La materia oscura, che sembra così abbondante dell’universo nonostante non sappiamo neanche di cosa si tratti (ne avvertiamo però l’impatto gravitazionale), potrebbe essersi formata in una fase di “transizione cosmologica” dell’universo. Così la definisce Michael Baker, un ricercatore post dottorato dell’Università di Melbourne e uno degli autori di un nuovo studio, pubblicato su Physical Review Letters, che propone una nuova teoria sulla formazione sull’essenza della materia oscura.
Tali transizioni di fase debbono essere venute durante l’universo primordiale. Si tratterebbe di bolle cosmiche simili alle bolle di gas che si formano e scoppiettano su di un liquido bollente.
“Dimostriamo che è naturale aspettarsi che le particelle di materia oscura trovino molto difficile entrare in queste bolle, il che dà un nuova spiegazione per la quantità di materia oscura osservata nell’universo”, spiega Baker nel comunicato stampa dello studio.
Essendo sfavorevole per le particelle di materia oscura entrare in queste bolle in espansione, iniziano a riflettersi e si annichiliscono in maniera molto rapida.
“Le bolle alla fine si fondono al completamento della transizione di fase e solo le particelle di materia oscura che sono entrate nelle bolle sopravvivono per costituire la materia oscura osservata oggi”, descrive l’abstract dello studio.
In passato si è ipotizzato che la materia oscura possa essere fatta di particelle non ancora scoperte e la maggior parte delle ricerche in tal senso si è concentrata su particelle massicce ad interazione debole. Il un nuovo studio, però, propone l’idea che la materia oscura sia fatta da particelle più pesanti della maggior parte delle altre particelle candidate, come spiega Joachim Kopp, professore al CERN e all’università di Mainz, altro autore dello studio.
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