Risalgono ad almeno 40 mila anni fa, 15 mila in più di quanto finora ritenuto. E forse le fecero i neandertaliani
MILANO - Un nuovo studio costringe archeologi e paleontologi a rivedere le loro ipotesi su chi fece le più antiche pitture rupestri in Europa. Ricercatori guidati dall'Università di Bristol hanno pubblicato su Scienceun'analisi secondo la quale le prime pitture rupestri in Europa risalgono ad almeno 40.800 anni fa, e sarebbero di 15 mila anni più antichi di quanto finora ritenuto. La datazione è stata eseguita utilizzando gli isotopi di uranio e non il carbonio-14 come nelle datazioni precedenti.
DUE IPOTESI - Ma non solo, i dati lasciano aperte due ipotesi. La prima (la più probabile) è che gli Homo sapiens (cioè i nostri diretti antenati) arrivarono in Europa prima di quanto stimato finora. La seconda è che i dipinti furono eseguiti dai Neandertal. Finora però si riteneva che i nostri progenitori Sapiens fossero gli unici in grado di poter esprimere forme d'arte così complesse. La tesi dei neandertaliani è affascinante, ma gli stessi autori della ricerca ammettono che non è sostenuta da prove incontrovertibili. Secondo altri studiosi, la nuova datazione delle pitture rinvenute in undici grotte in Spagna è in linea con le date emerse negli ultimi anni grazie alle nuove tecnologie, anche se i rapporti intercorsi tra Sapiens e Neandertal sono da rivedere.
PIÙ ANTICO - Il dipinto più antico - una sfera rossa - è stato datato a 40.800 anni fa nella grotta El Castillo. Si trova in mezzo a 25 impronte di mani datate 37.300 anni fa. Intorno ci sono anche dipinti di cavalli, ma più recenti. Finora i dipinti più antichi erano ritenuti quelli della grotta Chauvet, in Francia, datati tra 37 mila e 32 mila anni fa.
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