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venerdì 11 luglio 2025

Petra - Giordania.

 

Nascosta all'interno dei canyon di arenaria della Giordania, l'antica città di Petra si erge come una testimonianza della straordinaria civiltà che l'ha creata. I Nabatei, originariamente
commercianti arabi nomadi, si sono insediati in questo aspro paesaggio intorno al IV secolo a.C. e lo hanno trasformato in uno dei centri urbani più impressionanti dell'antichità.
Ciò che distingueva veramente i Nabatei era la loro impareggiabile padronanza di ingegneria dell'acqua.
In una regione che riceve meno di sei pollici di precipitazioni all'anno, si sono sviluppati sistemi sofisticati per catturare, conservare e distribuire ogni goccia preziosa. La loro rete includeva dighe, cisterne e tubi in ceramica che impedivano l'evaporazione e sedimento filtrato. Questa meraviglia dell'ingegneria non solo ha fornito 30.000 abitanti, ma ha anche creato rigogliosi giardini nel deserto.
Le facciate iconiche della città, la più famosa del Tesoro (Al-Khazneh), sono state scolpite direttamente nelle scogliere di arenaria color rosa. Queste strutture rappresentano gli
ingressi a vasti complessi che si estendono in profondità nella roccia.
I Nabatei hanno orientato questi edifici per catturare specifici effetti luminosi durante solstizi ed equinozi, rivelando
la loro conoscenza astronomica.
La posizione strategica di Petra all'incrocio delle principali rotte commerciali ha consentito ai Nabatei si accumulare enormi ricchezze controllando il commercio di incenso e spezie.
Piuttosto che costruire un impero militare, hanno mantenuto l'indipendenza attraverso diplomazia, rendere omaggio ai poteri più grandi preservando la loro autonomia.
Anche se annessa a Roma nel 106 d.C., Petra continuò a prosperare fino a cambiare commercio.
Rotte e terremoti hanno portato al suo graduale abbandono. La città è rimasta in gran parte dimenticata nel mondo occidentale fino al 1812, quando l'esploratore svizzero Johann Ludwig Burckhardt ha riscoperto questa meraviglia architettonica, preservando l'eredità del
Nabatei ingegnosi. #petra #sistemaidraulico

https://www.facebook.com/photo/?fbid=1269257481535183&set=gm.4020258191528743&idorvanity=1956067967947786

Leggi anche: https://www.danielemancini-archeologia.it/petra-e-i-nabatei/

https://www.archcalc.cnr.it/indice/PDF19/24_Gabrielli.pdf

http://www.pangea-project.org/citta-dacqua/

mercoledì 7 agosto 2024

la Tomba dell'Urna. Petra, Giordania. - Angela Di Francesca

 

Stupefacente scoperta nella città storica e archeologica di Petra, in Giordania: la Tomba dell'Urna! Si ritiene che risalga al 70 d.C. e resta uno dei più famosi e sorprendenti edifici per la sua architettura scavata a mano nella roccia e il suo sistema di condotte idriche.
Chi mai sia stato inumato in questo luogo tuttavia rimane un mistero. Non esistono vere prove o iscrizioni che possano rivelarci l'identità dei suoi occupanti. Numerose le teorie, ma nessuna certezza assoluta.
È spesso suggerito che la tomba potesse essere destinata a un re Nabateo o a un membro della famiglia reale, date la sua maestosità e la posizione tra le altre Tombe Reali in Petra. Ma senza iscrizioni o ritrovamenti archeologici che nominino specificamente gli individui sepolti lì, le loro identità rimangono un enigma.
L'enigma si infittisce con le modifiche apportate alla tomba nel V secolo, quando fu convertita in una chiesa bizantina. Nonostante l'erosione naturale, la facciata rimane impressionante e testimonia le sofisticate tecniche di costruzione dei Nabatei.

martedì 8 ottobre 2019

Giordania: alla scoperta di Jerash, l'antica Gerasa. - Eva Tobalina

Giordania: alla scoperta di Jerash, l'antica Gerasa
Una veduta del Foro ovale dal Tempio di Zeus. Il foro collegava la porta meridionale di accesso al Cardo Massimo della città. Queste particolari piazze ovale sono tipiche delle città romane d’Oriente. Fotografia di Kitti Boonnitrod/Getty images
Fiorente polo commerciale dal passato leggendario, la città conobbe il suo periodo più prospero sotto l’Impero romano. E ancora oggi i suoi meravigliosi monumenti fanno rivivere lo splendore dell’Impero.
Nell’Antico Testamento viene descritto il viaggio degli Ebrei verso la Terra promessa. Una volta giunti ai confini del Regno di Edom, nel Deserto del Negev, implorarono il popolo che lo abitava di lasciarli transitare:
“Lasciateci passare per il vostro paese, seguiremo la Via Regia finché avremo oltrepassato i vostri confini”
La Via Regia, citata nei versetti della Bibbia, era un’antichissima via mercantile che esisteva già nell’Età del Bronzo e connetteva le genti e le città del Medio Oriente, dal Golfo di Aqaba  fino a Damasco. Anche se lungo la via non sorsero grandi imperi, le città che ne erano attraversate prosperarono grazie ai commerci, poiché tutte le mercanzie più pregiate dell’epoca, spezie, grano, incenso e perle, viaggiavano su quella direttrice.
Giordania: alla scoperta di Jerash, l'antica Gerasa
Il Teatro meridionale. - Fotografia di Jochen Schlenker/Age Fotostock
Una delle città più importanti che si svilupparono lungo la Via Regia fu Jerash, fondata durante la colonizzazione greca della regione. La città continuò a crescere e ad arricchirsi grazie ai traffici commerciali fino alla conquista romana. Distante poco meno di 50 chilometri dalla capitale della Giordania Amman, Jerash resta una delle città meglio conservate della Decapoli romana, un gruppo di dieci città di stampo ellenistico - romano in territorio semitico che prosperano durante l’Impero romano.
Sulle sponde del fiume d’oro.
Secondo alcune antiche iscrizione, il nome Jerash o Gerasa deriverebbe dai suoi primi abitanti, ossia i vecchi soldati - gerasmenos significa vecchio o anziano in greco - che avevano partecipato alle campagne militari di Alessandro Magno nel IV secolo a.C.. Dopo le guerre persiane pare infatti che i veterani macedoni furono ricompensati con delle terre fertili tra il fiume Giordano e il deserto.
Sebbene il sito possa essere stato effettivamente usato come un presidio militare da Alessandro Magno, la storia della fondazione ad opera dei suoi veterani è poco verosimile. Il primo nome della città non era Jerash, un termine semitico, ma un toponimo greco: Antiochia ad Chrysorrhoam, ossia “Antiochia sul rive del fiume d’oro”. Questo era il nome che venne dato al primo insediamento ellenistico, fondato nel II secolo a.C. dal re seleucide Antioco IV Epifane.
Giordania: alla scoperta di Jerash, l'antica Gerasa
Un capitello corinzio.
I Seleucidi discendevano dal generale macedone Seleuco Nicatore che nel 312 a.C. conquistò il controllo della parte orientale dell’impero di Alessandro. Durante la dinastia seleucide si diffusero in Medio Oriente la lingua e costumi greci, e tra il terzo e il secondo secolo a.C. i coloni greci si mescolarono con le popolazioni locali. In questo periodo vennero avviati i grandi progetti di sviluppo della città con la costruzione dei templi dedicati alle divinità del pantheon greco. Anche se in costante competizione con le città elleniche dell’area, Jerash mantenne comunque solide relazioni con alcune di loro, come Philadelphia, l’attuale Amman, ed Heliopolis, oggi Baalbek in Libano
Jerash diventò un fiorente polo commerciale, dove diverse genti, lingue e religioni si mescolavano tra di di loro. Era normale per i coloni greci ritrovarsi fianco a fianco di mercanti persiani, indiani e parti. In città si parlava il greco e l’aramaico e si professavano la fede ellenistica e quella semitica, grazie anche all’influenza dei commercianti che provenivano dalla vicina Petra, la capitale del ricco Impero Nabateo.
Giordania: alla scoperta di Jerash, l'antica Gerasa
Una moneta d’oro con la testa dell’Imperatore Adriano. Durante i suoi viaggi nelle provincie romane d’Oriente l’imperatore passò un inverno a Jerash. Fotografia di Asf/Album
L’influenza romana.
Il governo seleucide non durò a lungo. La rapida ascesa dei Parti ad oriente, infatti, allentò il dominio seleucide nell’area e nel 129 a.C. il re Antioco VII morì durante un attacco dei Parti. L’attuale Siria piombò nel caos e Jerash cadde sotto un governo militare. Dopo il declino della dinastia seleucide nel 102 a.C. Jerash fu conquistata da Alessandro Ianneo, appartenente alla dinastia degli asmonei e Re della Giudea, che regnò sull’odierna Israele fino al 63 a.C.. Nello stesso anno Pompeo sconfisse il re del Ponto, Mitridate VI, garantendo così a Roma l’espansione verso il Medio Oriente. I Romani conquistarono la Siria, e Jerash e le altre città ellenistiche furono annesse alla nuova provincia romana. Plinio il Vecchio racconta che Jerash divenne parte della Decapoli romana, un gruppo di dieci città di tradizione classica situate nella regione semitica. Questa caratteristica garantì loro uno speciale trattamento da parte di Roma che le rese città - stato quasi del tutto autonome. 
Crescita urbanistica. Nel I secolo d.C. il regno dei Nabatei fu conquistato da Nerone. La città di Petra visse un periodo piuttosto fiorente e tutta la regione, compresa Jerash, ne trasse beneficio. Un secolo dopo l’Imperatore Traiano incorporò formalmente la città di Jerash e le terre nabatee nella provincia d’Arabia. Furono costruite nuove strade che collegavano il Golfo di Aqaba alla città di Jerash, e la Via Traiana Nova, l’antica Via Regia, fu pavimentata.
La ricchezza di Jerash si rifletteva nei suoi templi e nei maestosi edifici che abbellivano la città. Nella seconda metà del II secolo d.C. furono eretti l’imponente tempio di Artemide, il Foro ovale, il Teatro meridionale e l’Arco di Adriano che svetta ancora oggi tra le rovine della città antica. Dopo la caduta dell’Impero Romano, Jerash visse un altro periodo di splendore quando nel IV secolo entrò a far parte dell’Impero Bizantino. Nel 749 fu quasi completamente distrutta da un terremoto, ma nel 1806 l’esploratore tedesco Ulrich Jasper Seetzen riuscì a localizzare i suoi resti. Oggi Jerash, patrimonio dell’Unesco, è considerata tra le più affascinanti e meglio conservate città romane del Medio Oriente, “antico luogo di incontro tra Occidente e Oriente”.

mercoledì 14 ottobre 2015

La città di Sodoma è stata trovata? In Giordania i resti con le caratteristiche del sito distrutto da Dio nel Vecchio Testamento .


Dopo anni di ricerche è stato trovato un sito archeologico risalente tra il 3500 a.C. e il 1540 a.C: è Tal el-Hamaam, in Giordania. Gli archeologi sostengono che si tratti di Sodoma; secondo l'antico testamento questa città venne distrutta insieme a Gomorra, Adama, Zoar e Zobim per volere divino. Secondo gli studiosi, la città venne ricostruita 700 anni dopo essere stata demolita.
Nei 40 ettari studiati, gli archeologi dicono di aver trovato i resti risalente all'età del Bronzo. In base ai reperti trovati e al posizionamento geografico, a est del fiume Giordano, come scritto nella Bibbia, gli studiosi hanno detto di avere tutti gli elementi per affermare che quel sito sia Sodoma.
La famosa città del “peccato” è descritta dagli archeologi come una vecchia zona commerciale di grandi dimensioni e con grandi fortificazioni. Poi, Dio decise di distruggerla e mandò degli angeli a cercare gli uomini da salvare, solo Lot, un uomo della città poté fuggire insieme alla sua famiglia.
La zona restò disabitata per 700 anni dopo la distruzione e venne poi ripopolata nell’età del Ferro, un'epoca che va dal 1200 a.C. al 332 a.C. La storia riportata nel Vecchio Testamento dice che Dio distrusse i "peccatori" malvagi di Sodoma con fuoco e zolfo. Negli anni a venire, entrambe le città sono state usate come metafora per descrivere cosa succede a chi cede al vizio e all'omosessualità.
Steven Collins, dell’università Trinity Southwestern del New Mexico, è stato il coordinatore delle ricerche e, come riporta il Daily Mail, il professore ha dichiarato che Sodoma fosse una città “orrenda” se confrontata con le altre dello stesso periodo.
Gli scavi nella Valle del Giordano sono iniziati nel 2005 e, nei 10 anni successivi, gli archeologi hanno scoperto che si trattasse di una società sofisticata, avevano un ottimo sistema di difesa: resistenti mura intorno alla città larghe più di cinque metri e alte oltre i dieci.
“Quello che abbiamo scoperto è un’importante città-stato fino ad ora sconosciuta agli studiosi” ha detto il professor Collins. “Studiando nel dettagli i testi sacri, coincide con la posizione in cui si trovava Sodoma – aggiunge il professore – siamo giunti alla conclusione che questo sito sia la più grande città esistente ai tempi di Abramo. Sappiamo molto poco l'età del Bronzo, nel sud della valle del fiume Giordano, la maggior parte delle carte archeologiche della zona erano vuote. La distruzione di Sodoma, insieme a quella di Gomorra è descritta in numerosi passi della Bibbia, tra cui la Genesi e il Nuovo Testamento, persino nel Corano”.
Gli studiosi hanno capito dagli scavi che la città fosse fornita di porte, torri, strade principali e piazze, poi l’abbandono, secondo il professor Collins, avvenne in seguito ad un terremoto, altri archeologi sostengono invece l’ipotesi di un asteroide.
“Dopo essere stata abbandonata per 700 anni – spiega il professor Collins - nell’età del ferro la città ha poi iniziato a rifiorire, come dimostrano i cancelli di ferro che introducevano alla città”.