(AGI) - Rimini, 20 ago. - Difendere l'ambiente non vuol dire bloccare lo stabilimento dell'Ilva di Taranto anche perche' questo aprirebbe la strada a "fenomeni sociali che sarebbero drammatici". E' quanto ha affermato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, intervenendo al Meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini. Il ministro ha sottolineato che "difendere l'ambiente vuol dire difenderlo facendo e non bloccando. Difendere bloccando vuol dire bloccare lo sviluppo del Paese e aprire la strada a fenomeni sociali che sarebbero drammatici". Stamane, Clini aveva confermato che le procedure per la concessione della nuova autorizzazione integrata ambientale (Aia) allo stabilimento Ilva di Taranto si chiuderanno entro il 30 settembre. "Va avanti il programma di lavoro, il 30 settembre finiamo - ha assicurato Clini - e a meta' dello stesso mese andremo a Taranto per verificare lo stato dell'arte". Alla riunione odierna sull'Aia erano presenti, come precisato dallo stesso ministro, rappresentanti di "ministero dello Sviluppo economico, ministero della Salute, Regione Puglia, Istituto superiore di sanita', Ispra e Ilva". - Secondo Clini, "La strada indicata dal Tribunale del Riesame e' convergente con quella indicata dal Governo: lavoriamo nella stessa direzione, ora spetta all'Ilva investire". E riguardo alle presunte morti legate alle attivita' dell'acciaieria Ilva di Taranto, Clini ribadisce che il fenomeno si ferma "investendo nello sviluppo tecnologico e non lasciando il deserto". E lo stesso Clini ha fatto presente che in queste settimane lui personalmente e il governo stanno vivendo momenti di "angoscia". "Dobbiamo confrontarci - ha detto - con chi alza il cartello del numero dei morti. Lo sappiamo. Ma quella tragedia si ferma investendo nello sviluppo tecnologico e non lasciando il deserto". Per il responsabile Ambiente del Partito Democratico, Stella Bianchi "Le motivazioni della decisione del riesame sull'Ilva indicano la possibilità che la necessaria azione di risanamento e bonifica dell'impianto industriale di Taranto possano svolgersi senza pregiudicare il funzionamento dell'impianto". "Il blocco dell'impianto avrebbe ricadute di estrema gravita sull'occupazione e sull'attività dell'intera siderurgia italiana - prosegue l'esponente dei democratici - Siamo convinti che il diritto alla salute e all'integrità ambientale debbano essere coniugate con la tutela del lavoro e dell'attività produttiva. Va quindi perseguita ogni strada che consenta di procedere in modo rapido, certo e misurabile alla riduzione delle emissioni inquinanti e alla bonifica mantenendo per quanto possibile il funzionamento dell'impianto". Per il presidente del Senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario, "I magistrati di Taranto sono stati ingiustamente attaccati dal Governo solo per aver fatto il proprio lavoro, ma fino ad oggi hanno dimostrato di essere gli unici ad avere a cuore la salute degli operai tarantini nel rispetto dei posti di lavoro. Mentre a Taranto sfilavano in passerella i ministri e le forze politiche della sgangherata maggioranza facevano a gara per incensare Il Governo e i padroni dell'Ilva,la magistratura tarantina ha retto lo scontro tenendo la schiena dritta".
http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201208201818-ipp-rt10147-clini_blocco_ilva_avrebbe_effetti_sociali_drammatici
E qui spieghiamo il perchè del suo intervento:
Ilva, la telefonata: 'Clini uomo nostro' Il ministro dell'Ambiente si ribella.
Un sistema di potere ramificato in grado di arrivare a chiunque, almeno a parole, per sistemare le questioni dell’Ilva. Nuove riflessioni arrivano dall’informativa redatta dal Gruppo di Taranto della Guardia di Finanza nell’inchiesta per corruzione in atti giudiziari. In essa sono indagati Fabio Riva, per un certo periodo presidente del siderurgico, Girolamo Archinà, uomo della pubbliche relazioni del gruppo Riva, l’ex direttore dello stabilimento siderurgico Luigi Capogrosso e il consulente della Procura ed ex preside del Politecnico di Taranto Lorenzo Liberti. I pubblici ministeri hanno deciso di depositare una parte di quell’informativa allo scopo di dimostrare la capacità di inquinamento probatorio del gruppo Riva. Alcuni stralci di intercettazioni telefoniche e ambientali fanno clamore. "Clini è uomo nostro", dice Girolamo Archinà parlando, nel 2010, con un consulente del gruppo Riva, già funzionario del Cnr. Clini è l'attuale ministro dell'Ambiente nel Governo Monti (nominato nel marzo del 2011) e in precedenza è stato a lungo direttore generale dello stesso ministero (dal 1991 al 2011).
Subito è arrivata la risposta di Clini che ha negato di conoscere il manager dell'Ilva Girolamo Archinà: 'La questione dell'autorizzazione integrata ambientale del luglio-agosto del 2011 - ha spiegato a Sky Tg24 - e' stata fatta dall'allora ministro dell'Ambiente Prestigiacomo io non ho avuto mai nulla a che fare. La mia responsabilita' come direttore generale non riguardava infatti le autorizzazioni integrate ambientali'.
Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli però insorge: "Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini deve fornire subito spiegazioni sull'intercettazioni in cui il manager dell'Ilva Archina' dice dell'allora direttore generale del ministero dell'Ambiente 'Clini e' un uomo nostro'".
"Su questo punto e' necessario fare la massima chiarezza - conclude Bonelli - perche' il ministro dell'Ambiente e' stato il ministro a cui il governo ha affidato il dossier Taranto".
Subito è arrivata la risposta di Clini che ha negato di conoscere il manager dell'Ilva Girolamo Archinà: 'La questione dell'autorizzazione integrata ambientale del luglio-agosto del 2011 - ha spiegato a Sky Tg24 - e' stata fatta dall'allora ministro dell'Ambiente Prestigiacomo io non ho avuto mai nulla a che fare. La mia responsabilita' come direttore generale non riguardava infatti le autorizzazioni integrate ambientali'.
Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli però insorge: "Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini deve fornire subito spiegazioni sull'intercettazioni in cui il manager dell'Ilva Archina' dice dell'allora direttore generale del ministero dell'Ambiente 'Clini e' un uomo nostro'".
"Su questo punto e' necessario fare la massima chiarezza - conclude Bonelli - perche' il ministro dell'Ambiente e' stato il ministro a cui il governo ha affidato il dossier Taranto".