mercoledì 9 maggio 2012

Lavitola: "Compravo senatori per Berlusconi". - Guido Ruotolo



Foto di gruppo a Panama Giugno 2010 (da destra): Berlusconi, il presidente 
panamense Martinelli e Lavitola


L’ex editore dell’Avanti ai pm: “Un milione per De Gregorio”.

No, sorrido perché De Gregorio, poverino, è, come penso che voi sappiate altrettanto bene, uno che ha fatto talmente tanti di quei “casini” dal punto di vista economico che io credo che quel milione (di euro, ndr) che ha avuto da Berlusconi se l’è fumato come fosse un mozzicone di sigaretta, perché De Gregorio aveva una capacità di spesa che era superiore a quella di Tarantini...».
È il 25 aprile e Valter Lavitola, ex editore dell’Avanti, faccendiere spericolato iscritto alla P2, viene sentito dai pm napoletani che lo vanno a trovare nel carcere di Poggioreale, per il suo primo interrogatorio investigativo. Lavitola ha appena rivelato che Berlusconi ha pagato un milione per comprarsi il senatore Sergio De Gregorio, eletto il 7 giugno del 2006 presidente della Commissione Difesa di palazzo Madama dal centrodestra, lui che era stato eletto con l’Idv di Antonio Di Pietro.
E parlando del suo «amico fraterno» De Gregorio, Lavitola racconta di essere stato il promotore di «Operazione Libertà», la compravendita di senatori dello schieramento avversario, che poi ha condotto insieme al senatore Romano Comincioli. Non ha difficoltà a riconoscere i suoi «meriti», come l’essere riuscito a convincere il senatore calabrese Pietro Fuda (eletto nello schieramento di centrosinistra): «Questo fu uno dei miei meriti, sempre insieme al senatore buonanima Comincioli (deceduto nel 2011, ndr). Io svolgevo una funzione di, tra virgolette, consigliere del senatore Comincioli...».
L’ex editore dell’Avanti parla della «Operazione Libertà»: «Tenga presente - si rivolge al pm - gli altri soldi li avrebbero dovuti dare a Dini, a Mastella e a Pallaro». Si apre un piccolo siparietto tra i pm e Lavitola, sulle spinte ideali che portano senatori di uno schieramento a passare all’altro. Risponde l’indagato: «Ma perché Dini e Mastella erano ideologicamente orientati a sinistra? Dini e Mastella erano di centrodestra sempre, Dini è stato con Berlusconi prima, Mastella pure».
Prova a rispondere, a convincere della sua buona fede, Lavitola. Tutti i suoi guai, in realtà, nascono da un desiderio mai represso di avere un ruolo politico. Sfortunato, Lavitola, perché aveva contro Gianni Letta e Niccolò Ghedini, nonostante i buoni auspici di Silvio Berlusconi. E, dunque, alla fine, non è stato mai candidato dal Pdl, così avrebbe voluto.
Si giustifica sui finanziamenti all’Avanti, parla del suo rapporto di consulente di Finmeccanica a Panama, e di aver incontrato l’allora numero uno della holding pubblica, Pier Francesco Guarguaglini.
E ammette di aver presentato il generale della Finanza, Emilio Spaziante all’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per caldeggiare la sua carriera: «In quel momento, si stava discutendo la legge per la nomina del Comandante generale interna al Corpo della Guardia di Finanza, allora, in quella fase siccome chi si occupava di tutta questa storia era il famoso Marco Milanese, dissi al Presidente Berlusconi che se ne doveva occupare lui e gli chiesi di incontrare il generale».
I pm gli chiedono di precisare il suo ruolo di procacciatore di affari e commesse a Panama. Lui ribadisce di essere stato un consulente di Finmeccanica: «Abbiamo stipulato quei contratti noti, quello dei sei elicotteri, quello dei radar e quello del telerilevamento, della mappatura del territorio di Panama. Sostanzialmente il mio ruolo si sarebbe esaurito avendo io un contratto di un anno.. facemmo un contratto e mi versarono una prima tranche di centosessantamila euro...».
Che sia rimasto socialista, un craxiano di ferro (lui ha raccontato anche di aver portato i soldi di Berlusconi ad Hamammet, a Bettino Craxi), Valter Lavitola non lo nasconde. I pm gli chiedono come mai i suoi interessi di lavoro sono tutti all’estero: «Io in Italia, dottor Woodcook, io non so se gliel’ho già detto, ma non vorrei divagare, ma dopo le vicende di tangentopoli, che mi hanno visto solo spettatore, io in Italia mi sono messo nei “casini” senza fare altre attività, io in Italia non voglio fare assolutamente niente!... E, e, e adesso ancora meno, visto che mi sono tolto l’Avanti, grazie a Dio».


http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/453479/

martedì 8 maggio 2012

Lascia perdere....



Non è nelle tue previsioni, rinunciaci. Molla il maltolto e vatti a godere l'ospitalità di Putin...fino a quando reggerà..perchè tu porti sfiga a tutti: Craxi, Mubarak, Gheddafi, ne sono gli esempi evidenti; gli stessi Provenzano, Riina e Mangano, che hanno contribuito alla tua nascita e crescita, sono tutti o al 41 bis o sottoterra.

Maurizio Crozza del 8/05/12


Boom boom Napolitano.

napolitano5stelle.jpg


Sono rimasto a bocca aperta, spalancata, come un'otaria. Ho le mascelle che mi fanno ancora male. Là dove non hanno osato neppure i gasparri e i bersani ha volato (basso) Napolitano
Il Presidente della Repubblica, la massima carica dello Stato, a domanda sul MoVimento 5 Stelle ha risposto: "Grillo, non vedo nessun boom!". 


Un linguaggio "giovane" arricchito da memorabilia storiche, ha rammentato: "Ricordo quello degli anni '60, altri boom non ne vedo". E' vero! Il M5S è solo terzo ed è nato solo due anni e mezzo fa e non ha fatto boom. 


Forse ha fatto bim bum bam? O Sim sala bin? Napolitano è preoccupato per il futuro e ha approfondito "Ci sono motivi di riflessione per tutti, per le forze politiche e per i cittadini sui rapporti con la politica e sui problemi di governabilità". Traduzione: "I partiti (quelli che facevano boom) non se li fila più nessuno". Napolitano ha poi minimizzato il voto "Abbiamo avuto un test piuttosto circoscritto, anche perchè il numero degli eletti chiamati a votare non è stato grandissimo (nove milioni e mezzo di italiani, ndr)".
L'anno prossimo si terranno le elezioni politiche e, subito dopo, sarà nominato il successore di Napolitano, che potrà godersi il meritato riposo. 

Se il MoVimento 5 Stelle farà boom (come quello dei favolosi anni '60), il prossimo presidente non sarà un'emanazione dei partiti, come la Bonino, e neppure delle banche, come Rigor Montis. 
I giochi per il Quirinale sono in corso da tempo. Si sono già venduti la pelle degli italiani. 


"Il Presidente della Repubblica è il Capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale" (articolo 87 della Costituzione). Rappresenta anche il MoVimento 5 Stelle e anche, dopo queste elezioni, i suoi circa 250 consiglieri comunali e regionali scelti dai cittadini. Il boom del M5S non si vede, ma si sente. Boom, boom, Napolitano!


http://www.beppegrillo.it/2012/05/boom_boom_napolitano.html

Un no ai partiti non alla politica. - Massimo Gramellini



Si può buttarla sul ridere e dire che Grillo non è una sorpresa: in fondo sono vent’anni che gli italiani votano un comico. Oppure strillare contro la vittoria dell’antipolitica, come fanno i notabili del Palazzo e i commentatori che ne respirano la stessa aria viziata. Ma conosco parecchi nuovi elettori di Grillo e nessuno di loro disprezza la politica. Disprezzano i partiti. E credono, a torto o a ragione, in una democrazia che possa farne a meno, saltando la mediazione fra amministrati e amministratori.

La storia ci dirà se si tratta di un gigantesco abbaglio o se dalla rivolta antipartitica nasceranno nuove forme di delega, nuovi sistemi per aggregare il consenso.

Ma intanto c’è questo urlo di dolore che attraversa l’Italia, alimentato dalle scelte suicide e arroganti compiute da un’intera classe dirigente.

Non si può certo dire che non fosse stata avvertita. I cittadini stremati dalla crisi hanno chiesto per mesi alla partitocrazia di autoriformarsi. Si sarebbero accontentati di qualche gesto emblematico. Un taglio al finanziamento pubblico, la riduzione dei parlamentari, l’abolizione delle Province. Soprattutto la limitazione dei mandati, unico serio antidoto alla nascita di una Casta inamovibile e lontana dalla realtà. Nel dopoguerra il grillismo meridionale dell’Uomo Qualunque venne dissolto dalla Dc di De Gasperi nel più semplice e intelligente dei modi: assorbendone alcune istanze. Purtroppo di De Gasperi in giro se ne vedono pochi. La limitazione dei mandati parlamentari è da anni il cavallo di battaglia dei grillini. Se il Pdl di Alfano l’avesse fatta propria, forse oggi esisterebbe ancora. Ma un partito che ai suoi vertici schiera reperti del Giurassico come Gasparri e Cicchitto poteva seriamente pensare di esistere ancora? Il Pd ha retto meglio, perché il suo elettorato ex comunista ha un senso forte delle istituzioni e dei corpi intermedi - partiti, sindacati - che le incarnano. Ma se il burocrate Bersani, come ha fatto ancora ieri, continuerà a considerare il grillismo un’allergia passeggera, lo tsunami dell’indignazione popolare sommergerà presto anche lui.

La riprova che il voto grillino è meno umorale di quanto si creda? Grillo non sfonda dove la politica tradizionale riesce a mostrare una faccia efficiente: a Verona con il giovane Tosi e a Palermo con il vecchio Orlando (percepito come un buon amministratore, magari non in assoluto, ma rispetto agli ultimi sindaci disastrosi). La migliore smentita alla tesi qualunquista di chi considera i grillini dei qualunquisti viene dai loro stessi «quadri». Che assomigliano assai poco a Grillo. Il primo sindaco del movimento, eletto in un paese del Vicentino, ha trentadue anni ed è un ingegnere informatico dell’Enel, non un arruffapopoli. E i candidati sindaci di Parma e Genova non provengono dai centri sociali, ma dal mondo dell’impresa e del volontariato. Più che antipolitici, postpolitici: non hanno ideologie, ma idee e in qualche caso persino ideali. Puntano sulla trasparenza amministrativa, sul web, sull’ambiente: i temi del futuro. A volte sembrano ingenui, a volte demagogici. Ma sono vivi.

Naturalmente i partiti possono infischiarsene e bollare la pratica Grillo come rivolta del popolo bue contro l’euro e le tasse. È una interpretazione di comodo che consentirà loro di rimanere immobili fino all’estinzione. Se invece decidessero di sopravvivere, dovrebbero riunirsi da domani in seduta plenaria per approvare entro l’estate una riforma seria della legge elettorale, del finanziamento pubblico e della democrazia interna, così da lasciar passare un po’ d’aria. Ma per dirla con Flaiano: poiché si trattava di una buona idea, nessuno la prese in considerazione.



http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=2372701819119034825#editor/target=post;postID=8360545133166872261

Enorme buco nero scoperto grazie alle forti radiazioni di una stella ‘divorata’.


Enorme buco nero scoperto grazie alle forti radiazioni di una stella 'divorata'
Fino ad ora,  nessuno aveva mai scoperto un buco nero di tali dimensioni, circa  due milioni di volte più grande del Sole. La scoperta è avvenuta grazie alle forti radiazioni di una stella che stava per essere ‘divorata’. La luce della stella ha consentito la  localizzazione del gigante  del cosmo, mai individuato dai telescopi.

A fare la  scoperta, pubblicata su Nature, è stata un’equipe di studiosi  capeggiata  da Suvi Gezari, dell’Universita’ Johns Hopkins di Baltimora. Il monitoraggio del particolare avvenimento spaziale ha permesso di apprendere molti dettagli relativamente alla stella in preda al buco nero, come il tempo impiegato da quest’ultimo per il suo assorbimento e la sua massa.

Movimento Cinque Stelle, boom di voti. Grillo: “Ci vediamo in Parlamento” - Eleonora Bianchini

beppe grillo amministrative_INTERNA NUOVA


A Sarego, in provincia di Vicenza, eletto il primo sindaco. Il comico sul blog: "Partiti liquefatti". Ballottaggio a Parma e Budrio (Bologna), primo partito a Comacchio (Ferrara). Ottime le proiezioni anche su Verona. Sui social media: "Non siamo anti-politica, siamo una nuova forza".

Per Beppe Grillo era la “carica dei 101″. Ad aprile sul blog aveva presentato così gli altrettanti Comuni dove avrebbe corso il Movimento Cinque Stelle, forte dei “150 ragazzi consiglieri dentro i Comuni e le Regioni che stanno facendo dei lavori straordinari”. Già allora era convinto del successo e oggi, su Twitter, lancia la sfida: “Ci vediamo in Parlamento”.
Un obiettivo che poggia solide basi in queste ore, visto che a Genova ha sfiorato il ballottaggio che a Parma, invece, è certo. Ma è a Sarego, un comune da 6.500 abitanti in provincia di Vicenza che il movimento festeggia la vittoria con Roberto Castiglion, il suo primo sindaco eletto col 35,20% delle preferenze. Per Grillo si tratta della “prima Terza Repubblica”. Nel capoluogo ligure, dove alla vigilia era scontata la vittoria di Marco Doria, il candidato che aveva vinto le primarie di centrosinistra e battuto il sindaco Marta Vincenzi, Paolo Putti è al 14,6%. Ancor più consensi nella città emiliana per Federico Pizzarotti, al 20,42%, che va verso il secondo turno. Boom di voti anche a Verona, che riconferma Flavio Tosi, ma dove Gianni Benciolini è al 9%.Riccardo Nuti a Palermo è al 4,7%, e a Pistoia viene dato al 10%. Dati che fanno assaporare la rivincita contro chi accusa i militanti del movimento di antipolitica e che, di fatto, consegneranno loro alcuni seggi nei consigli comunali alla fine di questa tornata elettorale. Banco di prova a un anno dalle politiche.
Le proiezioni vengono seguite sulla pagina facebook di Grillo dove gli status raccolgono migliaia di “mi piace”. Centinaia le reazioni dei simpatizzanti, da Genova a Palermo, nella speranza che poi “poi non succeda che prese le poltrone diventino come gli altri politici”. Data l’escalation dei consensi, scrivono, “dobbiamo fare molta attenzione, perché adesso per le politiche i farabutti si riorganizzeranno”. Reagiscono a chi ha cercato di minimizzare i loro risultati tacciandoli di antipolitica (“Fassino si è corretto e ci ha definiti “antipartitici”… aveva una paura negli occhi… è finita la pacchia!”) e “visto che queste sono solo proiezioni”, i dati ufficiali promettono di essere ancor più alti. 
Il live tweeting corre anche sull’accout del comico che segnala quanto sta accadendo nelle piccole amministrazioni. “A San Giovanni Lupatoto (Verona) ci danno al 20%”, scrive il blogger che annuncia anche il “ballottaggio a Budrio“, in provincia di Bologna e il 30% secondo le proiezioni di voto a Comacchio, Ferrara, dove, come a Thiene (Vicenza) è “primo partito”. A Mondovì, in provincia di Cuneo, ”lo spoglio dei primi 5 seggi danno il MoVimento 5 Stelle da 8,45% al 15,3%” e da Spoltore (Pescara) i “primi risultati” danno il 7%. Raggiunto quasi il 4% a Forte dei Marmi, oltre il 14% a Carrara, a Lucca l’8%. Risultati parziali, certo, ma sufficienti perché dai militanti e da Grillo venga retwittata la stessa riflessione da decine di utenti: “Non siamo anti-politica, siamo una nuova forza politica”. Posizione rilanciata anche da Benciolini che sottolinea: “Il nostro movimento propone cose reali non calate dall’alto. Grillo non ha mai calato nulla dall’alto. Noi siamo contro chi vuole prendere decisioni ‘dal palazzo’, e porteremo in piazza le delibere del consiglio comunale per discuterle con i cittadini”. Poi assicura la collaborazione col primo cittadino e la prossima giunta: “Se Tosi porterà delle proposte a favore della città noi le voteremo, altrimenti cercheremo di migliorarle, ma non di bocciarle a priori”. Risultato inaspettato per Putti che ricorda la sua candidatura “dal basso”: “Genova vuole reagire, vuole cambiare – ha detto -. Sono una persona qualunque che si fa portavoce dei cittadini. Ora comunque vada sarà un successo”. Segue con soddisfazione l’inizio dello spoglio anche il consigliere regionale dell’Emilia Romagna Giovanni Favia che su Facebook festeggia il “tris d’assi in Emilia Romagna”, tra Parma, Comacchio e Budrio.
In alcune piccole amministrazioni sono già state scrutinate tutte le sezioni. I dati diffusi Ministero dell’Interno riguardano Sandrigo, 8mila abitanti in provincia di Vicenza, dove il movimento è al 13,27%, Carrosio, 500 abitanti in provincia di Alessandria, al 27,93% che avrà due consiglieri, così come le tre amministrazioni in provincia di Torino La Loggia, Rosta (30,81) e Santena (20,91%). Santa Maria di Sala, comune di 17mila abitanti in provincia di Venezia al 15,92. A Conselve (Padova) al 26.6%. Ad Avigliana, l’amministrazione più grande della Valsusa, la lista NoTav con Sel, Idv e Cinque Stelle, è al 47% mentre la coalizione a favore dell’alta velocità, che unisce Pd e Pdl, al 34%. A Breda di Piave (Treviso) conquistato l’11,92%, 11,23% a Racconigi (Cuneo) e a Marcon (Venezia) il 19,35%.
Intanto proseguono gli scrutini nelle sezioni. Piacenza (sotto il video)Belluno e La Spezia sono oltre il 10% e Monza è al 9%. A Cuneo sfiora il 9% ad Asti è al 7,65%. In attesa dei risultati definitivi il comico pubblica in post per ringraziare “i cittadini, senza soldi, autofinanziatisi” che “sono andati a votare se stessi” e “tutti quelli che hanno lavorato, a prendere le firme al freddo, coi banchetti”. Parla di “momento di grande felicità”, ritiene che i partiti si stiano “liquefacendo in questa diarrea politica” e ironizza sulle polemiche: “Tanto per arrivare al 100% dei voti – conclude – dovreste continuare ad offendere: populista, demagogo, arruffa popoli, flauto magico, pifferaio, maiale, stronzo. Continuate, io vi mando un po’ di epiteti nuovi”.
Prende atto del successo elettorale Matteo Salvini che da via Bellerio ha commentato così i primi risultati: “Benvenuto a Grillo, lo metteremo alla prova”, perché “se dal casino passa a qualcosa di costruttivo, di pratico sono contento”. Secondo l’eurparlamentare, però, “un conto è andare in piazza a protestare, un conto è amministrare, fare funzionare gli autobus, le scuole, gli ospedali. Proveremo quindi i ‘grillini’ durante l’amministrazione e sono contento se qualcuno ci mette la faccia”. Trachant Osvaldo Napoli del Pdl: “Hanno perso tutti, ha vinto uno solo: Grillo”.