Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 1 luglio 2012
Ecco come la Lega Nord spendeva i soldi dei cittadini italiani ...
Non solo appartamenti, auto di lusso, lauree fasulle e lingotti d'oro, ora si scopre che noi cittadini italiani pagavamo pure le canottiere ed i pigiami di Umberto Bossi. E allora credo sia giunto il momento di un piccolo riepilogo. Ecco come la Lega Nord spendeva i soldi del rimborso pubblico, stando a quanto emerso dalle indagini in corso e dalle dichiarazioni dei protagonisti ...
Investimenti:
Cerchio magico e famiglia Bossi:
- Manuela Marrone, moglie di Umberto Bossi: poco meno di un milione di euro per la "Scuola Bosina".
- Ristrutturazione casa di Gemonio fatta "all'insaputa" del proprietario, Umberto Bossi;
- Vacanza ad Alassio famiglia Bossi;
- Due appartamenti a Brescia nella disponibilità dei Bossi;
- Bar a Milano acquistato da Belsito "per conto dei Bossi";
- Pagamento "tasse" per i Bossi;
- Dentista per Umberto Bossi;
- Riccardo Bossi: un anno pagato all'università dell'Insubria, 15 mila euro di leasing per Bmw X5, Porsche, spese legali;
- Paghetta da 5.000 euro al mese per Renzo e Riccardo Bossi:
- Laurea albanese presa "all'insaputa" di Renzo Bossi;
- Spese personali Renzo Bossi: benzina, farmacia, ristorante, etc.;
- Pagate multe prese da Renzo Bossi;
- Audi A6 e Smart a disposizione di Renzo Bossi;
- 130.000 euro per una laurea privata a Londra, Renzo Bossi;
- Rinoplastica per l'altro figlio, Eridano Sirio Bossi: 10 mila euro;
- Soldi a Pier Moscagiuro - segretario particolare di Rosy Mauro ed autore della hit "Kooly Noody" - per il pagamento del mutuo, degli studi in Svizzera, per acquisto e noleggio autovetture, per il telefono e le vacanze;
- Rosy Mauro: soldi per diploma e laurea in Svizzera, per il Sindacato Padano e per una visita cardiologica;
- Diploma e laurea dell'ex tesoriere Belsito;
Varie:
- 300 mila euro per evitare "danni d'immagine";
- Schede Sim intestate a cittadini extracomunitari per parlare senza la paura di essere intercettati;
- Collana Sole delle Alpi con zircone;
- Misterioso viaggio in Lapponia da 15 mila euro;
Ultime novità:
- Abbonamento Sky per Umberto Bossi;
- Omaggi floreali: 7 mila euro;
- Abbigliamento per Umberto Bossi, 24 mila euro in tre anni: canottiere in filo di scozia, camicie verde-Padania, abiti da 700 euro, pantaloni spezzati, pigiami, giacconi, maglioni, cinture, calze e mutande;
- ...
Pomigliano, Fiat si oppone all’assunzione dei 145. La Fiom: “Non è extraterritoriale”
L'azienda chiede alla Corte d'appello di Roma la sospensione della sentenza e annuncia ricorso, sostenendo che "il numero di dipendenti dello stabilimento è già più che adeguato". Airaudo: "Non esiste l'immunità per le imprese". Di Pietro e Vendola: "Marchionne rispetti le regole".
La Fiat non intende assumere a Pomigliano i 145 lavoratori iscritti alla Fiom, come ordinato dal Tribunale di Roma perché l’attuale organico esclude del tutto gli iscritti al sindacato metalmeccanico della Cgil. Per questo chiederà alla Corte d’appello di sospendere l’esecuzione dell’ordine, in attesa della presentazione di un ricorso per ottenere un secondo grado di giudizio. “Mi sembra che la Fiat non possa essere extraterritoriale”, è la replica Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom. “Non può prima creare il guaio discriminando e poi dire che la riparazione al guaio determina problemi insormontabili. Non esiste l’immunità, neanche per le imprese”.
L’amministratore delegato Sergio Marchionne, appena rientrato a Torino, prende in mano la partita Pomigliano e va avanti per la sua strada, dopo le battute sulla sentenza “folcloristica” del Tribunale di Roma, poi rettificata con la promessa di rispettarla comunque. La questione Pomigliano gli sta particolarmente a cuore, perché racchiude tutta la sua filosofia sugli investimenti in Italia e sulle condizioni per realizzarli.
L’appello è in fase di deposito e la società ha fiducia che verrà accolto. Fabbrica Italia Pomigliano non può assumere 145 persone attuali dipendenti di Fiat Group Automobiles “solo perché in un certo momento iscritte alla Fiom”, sostiene la Fiat. L’esecuzione dell’ordine, al di là della complessità del processo di selezione dei singoli, causerebbe infatti gravi distorsioni nell’attuale contesto operativo di Fip. Il numero dei dipendenti è a oggi più che adeguato a far fronte alle attuali esigenze di mercato e qualsiasi ulteriore assunzione, sostiene sempre l’azienda, comporterebbe il ricorso alla cassa integrazione, se non a procedure di mobilità. La società “è fermamente convinta che l’esecuzione dell’ordinanza arrecherebbe un danno irreparabile all’attuale contesto lavorativo in Fip e per tale ragione debba essere evitata”.
Il nuovo arroccamento dell’azienda torinese ha provocato dure reazioni politiche. ”La decisione di Marchionne di chiedere la sospensione della sentenza è un modo banditesco di gestire le relazioni industriali in Italia”, commenta il presidente dell’Idv, Antonio Di Pietro, che chiede al governo di “richiamare” Fiat al rispetto delle regole. “Oggi arriva l’ennesimo atto di arroganza della Fiat nei confronti dei lavoratori, delle leggi italiane e della Costituzione. Il nostro non è un Paese usa e getta, da cui attingere soldi pubblici per poi farsi beffa delle istituzioni e delle sue regole.
Sulla stessa linea il leader di Sel Nichi Vendola: “Quella di Marchionne è una sfida arrogante e violenta alle più elementari regole della convivenza democratica, un gesto di disprezzo verso gli operai e verso la Costituzione, l’ennesima prova di uno stile padronale ed estremista inaccettabile in un momento di così grande sofferenza del mondo del lavoro”.
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