«Vedete di apparare questa cartella nel migliore dei modi». La piccola Antonia lottava tra la vita e la morte, forse a causa di errori commessi durante il parto e intanto i medici e l'ostetrica dell'ospedale di Boscotrecase, in provincia di Napoli, che l'avevano fatta venire al mondo, decidevano come “apparare” e cioè aggiustare, truccare la sua cartella clinica per nascondere le loro responsabilità, se si fosse verificato il peggio. Il peggio arrivò pochi giorni dopo: Antonia lasciò i suoi genitori, Giusi e Michele che decisero di sporgere denuncia perché fosse fatta chiarezza sulle circostanze della morte della bimba. La verità venne fuori solo molti mesi dopo, quando uno dei medici che aveva partecipato al parto confessò al pm di Torre Annunziata Emilio Prisco, di aver effettuato una intercettazione ambientale registrando parte dell'incontro avuto con il primario e l'ostetrica presenti al parto, mentre si decideva di “confezionare” una nuova cartella clinica che garantisse loro l'impunità. E così il procuratore aggiunto Raffaele Marino e il pm Prisco, chiesero e ottennero dal gip alcune misure cautelari a carico di medici e paramedici ritenuti responsabili a vario titolo, della morte della neonata e di averne falsificato la cartella clinica.
I magistrati in questi giorni hanno formulato anche la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati. Le intercettazioni che è possibile ascoltare nella videoinchiesta, sono sconcertanti: «Vediamo di metterla a posto ora che si può fare, domani potrebbero sequestrarla...»; senza contare l'inclusione nella documentazione ospedaliera di un falso tracciato e il turpiloquio irrispettoso usato anche per indicare la povera bimba, per giustificare il loro operato: «... quella puttana non si è voluta riprendere e noi lo abbiamo preso in culo...». Gli indagati, attraverso i loro legali di fiducia si difendono e si accusano vicendevolmente: «La manomissione della cartella non è avvenuta per iniziativa del mio assistito – spiega l'avvocato Pasquale Russo – anzi, la misura cautelare, che è successiva al primo avviso di chiusura delle indagini, è avvenuta dopo le dichiarazioni rese da noi al pm». «Il mio assistito, il primario dell'ospedale – spiega l'avvocato Nicolas Balzano - è intervenuto per pochi minuti e quindi non avrebbe mai avuto interesse a falsificare la cartella clinica. La manomissione è invece avvenuta da parte di chi ha effettuato la registrazione. L'ostetrica invece ha subito gli ordini del medico e quando si è resa conto che la cosa si metteva male ha chiamato il primario». La mamma di Antonia dice di essersi resa conto subito che durante il parto qualcosa non andava: «Ci sono state spinte molto forti, il medico era sudato e poi hanno fatto intervenire il primario. Mi sono molto spaventata. Poi la bimba non ce l'ha fatta... La cosa terribile è che questi signori, anziché ammettere i loro errori hanno cercato di tirarsi fuori da questa storia strappando la cartella e facendone una nuova. Mi sono insospettita quando mi hanno mostrato un tracciato che in realtà non mi era mai stato eseguito. Ma fino a che non è spuntata quella registrazione era la mia parola contro la loro». Il procuratore aggiunto Raffaele Marino ha definito la vicenda come un episodio vergognoso: «Non si può tradire così la fiducia di chi si affida a medici di un ospedale pubblico. Questa storia è la spia di un degrado anche morale che non può essere accettato. Abbiamo fatto indagini meticolose e alla fine siamo venuti a capo della vicenda. Naturalmente l'intercettazione che a me sembra piuttosto inquietante, si è rivelata fondamentale». Per l'avvocato di parte civile Michele Riggi tutti possono sbagliare: «È terribile però, pensare di nascondere i propri “umani” errori, falsificando dei documenti. Speriamo che sia stato solo un caso e che non ci siano state anche altre condotte simili. Certo è, che ciò che è accaduto nel nuovissimo ospedale di Boscotrecase lascia pensare che davvero tutto sia possibile».
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