martedì 18 settembre 2012

Geco coda di foglia.



Uroplatus phantasticus, è una specie di geco endemico dell'isola di Madagascar. In primo luogo descritto nel 1888 da George Albert Boulenger, U. phantasticus è il più piccolo nel corpo del Gechi Uroplatus, ma c'è un dibattito in corso sul fatto che uno dei suoi cugini, U. ebenaui, è minore a causa della sua coda più corta. Può anche essere conosciuto co
me il geco dalla cosa ciglio di foglia o il fantastico geco dalla coda di foglia. Il nome generico, Uroplatus, è una latinizzazione di due parole greche: "Oura" (οὐρά) che significa "coda" e "platys" (πλατύς) che significa "piatto". Il suo nome specifico phantasticus è il termine latino per "immaginario", basato sulla aspetto unico del geco che ha portato il naturalista belga George Albert Boulenger, a descriverlo come "mitico" nel 1888. La specie è endemica del Madagascar, il che significa che si trova in nessun altro luogo. Si tratta di una specie arborea che si basa sul suo camuffamento naturale nelle foreste tropicali del nord e centro del Madagascar.


Mail a tutti gli studenti per sostenere una candidata alle elezioni regionali. E' scandalo a Catania.



Stavolta l'UDC l'ha combinata davvero grossa.
In occasione delle elezioni regionali siciliane che si terranno a fine ottobre qualcuno ha ben pensato, nella solita, spasmodica e deprimente caccia al voto, di utilizzare (molto probabilmente in maniera illecita) i dati del server dell'ateneo catanese per inviare a tutti gli studenti una mail per "consigliare" di votare una certa prof. Maria Elena Grassi.

Ma andiamo per ordine.

Alle ore 19:00 circa di lunedi 17 Settembre (orario di lavoro quindi) dall'account di posta daniele-dm@live.it (Daniele Di Maria) sono partite una valanga di mail a tutti gli studenti dell'ateneo che avevano lasciato il loro indirizzo di posta in fase di iscrizione all'università (circa 50000 iscritti) con un breve testo elettorale e un'immagine della professoressa e annessi simboli elettorali.

La signora in questione è una candidata dell'UDC che presenterà come candidato alla presidenza della regione Rosario Crocetta, "famoso" anche per le sue battaglie contro la mafia già al tempo in cui era sindaco di Gela, ma che stavolta è scivolato, di riflesso, su una questione che sicuramente bene non farà alla sua campagna elettorale.

Ma la cosa più preoccupante è la gestione che evidentemente è stata fatta da parte del comitato elettorale in questione dei dati in possesso dell'Ateneo (non si sa ancora se i dati siano stati messi a disposizione o siano stati trafugati) e che evidentemente sarebbero dovuti rimanere segreti e protetti in merito alla legge sulla privacy.

Un altro dato che fa sicuramente riflettere è che lo stesso Magnifico Rettore dell'ateneo catanese, Antonio Recca, è sostenitore dello stesso gruppo politico, di cui in passato era stato coordinatore a livello regionale, e che è stato spesso criticato per alcuni aspetti della sua gestione dell'ateneo (non è ancora chiaro se ci sia un suo coinvolgimento nella vicenda ma è strano che l'unica persona che ha utilizzato questo sistema appartenga proprio al suo gruppo).

Gli studenti sono sul piede di guerra.

I primi a far notare l'anomalia e i primi a chiedere chiarimenti sulla vicenda sono stati gli studenti appartenenti al Movimento Studentesco Catanese.
Lo stesso gruppo denuncerà l'accaduto alle autorità giudiziarie anche perchè si ritiene decisamente plausibile la complicità di qualcuno all'interno dell'ateneo.
Sicuramente la gestione politica siciliana ha avuto nella sua storia più ombre che luci ma questa volta si è andati anche oltre.
E' deprimente pensare che l'università, luogo che dovrebbe portare avanti determinati valori e modi di operare corretti, si sia resa, direttamente o indirettamente è ancora da chiarire, di un episodio che di onesto e corretto non ha proprio nulla.
Sicuramente la candidata in questione, e di riflesso anche il capogruppo Crocetta, riceveranno da questa vicenda un duro colpo.
Fare campagna elettorale è un diritto dei candidati, se portata avanti con regolarità, ma utilizzare metodi scorretti come questo, gratuito tra l'altro, deve essere condannato e denunciato senza remissione di peccati.
Si attendono sviluppi sulle responsabilità di questa vicenda e la cosa triste è che manca ancora più di un mese alle elezioni e, conoscendo come vanno le cose, si ci aspetta ormai di tutto.

Scandalo nella Regione Lazio, spunta una villa da 800mila euro pagata in contanti da Fiorito.


L'immobile "in sanatoria" costruito abusivamente nel cuore del parco del Circeo.

Potevano bastare otto fabbricati e cinque terreni nel cuore della Ciociaria all'ex capogruppo del Pdl nella Regione Lazio, Franco Fiorito? Assolutamente no. Secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica, l'uomo, indagato per peculato dalla procura di Roma, avrebbe comprato una villa da sogno nel cuore del Circeo per un totale di 800mila euro, pagati in contanti.
Se l'acquisto, vista la vicenda, potrebbe non sorprendere, a impressionare è tutto quello che sta dietro la compravendita. L'immobile, infatti, è stato costruito abusivamente nel cuore della riserva naturale e il 28 novembre, giorno in cui è stato firmato l'atto di vendita, è "in sanatoria". Un particolare non da poco, perché permette di escludere che le banche abbiano finanziato l'acquisto concedendo un mutuo. Fiorito quindi avrebbe sborsato in contanti gli 800mila euro richiesti.

Nessuno scrupolo, poi, a smantellare l'area del parco intorno alla villa, prima per un parcheggio, poi per una bella piscina panoramica. Due progetti che non vedranno mai la luce: il primo per l'intervento della magistratura che mette i sigilli al cantiere, il secondo per un dietrofront immediato quando lo scandalo finisce sulle prime pagine dei giornali.

Caso Dell'Utri, la Procura indaga anche la moglie.


La procura di Palermo ha iscritto nel registro degli indagati Miranda Ratti, moglie del senatore del Pdl Marcello Dell’Utri: la donna risponde di riciclaggio aggravato, per avere trasferito a Santo Domingo, secondo l’accusa, oltre 14 milioni provenienti dal pagamento della villa di Torno, sul lago di Como, venduta dal marito a Silvio Berlusconi.
Dietro questo affare, secondo il pool coordinato dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia, c’era un’estorsione messa in atto da Dell’Utri, che nell’arco di 10 anni si sarebbe fatto consegnare dal Cavaliere circa 40 milioni. Col trasferimento dei 14 milioni nella Repubblica Dominicana, la Ratti avrebbe assicurato al coniuge il “profitto del reato”. La somma, infatti, secondo i primi accertamenti svolti dal Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, è sparita, disperdendosi in altri conti intestati a presunti prestanome. Secondo i pm di Palermo, Dell’Utri avrebbe ricattato Berlusconi oppure avrebbe fatto da mediatore con la mafia, per il pagamento delle estorsioni “dovute” a Cosa nostra: lo dice anche la sentenza con cui la Cassazione, pur annullando con rinvio la condanna per concorso esterno, ha ritenuto che Dell’Utri avesse svolto il ruolo di intermediario, anche nei pagamenti. L’8 marzo scorso, alla vigilia proprio della decisione della Suprema Corte, Dell’Utri vendette a Berlusconi la villa di Torno, al prezzo di 21 milioni, secondo l’accusa gonfiato di almeno 10 milioni rispetto al valore reale dell’immobile.
Lo stesso giorno la Ratti trasferì il denaro all’estero. Dell’Utri in quei giorni. non era in Italia. Secondo la ricostruzione dell’accusa, si sarebbe potuto trovare proprio a Santo Domingo, o in un altro Stato del Centramerica, in vista di una possibile latitanza dorata con i soldi del Cavaliere. Berlusconi, sentito come teste e persona offesa dai pm di Palermo Francesco Messineo, Ingroia e Lia Sava, ha negato di essere mai stato sottoposto a pressioni ed estorsioni da parte dell’amico Marcello. Per continuare gli accertamenti anche a Santo Domingo, la Procura ha avviato una rogatoria internazionale.

lunedì 17 settembre 2012

Risparmieremmo un sacco!



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“L’ATTACCO ALL’AMBASCIATA USA A BENGASI NON È MAI AVVENUTO”.


LE DICHIARAZIONI SHOCK DEL GIORNALISTA FREELANCE JIM STONE.

Le dichiarazioni shock del giornalista freelance Jim Stone
La notizia è stata diffusa dal quotidiano online IbTimes. Il giornalista freelance Jim Stone, sostiene con convinzione che l’attacco all’ambasciata di Benghazi non sia mai avvenuto. Lo scrive sul suo blog. Il giornalista, si legge su IbTimes, “afferma la non esistenza di un’ambasciata Usa a Benghazi in quanto, secondo il sito ufficiale del Dipartimento di Stato Usa, l’unica ambasciata in Libia risulta essere quella di Tripoli“.
L’ambasciata di Benghazi, quindi, non esisterebbe. La prova è anche su Google Maps, dove non è possibile individuare ambasciate americane a Benghazi. Anche su Wikipedia, la lista delle ambasciate Usa confermata la presenza dell’unica ambasciata a Tripoli.
A Benghazi, secondo il giornalista, non esisterebbe neanche un consolato e nessun edificio diplomatico americano.
THERE IS NO U.S. EMBASSY, CONSULATE, OR ANY U.S. REPRESENTATION OF ANY SORT IN BENGHAZI LIBYA. EMBASSY KILLINGS NEVER HAPPENED.
Le foto che circolano in rete, e che ritrarrebbero l’edificio di Benghazi distrutto, sarebbero, secondo il giornalista, false. Nessuno ne può confermare la veridicità.
“Sarete preoccupati di ciò che potrà succedere in futuro. Questa menzogna è talmente ovvia che potremmo distruggere la credibilità di Cnn, Fox, Abc e quant’altro. Non perdiamo questa occasione.” Queste le pesanti parole che il giornalista ha pubblicato sul suo blog.
Il freelance ha poi pubblicato gli articoli di alcuni autorevoli quotidiani che parlano dell’attacco a Benghazi: entrambi danno due location differenti per l’ambasciata. Si tratta del Guardian e del Daily Mail. Questo va ad avvolarare la tesi della non veridicità della notizia.


Amo moltissimo Beppe Grillo! - Jacopo Fo



In questo momento i media embedded si stanno scatenando contro Beppe. Con la storia del fuori onda di Savia ci vanno a nozze. E Grillo viene iscritto tra gli estremisti, a braccetto con Al Qaeda. Ci si dimentica che Grillo è quello che ha raccolto le firme per leggi di iniziativa popolare e per i referendum, e ogni volta la Casta è riuscita a bloccare i suoi tentativi di far funzionare la democrazia italiana. Dov’è l’antipolitica? Dov’è l’estremismo?
Nel pretendere che al parlamento non ci vadano i pregiudicati? Nel pretendere buon senso energetico, vietare le industrie inquinanti? E, tanto per dirla tutta, Grillo dovrebbe avere il rispetto di tanti tromboni, visto che ha previsto con grande anticipo il crollo dell’economia. E ha anche presentato a Prodi, quando questi era a capo del governo, un piano dettagliato su come evitare il collasso, risparmiare miliardi, ridurre l’inquinamento… E cosa ne ha fatto Prodi di quel progetto? 
Intanto i politici non riescono a varare uno straccio di legge anti corruzione (che quegli estremisti dell’Unione Europea pretendono da tempo, compresa quell’antipolitica della Merkel). E anche tutte queste storie sulla democrazia interna al Movimento 5 Stelle mi paiono molto pretestuose. Il M5S ha scelto democraticamente il suo programma con un dibattito unico nel suo genere che ha impegnato migliaia di persone per mesi. Sceglie democraticamente i suoi candidati. Ma se Grillo non facesse da controllore e garante il movimento sarebbe facile preda di arrivisti e furbastri. I partiti appena nati sono fragili… Non si sono ancora fatti le ossa, non hanno ancora costruito una rete di quadri intermedi sperimentati.
Grillo è riuscito da solo e senza mezzi a mettere insieme un movimento di opposizione che oggi è dato al 18%. Lo ha messo insieme dal nulla in pochissimi anni. E credo che se oggi Monti riesce a fare qualche indispensabile riforma deve ringraziare l’estremista Grillo: la paura dannata che il M5S fa alla Casta (insieme al rischio bancarotta) sono la ragione per la quale i partiti stanno accettando i cambiamenti (minimi) che hanno bloccato per 40 anni. 
Quel che manca al Movimento 5 Stelle non è tanto la democrazia quanto la difficoltà di passare da un movimento virtuale a un’organizzazione radicata sul territorio che selezioni i suoi leader a partire da battaglie locali. Quando questo processo sarà maggiormente sviluppato si ridurrà la necessità da parte di Grillo di fare da garante. 
Imputare a Grillo il fatto che il suo movimento sia ancora infante non ha senso. 
Detto questo voglio chiarire che io non faccio parte del M5S. Li stimo, collaboro con loro ma preferisco impegnarmi sulla costruzione di pezzi di economia alternativa. Robe che funzionino nel piccolo. Grillo attraverserà a nuoto lo Stretto di Messina (geniale) noi consegneremo i primi 19 appartamenti dell’Ecovillaggio Solare. Non è meglio o peggio. Conduciamo la stessa lotta con strumenti diversi. Credo che il nostro lavoro sia parallelo ma credo anche che non sia sovrapponibile o unificabile. Lo penso perché fin’ora siamo restati amici ma separati. E credo anche che le migliaia di persone che oggi sono impegnate nella creazione di cooperative sociali, percorsi formativi, produzioni culturali, sostegno a nuove imprese ecologiche, commercio solidale, finanza etica, abbiano bisogno di darsi una rappresentanza politica propria. 
Questa parte del movimento progressista (il nostro partito dei tecnici) ha un’identità e una metodologia che a volte collidono con quella del M5S. Questo non perché non siamo d’accordo con le rivendicazioni di Grillo ma perché il nostro orizzonte è differente. 
Il bersaglio di Grillo è la rete, i media. Il nostro bersaglio sta nelle relazioni con le persone. E per questo non ci sentiamo rappresentati dagli slogan e dai vaffanculo. E vorrei spendere due parole anche sullo stato di quella parte del movimento dedica alla pratica che generalmente viene indicata come movimenti civici. Oggi queste persone meravigliose dovrebbero dedicare un minimo di energie al creare una cooperazione a livello nazionale tra tutte le realtà dell’economia indipendente, etica ed ecologica. E' assurdo che se cerco su internet “turismo solidale” i risultati riportino diverse centrali che propongono viaggi senza che si sia creato un portale unitario e meccanismi di reciproca promozione (e relativo guadagno). E' assurdo che non vi sia una centrale in grado di aiutare i gruppi locali a fare domande per i finanziamenti dell’UE. Trovo incredibile che tutto sia spezzettato in congreghe che non si parlano. A volte neanche si conoscono. Anche perché quando ci si incontra si riesce a metter su discussioni sui peli del culo di Barbablù eterne e noiosissime… 
Tanto bravi sul campo quando noiosi in assemblea. Da questo punto Grillo, con la sua fantasia, avrebbe da insegnare molto ai movimenti civici…
Infine, credo che un obiettivo strategico sia quello di unire tutte le forze eco-etico-pacifiste. 
Qualcuno dirà: allora perché non lo facciamo subito? 
Perché al momento ci sono interessi divergenti. 
Oggi il M5S ha bisogno di contarsi e, comunque vada, riuscirà a mandare in parlamento un numero spaventoso di rappresentanti e sicuramente questo farà la differenza, perché credo che faranno un lavoro straordinario e utile per tutto il Paese. Saranno un presidio di legalità. I movimenti civici invece non si riconoscono nelle modalità di organizzazione basate sul web. 
C’è un dna di partenza diverso: quelli bravi nel lavoro sul campo, quelli capaci di far quadrare i bilanci di una cooperativa, hanno una testa diversa, si sentono lontani dai Vaffanculo Day. 
È gente abituata a lavorare nel piccolo, a misurare i compagni di strada sulla base della professionalità, sono allergici a qualunque tipo di leader. Anche il migliore li rende nervosi. Sono artigiani, sono attaccati in modo spasmodico alla loro indipendenza. E questo spiega anche perché abbiano così tante difficoltà a diventare visibili o a coordinarsi a livello nazionale. In effetti, è curioso che i militanti dei movimenti civici-economici siano numericamente di più dei militanti del M5S, eppure hanno una visibilità che non arriva a un centesimo di quella degli amici di Grillo. Certo se si unissero tutti… Ma per ora resta una divisione netta, anche se poi quotidianamente, in strada, si collabora… E molti compagni del M5S sono contemporaneamente validissimi imprenditori sociali, attivissimi nei movimenti civici… 
E, ripeto, i punti di contrasto ideologico tra queste due anime del movimento progressista sono minimi, ma le modalità sono strutturalmente diverse. 
E va bene così: ci sono due strade, ci sono storie diverse, io credo che si andrà verso la fusione ma evidentemente i tempi non sono ancora maturi. Però è importante dirsi che andiamo dalla stessa parte. Il settarismo mi ha un po’ rotto i coglioni, da qualunque parte venga. 
Viva Grillo! Viva l’M5S! Viva tutti quelli che fanno RESISTENZA alla cultura del dolore!