martedì 9 marzo 2010

Ecco con chi vuole governare la Polverini - Enrico Fierro

9 marzo 2010
Lazio, gli impresentabili che sognano una poltrona.

C’è il senatore che è una macchina da guerra delle raccomandazioni. C’è l’imprenditrice che doveva costruire un albergo, ma poi pensò bene di scavare, scavare e scavare ancora, e il medico con la passione per la politica finito in brutte storie. Pure lui produceva segnalazioni: amici, amici degli amici, elettori. E’ l’elenco degli “impresentabili” del Lazio, tutti dell’area Pontina, tutti candidati con la destra di
Renata Polverini, la sindacalista che aveva promesso pulizia nelle liste.

Latina, Minturno, Scauri e Terracina, zona di buone mozzarelle e di mare, ma anche di mafie. Qui si sono insediati i Casalesi, e qualcuno dice che
Antonio Iovine, ‘o Ninno, passi in questi luoghi parte della sua eterna latitanza, ma anche la‘Ndrangheta. Quella che aveva in don Mico Tripodo uno dei suoi capi, praticamente comanda a Fondi, dove da anni hanno messo radici i figli Venanzio eCarmelo. Fondi, il comune che doveva essere sciolto per mafia, perché tutto, dagli appalti ai servizi cimiteriali, dalla gestione del Mof, il mercato ortofrutticolo più grande d’Europa, è nelle mani degli amici calabresi. L’aveva chiesto una Commissione d’accesso, un prefetto della Repubblica, finanche il Consiglio dei ministri. E’ finita in burletta, con i consiglieri della maggioranza, tutti del Pdl, che si sono dimessi impedendo, di fatto, il commissariamento. Perché qui comanda uno solo, Claudio Fazzone, ras dei voti, collettore di preferenze, padrone del territorio.

Uno che ne ha fatta di strada da quando era un semplice poliziotto accompagnatore di
Nicola Mancino quando l’attuale vicepresidente del Csm era ministro dell’Interno. Fazzone è un doppiolavorista, è senatore della Repubblica, ma anche numero uno di Acqualatina, il consorzio che gestisce l’acqua pubblica nell’area Pontina. Le tariffe sono tra le più care d’Italia, ma il gettone del senatore è ragguardevole: 90 mila euro l’anno per un incarico in forte odore di incompatibilità.

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Peppe Franco è cugino di primo grado del sindaco di Fondi Parisella Luigi. Il fratello di Peppe Franco che si chiama Luigi è socio in affari sia con il Parisella Luigi che con il Sen. Fazzone Claudio nella gestione della Silo srl, società titolare di un capannone sito in località Pantanelle. Questo capannone doveva essere adibito alla lavorazione di prodotti ortofrutticoli e ha anche ricevuto contributi pubblici per oltre due miliardi di lire per questo scopo. Tuttavia quest’attività imprenditoriale non è mai iniziata, mentre invece l’area su cui sorge questo capannone inutilizzato è stata interessata da una variante al piano regolatore generale approvata tra il 2002 ed il 2004 che ha determinato un forte incremento delle infrastrutture viarie”. Nero su bianco nell’inchiesta Damasco della Procura antimafia di Roma.

Peppe Franco, per la cronaca, è accusato di trafficare in droga e armi e di essere legato a doppio filo con i clan della
Camorra e della ‘Ndrangheta. Il senatore Fazzone, che ha fatto fuoco e fiamme contro lo scioglimento del suo comune (“ho difeso Fondi da una campagna di discredito senza precedenti”), è capolista del Pdl nella circoscrizione di Latina. Attivissimo nel comitato elettorale della Polverini, punta alla poltrona di assessore alla Sanità. Un Dio in terra. Nel frattempo è sotto processo proprio per la sanità pubblica. Raccomandazioni, almeno sessanta lettere censite e pubblicate dai cronisti di Latina Oggi (bravi giornalisti piu’ volte minacciati), che iniziavano sempre con un “Caro Benito”. Tutte rivolte al direttore della Asl di Latina. C’è un concorso per cinque posti di tecnico di radiologia (131 partecipanti), Fazzone ne raccomanda proprio cinque , di questi sono in quattro a vincere. Imbattibile, anche quando si tratta di segnalare ditte amiche per appalti. “Caro Benito, ti chiedo di far effettuare alla tipolitografia… la fornitura degli stampati per ospedali e ambulatori anche in assenza di gara”. Anche il nome diRomolo Del Balzo, medico di Minturno legatissimo a Fazzone e candidato al consiglio regionale, compare nelle carte di Damasco per una vicenda di recupero crediti alla quale si sarebbe interessato proprio Carmelo Tripodo.

Del Balzo è indagato dalla Procura di Latina per una storia di raccomandazioni per la selezione di un corso di infermieri e per le pensioni di invalidità.
Gina Cetrone, invece, è candidata nel listino della Polverini. Se la sindacalista che voleva liste pulite vincerà, occuperà uno scranno alla Pisana che la ripagherà delle disavventure giudiziarie. Imprenditrice di Sonnino, la signora Cetrone – che si occupa di marketing alla provincia di Latina governata dal centrodestra – è finita nelle maglie della giustizia per abusivismo edilizio e abuso d’ufficio. Assieme al fratello avevano presentato il progetto per costruire un albergo per anziani, ma la concessione era scaduta più volte senza che i lavori vedessero mai un inizio. Nel cantiere si scavava soltanto, nel 2007 la Guardia Forestale sequestra tutto sospettando che quel cantiere in realtà fosse solo una cava estrattiva. Senza permessi era stata sbancata una intera collina.

Montalto_di_Castro_Part2



BLITZ ALLA CENTRALE DI MONTALTO DI CASTRO. ALLE 13 IL LIVE DALLA RAINBOW

Ciao Concetta ,

siamo in azione a Montalto di Castro! Alle luci dell´alba i nostri attivisti hanno occupato il tetto della fabbrica della vecchia centrale nucleare, bloccata dal referendum del 1987. Ora un 'urlo nucleare' di 150 metri quadrati ricopre il tetto, accompagnato dalla scritta "Emergenza nucleare".
Segui l'azione in diretta

Non è finita qui. Tra pochissime ore, alle 13, appena al largo della centrale, sulla nostra nave Rainbow Warrior si esibiranno in un live gli "Artisti contro il nucleare": Adriano Bono & Torpedo Sound Machine, 99 Posse, Leo Pari, Piotta e Punkreas canteranno per la prima volta dal vivo il singolo "No al nucleare".

Partecipa anche tu all’evento online. Segui lo streaming in diretta sul nostro sito: www.nuclearlifestyle.it

Il nucleare è una scelta sciagurata per l’Italia e una pericolosa perdita di tempo. Tornare al nucleare significa perdere oltre dieci anni per ritrovarsi poi con centrali obsolete e pericolose. E sprecare l’opportunità di investire nelle vere soluzioni per l’indipendenza energetica e per il clima: rinnovabili ed efficienza.

Tocca adesso ai candidati alla guida delle regioni prendere subito una posizione chiara contro il nucleare, altrimenti dopo le elezioni verranno imbavagliati e costretti ad accettare le decisioni del governo.

Intanto su Nuclear Lifestyle continua a girare il contatore delle firme contro il nucleare. Siamo più di 64mila! Grande successo anche per la nostra Nuclear Hotline: al numero verde gratuito 800.864.884 centinaia di cittadini hanno già chiamato per lasciare ai candidati i propri messaggi contro il nucleare.

Saluti e a presto!


lunedì 8 marzo 2010

La mia lettera al Presidente della Repubblica.

Egregio Presidente,

Ho letto che lei, con la sua firma sul decreto "salva lise" ha voluto:

"garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente"

Parole sue.

Ora, Signor presidente, Lei sente di poter garantire a noi cittadini che la compagnia di "imbranati" componente la lista che lei ha garantito è in grado di governare una regione?

E' in grado di garantire a noi cittadini che i componenti della lista in questione, ignari delle regole e delle leggi, siano in grado, una volta eletti, di garantirci una sana governabilità in rispetto delle regole e delle leggi?

Il Suo ruolo, Signor Presidente, è garantire il rispetto della Costituzione, l'unica garanzia di legalità e giustizia di un popolo civile, non i politici di turno.

Chi non rispetta la mia Costituzione, non merita rispetto, chi non ne garantisce l'applicabilità, cambiando le regole alla bisogna, non merita il mio rispetto.

Lei, Signor Presidente, non è il mio Presidente!

In fede, Cettina ...........

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La Sua missiva è stata correttamente inoltrata.
Riceverà a breve una e-mail per confermarne l'invio.
La conferma è essenziale ai fini della ricezione e trattazione della sua missiva.

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Il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica ha ricevuto, attraverso il sito web, un messaggio all’interno del quale è indicato l’indirizzo di posta elettronica utilizzato per questa risposta.

Al fine, quindi, di garantire la correttezza dei dati trattati, La invitiamo a cliccare qui per confermare il messaggio già inviato.

Qualora, invece, non avesse inviato alcun messaggio, La invitiamo a cliccare qui.

Per ogni eventuale ulteriore comunicazione, La invitiamo ad utilizzare l’indirizzo https://servizi.quirinale.it/webmail, senza rispondere a questa mail.

Grazie per l’attenzione e la collaborazione.

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Presidenza della Repubblica
HOME

Il messaggio è stato ricevuto.
https://servizi.quirinale.it/webmail/conferma.asp?MsgId=238590&Hash=620ea3f84d0b874c000bf82d115ab6eb&Conferma=1

www.firmoquellochetepare.it






7 marzo 2010
Redazione de Il Misfatto

Par condicio deve essere? E par condicio sia! Napolitano firma tutto! Ormai lo sappiamo e ve lo raccontiamo oggi nell'apertura de il Misfatto.
Ma possiamo noi accettare che il presidente della Repubblica si occupi solo delle alte (ironia?) cariche dello Stato e gli tolga le castagne dal fuoco? E no, vogliamo che firmi a tutti qualcosa! Avete cambiali in protesto, multe inevase, cartelle esattoriali scadute? Scrivetelo a Giorgio! Noi saremo il vostro megafono!
Chiedete a Napolitano che avalli, firmi e sottoscriva una richiesta che vi semplifichi la vita. Perché le regole non esistono. O se esistono sono flessibili. Molto, molto flessibili. Quindi...flettiamo queste regole e buona controfirma Napolitana a tutti!

sabato 6 marzo 2010

Benvenuti nella Repubblica Italiana delle Banane

di Pietro Orsatti - 6 marzo 2010
Questa mattina gli italiani si sono svegliati in un Paese che è si è chiamato fuori dal contesto delle democrazie occidentali.


Con tre articoli in un decreto legge striminzito che fa carta straccia delle regole e del diritto, il nostro Paese ha abdicato all’autoritarismo aziendalista del padrone del vapore, il miliardario gaudente plurinquisito circondato da “yes man” intenti a raccogliere le briciole del banchetto (o forse sarebbe meglio dire gli avanzi del saccheggio). Ci sono voluti solo 35 minuti di consiglio dei ministri, ieri sera, per varare definitivamente la Repubblica Italiana delle Banane. Riammettendo le liste del Pdl con dei cavillucci da avvocaticchi (termine che usato da un altro collega ha scatenato l’ira del destinatario e una querela milionaria) palesemente e formalmente presentate irregolarmente sia in Lombardia che nel Lazio. Non è stato un gesto motivato da chissà quale “emergenza democratica”. È stato un atto di assoluta arroganza, per umiliare ancora una volta laCostituzione, le istituzioni, la Presidenza della Repubblica. Attenzione, parlo dell’istituto della Presidenza della Repubblica e non dell’attuale Presidente Giorgio Napolitano, il quale, cedendo al ricatto e controfirmando quei tre articoli partoriti proprio da una trattativa fra Palazzo Chigi e Quirinale, ha di fatto abdicato.
Ma c’è un altro dato che nessuno, per ora, ha ancora valutato interamente. Gran parte dell’opposizione ha gravemente sottovalutato quello che si stava realizzando. Non credevano che il governo e la maggioranza arrivasse a tanto. Non credevano, soprattutto, che Napolitano avrebbe accettato di controfirmare. Basta andare a vedere le dichiarazioni di Massimo D’Alema e Walter Veltroni di ieri, che pur parlando di errore lasciano spiragli a una soluzione che non fosse quella del Tar.
E a proposito dei Tar, visto che ancora non si sono espressi sui due casi di Lazio e Lombardia, accetteranno di adeguarsi al decreto “interpretativo” o continueranno a seguire alla lettera le norme indicate dalla legge elettorale? Legge elettorale che tuttora è e rimane in vigore, visto che il decreto non emenda ma solo interpreta la normativa. Staremo a vedere. Con ben poche speranza.


Tratto da: orsatti.info




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