martedì 29 luglio 2014

In ricordo di un eroe presto dimenticato: Giuseppe Girolamo.


ROMA – Giuseppe Girolamo cedette il suo posto nella scialuppa di salvataggio della Costa Concordia ad un bambino. Il batterista è morto da eroe nel naufragio del 13 gennaio scorso. Non solo un eroe, ma l’unico eroe in 300 anni di storie di naufragi. La conferma arriva da una ricerca svedese-americana della Uppsala University e della California University di Berkeley. La ricerca ha evidenziato che il “prima le donne e i bambini” non vale e in caso di pericolo tra i passeggeri scatta la regola “ognuno per sé”.
Analizzando i dati di 18 naufragi avvenuti negli ultimi 3 secoli i ricercatori hanno valutato i comportamenti di passeggeri e equipaggio mentre la nave colava a picco. Lo studio ha tenuto conto anche del tempo di affondamento in modo da tenere in considerazione anche le eventuali influenze dettate dalle interazioni tra passeggeri prima del naufragio.  Tenendo conto poi di età, sesso, stato sociale, nazionalità e modo di viaggiare, sia esso da solo o con la famiglia, i ricercatori hanno scoperto che su un campione di 15mila persone di 30 Paesi vige il motto “ognuno per sé”.
Un capitano non abbandona mai la sua nave? Solo nei film ad alto tasso di coraggio e commozione. La ricerca ha mostrato che il capitano e l’equipaggio hanno indici di sopravvivenza maggiori rispetto ai passeggeri. Su 16 capitano solo 9 non hanno abbandonato la nave. Prima le donne e i bambini? Falso anche questo, gli uomini sopravvivono il doppio delle donne, soprattutto sulle navi che battono bandiera inglese.
I bambini sono poi la categoria più a rischio durante i naufragi e dal Titanic, che colò a picco il 15 aprile 1912, fino alla Concordia l’unica vera storia di coraggio ed eroismo che si può raccontare è quella di Girolamo. Solo il batterista ha contrastato l’ognuno per sé insito nella natura umana e vinto gli istinti, donando la sua vita per salvare quella di un bambino.

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