martedì 31 luglio 2012

Laboccetta della fortuna e l'onestà del computer. - Aldo Grasso


Mi chiamo Cleaner, risolvo problemi. Questa incredibile storia ha per protagonista un computer di nome «Francesco», un deputato del Pdl proveniente da An, ovvero l'on. Laboccetta Amedeo, componente della Commissione Antimafia, Francesco Corallo, un imprenditore di slot machine e videopoker, però anche ambasciatore presso la Fao dell'isola caraibica di Dominica, una banca, la Bpm, inquisita per presunto finanziamento irregolare. Insomma, una tipica storia italiana, una delle tante, dove si dimostra che le bugie hanno il computer corto.
Amedeo Laboccetta (Ansa/Fusco)Amedeo Laboccetta (Ansa/Fusco)
Ecco i fatti. All'inizio di quest'anno la Guardia di finanza si presenta nell'abitazione di Corallo, la cui società Atlantis, che si occupa di macchine per il gioco d'azzardo legale, aveva ricevuto un controverso prestito di 148 milioni di euro dalla Bpm, per intercessione di Ponzellini. I finanzieri sono tenuti fuori della porta con la scusa dell'immunità diplomatica dell'imprenditore. Poi arrivano quattro avvocati. Poi arriva l'on. Laboccetta Amedeo, diploma di istituto tecnico commerciale: tira fuori il tesserino da deputato, contrassegno dell'immunità parlamentare, dichiara che il pc è suo, se lo mette sotto braccio e saluta la compagnia. Per farla breve: le indagini della Procura di Milano hanno documentato che il pc «Francesco» è stato sbianchettato.
Grazie al programma «Cleaner» sono state depennate le tracce in profondità «al fine di occultare la effettiva proprietà del pc in capo a Francesco Corallo». Amara conclusione degli inquirenti: «Il proposito criminoso è andato, per la più parte, a buon fine perché, al di là delle vicende manipolative chiaramente emerse, non è stato possibile recuperare dal pc i dati cancellati». II pc «Francesco» ha cambiato identità ed è come se fosse diventato il pc «Amedeo», prendendo altre strade.
Questo succede quando l'immunità viene confusa con l'impunità. Questo succede quando l'onorevole Cleaner «ripulisce» il senso delle istituzioni.
Diceva Isaac Asimov che la disumanità del computer sta nel fatto che, una volta programmato e messo in funzione, si comporta in maniera perfettamente onesta. Appunto, al contrario degli uomini.

lunedì 30 luglio 2012

Napolitano: “Legge elettorale, partiti sfuggenti. Voto anticipato? Decido io”.


napolitano_interna nuova
“Nei giorni scorsi anziché chiarirsi e avvicinarsi, le posizioni dei partiti (sulla legge elettoralendr) da tempo impegnati in consultazioni riservate, sono apparse diventare più sfuggenti e polemiche. Debbo dunque rinnovare il mio forte appello a un responsabile sforzo di rapida conclusiva convergenza in sede parlamentare”. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è tornato sul tema che lo ha visto richiamare le forze politiche da mesi, fino alla nota del 9 luglio scorso quando ha descritto il tema come “non più rinviabile”. Napolitano poi ha anche bacchettato la stampa sulle tempistiche e le modalità del voto anticipato: “In quanto a ipotesi che appaiono sulla stampa di possibile anticipazione delle elezioni politiche normalmente previste per il prossimo aprile, ritengo di dover sollecitare la massima cautela e responsabilità in rapporto all’esercizio di un potere costituzionale di consultazione e decisione che appartiene solo al presidente della Repubblica”. 
Il capo dello Stato ha contestato ai partiti di non aver proceduto ad una riforma elettorale, nei tempi che lui ha auspicato: ”Negli incontri che ho avuto nei giorni scorsi con il presidente del Senato e il presidente della Camera abbiamo constatato come a distanza di oltre 20 giorni lo sforzo da me sollecitato con lettera del 9 luglio non abbia purtroppo prodotto i risultati attesi”. Il presidente della Repubblica infatti ha sottolineato che sono trascorse altre settimane, “senza che abbia avuto inizio in Parlamento l’esame di un progetto di legge elettorale sulla base dell’intesa, pure annunciata come imminente da parte dei partiti rappresentanti attualmente la maggioranza e aperta al confronto tra tutte le forze politiche”. Napolitano ha poi sottolineato che questa è una questione che non interessa solo l’Italia ma anche la comunità internazionale, perché, “corrisponderebbe con tutta evidenza al rafforzamento della credibilità del paese sul piano internazionale in una fase di persistenti gravi difficoltà e prove”. 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/30/napolitano-su-legge-elettorale-partiti-sfuggenti-serve-anche-per-credibilita-italia/311052/

Zio Nappy ha perso il lume della ragione, forse avrà fatto amicizia con zio Alzheimer...
Questo è il novello e moderno modo di interpretare la "Nuova Democrazia"....Quanto mi manca Pericle con il suo discorso agli ateniesi...461 AC.
Cetta.

Nucleare Casini, non ho cambiato idea dopo Giappone.



Cetta dice:
Questo inutile personaggio forse non sa che il popolo sovrano ha fatto un referendum per abolire anche l'idea del nucleare... Ma poi, con il suo miserevole 7%, che cosa pensa di decidere?


Giovanni Ruffini dice:
 L'affaraccio e grosso DRAMMA dei PUPI come CASINI, sta in chi li MUOVE (i CALTAGIRONE nello specifico..SUOI DATORI di LAVORO molto esigenti...NDR)) da dietro le quinte...la ELITE necessita' di CHIACCHERONI ANALFABETI sul Nucleare o qualsiasi altro affare e la FIABA della Maggioranza NUMERICA che vince, non ESCLUDE la MINORANZA che decide e VERAMENTE comanda in moltissimi Paesi..una ELITE sempre piu' FINANZIARIAMENTE SOLIDA....che usa la FINANZA come prima usava l'atomica......gli SCRUPOLI non esistono nella logica della CASTA e loro PADRONI...


Cetta dice: 
Sappiamo che lui è solo un portavoce della Caltagirone&C., altrimente sarebbe NESSUNO, ma da qui a dargli Importanza ce ne vuole....


Cetta dice:
Ma questo inutile personaggio pensa "veramente" che noi si possa credere ancora alle bugie della politica affaristica e venduta  come la sua? E pensare che ha l'appoggio della Santa Sede pur essendo divorziato...tutto merito dell'appartenenza alla Caltagirone Family?



La legge elettorale e i ladri di Pisa.

legge_elettorale.jpg


Napolitano è in pressing per una nuova legge elettorale. Il motivo di questa fretta improvvisa dopo sette anni di letargo al Quirinale, il call center di Mancino, dove i boom non si sentono mai, è apparentemente ignota. I partiti di governo eseguono gli ordini del presidente della Repubblica nell'"interesse del Paese". La "grande coalizione" pdl, pdmenoelle, udc che tiene in vita Monti vuole cambiare le carte in tavola. Sono come dei vecchi bari colti sul fatto. L'obiettivo non è migliorare il Porcellum che fu da loro voluto e applicato nelle elezioni del 2006 e del 2008. Infatti, né Prodi, né Berlusconi hanno mai messo all'ordine del giorno la sua abolizione. L'obiettivo è far quadrare i conti senza l'oste, senza il MoVimento 5 Stelle. La legge elettorale dovrebbe essere materia di referendum, non discussa in segrete stanze. Il conflitto di interessi è palese: chi viene eletto decide come farsi eleggere, il tutto a pochi mesi dalle elezioni. Sono come i ladri di Pisa che litigavano di giorno e la notte andavano a rubare insieme. Le discussioni sulla nuova legge sono incomprensibili, più complesse della teoria del Bosone di Higgs e della relatività generale. Ci volevano talenti puri, teorici istituzionali del livello di Bersani e Letta (il nipote), di Alfano e Fini, per concepirla.
"L'idea (è) del premio di maggioranza, ma agganciato ai voti presi dal singolo partito... stiamo ragionando di un premio del 10 o 15%. Si potrebbe riflettere su un'ipotesi di premio di maggioranza in percentuale ben più alta, ma agganciato ai voti presi dal singolo partito. Questo risponderebbe anche alle obiezioni della Corte Costituzionale sul Porcellum. Per esempio si potrebbe pensare al 33% di premio rispetto al consenso conquistato" con l'assicurazione "sull'entità del premio penso che un accordo si possa trovare anche in tempi ragionevolmente brevi". Angelino Alfano.
"Una legge uninominale a turno unico o doppio, è lo stesso, ma in cui chi arriva primo è eletto e chi arriva secondo salta un giro, senza quei recuperi che sanno tanto di nomenklatura di partiti che cercano di salvare se stessiGianfranco Fini.
"Se il Pdl accoglie i collegi uninominali, al posto delle liste bloccate, si può fare l'accordo sulla riforma della legge elettorale già stasera". Dario Franceschini. "Il Pd è pronto alla riforma della legge elettorale e pone solo due condizioni: un premio "ragionevole" di governabilità e la possibilità di scegliere i parlamentari attraverso un meccanismo di collegi. "Non intendo sottrarmi, anzi incalzo: per noi c'è il doppio turno di collegio.Pierluigi Bersani (detto l'incalzatore).
Il Sole24 ore è intervenuto per spiegare meglio la materia agli italiani: "Possibile "scambio" tra Pd da una parte e Pdl e Udc dall'altra. Lo "scambio" potrebbe essere proprio preferenze-premio: il Pd cede sul premio, accettando che sia al solo primo partito, e Pdl e Udc cedono sulle preferenze, accettando il sistema dei collegi uninominali. Si tornerebbe dunque alla bozza ABC sottoscritta prima dello tsunami amministrative dagli sherpa di Pdl, Pd e Udc, ossia il cosiddetto modello ispano-tedesco o tedesco corretto: 50% di collegi, 50% di proporzionale con liste bloccate e sbarramento al 5%, premio di governabilità del 10%. Con in più l'aggiunta "spagnola" delle piccole circoscrizioni che premiano i grandi partiti e quelli molto radicati sul territorio come la Lega."
Casini, uno degli artefici del Porcellum alla cui abolizione non ha mai pensato sinora, sembra diventato una donna di facili costumi che d'improvviso voglia farsi suora, ma in un convento di frati. "Noi vogliamo la nuova legge elettorale e la vogliamo subito senza furberie o rinvii. Auspichiamo che sia largamente condivisa tra i partiti che sostengono il governo". L'Italia, nel frattempo, affonda.
Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.



http://www.beppegrillo.it/2012/07/la_legge_elettorale_e_i_ladri_di_pisa.html

Il Secolo d'Italia sta con il pdl.




Il Secolo d'Italia sta "con il Pdl" come è riportato nella sua testata. E anche un po' con Alemanno. E' il giornale dei record. Da Wikipedia: "La distribuzione è di 20.000 copie su tutto il territorio nazionale tranne le isole, secondo i dati della FIEG le rese rappresentano l'87% della tiratura e le copie effettivamente vendute sono 3.000 circa.". Con questi numeri da portento, il Secolo ha ricevuto finanziamenti pubblici di 2.433.356 euro (per il 2010). Il Secolo costa ai contribuenti più di 3 euro a copia venduta. Un affare di Stato. Eia, eia, alalà!


http://www.beppegrillo.it/2012/07/il_secolo_dital/index.html

Il governo compra due aerei di lusso per 800 milioni. - Antonio Rispoli.

L'interno decisamente poco militare di un Gulfstream V


ROMA - Antonio Di Pietro, leader dell'Idv. lancia una pesante accusa sul suo blog: "Alla faccia della spending review, il ministero della Difesa ha appena deciso di ordinare un paio di aeroplani nuovi di zecca. Che volete che siano due aerei? Dipende da che tipo di aerei si tratta. Se sono due Gulfstream 5, aeroplani che costano un occhio della testa, vuol dire una spesa di 750 milioni di dollari tondi. A che cosa ci servono questi due super-aerei dei quali, secondo quanto scrive oggi Il Fatto quotidiano, sono stati prodotti in 15 anni appena 200 esemplari, in buona misura adoperati per trasportare, con tutti i lussi, capi di Stato e dignitari vari? Ci servono, parola del ministro ammiraglio Di Paola, per fare la guerra elettronica. Cosa significhi non lo sa nessuno ma ci deve bastare, perché al ministro non piace che le informazioni circolino troppo. La sua visione della democrazia è che meno cose si sanno meglio è. Infatti persino il prezzo dei due gioiellini volanti lo si ricava andando a leggere i comunicati di chi ce li vende, l’industria aerospaziale israeliana perché, nel comunicato del ministero della Difesa italiana, a quel prezzo non si fa proprio cenno. Si vede che al ministro sembrava poco patriottico parlare di soldi quando c’è di mezzo addirittura la guerra elettronica". 
L'annuncio è di sabato, ma è impressionante la spudoratezza del governo. Il Gulfstream V  non è e non può essere un aereo di guerra elettronica (che consiste nello spiare le emissioni radar e radio nei Paesi nemici), in quanto non ha motori in grado di volare a bassissime velocità e non ha una bassa osservabilità radar (quindi lo vedono a centinaia di chilometri di distanza dal suo obiettivo). Il Gulfstream V è semplicemente un aereo di lusso per Vip, con tutti i comfort del caso, dall'uso di fax, telefono, PC, ecc., fino alla possibilità di tenere pranzi o cene mentre l'aereo è in volo.
 


http://www.julienews.it/notizia/politica/il-governo-compra-due-aerei-di-lusso-per-800-milioni/272621_politica_1.html

Fuga di sponsor e ospiti politici. Il Meeting di Cl declina assieme a Formigoni. - Emiliano Liuzzi




Gli enti pubblici rimasti a finanziare la manifestazione cattolica sono passati da otto a tre (Lombardia, l'Abruzzo e l'Emilia Romagna) e verranno a mancare oltre un milione e mezzo di euro in cassa. Tra gli invitati che hanno risposto sì non ci sarà la platea sconfinata dell'anno scorso e ci si accontenterà di Monti e Passera.

Comunione tanta, quella che scende è la fatturazione. Il Meeting di Rimini, la grande adunata diComunione e Liberazione subisce l’effetto della sua tessera principale, quella di Roberto Formigoni, travolto da inchieste giudiziarie, vacanze, yacht e ville smeralde. Il 2011 la raccolta pubblicitaria fu di sette milioni e centomila euro, quest’anno gli sponsor sono scesi di un milione di euro, lontani dal budget preventivo di 8 milioni e 400 mila euro. L’anno scorso, con l’epopea berlusconiana al tramonto e un Formigoni saldo governatore tanto da poter correre per la leadership del Pdl, fu un tripudio di soldi pubblici che dalle Regioni (sette ), Comuni (tre), Province e due ministeri, vennero destinati a Rimini sotto forma di stand pubblicitari.
Quest’anno resistono la Lombardia, con i suoi 84.700 euro stanziati attraverso una delibera di giunta approvata mercoledì, l’Abruzzo – che con tutti i guai che ha da risolvere si ostina a contribuire alla cassaforte celeste – e l’Emilia Romagna che, comunque, con la carica dei ciellini raggiunge l’apice della stagione balneare e un indotto che produce fatture per 80 milioni da euro. Soldi queste tre regioni ne versano, ma sono briciole in confronto allo scorso anno. Tutti gli altri, nonostante una prima promessa iniziale, hanno preferito tenersi alla larga dal Meeting e dalle polemiche.
Ma nella contrapposizione dei colori non c’è solo il rosso del bilancio, ma anche la grande assenza del celeste, Formigoni appunto, che a Rimini l’ha fatta da padrone per 32 anni e sessanta dibattiti a cui ha partecipato. È il suo popolo quello che ogni anno si dà appuntamento a Rimini, il suo bacino elettorale, la forza che lo ha spinto fino al piano alto del Pirellone e a un passo dalla leadership del Pdl. In un anno le cose cambiano, ed è successo quello che la scorsa estate non era neppure preventivabile: Roberto, come lo chiamano le migliaia di ragazzi che nel Meeting credono e lavorano, quest’anno è la fonte di imbarazzo, l’uomo della rottura tra quelli che lo assolvono perché “Dio perdona tutti”, quelli che più che la giustizia divina aspettano quella giudiziaria, prima di pronunciare la parola colpevole. E quelli che lo accusano di “alto tradimento” della fiducia che in lui avevano riposto, ignari di quello che poteva accadere lontano dai padiglioni di Rimini.
Un’estate fa c’erano il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, imprenditori del calibro di Yaki Elkann, il ministro Giulio Tremonti, Angelino Alfano, appena promosso leader del Pdl, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, Enrico Letta, Maurizio Sacconi, Gianni Alemanno, Piero Fassino, Roberto Calderoli e via via tutti i nomi del potentato d’Italia. Quest’anno le uniche presenze che fino a oggi non sono in discussione sono quella del presidente del Consiglio, Mario Monti, e quella del ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
Il resto dei dibattiti è riservato a nomi di assoluto rispetto, ma che niente hanno a che vedere con la platea sconfinata dello scorso anno. Il giallo sulla presenza di Formigoni. Per il momento il celeste è dato tra i probabili. Cioè tra quelli che ufficialmente sono stati invitati, ma che non hanno confermato. Difficile che Giorgio Vittadini, anima e portafoglio del meeting e presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, non lo sappia. Se una conferma arriverà, il suo sarà un intervento politico su “Lombardia: presente e futuro”. E il futuro nessuno meglio di Formigoni può saperlo.
Gli sponsor sono in fuga. Il fatturato di Cl, e della sua cassaforte che porta il nome di Evidentia communications, sede a Milano, è in calo. E a leggere le defezioni dell’ultimo minuto, il dubbio che l’effetto Formigoni abbia influito è forte. L’ufficio stampa del meeting parla di crisi, ma in realtà, molti dei privati e pubblici che dovevano versare denaro sono scomparsi. Hanno detto no la Regione Sardegna – che l’anno scorso mise, grazie a un assessore vicino a Cl,100.000 euro – il Friuli Venezia Giulia e il Veneto di Luca Zaia che l’anno scorso c’era. Via anche i ministeri: l’anno passato in piena fase calante berlusconiana, la presidenza del consiglio si inventò la casa welfare, stand nel quale mettevano soldi il ministero del Lavoro, Inps, Inpdap, Inail, Italia Lavoro e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip).
Quest’anno Comunione e liberazione si dovrà accontentare della presenza di Monti. Ma tra le defezioni chi continua a sponsorizzare Cl, noncurante delle polemiche, è la Regione Lombardia. Oltre 84 mila euro per la “promozione turistica della Lombardia”, e altre migliaia di euro per gli spazi pubblicitari di Trenord, compagnia ferroviaria partecipata dalla Regione tramite la sua Ferrovie Nord Milano. Da anni ci provano i consiglieri dell’opposizione, ma la delibera che assegna soldi al meeting viene sempre fotocopiata, riproposta e approvata.
I soldi dei privati. I colossi che più di tutti contribuiscono alla messa in opera del meeting, oltre agli ottomila volontari che pagano per andare a dare una mano, si chiamano Intesa San Paolo, Enel, Finmeccanica e Wind. A seguire Coop, Trenitalia, Eni e Fiat.