venerdì 28 febbraio 2025

VADIM PAPURA ERA UN GIOVANISSIMO COMUNISTA UCRAINO, DI 17 ANNI, CHE MORÌ ARSO VIVO NEL ROGO DELLA CASA DEI SINDACATI DI ODESSA,

 

appiccato da milizie neonaziste ucraine. Orde utilizzate per realizzare e consolidare il colpo di stato del 2014.
Un colpo di stato che rovesciò il governo eletto, colpevole di essere troppo "filorusso", cioè troppo poco "filostatunitense".
Ricordate l'assalto alla CGIL dello scorso anno da parte di Forza Nuova. Immaginate che quell' assalto si fosse concluso con un rogo e la morte di decine di persone innocenti. Immaginate che quel manipolo fosse parte di un'orda utilizzata per un colpo di Stato violento in Italia.
Che cosa avreste detto? E perché non un solo ricordo di quel tragico evento di 8 anni fa in queste ore?
Perché da noi se ne parlò pochissimo, come pochissimo si riflette sulla "denazificazione" citata da Putin. Forse perché nella "nuova" Ucraina i nazisti hanno potuto fare il bello e cattivo tempo per 8 anni.
Già, perché pochissimo si è parlato del fatto che la guerra in Ucraina dura da 8 anni. Non è iniziata nella giornata di oggi. Nulla si è detto sul fatto che a morire e ad essere minacciati fossero, continuamente, i civili dei territori del Donbass.
Tutto in funzione dell'ingresso di quel Paese nella NATO. Al fine di dispiegare bombe, arsenale nucleare e truppe atlantiche comodamente ai confini russi.
Non mi soffermo molto sul fatto che il nuovo regime ucraino, tra i primi atti, adottò la messa al bando del partito comunista (un partito rappresentativo di circa il 15% dell'elettorato) ed iniziò a perseguitare i suoi militanti e a colpire le sue sedi.
Non c'è stato un solo Tg o Talk che ne abbia parlato in questi 8 lunghi anni da noi.
Spegnete TV e lasciate perdere siti mainstream. La guerra è una cosa terribilmente seria. Non nascondiamoci nemmeno dietro l'equa distribuzione delle responsabilità "tra tutte le parti" in guerra. Blocchiamo questo accanimento contro la verità. Leggete questo post saprete cose che non sono state mai scritte....

mercoledì 26 febbraio 2025

DA DOVE VENIVANO? Nan Madol - Micronesia.

 

Immaginate di trovarvi su un’isoletta vulcanica sperduta nel Pacifico, circondati da migliaia di chilometri di oceano in ogni direzione. Non c’è terraferma per almeno 1.000 km. Eppure, davanti a voi si erge una città antica, fatta di blocchi di basalto colonnare, alcuni dei quali pesano fino a 50 tonnellate. Benvenuti a Nan Madol, uno dei più grandi misteri archeologici del mondo.
Nan Madol si trova sull’isola di Pohnpei, una piccola isola di appena 30 km di diametro. Nonostante le dimensioni ridotte dell’isola, la città si estende per 1,5 km ed è composta da circa 90 isole artificiali, collegate da canali e costruite con blocchi di basalto colonnare. Secondo stime prudenti, per costruire questa “metropoli” sono state utilizzate almeno 750.000 tonnellate di basalto. Per fare un paragone, gli egizi trasportarono 8.000 tonnellate di granito per costruire l’interno della Grande Piramide di Giza. Nan Madol, quindi, pesa 10 volte di più del cuore di granito della piramide.
Ma come è stato possibile costruire una città così imponente su un’isola così piccola e isolata? Gli abitanti di Pohnpei, poche migliaia di persone, non avevano né la tecnologia né le risorse per un’opera del genere. Trasportare blocchi di basalto del peso di 50 tonnellate richiederebbe una civiltà avanzata, con conoscenze ingegneristiche e logistiche fuori dal comune. Eppure, non ci sono tracce di una tale civiltà nella regione.
Un’analisi scientifica delle rocce di Nan Madol ha rivelato un altro enigma: solo il 40% del basalto proviene dall’isola di Pohnpei. Il restante 60% ha un’origine sconosciuta. Da dove è stato prelevato? E, soprattutto, come è stato trasportato fino a Pohnpei? Se per spostare il granito della Grande Piramide lungo il Nilo fu necessaria una delle più grandi civiltà del passato, chi ha trasportato un volume 10 volte maggiore nel cuore del Pacifico?
Nan Madol ha tutte le caratteristiche di una capitale: una struttura complessa, canali artificiali, isole dedicate a funzioni specifiche. Ma se era una capitale, dov’è il regno che governava? Attorno a Nan Madol non c’è altro che oceano. È come se la città fosse stata costruita da una civiltà scomparsa, di cui non abbiamo traccia.
Chi ha progettato e costruito questa città? Da dove provenivano i costruttori? Perché sono scomparsi senza lasciare altre tracce? Alcuni ipotizzano che Nan Madol sia stata costruita da una civiltà avanzata, oggi scomparsa, che dominava il Pacifico. Altri suggeriscono che possa essere il frutto di una tecnologia perduta o addirittura di un intervento extraterrestre. Quel che è certo è che gli abitanti di Pohnpei, con le loro canoe e capanne di paglia, non avrebbero mai potuto realizzare un’opera del genere.
Nan Madol rimane uno dei più grandi enigmi della storia umana. Una città costruita nel mezzo del nulla, con materiali di origine sconosciuta, che sfida ogni logica e ogni spiegazione convenzionale. Forse un giorno scopriremo la verità su questa “città impossibile”. Ma fino ad allora, Nan Madol continuerà a ispirare domande e teorie, alimentando il fascino per il mistero e l’ignoto.
ATLANTIDE 2021 – IL CONTINENTE RITROVATO

Successo senza precedenti nella sperimentazione sul trattamento del cancro.

 

Un recente studio clinico ha ottenuto risultati notevoli nel trattamento del cancro, con tutti i partecipanti che hanno subito una remissione completa. Lo studio, che ha coinvolto 18 pazienti con diagnosi di cancro al retto, ha utilizzato un farmaco chiamato Dostarlimab, un inibitore dei checkpoint appositamente progettato per rendere le cellule tumorali più visibili al sistema immunitario.
Dopo sei mesi di trattamento, le valutazioni mediche non hanno rivelato alcun cancro rilevabile in nessuno dei partecipanti. I medici hanno confermato questi risultati attraverso metodi di valutazione completi, tra cui esami fisici, endoscopie, biopsie e scansioni PET.
I professionisti medici notano che raggiungere un tasso di successo del 100% negli studi oncologici è straordinariamente raro, rendendo questi risultati particolarmente significativi.
Tuttavia, i ricercatori sottolineano che questi risultati preliminari, pur promettenti, richiedono una convalida attraverso studi clinici più ampi. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare l'efficacia a lungo termine e il profilo di sicurezza del trattamento prima di poter essere considerate un'implementazione più ampia.

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Perché gli orologi si sciolgono? - Guendalina Middei

 

Perché gli orologi si sciolgono?

E segnano tutti un’ora diversa?
Lo hanno definito il dipinto più «strano» al mondo!
Tutti lo conoscono, ma pochi ne hanno colto il vero significato.

Di primo impatto questo dipinto ti suscita un senso di inquietudine. Vi mostra una landa deserta dove sono presenti alcuni orologi che si stanno sciogliendo proprio davanti ai vostri occhi. Come se fossero fatti di gomma. Perché?

Perché il tempo non puoi possederlo o misurarlo. Non puoi conservarlo, ma soltanto viverlo e regalarlo. Nankurunaisa, dicono i giapponesi «il tempo è tutto».

Un giorno non rimpiangerai le promozioni che non hai ottenuto o le ricchezze che non hai accumulato, ma il tempo che non hai vissuto.

E la cosa più preziosa che puoi regalare a una persona non è una carezza, un bacio e neanche una parola. Ma il tuo tempo. La tua presenza. Ma questo dipinto ha anche un altro significato nascosto.

Se ci fate caso in bassa a destra c’è un quarto orologio color arancio che a differenza degli altri tre ha mantenuto aspetto solido. Delle formiche nere, che simboleggiano la morte, lo circondano come se volessero divorarlo, ma non ci riescono. L’orologio resiste.

Ecco, Dalì diede alla sua opera un nome bellissimo: «La persistenza della memoria». Perché? Perché mentre certe cose sono destinate a finire, altre invece no. I ricordi felici e le persone che abbiamo amato sono sempre dentro di noi. L'amore non muore con la morte, ecco cosa ci vi sta dicendo Dalì.

Ciò che è bello non muore mai. Ed ecco anche perché ogni orologio segna un’ora diversa.

Il tempo è troppo lento per coloro che aspettano, troppo rapido per coloro che temono, troppo lungo per coloro che soffrono, ma è eterno per coloro che amano.

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lunedì 24 febbraio 2025

Sole: potrebbe esserci un buco nero al suo interno? - Pasquale D'Anna

 

Se un buco nero inghiottisse il Sole, avremmo solo 8 minuti prima di accorgercene. Ma supponiamo che il Sole abbia inghiottito un piccolo buco nero: ecco cosa accadrebbe. 

Il Sole, la nostra preziosa fonte di calore e luce, collassa in un buco nero. O forse arriva un buco nero vagante e lo inghiotte. No, non è l’incipit di un romanzo di fantascienza. Se un buco nero di massa stellare inghiottisse il Sole, avremmo solo circa 8 minuti prima di accorgercene. Ma supponiamo che il Sole abbia inghiottito un piccolo buco nero primordiale. Ecco cosa pensano gli scienziati. I buchi neri primordiali sono ipotetici buchi neri che si sono formati durante i primi istanti dell’Universo. A differenza dei buchi neri di massa stellare o dei buchi neri supermassicci, i buchi neri primordiali sono “piccoli”, con una massa più o meno simile a quella di un asteroide e dimensioni inferiori a una palla da baseball. Compaiono in alcuni modelli teorici e sono stati usati per cercare di spiegare un po’ tutto, dalla materia oscura al misterioso Pianeta X. Molti di questi modelli sostengono che i buchi neri primordiali siano molto comuni nell’Universo, quindi è inevitabile che una stella alla fine ne catturi uno. Stelle con un buco nero al centro sono conosciute come stelle di Hawking.

Cosa sono le stelle di Hawking.

Un buco nero primordiale inizialmente non avrebbe quasi alcun effetto su una stella come il Sole. Rispetto alla massa del Sole, la massa di un asteroide potrebbe essere un granello di polvere. Un buco nero di questo tipo non potrebbe consumare rapidamente gran parte del Sole. Ma influenzerebbe le cose nel tempo. Un buco nero in una stella consumerebbe la materia nel nucleo stellare e crescerebbe con il passare del tempo. Se potesse crescere rapidamente, potrebbe consumare completamente una stella. In caso contrario, ciò potrebbe comunque influenzare l’evoluzione e la fine della vita della stella stessa.

Ma quindi c’è un buco nero nel Sole?

Lo studio mostra che tutto dipende dalla dimensione iniziale del buco nero primordiale. Per quelli con massa di circa un miliardesimo di quella solare, potrebbe consumare una stella in meno di mezzo miliardo di anni. Se ciò fosse accaduto, allora dovrebbero esserci parecchi buchi neri di massa solare là fuori, troppo piccoli per essersi formati da supernove come i tradizionali buchi neri di massa stellare. Se il buco nero primordiale è molto più piccolo, diciamo meno di un trilionesimo di massa solare, allora le cose si complicano. Il minuscolo buco nero consumerebbe parte della materia all’interno della stella, ma non a un ritmo veloce. Tuttavia, susciterebbe qualcosa nel nucleo, riscaldandolo più della sola fusione. Di conseguenza, una stella potrebbe gonfiarsi fino a diventare più fredda e più rossa delle normali giganti rosse. Tutta quella turbolenza nel nucleo potrebbe influenzare anche l’attività superficiale della stella. Perciò no, non esiste alcun buco nero nel nostro Sole. O se esiste, dovrebbe essere estremamente piccolo. Ma forse ci sono alcune stelle di Hawking là fuori, ed è questo che affascina gli scienziati. C’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire in astronomia!

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Il Mistero della Grande Piramide di Cheope.

 

La Grande Piramide di Cheope cela un mistero spesso trascurato da storici e archeologi. È noto che la piramide è composta da circa 2.400.000 blocchi di pietra, ciascuno con un peso compreso tra 2 e 70 tonnellate. Questi blocchi furono disposti con una precisione straordinaria, con un margine di errore di appena 1 centimetro alla base e una deviazione verso nord di solo 1 grado, una precisione che oggi sarebbe possibile solo con tecnologie laser avanzate.
Tuttavia, la precisione costruttiva non è il mistero principale, né lo è il metodo con cui furono trasportati questi enormi blocchi. La vera domanda è: quanto tempo fu necessario per costruire la piramide?
Un calcolo sorprendente.
Se gli operai dell'antico Egitto avessero potuto tagliare, trasportare e posizionare un solo blocco al giorno, la costruzione della piramide avrebbe richiesto 6.575 anni! Questo significherebbe che la costruzione sarebbe iniziata intorno al 9.000 a.C., molto prima della data ufficiale accettata di circa 2.500 a.C., quando si ritiene che la piramide sia stata completata in soli 10 anni.
Un ritmo impossibile?
Se la piramide fosse stata davvero costruita in 10 anni, ciò avrebbe significato che gli operai avrebbero dovuto:
Tagliare, trasportare e posizionare un blocco ogni minuto
Lavorare 10 ore al giorno, senza sosta, per un decennio
Data la tecnologia dell'epoca, basata su utensili in rame (un metallo relativamente morbido) e senza l’uso della ruota, questa ipotesi appare altamente improbabile.
Il Mistero Rimane.
Sebbene sia chiaro che la Grande Piramide fu costruita dalla popolazione locale, il tempo impiegato per la costruzione e l’identità esatta dei costruttori rimangono avvolti nel mistero. Questa enigma continua a sfidare la nostra comprensione delle capacità costruttive delle antiche civiltà.

domenica 23 febbraio 2025

Il Dwarfie Stane, Scozia. -

 

Il Dwarfie Stane su Hoy Island nelle Orcadi, Scozia, è un enigma scolpito nella pietra, un antico enigma che ha sconcertato storici e archeologi per oltre 5.000 anni. Immagina di stare davanti a un enorme macigno di arenaria, faticosamente svuotato da mani sconosciute, il suo scopo è perso nel tempo. Era una tomba, un rifugio eremita, o qualcosa di ancora più misterioso? Questo monumento neolitico, risalente almeno al 3.000 a.C., rimane uno dei siti preistorici più sconcertanti della Scozia.
Scolpito da un unico blocco di arenaria, il Dwarfie Stane è diverso da qualsiasi altra struttura neolitica in Gran Bretagna. A differenza dei cerchi di pietra accuratamente disposti o delle grandi camere delle Orcadi, questo monumento non è stato costruito da lastre separate, ma scolpito da un'unica roccia inamovibile. Presenta due piccole camere collegate da uno stretto passaggio, con una "porta" in pietra ormai mancante che una volta la sigillava. La precisione della sua costruzione, dati i rudimentali strumenti disponibili all'epoca, è notevole.
Le leggende girano intorno al sito, aggiungendo al suo intrigo. Alcuni dicono che fosse la casa di un gigante, mentre altri sostengono che fosse occupato dai nani, da qui il suo nome curioso. Il viaggiatore del XIX secolo Walter Scott ha persino ipotizzato che un fuggitivo o un eremita potesse aver vissuto lì. Nonostante queste teorie, nessuna prova definitiva conferma se il Dwarfie Stane fosse una tomba, un rifugio o un luogo di significato rituale.
Oggi, questa misteriosa reliquia continua a rompere i visitatori. Ambientato nel drammatico paesaggio di Hoy, circondato da scogliere imponenti e brughiera spazzata dal vento, il Dwarfie Stane si erge come testimone silenzioso di un passato lontano. I suoi segreti potrebbero non essere mai completamente scoperti, ma il suo mistero lo rende uno dei siti antichi più affascinanti delle Orcadi.

giovedì 20 febbraio 2025

Herodium, Deserto di Giudea.

 

Arroccato su una collina artificiale nel Deserto di Giudea, circa 12 chilometri a sud di Gerusalemme e 5 chilometri a sud-est di Betlemme, sorge l’Herodium, straordinaria testimonianza della maestria architettonica e della visione grandiosa di Erode il Grande. Costruito tra il 23 e il 15 a.C., questo complesso unisce in modo unico le funzioni di fortezza, palazzo reale e mausoleo, riflettendo l’ambizione di Erode e il suo desiderio di lasciare un segno indelebile nella storia.

Il progetto dell’Herodium rappresenta un autentico capolavoro di ingegneria antica. La residenza reale, situata sulla sommità, era circondata da quattro torri, di cui la più grande ospitava gli alloggi privati di Erode, decorati con raffinati affreschi e pavimenti a mosaico. Il complesso comprendeva anche un lussuoso bagno in stile romano, dotato di calidarium (bagno caldo), tepidarium (sala tiepida) e frigidarium (bagno freddo), a testimonianza dello sfarzo tipico delle costruzioni erodiane.

Nel 2007, gli archeologi hanno scoperto all’Herodium un sontuoso sarcofago, ritenuto la tomba di Erode stesso. Questo ritrovamento ha offerto nuove preziose informazioni sulle pratiche funerarie e sull’architettura monumentale dell’epoca.

Oltre alla sua magnificenza iniziale, l’Herodium ebbe un ruolo di rilievo in eventi storici successivi. Durante la Prima Guerra Giudaico-Romana (66-73 d.C.), i ribelli ebrei trasformarono il triclinio (sala da pranzo) di Erode in una sinagoga, uno dei primi esempi noti di questa riconversione in tutta la regione del Levante. Più tardi, durante la rivolta di Bar Kokhba (132-136 d.C.), la fortezza divenne un bastione dei ribelli, come dimostrano i tunnel sotterranei e le fortificazioni rinvenute dagli archeologi.

Oggi l’Herodium resta un’imponente testimonianza dell’innovazione architettonica di Erode e della complessa storia della Giudea antica. Le sue rovine offrono a studiosi e visitatori una finestra unica sul passato, rivelando la fusione tra lusso e strategia militare che caratterizzava il regno di Erode. Ancora oggi il sito è al centro di importanti ricerche archeologiche, contribuendo a far luce sulle dinamiche culturali e politiche dell’antica Giudea

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mercoledì 19 febbraio 2025

Il piano di Trump per il futuro dell’Ucraina? Non solo terre rare: dal petrolio al gas, cosa dovrebbe cedere Kiev in cambio della pace.

 

Una colonizzazione economica. O, in termini meno tecnici, una svendita totale. Se accettasse le condizioni proposte e il contratto venisse effettivamente firmato, Kiev potrebbe dover letteralmente consegnare a Washington le chiavi del proprio comparto estrattivo. E non solo di quello. Perché non ci sono solo le terre rare nell’accordo che Donald Trump ha proposto all’Ucraina per continuare a garantirle il sostegno militare degli Stati Uniti: i “500 miliardi di dollari” che il tycoon ha chiesto a Volodymyr Zelensky comprendono altri importanti asset strategici come porti e infrastrutture di petrolio e gas. Tutto nero su bianco in una bozza del contratto preliminare pubblicata dal Telegraph.

Il documento, contrassegnato come “Privileged & Confidential” e datato “7 febbraio 2025”, afferma che gli Stati Uniti e l’Ucraina dovrebbero creare un fondo di investimento congiunto per garantire che “le parti ostili al conflitto non traggano vantaggio dalla ricostruzione dell’Ucraina”. Ma a restare fuori dal gioco non sarebbero solo quelle ostili: il fondo, si legge, “avrà il diritto esclusivo di stabilire il metodo, i criteri di selezione, i termini e le condizioni” di tutte le licenze e i progetti futuri. Washington, quindi, potrà decidere con quali paesi Kiev potrà o non potrà fare affari in futuro. L’accordo copre il “valore economico associato alle risorse dell’Ucraina”, tra cui “risorse minerariepetrolio e gas, porti, altre infrastrutture (come concordato)” e “sarà regolato dalla legislazione di New York“. Feudo politico e finanziaro del tycoon.

Washington avrà diritto al 50% delle entrate che l’Ucraina ricaverà dall’estrazione di risorse e al 50% del valore finanziario di “tutte le nuove licenze rilasciate a terze parti”. Agli Stati Uniti sarà garantito “un privilegio su tali entrate“. “Una clausola che significa ‘pagateci prima e poi date da mangiare ai vostri figli'”, ha commentato una fonte vicina alle trattative con il quotidiano britannico. Per tutte le future licenze, inoltre, “gli Stati Uniti avranno un diritto di prelazione sull’acquisto di minerali esportabili”. Condizioni che al vertice sulla sicurezza tenuto nel fine settimana a Monaco hanno costretto i funzionari ucraini, già a conoscenza della bozza, a opporre buon viso a cattivo gioco, ufficialmente facendo professione di fiducia in vista un accordo, ma allo stesso tempo sostenendo a mezza bocca che l’intesa proposta da Washington è economicamente insostenibile e necessita di modifiche.

Era stato Zelensky a proporre agli Stati Uniti “condizioni favorevoli” per una partecipazione diretta nell’estrazione di minerali pregiati sul territorio ucraino durante una visita alla Trump Tower a settembre, con l’obiettivo di garantirsi la fornitura di armamenti anche dopo la vittoria del tycoon. L’idea del leader ucraino era di portare aziende statunitensi a stabilirsi sul territorio, creando un legame politico-economico con la prima potenza mondiale in grado di dissuadere Vladimir Putin dall’attaccare di nuovo il paese. Con la metà dei bacini minerari più preziosi che si trovano vicino al fronte di guerra nell’est o nelle aree occupate dai russi, il calcolo non dichiarato di Zelensky era quello di evitare che le riserve strategiche di titanio, tungsteno, uranio, grafite e terre rare finiscano nelle mani di Mosca. Difficilmente, tuttavia, avrebbe pensato di trovarsi di fronte a condizioni così dure, simili a quelle imposte agli stati aggressori sconfitti in guerra.

Trump aveva detto chiaramente di puntare alle ricchezze ucraine. Dall’inizio della guerra, aveva premesso, gli Stati Uniti hanno dato a Kiev tra i 300 e i 350 miliardi di dollari i aiuti. “Ho detto loro (agli ucraini, ndr) che voglio l’equivalente di 500 miliardi di dollari di terre rare – aveva detto il 10 febbraio a Fox News -, e hanno sostanzialmente accettato”. “Hanno terreni di enorme valore in termini di terre rare, in termini di petrolio e gas, in termini di altre cose”, aveva spiegato. Ora il pre-contratto quantifica la richiesta. Se la bozza venisse accettata, calcola il Telegraph, “le richieste di Trump ammonterebbero a una quota maggiore del Pil ucraino rispetto alle riparazioni imposte alla Germania dal Trattato di Versailles” che il 7 maggio 1919 pose ufficialmente fino alla Prima guerra mondiale, “in seguito ridotte alla Conferenza di Londra nel 1921 e dal Piano Dawes nel 1924”. Le condizioni “sono peggiori delle sanzioni finanziarie imposte a Germania e Giappone dopo la loro sconfitta nel 1945. Entrambi i paesi erano in definitiva beneficiari netti di fondi dagli alleati vittoriosi”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/02/18/il-piano-di-trump-per-colonizzare-ucraina-in-cambio-della-pace/7882320/?fbclid=IwY2xjawIimNpleHRuA2FlbQIxMQABHXXgNU4xfeBJXs7aBzyH4TksPSAsrDaV-xqeW8cJXlU-9q2-TrE-u9L1zQ_aem_Xtz02h2BPL5VyTRSPITUTw


Terrificante! Gli USA producono guerre per appropriarsi di tutto ciò che produce denaro... Visto che non sono riusciti ad ottenere ciò che volevano con la guerra provocata, usano altri sistemi per appropriarsi di ciò che interessa loro: terre rare, petrolio, gas... E non smetteranno mai, perchè la loro voglia di primeggiare in tutto e diventare padroni del mondo non cesserà mai!

cetta.

"Il forte di Samaipata" Bolivia. - Nicolas Kess Jighu

 

Situato nell'alta giungla della Bolivia si trova l'antico sito di Samaipata, un luogo avvolto nel mistero e scolpito nella pietra. Conosciuto come El Fuerte de Samaipata o "Il forte di Samaipata", questa antica meraviglia megalitica non è una fortezza nel senso tradizionale, ma piuttosto una vasta piattaforma di roccia scolpita adornata con simboli enigmatici e canali che sfidano una facile spiegazione.
Con una lunghezza di 220 metri e una larghezza di 60 metri, Samaipata è una delle pietre scolpite più grandi del mondo. La sua superficie liscia è incisa con figure, canali e nicchie, il che suggerisce che potrebbe essere stata un centro cerimoniale o astronomico. Alcuni storici ritengono che fosse un luogo sacro per la civiltà Inca, mentre altri suggeriscono che potrebbe avere origini più profonde, pre-Inca, potenzialmente risalenti a culture scomparse molto tempo fa.
Il design include diverse figure di animali, in particolare serpenti, e simboli che si allineano con punti celesti chiave. Ciò ha portato a teorie secondo cui il sito fosse un osservatorio astronomico. Tuttavia, a differenza di altri siti Inca, le incisioni di Samaipata sono più astratte e prive del taglio preciso della pietra tipicamente associato all'architettura Inca, il che aumenta il mistero su chi le abbia effettivamente costruite e per quale scopo.

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I misteri di Cusco: il segreto delle mura Inca!

 

I misteri di Cusco: il segreto delle mura Inca!
Nel cuore delle Ande, la città di Cusco racconta la grandezza dell’Impero Inca attraverso le sue incredibili mura di pietra, ancora in piedi dopo secoli!
Passeggiando vicino a Plaza de Armas, si incontra il vicolo di Loreto, dove due mura leggendarie si ergono fianco a fianco: da un lato, l’Amarucancha, antica residenza dell’Inca Huayna Capac; dall’altro, l’Acllahuasi, la “Casa delle Donne Scelte”.
Ciò che lascia senza parole è la tecnica di costruzione: blocchi di pietra perfettamente incastrati senza malta, resistenti ai terremoti che hanno distrutto molte strutture spagnole. Gli Inca sapevano come sfidare il tempo e la natura!

martedì 18 febbraio 2025

Porta Nigra - Treviri - Germania.

 

La scoperta di tre o quattro piani sotterranei potrebbe sembrare sensazionale, ma in realtà si tratta della Porta Nigra, un’imponente struttura romana situata a Treviri, in Germania. Il suo nome, che in latino significa "Porta Nera", deriva dal colore scuro della pietra. Risalente al II secolo d.C., è una delle porte cittadine romane meglio conservate al mondo e rappresenta da secoli un simbolo della storia di Treviri. In origine faceva parte delle fortificazioni della città, ma nel corso del tempo fu trasformata in chiesa e subì diverse modifiche architettoniche.
L’interramento parziale della struttura è dovuto ai cambiamenti del paesaggio urbano nel corso dei secoli. Con l’espansione di Treviri, il livello del suolo si è progressivamente innalzato, fino a seppellire parte della porta. Oggi è visibile solo la sezione superiore, mentre i piani inferiori rimasero a lungo nascosti sotto strati di terra e sedimenti. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce l’intera costruzione, rivelando la sua reale estensione e restituendo al mondo una testimonianza straordinaria dell’architettura romana.
Oggi la Porta Nigra si erge maestosa, testimone dell’ingegneria romana e del passato glorioso di Treviri. I visitatori possono esplorare i suoi antichi corridoi e ammirare il panorama sulla città dalla sua sommità. La scoperta dei livelli sotterranei non fa che accrescere il fascino e il valore storico di questa straordinaria opera, offrendo uno sguardo unico sul passato e sul genio costruttivo dell’Impero Romano.

Xiaozai Tiankang, voragine naturale. Cina

 

La più grande e profonda voragine naturale del pianeta si chiama Xiaozai Tiankang.
Si trova nel cuore della Cina, Penji. Questo fantastico tombino è completamente naturale e raggiunge una profondità di 662 metri e una larghezza di 537 metri.
Ma la cosa più sorprendente è l'esplosione di vita che contiene. Ciò che confonde i geologi a causa degli effetti dell'acqua è Xiaozai Tiankang. In questo caso, si è formato in cima ad una grotta, dove un fiume sotterraneo, lungo 8,5 chilometri, sfocia in una magnifica cascata. Le sue enormi dimensioni lo rendono la voragine più profonda del mondo.
Ospita circa 1.300 specie di piante e fauna selvatica. Tra gli "inquilini" più affascinanti della foresta sotterranea c'è la pantera nebbiosa, conosciuta dai locali fin dall'antichità.

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Newgrange - Tomba neolitica. - Nicolas Kess Jighu

 

Immersa nell'incantevole paesaggio della contea di Meath, in Irlanda, si trova la maestosa Newgrange, una tomba neolitica che risale a circa il 3.200 a.C. Questa straordinaria struttura ha più di 5.200 anni, superando di ben 600 anni le maestose piramidi egizie e superando di un millennio l'iconica Stonehenge. Ma non è solo la sua età a catturare l'immaginazione; Newgrange vanta un magistrale design architettonico che riflette la straordinaria ingegnosità dei suoi creatori. Ogni solstizio d'inverno, al sorgere del sole, i suoi raggi dorati penetrano nella camera interna con una precisione mozzafiato, a testimonianza delle avanzate conoscenze astronomiche possedute da quegli antichi artigiani. Oggi, Newgrange è venerata come uno dei siti preistorici più significativi d'Europa, una sentinella silenziosa dei misteri e delle meraviglie di un lontano passato.

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Il mistero della Dighton Rock. - Nicolas Kess Jighu

 

Un'antica iscrizione che nessuno riesce a decifrare.
Nascosta nel fiume Taunton nel Massachusetts, la Dighton Rock è un masso da 40 tonnellate ricoperto di strane incisioni che hanno lasciato perplessi gli storici per secoli. I simboli e le iscrizioni mistiche, incise sulla superficie della roccia, sembrano raffigurare figure umane, animali, forme geometriche e scritture sconosciute, dando origine a infinite speculazioni sulle loro origini.
La prima menzione registrata della Dighton Rock risale al 1680, quando il reverendo John Danforth abbozzò le incisioni, descrivendole come un enigmatico mix di caratteri e pittogrammi. Da allora, gli studiosi hanno proposto molteplici teorie su chi le abbia create. Alcuni credono che i segni siano stati lasciati da tribù di nativi americani, forse dal popolo Wampanoag, come parte di un documento religioso o storico. Altri suggeriscono che i Vichinghi, gli esploratori portoghesi o persino gli antichi Fenici potrebbero aver lasciato il loro segno sulla pietra, suggerendo un contatto transatlantico precolombiano.
Una delle teorie più controverse sostiene che le incisioni siano la prova di una civiltà perduta, forse legata ai primi visitatori provenienti dall'Europa o dall'Asia molto prima che Colombo arrivasse nelle Americhe. Nonostante i numerosi tentativi di decifrare le iscrizioni, non è stato raggiunto alcun consenso e le vere origini della Dighton Rock rimangono sconosciute.
Oggi, la roccia è ospitata nel Dighton Rock State Park, dove continua ad affascinare ricercatori, storici e amanti del mistero. Che contenga la chiave per una parte sconosciuta della storia o rimanga un enigma irrisolto, la Dighton Rock è uno dei reperti archeologici più misteriosi del Nord America.

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lunedì 17 febbraio 2025

Simone Cristicchi - Quando sarai piccola - Sanremo

 

Quando sarai piccola ti aiuterò a capire chi sei,
ti starò vicino come non ho fatto mai.
Rallenteremo il passo se camminerò veloce,
parlerò al posto tuo se ti si ferma la voce.
Giocheremo a ricordare quanti figli hai,
che sei nata il 20 marzo del ’46.
Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito
ti dirò di mio padre ovvero tuo marito.
Ti insegnerò a stare in piedi da sola,
a ritrovare la strada di casa.
Ti ripeterò il mio nome mille volte
perché tanto te lo scorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
per restituirti tutto quell’amore che mi hai dato
e sorridere del tempo che non sembra mai passato.
Quando sarai piccola mi insegnerai davvero chi sono,
a capire che tuo figlio è diventato un uomo.
Quando ti prenderò in braccio e sembrerai leggera
come una bambina sopra un’altalena.
Preparerò da mangiare per cena,
io che so fare il caffè a malapena.
Ti ripeterò il tuo nome mille volte
fino a quando lo ricorderai.
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
per restituirti tutto, tutto il bene che mi hai dato.
E sconfiggere anche il tempo che per noi non è passato.
Ci sono cose che non puoi cancellare, ci sono abbracci che non devi sprecare.
Ci sono sguardi pieni di silenzio che non sai descrivere con le parole.
C’è quella rabbia di vederti cambiare e la fatica di doverlo accettare.
Ci sono pagine di vita, pezzi di memoria che non so dimenticare
Eeee… è ancora un altro giorno insieme a te,
per restituirti tutta questa vita che mi hai dato
e sorridere del tempo e di come ci ha cambiato.
Quando sarai piccola ti stringerò talmente forte
che non avrai paura nemmeno della morte
Tu mi darai la tua mano, io un bacio sulla fronte
Adesso è tardi, fai la brava
buonanotte.