con Sel appoggia la candidatura a sindaco di Luigi Ammatuna, solo omonimo del deputato del Pd.
I mal di pancia non sono mancati neanche all’interno dei democratici. “Se c’è un debito da ripianare non capiamo come si possa fare governando insieme alla destra che ha un approccio totalmente diverso da quello nostro sul campo sociale ed economico” rileva Nanni Frasca del Pd di Ragusa.
Le bordate peggiori contro l’ alleanza Pdl-Pd made in Pozzallo sono arrivate però dal centrodestra. “Si vuole solo pescare nel torbido e imbrogliare la gente con una lista civica, facendo analogie con Roma. Ma che c’entra Roma con Pozzallo?” si chiede il candidato sindaco del Movimento per l’Autonomia Emanuele Pediliggieri, che in origine doveva essere sostenuto proprio dal Pdl. “Mi hanno mollato – spiega – a causa dei soliti accordi sottobanco e adesso è scomparso pure il simbolo del partito”.
Per evitare uno shock alla base degli elettori infatti i dirigenti del Pdl hanno preferito non utilizzare il simbolo di partito, ripiegando invece sulla lista civica Il Popolo Moderato. “Nessuna indicazione dai vertici, è stata una scelta tutta nostra, abbiamo deciso insieme ai componenti della nostra lista” ci tiene a specificare l’onorevole Minardo regalando ad Ammatuna la soddisfazione di dire che “alla fine tra le liste che mi sostengono c’è solo il simbolo del Pd”.
Sarà per questo che dai vertici del partito di Pierluigi Bersani nessuno ha voluto mettere il naso negli accordi locali. L’ombra dell’inciucio però è difficile da scacciare. “Mi chiedo se all’Ars Leontini si siederà con Ammatuna per sostenere la legge finanziaria e se Ammatuna sosterrà le dimissioni del governatore Lombardo come chiede da tempo il Pdl”, scherza il candidato sindaco di Grande Sud Gianluca Manenti . Ammatuna però non ha dubbi: “Stimo Leontini come persona, ma politicamente parlando non lo conosco”. Ovviamente soltanto fuori da Pozzallo.
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