Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 18 aprile 2025
15 scheletri di 7000 anni scoperti nel rifugio rupestre del Takarkori in Libia.
giovedì 9 settembre 2021
Ottanta scheletri con le mani legate trovati davanti a un casolare: la scoperta durante la costruzione di una casa di riposo.
Siamo a Buckingham, città a 110 chilometri da Londra, in Gran Bretagna. Durante i lavori di costruzione di una casa di riposo, la macabra scoperta, avvenuta nel 2020: ecco perché si torna a parlarne ora.
La notizia, rilanciata dal locale Bucks Free Press, torna sui giornali britannici. Ottanta scheletri con le mani legate trovati da alcuni operai a Buckingham, città a 110 chilometri da Londra, in Gran Bretagna. Durante i lavori di costruzione di una casa di riposo, ecco la macabra scoperta, avvenuta nel 2020: i corpi sarebbero stati tumulati nel terreno che circonda un casolare, lo West End Farm, in Brackley Road. “Il più grande ritrovamento di questo tipo, probabilmente prigionieri di guerra”, ha detto lo storico Ed Grimsdale alla Bbc. Ma perché si è tornati a parlarne adesso? Un consigliere comunale locale, Robin Stuchbury, non ha ben chiaro come mai non si sia andati a chiarire la provenienza di questi corpi: “Vorrei che il responsabile di gabinetto per la pianificazione e l’urbanistica redigesse un rapporto con le analisi di base fatte fino ad adesso per chiarire ciò che realmente è accaduto a questi uomini e a queste donne, e quando è accaduto”. Il Network Archaeology che si stava occupando delle ricerche ha avuto problemi economici ma Robin Stuchbury chiede che il Consiglio trovi altre vie per continuare.
ILFQ
venerdì 24 novembre 2017
NELLE MONTAGNE DI BAIAN-KARA-ULA, UNA INCREDIBILE SCOPERTA ARCHEOLOGICA.

TRA IL 1937 E IL 1938, UNA SPEDIZIONE ARCHEOLOGICA PERCORRENDO GLI IMPERVI SENTIERI DELLE MONTAGNE DI BAIAN-KARA-ULA, SUL CONFINE TRA CINA E TIBET, SCOPRÌ UNA SERIE DI SEPOLTURE “MOLTO PARTICOLARI” SITUATE ALL’INTERNO DI GROTTE SCOLPITE NELLA ROCCIA. SI TRATTA DI UNA DELLE PIÙ IMPORTANTI SCOPERTE ARCHEOLOGICHE DEL NOVECENTO, E HA PER OGGETTO MANUFATTI E SCHELETRI “PRESUMIBILMENTE ALIENI”.
All’interno delle grotte furono trovate sepolture all’apparenza molto antiche, disposte in modo ordinato, con i resti scheletrici di esseri umani dallo “strano” aspetto.Gli scheletri, che misuravano poco più di un metro e trenta centimetri di altezza, avevano un aspetto fragile ed esile ed un teschio con un’ampia volta cranica, sproporzionata rispetto al resto del corpo.
A che tipo di esseri umani potevano essere appartenuti quegli scheletri? Erano davvero esseri umani? Durante altre ricerche più approfondite, sulle pareti scolpite, furono trovati dei pittogrammi rappresentanti degli astri celesti. Vi erano raffigurati la terra, il sole, la luna, oltre a diversi sistemi stellari, tutti collegati tra loro da una serie di puntini che formavano delle linee. Era ovvio che quelle immagini dovessero appartenere ad una specie di mappa creata da esseri intelligenti. In seguito, il gruppo di ricerca del professor Chi Pu Tei compì quella che fu definita da loro stessi: “La più incredibile scoperta che abbiamo fatto”.
Semisepolti nel pavimento pieno di detriti delle varie grotte, furono ritrovati degli oggetti dall’aspetto insolito, originariamente definiti “strani dischi di pietra” e descritti come “evidentemente plasmati dalla mano di una creatura intelligente”. Questi oggetti misuravano circa nove pollici di diametro e tre quarti di pollice di spessore. Nel centro esatto si apriva un buco perfettamente rotondo di 3/4 di pollice, e inciso sulla superficie c’era un solco sottile a spirale, che dal centro andava verso il bordo, rendendo l’aspetto degli oggetti somigliante a una specie di “disco per i fonografi.” Uno dei dischi conservati meglio, è stato datato tra il 10.000 e il 12.000 a.C., perciò di gran lunga più vecchio di ogni possibile datazione delle piramidi egizie. In totale vennero trovate ben 716 lastre circolari, ciascuna delle quali sembrava nascondere un proprio mistero.
Nel 1968, Zaitsev pubblicò un documento che sollevò molto interesse, riguardante visite di extraterrestri sul nostro pianeta avvenute in un lontano passato, Alcune delle informazioni presentate nel suo saggio, si basano proprio sulle indagini svolte dal professor Tsum Um Nui nel 1962. In seguito, nel 1974 – dopo un periodo in cui la questione dei dischi di pietra sembrava svanita nel nulla – un ingegnere austriaco di nome Ernst Wegener si interessò a due dischi che si trovavano nel Museo Banpo a Xi’an. Il direttore del museo permise a Wegener di fotografare i dischi, che cominciavano a deteriorarsi, con la Polaroid che egli aveva con sé. E di fatto le foto che scattò, sono quelle che circolano ancora oggi, e forse le uniche esistenti.
Infine, nel 1994, quando il ricercatore tedesco Hartwig Hausdorf che stava studiando le piramidi presenti sul territorio cinese, domandò dei dischi all’attuale direttore del Museo Banpo, gli fu risposto che di essi non c’era più traccia! Se tutta questa storia è vera, non lo sappiamo, poiché non si hanno ancora prove né in un senso né nell’altro. Ci si domanda, ad esempio, che fine abbiano fatto questi dischi di pietra? o quale sia stata la sorte del prof. Tsum Um Nui, la cui relazione di ricerca sui dischi deve essere stata ritenuta di estrema importanza dalle autorità cinesi, relazione che parlava del naufragio di un equipaggio alieno sulla Terra risalente a 12.000 anni fa. Ma se un atterraggio di emergenza nelle montagne di Baian- Kara-Ula è realmente avvenuto, dove si trovano allora i resti della navicella? Un’astronave in grado di attraversare e sopportare le sollecitazioni di un viaggio interstellare, non dovrebbe essersi ridotta in polvere. La navicella potrebbe quindi trovarsi ancora sepolta sotto la patina dei millenni, nelle impenetrabili foreste tra Cina e Tibet. Del resto, nell’era contemporanea la Cina ha dimostrato una grande apertura nello studio degli UFO, della vita extraterrestre e delle problematiche spaziali, con la nascita di molti centri di ricerca, anche a livello governativo. Tutto questo, forse, può essere successo anche per effetto di studi segreti derivati dal recupero di un veicolo spaziale alieno? Purtroppo non lo sappiamo. Certo è che ogni fatto “strano”, di norma, viene subito bollato come falso dalle autorità, e spesso anche dalla mentalità comune della gente… ma perché di cosa abbiamo paura? In questi casi si cercano delle prove, ma spesso purtroppo abbiamo solo testimonianze. Ovviamente, se aspettiamo che un ente governativo rilasci delle prove o delle notizie certe, su fatti come quello di Baian-Kara-Ula, potremmo aspettare all’infinito. Chi trova qualcosa di inusuale o non convenzionale di questo tipo, se lo tiene per sé (vedi caso “Roswell”), e chi pensa il contrario, è un ingenuo. Bisognerebbe forse, in conclusione, fare propria questa massima di Carl Gustav Jung che dice: “Non commetterò l’errore di considerare una frode tutto ciò che non sono in grado di spiegare”, e mantenere una adeguata larghezza di vedute; altrimenti rischiamo di chiuderci in una gabbia di ignoranza e inconsapevolezza.
venerdì 13 febbraio 2015
Trovata coppia di scheletri, abbracciati da 5.800 anni.
Lo straordinario ritrovamento nella grotta di Alepotrypa, nel sud del Peloponneso.
Nello stesso luogo erano stati inumati un altro uomo e un'altra donna, rinvenuti accovacciati in posizione fetale. Le sepolture contenevano anche punte di freccia rotte.
Grazie al metodo del Carbonio 14, gli scheletri della coppia abbracciata sono stati datati intorno al 3800 a.C. mentre l'analisi del DNA ha confermato che i resti appartenevano a un maschio e a una femmina. Entrambe le sepolture fanno parte di una necropoli neolitica nell'area della grotta di Diros, a Ovest del villaggio di Mani occidentale, dove gli scavi hanno già riportato alla luce tombe risalenti al 4200-3800 a.C.