mercoledì 3 giugno 2009

Non firmate mai niente!

ATTENZIONE!!!!
Premetto che sono stata tra i primi a farsi raggirare firmando una petizione.
Oggi ho ricevuto questa email:

"Ciao Cettina,ti scrivo in quanto sei tra i firmatari della petizione Ridate l'inchiesta Why Not a De Magistris! , che grazie al tuo contributo si è fatta sentire. Ti ringrazio perchè sei tra chi ha aiutato firmiamo.it a superare il milione di utenti e di firme raccolte, diventando la prima piattaforma europea. Siamo leader anche in francia con jesigne.fr. La nostra missione è quella di dare voce a tutte le opinioni del mondo e grazie a te ci stiamo riuscendo.Un caro saluto e a presto.
Marco Camisani CalzolariCEO & Founder

Firmiamo.it"

Sotto la mail c'è un riferimento:http://www.speakage.com cliccando sul link mi sono ritrovata quanto segue:

"Sono lieto di annunciare che Speakage, la società che ho fondato e che dirigo, ha realizzato www.forzasilvio.it , il network ufficiale dei sostenitori di Silvio Berlusconi. A seguito del successo di Obama correlato all’uso corretto di internet e delle sue potenzialità, il Presidente ha affidato a Speakage l’incarico di produrre un network altrettanto moderno e performante. Un sito in continua crescita, che nei prossimi giorni vedrà sempre nuove funzionalità e tecnologie, finalizzate ad offrire una piattaforma funzionale e capace di gestire tutte le attività di relazione e conversazione intorno al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi."

Naturalmente mi sono precipitata a rispondere immediatamente quanto segue:

Egregio, Chiedo, con applicazione immediata, la cancellazione della mia firma e dei miei dati personali inviati a suo tempo con l'adesione all'iniziativa.Gradisco, pertanto, un riscontro altrettanto immediato alla mia richiesta.In mancanza di una risposta, mi vedrò costretta ad adire le vie legali.

Aprite bene gli occhi, non mandate mai dati personali a nessuno, dietro una petizione si può nascondere un inganno!

Montenegro Connection.




Questa, mi mancava...........


Montenegro Connection
di Leo Sisti

Arriva in tribunale l'inchiesta sui rapporti tra la malavita organizzata e Milo Djukanovic, l'amico di Berlusconi a Podgorica.

Milo DjukanovicDopo anni di lunghe indagini arriva all'esame del Tribunale l'inchiesta della Procura di Bari sulla "Montenegro connection", un colossale traffico di tabacco che sfiora i vertici dell'ex paese jugoslavo, alleati con le mafie di Campania e Puglia, camorra e Sacra Corona Unita. Mercoledì 3 giugno davanti al giudice Rosa Calia Di Pinto comincia l'udienza preliminare di un caso giudiziario riassunto nelle seguenti cifre: un miliardo di sigarette, pari a 100 mila casse, o mille tonnellate, venivano trasportate ogni mese a bordo di motoscafi super veloci dai porti del Montenegro, al di là dell'Adriatico, sulle coste pugliesi tra Bari e Brindisi. Agli ordini dei capi della criminalità organizzata i carichi venivano poi distribuiti ai consumatori nei mercati illegali del contrabbando. I profitti venivano in seguito trasferiti nei forzieri di numerose banche svizzere, tra Lugano e il Canton Ticino. Sono una montagna, più di un miliardo di dollari, riciclati da broker elvetici per conto dei boss italiani, come risulta dagli atti del processo "Operazione Montecristo" iniziato ad aprile a Bellinzona come costola della "Montenegro connection" e prossimo alla conclusione, prevista per fine giugno.Per dodici mesi i reporter del network americano di ICIJ (International Consortium of Investigative Journalists), emanazione del Center for Public Integrity di Washington, hanno scavato in mezzo a migliaia di pagine di ordini di custodia cautelare, interrogatori, intercettazioni e rogatorie internazionali, ora tutto depositato per giudici e avvocati dai pm Giuseppe Scelsi ed Eugenia Pontassuglia. Da oggi il risultato delle loro ricerche è nel sito
www.publicintegrity.org, che pubblica documenti finora inediti.Sono 14 le persone per le quali la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio e per le quali il giudice Calia Di Pinto dovrà valutare se ci sono sufficienti prove per mandarle alla sbarra. Milo Djukanovic, rieletto primo ministro del Montenegro dopo le elezioni del marzo 2009, e principale indiziato, è stato salvato dall'immunità diplomatica. Accusato di associazione mafiosa legata al contrabbando di sigarette per fatti che vanno dal '94 al 2002, è ora fuori dal procedimento (nella "Richiesta di rinvio a giudizio" il suo nome è coperto da "omissis"). Ma, anche se lontano, sarà ugualmente presente. Tante sono le contestazioni a lui mosse dal pm Scelsi, per più di dieci anni a caccia di carte che, dalla Svizzera a Cipro, dall'Olanda, agli Stati Uniti, potessero mettere a nudo il suo ruolo. Djukanovic, stando alle accuse, avrebbe "promosso, diretto, costituito e preso parte ad un'associazione di stampo camorristico-mafioso". Un rapporto di 409 pagine della Dia di Bari esprime pesanti giudizi:
Milo Djukanovic era perfettamente consapevole sia di quanto accadeva in Montenegro, sia delle successive ripercussioni che si verificavano ai danni dello Stato italiano e degli altri Stati dell?Europa comunitaria. Era consapevole in quanto coinvolto e direttamente interessato. Egli stesso aveva avuto modo di rendersi conto delle ingentissime somme di denaro, in valuta pregiata, che produceva l'indotto del contrabbando di tabacchi gestito dalla criminalità organizzata italiana. L'avidità "dell'arricchimento" lo ha reso talmente spregiudicato da integrarsi nell'associazione al punto di garantire, soprattutto attraverso l'apparato di sicurezza dello Stato, la protezione di quei latitanti ricercati dalle autorità italiane in dispregio alle più elementari norme di diritto. Sempre nel rapporto della Dia si legge: Il Montenegro, per dieci anni, è stata la vera Tortuga dell'Adriatico: paradiso dei traffici illeciti; impunità garantita ai malavitosi; località costiere come Bar e Cattaro (porti montenegrini, ndr) utilizzate come basi logistiche; flottiglie di scafi; la scorta garantita dalle autorità alle merci illecitamente trafficate; una vicenda allucinante; una vicenda d'altri tempi. Nel periodo in esame la Tortuga è stata "governata" da Milo Djukanovic
(02 giugno 2009)

Continua qui:

Cade la maschera del clown.

Berlusconi deve rispondere alle accuse sulle sue frequentazioni femminili e alle domande sul suo comportamento inadeguato. La qualità del governo non è un affare privato.
L’aspetto più sgradevole del comportamento di Silvio Berlusconi non è il fatto che egli sia un buffone sciovinista, né che gli piaccia fare baldoria con donne di cinquant’anni più giovani di lui, abusando della sua posizione per offrire loro lavori da modella, da assistente personale o perfino, per assurdo, da candidata al Parlamento Europeo. Quello che è più sconvolgente è il totale disprezzo con cui tratta l’opinione pubblica italiana.
Questo vecchio Casanova forse trova il suo atteggiamento da playboy divertente, o perfino audace, vantandosi delle sue conquiste, umiliando sua moglie e facendo commenti che per molte donne sarebbero grottescamente inappropriati. Non è il primo né l’unico il cui comportamento indegno non è adatto alla carica che ricopre. Ma quando gli vengono poste delle domande legittime sui propri rapporti che riguardano lo scandalo e i quotidiani lo incalzano perché dia delle spiegazioni su delle relazioni che sono quanto meno sconcertanti, la maschera del clown cade. Minaccia quei giornali e quelle televisioni che lui stesso controlla, invoca la legge per proteggere la sua “privacy”, rilascia delle dichiarazioni evasive e contraddittorie e in seguito promette in maniera melodrammatica che si dimetterà se scoperto a mentire.
La vita privata di Berlusconi è certamente privata. Ma come ha scoperto il Presidente Clinton, gli scandali non si conciliano con le cariche importanti. Ai suoi critici, Berlusconi risponde che lui rimane in vetta nei sondaggi di popolarità, che lui controlla saldamente il suo governo e che non sarà intimidito da quelli che lui definisce come tentativi dell’opposizione di diffamarlo. Inoltre, molti dicono che l’Italia non è l’America: il quadro di riferimento basato sull’etica puritana presente negli Stati Uniti non ha mai dominato la vita pubblica italiana, e pochi tra gli italiani si scandalizzano per uno che va a donne. Ma questa è pura condiscendenza. Gli italiani, allo stesso modo degli americani, capiscono benissimo cos’è e cosa non è accettabile. E come gli americani, considerano che un occultamento della verità sia spregevole.
Pochi tra i media in Italia sono in grado di sostenere quest’opinione senza la paura di pagarne il prezzo. Ma è merito de La Repubblica l’aver posto continuamente delle domande sui rapporti tra il Presidente del Consiglio e la diciottenne Noemi Letizia, la cui collana ricevuta come regalo di compleanno è stata il pretesto usato dalla moglie di Berlusconi per chiedere il divorzio. Alla maggior parte di queste domande, ed è sulla bocca di ogni elettore italiano confuso, non c’è stata una risposta soddisfacente. Come e quando ha conosciuto la sua famiglia? E’ stato Berlusconi a chiedere delle foto ad un’agenzia di modelle e ad iniziare i rapporti con Noemi Letizia? E’ vero quello che c’è scritto su molti resoconti i quali affermano che dozzine di giovani donne sono state invitate a partecipare a delle feste presso la sua villa in Sardegna?
Berlusconi ha promesso di spiegare tutto in Parlamento. Ma difficilmente avrà rassicurato i suoi critici dopo l’ingiunzione di questo fine settimana con la quale ha bloccato la pubblicazione di circa 700 fotografie che avevano la pretesa di mostrare cosa fosse successo in quelle feste. E non è stato aiutato nemmeno dallo sventurato ministro degli Affari Esteri, il quale ha cercato di difendere il suo capo facendo notare che in Italia l’età per il sesso consenziente è 14 anni - come se ciò fosse rilevante.
Ma è importante tutto ciò? Alcuni italiani diranno di no. Altri diranno che gli estranei non si devono immischiare. Ma i votanti italiani, nel periodo finale prima delle elezioni europee, dovrebbero riflettere su come il loro governo viene gestito, sui candidati considerati adatti a Strasburgo e sulla sincerità del loro Presidente del Consiglio in tempi di crisi politica ed economica.
E questo riguarda anche altri. L’Italia ospiterà gli incontri del G8 quest’anno. Discussioni importanti avranno luogo in questa sede, in cui i governi occidentali premono per una maggiore cooperazione nella lotta al terrorismo e alla criminalità internazionale. Berlusconi si considera amico di Vladimir Putin. Il suo Paese è un membro importante della Nato. Fa anche parte della zona euro, messa alla prova dalla crisi finanziaria globale. Non sono soltanto gli elettori italiani a chiedersi che cosa sta succedendo. Se lo chiedono anche i perplessi alleati dell’Italia.


Articolo di , pubblicato lunedì 1 giugno 2009 in Gran Bretagna.
[The Times]

http://italiadallestero.info/archives/5811

martedì 2 giugno 2009






Soddisfazione in seno allo staff di Progetto per Ferrara, la Lista Civica che candida l’ex City Manager Valentino Tavolazzi come sindaco di Ferrara alle prossime elezioni amministrative.Tutti gli altri scatti del comizio di Grillo, giunto in città per appoggiare la causa di Tavolazzi e soci, tratte dal sito ufficiale della Lista: http://www.progettoperferrara.org/

Le dieci domande poste a Berlusconi da Geoff Andrews.

Il comportamento pubblico e privato del primo ministro italiano è sotto intenso controllo. Un importante giornale italiano gli ha posto dieci domande. Geoff Andrews aggiunge alla lista altre dieci domande:

"Caro Berlusconi,

sono passate quasi tre settimane da quando "Repubblica"ha pubblicato una lista di dieci domande relative alla sua relazione con Noemi Letizia.

Lei ha scelto di non rispondere alle domande sostenendo che l'iniziativa del giornale fosse stata organizzata dalla sinistra.

Da allora lei ha accusato la "Repubblica" di aver orchestrato una trama in favore dalla politica di sinistra, estendendo la notizia ai giornali esteri tra cui il TIME e l 'ECONOMIST.

Nel frattempo ha anche sostenuto che il parlamento italiano fosse inutile e che i giudici soffrissero di invidia e gelosia.

In vista delle elezioni per il parlamento europeo e della successiva riunione dei vertici del G8 che si terrà in Italia, e poichè la sua funzione di uomo pubblico desta interesse, vorrei porle altre dieci domande.

1) Lei ha criticato il ruolo della stampa in questo caso, nonostante Il Giornale - di proprietà della sua famiglia - ed altri giornali abbiano difeso la sua condotta regolarmente. Sono pochi i primi ministri che hanno questo privilegio, ma lei continua a dire che la stampa le è contraria. Qual è la sua concezione, quindi, di una stampa libera? Ad esempio, potrebbe indicare quali sono le eventuali possibili critiche che la stampa può fare ad un primo ministro?

2) Lei ha accusato la Repubblica di aver utilizzato suoi fatti privati per fini politici". Eppure, i confini tra "pubblico" e "privato" spesso si sovrappongono nella sua vita, lei, infatti, possiede una vasta proprietà di quotidiani ed emittenti televisive, mentre esercita il potere politico. Ha promesso di risolvere il "conflitto di interessi" entro 100 giorni dalla data di entrata in carica, ma ancora non ha fatto nulla. Vi sono ampie critiche per questa situazione in tutta Europa. Perché non ha risolto il "conflitto di interessi"? E non pensa che ciò rappresenti un problema per la democrazia italiana?

3) Il 21 maggio 2009, ha descritto il parlamento italiano "inutile", asserendo che solo 100 deputati sarebbero bastati per svolgere il compito. Allo stesso tempo, sostiene che il popolo italiano è con lei. È suo parere, quindi, che l'elettorato italiano sarebbe contento di darle più potere per "fare le cose" in modo più efficiente?

4) Lei ha comparato il ruolo di statista a quello di un imprenditore privato, e in un confronto tra legislatori ed imprenditori, considera migliori gli ultimi. Ha capito la differenza tra un venditore di successo ed uno statista di successo?

5) Il 19 maggio, un giudice italiano ha dichiarato che lei aveva corrotto l'avvocato britannico David Mills, attraverso il pagamento di $ 600,000 per ottenerne falsa testimonianza in suo favore. Mills è stato condannato a febbraio, lei è protetto da immunità parlamentare con legge approvata dal suo governo. Lei ha detto che avrebbe rilasciato una dichiarazione in materia al Parlamento europeo "non appena avrà tempo", ma non prima delle elezioni europee. Perché e quando la farà?

6) In aggiunta alle critiche verso il Parlamento italiano, lei attacca anche i giudici italiani per i loro pregiudizi e "follia". Lei ha recentemente ricevuto critiche per aver minato le procedure costituzionali, ponendola in posizione di conflitto con il Presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, nel caso di Eluana Englaro. E' stato detto che lei stesso aspira a succedere a Napolitano. . Può darci conferma della sua intenzione di diventare presidente della repubblica e in che modo?

7) Nel luglio 2009 sarà ospitato un vertice del G8 a L'Aquila. In occasione dei precedenti vertici internazionali e raduni di leader del mondo, lei ha avuto alcuni problemi di comunicazione con alcuni suoi pari. Prevede la stessa cosa quest'anno?

8) Quali sono, a suo avviso, i suoi più grandi successi, come Primo Ministro italiano?

9) Nel corso delle ultime settimane ha negato di aver partecipato direttamente alla selezione dei candidati per il suo partito al parlamento europeo scegliendoli tra le showgirls in Tv, anche se il suo quotidiano Il Giornale lo ha ammesso. Può chiarire se è così o no?

10) Infine, perché la sua amica 18enne Noemi Letizia la chiama "Papi"?

sinceramente suo,

Geoff Andrews "

http://www.opendemocracy.net/article/silvio-berlusconi-ten-more-questions

Gambino estradato in Italia.




Dopo tanti rinvii l'esponente di Cosa Nostra, nipote del boss della mafia Usa Carlo Gambino,è stato espulso dagli Stati Uniti e trasferito nel nostro paese. Era latitante dal 1980
Rosario Gambino finalmente in Italiaora è rinchiuso nel carcere di Rebibbia.


ROMA - Il boss mafioso Rosario Gambino, latitante dal 1980, è alla fine in Italia. Espulso dagli Stati Uniti perché non ha la cittadinanza americana, è arrivato oggi all'aeroporto di Fiumicino e dopo essere rimasto circa due ore negli uffici della polizia giudiziaria è stato trasferito nel carcere romano di Rebibbia. Gambino è sceso dall'aereo in tuta grigia, scarpe da ginnastica bianche e borsa a tracolla. E' rimasto in silenzio, le mani conserte, il volto molto tirato, sulla sedia a rotelle: l'area del suo passaggio era transennata e guardata a vista da poliziotti e carabinieri, sotto i flash dei fotografi e passeggeri in transito incuriositi dal dispositivo di sicurezza. Il vice questore aggiunto Silvio Torri, presente alla notifica degli atti, ha riferito che Gambino "ha accusato qualche problema di salute, è preoccupato per la sua situazione personale" e che "negli uffici della polizia giudiziaria di Fiumicino non ha detto nulla". "Soltanto dopo aver scontato la pena a 22 anni alla quale era stato condannato negli Stati Uniti poteva essere espulso - ha aggiunto - Ed è stato espulso in quanto straniero, visto che, sebbene fosse da molti anni in Usa, non ha mai avuto la cittadinanza americana per cui alle autorità risulta cittadino straniero". Una tappa importante, questa dell'arrivo del boss in Italia, nell'ambito di una vicenda giudiziaria complessa che si trascina da decenni. Ex muratore, 66 anni, nipote di Carlo - capo della più influente "famiglia" di New York - Gambino, che viveva negli Stati Uniti dal 1968 ed era stato condannato da un tribunale americano a 45 anni di carcere per traffico di droga, è giunto nel nostro paese in seguito al via libera delle autorità degli Stati Uniti, dopo una serie di tentativi a vuoto (l'ultimo risale alla primavera dello scorso anno). Un giudice Usa, infatti, aveva firmato la pratica per l'espulsione, ma l'iter fu bloccato per alcune eccezioni di carattere procedurale sollevate dal suo legale, Joseph Sandoval.
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Neanche dopo il primo arresto a New York Gambino era stato estradato, come chiedevano i giudici di Palermo, che intanto l'avevano condannato in primo grado nel giugno dell'83 a 20 anni di carcere con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. In appello la pena era stata ridotta a 16 anni, confermati in Cassazione. Nel 2006 la Suprema corte aveva accolto il ricorso della difesa disponendo la riapertura del processo perché Gambino, detenuto negli Stati Uniti, non aveva avuto conoscenza del procedimento nelle forme richieste dalla legge. La complessa vicenda giudiziaria di Gambino è quindi ancora al vaglio del tribunale del riesame di Palermo, che lunedì scorso si è riservato di decidere sull'efficacia del mandato di cattura emesso ben 29 anni fa da Giovanni Falcone. Ultimamente il boss viveva in un centro per immigrati a San Pedro, una località a quaranta chilometri da Los Angeles. L'arrivo di Gambino in Italia era previsto per ieri, ma poi è slittato a oggi. "Il mio assistito ha subito un ennesimo tentativo di rapimento, stavolta riuscito", ha commentato il suo legale, Daniele Francesco Lelli. Soddisfatto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni: "La collaborazione con gli Usa ha funzionato egregiamente", ha dichiarato.

lunedì 1 giugno 2009

Berlusconi a Bari.

Bagno di folla e fischi per Berlusconi.
Niente comizio e due manifestanti fermati.
Cambio di programma per il premier. I deputati del Pd sul fermo temporaneo dei contestatori: "E' il segno di un clima inaccettabile"
di Giuliano Foschini


Due fermati, i parlamentari del Pd che corrono in Questura per protestare e Silvio Berlusconi costretto ad annullare il piccolo previsto comizio in corso Vittorio Emanuele. La visita del presidente del consiglio a Bari ha avuto un finale non previsto: dopo il consueto bagno di folla, con cinquemila persone almeno che si sono affannate per una foto o una stretta di mano con il premier, è andata in scena la contestazione. Berlusconi avrebbe dovuto ringraziare i suoi supporter arrivati da tutta la provincia di Bari improvvisando un piccolo comizio in corso Vittorio Emanuele, dal palco di uno dei due gazebo messi su dai giovani del Pdl. Invece le forze di Polizia hanno consigliato al premier di lasciare stare: meglio salire in automobile e tornare a Roma. La temperatura stava salendo, il numero dei contestatori cresceva tanto da aver formato una sorta di barriera umana all’altezza si via Sparano per impedire che Berlusconi passasse.Con la Polizia ci sono stati anche dei tafferugli. Alle 18 in corso Cavour un alto dirigente della Prefettura ha messo le mani in faccia a un manifestante con la maglietta dei supporter di Michele Emiliano e lo ha fatto allontanare: stavano organizzando un mini corto dal Petruzzelli senza però avere le autorizzazioni. E’ andata peggio invece a Michele Fiorentino. «Stava filmando con il suo telefonino - racconta il parlamentare del Pd, Cinzia Capano - due poliziotti che spintonavano un manifestante e lo hanno portato in Questura». «Una situazione assurda» rincara l’europarlamentare democratico, Enzo Lavarra mentre il deputato barese Dario Ginefra è subito corso in Questura per vedere come stessero i ragazzi: «Uno ha ammesso la resistenza al pubblico ufficiale, ma aveva l’orecchio tutto rosso e mi ha raccontato che alcuni poliziotti lo avessero preso a schiaffi. L’altro - continua Ginefra - e cioè quello del telefonino, invece era stato già rilasciato non prima però di avergli fatto cancellare il video. Quello che è accaduto descrive un clima inaccettabile, per questo abbiamo chiesto al Questore un'indagine amministrativa per cogliere ogni eventuale responsabilità>.
Berlusconi nel frattempo era già andato via. Dopo la conferenza stampa al Palace, ha passeggiato lungo corso Vittorio Emanuele, un vero bagno di folla in mezzo ad elettori praticamente in estasi. Poche battute, molte strette di mano, a un fianco il ministro Raffaele Fitto, all’altro il candidato sindaco, Simeone Di Cagno Abbrescia. All’altezza di via Andrea da Bari, si è deciso di cambiare il tragitto: hanno così preso via Piccini e sono arrivati sino alla Banca Popolari di Bari dove Berlusconi ha incontrato il presidente, Marco Jacobini e tutto il consiglio di amministrazione. I contestatori sono rimasti all’angolo, in corso Vittorio Emanuele. Ancora schermaglie con la Polizia e alcuni simpatizzanti del Pdl, qualche coro su Noemi e Mills. Poi Berlusconi è sceso, ha salutato tutti ed è rientrato a Roma. "Un peccato che Berlusconi non abbia potuto dire due parole al nostro popolo - spiega il segretario regionale del Pdl, Antonio Di Staso - Non era un comizio, ma soltanto un saluto. Sarà per la prossima volta, ma oggi siamo comunque felicissimi per il segnale dato dalla città. Ci fa ben sperare per le elezioni".
http://bari.repubblica.it/dettaglio/bagno-di-folla-e-fischi-per-berlusconii-niente-comizio-e-due-manifestanti-fermati/1643372

http://bari.repubblica.it/multimedia/home/6194446/1/10