a Corte europea dei diritti umani (Cedu) ha di nuovo condannato il nostro paese, ma stavolta le carceri non c'entrano: lo Stato dovrà risarcire gli oltre 60mila pazienti a cui è stata somministrata una trasfusione con sangue infetto.
La Cedu ha stabilito che lo Stato deve versare a tutti gli infettati l'indennità integrativa speciale prevista dalla legge 210/1992. Non è la prima volta che i giudici di Strasburgo si esprimono su questo tema: la prima volta era stato nel 2013 e il tutto era partito da un esposto presentato da 162 pazienti che avevano contratto hiv, epatite B o C dopo una trasfusione o somministrazione di emoderivati.
La Cedu ha stabilito che lo Stato deve versare a tutti gli infettati l'indennità integrativa speciale prevista dalla legge 210/1992. Non è la prima volta che i giudici di Strasburgo si esprimono su questo tema: la prima volta era stato nel 2013 e il tutto era partito da un esposto presentato da 162 pazienti che avevano contratto hiv, epatite B o C dopo una trasfusione o somministrazione di emoderivati.
Soddisfatta l'associazione Politrasfusi (Api) perché adesso "i cittadini infettati ricevono un indennizzo, sulla base della legge 210 del 1992, pari a un minimo di circa 540 euro al mese. Ma grazie alla sentenza percepiranno cento euro in più".
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