Una veduta del Foro ovale dal Tempio di Zeus. Il foro collegava la porta meridionale di accesso al Cardo Massimo della città. Queste particolari piazze ovale sono tipiche delle città romane d’Oriente. Fotografia di Kitti Boonnitrod/Getty images
Fiorente polo commerciale dal passato leggendario, la città conobbe il suo periodo più prospero sotto l’Impero romano. E ancora oggi i suoi meravigliosi monumenti fanno rivivere lo splendore dell’Impero.
Nell’Antico Testamento viene descritto il viaggio degli Ebrei verso la Terra promessa. Una volta giunti ai confini del Regno di Edom, nel Deserto del Negev, implorarono il popolo che lo abitava di lasciarli transitare:
“Lasciateci passare per il vostro paese, seguiremo la Via Regia finché avremo oltrepassato i vostri confini”
“Lasciateci passare per il vostro paese, seguiremo la Via Regia finché avremo oltrepassato i vostri confini”
La Via Regia, citata nei versetti della Bibbia, era un’antichissima via mercantile che esisteva già nell’Età del Bronzo e connetteva le genti e le città del Medio Oriente, dal Golfo di Aqaba fino a Damasco. Anche se lungo la via non sorsero grandi imperi, le città che ne erano attraversate prosperarono grazie ai commerci, poiché tutte le mercanzie più pregiate dell’epoca, spezie, grano, incenso e perle, viaggiavano su quella direttrice.
Il Teatro meridionale. - Fotografia di Jochen Schlenker/Age Fotostock
Una delle città più importanti che si svilupparono lungo la Via Regia fu Jerash, fondata durante la colonizzazione greca della regione. La città continuò a crescere e ad arricchirsi grazie ai traffici commerciali fino alla conquista romana. Distante poco meno di 50 chilometri dalla capitale della Giordania Amman, Jerash resta una delle città meglio conservate della Decapoli romana, un gruppo di dieci città di stampo ellenistico - romano in territorio semitico che prosperano durante l’Impero romano.
Sulle sponde del fiume d’oro.
Secondo alcune antiche iscrizione, il nome Jerash o Gerasa deriverebbe dai suoi primi abitanti, ossia i vecchi soldati - gerasmenos significa vecchio o anziano in greco - che avevano partecipato alle campagne militari di Alessandro Magno nel IV secolo a.C.. Dopo le guerre persiane pare infatti che i veterani macedoni furono ricompensati con delle terre fertili tra il fiume Giordano e il deserto.
Sebbene il sito possa essere stato effettivamente usato come un presidio militare da Alessandro Magno, la storia della fondazione ad opera dei suoi veterani è poco verosimile. Il primo nome della città non era Jerash, un termine semitico, ma un toponimo greco: Antiochia ad Chrysorrhoam, ossia “Antiochia sul rive del fiume d’oro”. Questo era il nome che venne dato al primo insediamento ellenistico, fondato nel II secolo a.C. dal re seleucide Antioco IV Epifane.
Secondo alcune antiche iscrizione, il nome Jerash o Gerasa deriverebbe dai suoi primi abitanti, ossia i vecchi soldati - gerasmenos significa vecchio o anziano in greco - che avevano partecipato alle campagne militari di Alessandro Magno nel IV secolo a.C.. Dopo le guerre persiane pare infatti che i veterani macedoni furono ricompensati con delle terre fertili tra il fiume Giordano e il deserto.
Sebbene il sito possa essere stato effettivamente usato come un presidio militare da Alessandro Magno, la storia della fondazione ad opera dei suoi veterani è poco verosimile. Il primo nome della città non era Jerash, un termine semitico, ma un toponimo greco: Antiochia ad Chrysorrhoam, ossia “Antiochia sul rive del fiume d’oro”. Questo era il nome che venne dato al primo insediamento ellenistico, fondato nel II secolo a.C. dal re seleucide Antioco IV Epifane.
Un capitello corinzio.
I Seleucidi discendevano dal generale macedone Seleuco Nicatore che nel 312 a.C. conquistò il controllo della parte orientale dell’impero di Alessandro. Durante la dinastia seleucide si diffusero in Medio Oriente la lingua e costumi greci, e tra il terzo e il secondo secolo a.C. i coloni greci si mescolarono con le popolazioni locali. In questo periodo vennero avviati i grandi progetti di sviluppo della città con la costruzione dei templi dedicati alle divinità del pantheon greco. Anche se in costante competizione con le città elleniche dell’area, Jerash mantenne comunque solide relazioni con alcune di loro, come Philadelphia, l’attuale Amman, ed Heliopolis, oggi Baalbek in Libano
Jerash diventò un fiorente polo commerciale, dove diverse genti, lingue e religioni si mescolavano tra di di loro. Era normale per i coloni greci ritrovarsi fianco a fianco di mercanti persiani, indiani e parti. In città si parlava il greco e l’aramaico e si professavano la fede ellenistica e quella semitica, grazie anche all’influenza dei commercianti che provenivano dalla vicina Petra, la capitale del ricco Impero Nabateo.
Una moneta d’oro con la testa dell’Imperatore Adriano. Durante i suoi viaggi nelle provincie romane d’Oriente l’imperatore passò un inverno a Jerash. Fotografia di Asf/Album
L’influenza romana.
Il governo seleucide non durò a lungo. La rapida ascesa dei Parti ad oriente, infatti, allentò il dominio seleucide nell’area e nel 129 a.C. il re Antioco VII morì durante un attacco dei Parti. L’attuale Siria piombò nel caos e Jerash cadde sotto un governo militare. Dopo il declino della dinastia seleucide nel 102 a.C. Jerash fu conquistata da Alessandro Ianneo, appartenente alla dinastia degli asmonei e Re della Giudea, che regnò sull’odierna Israele fino al 63 a.C.. Nello stesso anno Pompeo sconfisse il re del Ponto, Mitridate VI, garantendo così a Roma l’espansione verso il Medio Oriente. I Romani conquistarono la Siria, e Jerash e le altre città ellenistiche furono annesse alla nuova provincia romana. Plinio il Vecchio racconta che Jerash divenne parte della Decapoli romana, un gruppo di dieci città di tradizione classica situate nella regione semitica. Questa caratteristica garantì loro uno speciale trattamento da parte di Roma che le rese città - stato quasi del tutto autonome.
Il governo seleucide non durò a lungo. La rapida ascesa dei Parti ad oriente, infatti, allentò il dominio seleucide nell’area e nel 129 a.C. il re Antioco VII morì durante un attacco dei Parti. L’attuale Siria piombò nel caos e Jerash cadde sotto un governo militare. Dopo il declino della dinastia seleucide nel 102 a.C. Jerash fu conquistata da Alessandro Ianneo, appartenente alla dinastia degli asmonei e Re della Giudea, che regnò sull’odierna Israele fino al 63 a.C.. Nello stesso anno Pompeo sconfisse il re del Ponto, Mitridate VI, garantendo così a Roma l’espansione verso il Medio Oriente. I Romani conquistarono la Siria, e Jerash e le altre città ellenistiche furono annesse alla nuova provincia romana. Plinio il Vecchio racconta che Jerash divenne parte della Decapoli romana, un gruppo di dieci città di tradizione classica situate nella regione semitica. Questa caratteristica garantì loro uno speciale trattamento da parte di Roma che le rese città - stato quasi del tutto autonome.
Crescita urbanistica. Nel I secolo d.C. il regno dei Nabatei fu conquistato da Nerone. La città di Petra visse un periodo piuttosto fiorente e tutta la regione, compresa Jerash, ne trasse beneficio. Un secolo dopo l’Imperatore Traiano incorporò formalmente la città di Jerash e le terre nabatee nella provincia d’Arabia. Furono costruite nuove strade che collegavano il Golfo di Aqaba alla città di Jerash, e la Via Traiana Nova, l’antica Via Regia, fu pavimentata.
La ricchezza di Jerash si rifletteva nei suoi templi e nei maestosi edifici che abbellivano la città. Nella seconda metà del II secolo d.C. furono eretti l’imponente tempio di Artemide, il Foro ovale, il Teatro meridionale e l’Arco di Adriano che svetta ancora oggi tra le rovine della città antica. Dopo la caduta dell’Impero Romano, Jerash visse un altro periodo di splendore quando nel IV secolo entrò a far parte dell’Impero Bizantino. Nel 749 fu quasi completamente distrutta da un terremoto, ma nel 1806 l’esploratore tedesco Ulrich Jasper Seetzen riuscì a localizzare i suoi resti. Oggi Jerash, patrimonio dell’Unesco, è considerata tra le più affascinanti e meglio conservate città romane del Medio Oriente, “antico luogo di incontro tra Occidente e Oriente”.
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