Anna Finocchiaro non è tra gli impresentabili: non ha procedimenti in corso, nonostante la sua decennale permanenza in Parlamento e la sua candidatura di servizio nel 2008 alla presidenza della Regione Siciliana. Ora corre in Puglia per un posto in Senato.
Antonio Scavone invece è tra gli impresentabili delle liste pidielline: nel curriculum ha una condanna a 400 mila euro di risarcimento inflitta dalla Corte dei Conti per la gestione della Asp 3 di Catania.
Ma spulciando bene emerge anche “un rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e truffa aggravata”: l’accusa dei magistrati è quella di aver affidato, senza gara, un appalto da due milioni di euro all’imprenditore Melchiorre Fidelbo anch’egli finito nel calderone giudiziario.
Detta così sembrerebbe un’imputazione come un’altra. Peccato però che proprio Fidelbo rappresenti il trait d’union tra Pd e Pdl: è infatti il marito della Finocchiaro nonché presunto beneficiario di un appalto targato Pdl.
IL PROGETTO PER LA CASA DELLA SALUTE DI GIARRE E LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
Melchiorre Fidelbo, in qualità di amministratore della Solsamb Srl, vince l’appalto per la costruzione della casa della Salute di Giarre, in provincia di Catania. L’opera viene inaugurata il 15 novembre 2010, dopo un iter progettuale partito a luglio del 2007,quando sulla Gazzetta Ufficiale vengono pubblicate le linee guida ministeriali per i progetti del Piano Sanitario Nazionale voluto da Livia Turco, all’epoca Ministro della sanità in quota Pd.
Nel mese di agosto viene presentato dal consorzio Sanità Digitale un progetto di 1,2 milioni di euro, che serviva alla Costruzione della casa della Salute di Giarre. All’interno del consorzio, come riportato anche dal Fatto Quotidiano, le quote risultano così suddivise: un 5% al dipartimento di Anatomia dell’Università di Catania guidato dal Prof. Salvatore Sciacca, e altrettanto all’Azienda Sanitaria 3 di Catania “guidata ai tempi dal manager Mpa Antonio Scavone; la Tnet Srl con il 40% e la Solsamb Srl amministrata dal marito di Anna Finocchiaro che detiene il 50%.”
Un anno dopo però al Governo della Sicilia arriva Raffaele Lombardo, dopo la caduta di Totò Cuffaro. Anna Finocchiaro intanto si candida alla presidenza dell’Assemblea Regionale siciliana per cercare di far tornare il Centrosinistra alla Regione, operazione che non riesce perchè Lombardo stravince con oltre il 60% dei consensi.
Proprio Lombardo decide di dire addio alle Case della Salute per scegliere i “Presidi Territoriali di Assistenza”, andando incontro a una rimodulazione del progetto con una lievitazione di costo per oltre 500 mila euro e un passaggio di consegne nel quale nel quale si stabilisce che la Solsamb di Melchiorre Fidelbo, marito della Finocchiaro, raccoglierà tutti i proventi del progetto.
L’affaire viene però monitorato dalla Guardia di Finanza di Catania perché – ecco il punto chiave - per l’assegnazione dell’appalto non era stato indetto alcun bando di gara. Ed ecco che scatta l’imputazione per abuso d’ufficio e truffa aggravata nei confronti dell’oggi candidato Pdl Antonio Scavone e del Fidelbo stesso.
LA CONVENZIONE, LA GIUNTA LOMBARDO (COL PD) E IL TAGLIO DEL NASTRO
Siamo al 30 luglio 2010 quando l’azienda sanitaria, guidata dal nuovo manager Giuseppe Calaciura, molto vicino all’Mpa di Lombardo, sigla la convenzione con la Solsamb.
Avviene qualche mese più tardi che il Pd entra in Giunta proprio col sostegno di Anna Finocchiaro, due anni prima avversaria di Lombardo.
Era infatti il 21 settembre 2010, quando tra ribaltoni e scontenti Lombardo vara la sua quarta giunta. Quattro gli esponenti dell’Mpa Massimo Russo e Caterina Chinnici, l'avvocato Gaetano Armao e il docente universitario Elio D'Antrassi. Marco Venturi, Pier Carmelo Russo e Mario Centorrino, anche loro riconfermati, sono attribuibili al Pd, che avrebbe indicato anche il prefetto Giosuè Marino, new entry nella squadra di Lombardo.
In quota Udc c'è il professor Andrea Piraino. Vicino all'Api di Rutelli viene indicato Sebastiano Messineo.
Il 15 novembre così, giorno dell’inaugurazione del centro, si trovano sul posto sia gli ex oppositori del Pd sia gli assessori dell’Mpa. Finiscono sulla rete i filmati dei cittadini di Giarre che protestano perché qualche settimana prima a Giarre era stato chiuso l’ospedale pubblico.
L’INVIO DEGLI ISPETTORI E L’INDAGINE
Fu l’assessore Massimo Russo a scoperchiare la pentola del presunto malaffare. Gli ispettori da lui sollecitati scrissero una dettagliata relazione di dieci pagine che finì in Commissione Sanità.
Secondo quanto accertato, l’appalto alla Solsamb sarebbe stato affidato in violazione della legge sulla libera concorrenza perché si trattava di mettere a disposizione somme di rilevanza comunitaria. Sulla base della documentazione acquisita e delle analisi svolte Russo annunciò la revoca dell’appalto. Fu allora che Melchiorre Fidelbo chiese un’audizione alla Commissione Sanità dell’Ars per spiegare quale fosse il rilievo scientifico del progetto sperimentale “Casa della Salute”.
Fidelbo presenta anche un ricorso al Tar dichiarando che la gara d’appalto non era necessaria perché si trattava di “opere dell’ingegno”: l’imprenditore sostenne anche che non esisteva alcuna connessione tra la vicenda e il ruolo politico della moglie presente all’inaugurazione.
IL RINVIO A GIUDIZIO DI MELCHIORRE E SCAVONE
Nel biennio 2011- 2012 le indagini sono andate avanti. Il 24 ottobre del 2012 è il gup di Catania Marina Rizza a procedere al rinvio a giudizio di quattro persone: oltre a Fidelbo (marito della Finocchiaro) e Antonio Scavone (candidato Pdl al Senato) vengono accusati di abuso d’ufficio e truffa aggravata anche l’ex direttore amministrativo Giuseppe Calaciuta e il direttore amministrativo dell’asp Giovanni Puglisi.
Viene stabilito invece il non luogo a procedere per la responsabile del procedimento Elisabetta Caponnetto.
Secondo il Gip e la procura “l’atto avrebbe procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale alla Solsamb consistito nell’affidamento diretto alla società di una prima anticipazione di 175 mila euro”.
Il processo di primo grado non è stato ancora celebrato, però è un dato di fatto l’inciucio amministrativo tra Pd e Pdl. Così com’è un dato di fatto il coinvolgimento diretto del marito della capogruppo Pd al Senato, la cui candidatura è stata confermata, e di un candidato Pdl a Palazzo Madama.
Ma nella regione più gattopardesca d’Italia c’è poco da meravigliarsi. Purtroppo.