giovedì 18 marzo 2010

Il comizio-zeppa del droide Burro -Andrea Scanzi.




Mettete davvero tristezza. Vi siete ridotti a inventare le inchieste a Trani (a go-gò, cit) pur di agitare lo spauracchio del bolscevismo nella intonsa democrazia italiana. Avete chiesto a qualche sgherro sfigato del Fatto di confezionare un finto scoop sul nulla. Avete inventato intercettazioni e retroscena che esistono solo nelle vostre teste capaci solo di odiare.
396_cop_intSfortunatamente per voi, il Doppiamente Fallico Capezzone vi ha scoperto. E adesso vi struggete, satolli del vostro nulla ideologico (nonché esistenziale).
Siete sconfitti dalla storia. Empi ed irrecuperabili. Ve lo ha nuovamente ricordato il mio maestro, il Droide Burro aka Angusto Minzolini.

Il suo ultimo editoriale mi ha elettrizzato come un assolo di Duane Allman (lo so, voi non sapete chi era Duane Allmann: siete troppo impegnati ad ascoltare le sbobbe trotzkiste di Vecchioni e a leggere le cazzate seriali di Travaglio). Minzio-Droide vi ha sbertucciato, come lui solo sa.
Ne sia quindi fatta una seria esegesi. Il Minzio-Droide
gni ha dato bragia(dall’aretino chianino: “ha dato gas in curva”, “ha messo grinta”, insomma vi ha fatto il culo). Eravate convinti che fosse sotto inchiesta: non lo era. Egli è super partes, uno e trino. Bello come il burro, virile come il Proctolyn, erotico come Lendl.
Ecco come vi ha messo spalle al muro, di fronte alla vostra pochezza, con fare sicuro e lessico scistoso (?)

Il comizio-zeppa del Minzio-Droide

E’ il Tg1 serale del 13 marzo. Ovviamente il Minzio-Droide usa il mezzo televisivo (perdonate l’arcaismo: mi piace sentirmi Foscolo) come fosse casa sua (e infatti lo è).
Minchiolini compare in video a mezzobusto. Il volto è quello di Michael Stipe dopo aver scritto
Luca era gay, la postura vagamente infelice con l’avambraccio sinistro vanamente retrattile. Alle sue spalle troneggia una biblioteca (c’è anche la raccolta completa della Pimpa, rilegata in pelle di gnu).
Il Minzio-Droide ci parla. Ascoltiamolo.

“Comeavetesentito (il Minzio-Droide suole non prendere mai fiato) alle zedizidiozgi (alle tredici di oggi) fontigiudiziariedellaprocuraditrani (scrolla la testa come se dovesse spostarsi dagli occhi il ciuffo: riflesso incondizionato, in un’altra vita era il bassista dei Cugini di Campagna) hannosmentitolanotiziachefossiindagato (e qui scrolla un po’ la testa, con fare tronfio, genere “ve l’ho messa in quel posto, cazzoni giustizialisti”)…. (qui riprende fiato)… ummmm (accesso di sincope: si teme il peggio) Per un giorno però il mio nome è entrato nel frullatore delle intercettazioni (anche il suo cervello è forse entrato in un minzolini-23frullatore, ma deve essere accaduto molto tempo fa) ed ha riempito i notiziari tivù e le pagine dei giornali (ci guarda in tralice, con fare vagamente erotico: un po’ mi eccita, devo dirlo)…. Uooooohhh (sincope)… Ho provato in prima persona la cosiddetta gogna mediatico-giudiziaria (“gogna mediatica” era un’immagine vecchia da prima ancora che esistessero i media )… ehhhhh (sincope)…. Francamente mi ero ripropozzodinonintervenire (ed era una buona idea, anche se si dice “riproposto”: non “ripropozzo”. Ogni tanto il Minzio-Droide parla come i Muccino Bros) al Tg in questa fase di campagna elettorale (estenderei tale nobile intento a ogni momento della sua esistenza) ma questa vicenda non tocca solo la mia persona (è vero: tocca anche Berlusconi) quanto il rapporto di trasparenza (e qui smuove la testa, forse per prendere giustamente le distanze da se stesso) con voi… (qui va in frame: fermo immagine di mezzo secondo, è una sorta di effetto-strobo: dai, tutti a ballare in pista l’ultima di Lady Gaga!) telespettatori del Tg1”.

Chili di ghiaino in bocca (e plessi solari formattati)

Lo capite bene (almeno spero, tonti come siete): è un grande momento di televisione. Il Minzio-Droide è spontaneo come Nicoletta Braschi ed espressivo come un monolite morto (o forse era il contrario). Il Minzo è un uomo vero. Mica come la Bindi.

“Hngalequindinariflessione (“Vale quindi una riflessione”: ogni tanto al Minzio-Droide gli entra in bocca il ghiaino). L’inchiesta di minzoliniTrani (guarda in alto, come se colpito da misticismo improvviso, o più verosimilmente da un meteorite salvifico) nasce all’inizio sull’ipotesi che ci sia stata una pressione su alcuni mezzi d’informazione televisiva (qui cambia tono: il Minzio-Droide è l’unico al mondo a parlare come se fosse sotto formattazione random. Lui parla sotto punteggiatura, per ogni virgola scrolla la testa e per ogni punto fa lo sguardo assente – che gli viene benissimo. Non oso dirvi cosa faccia quanto apre una parentesi) compreso il Tg1 (notoriamente libero) perindurliatrsascurareunindaginesullamericanexpress (mi è riandato in ansia e sono saltati di nuovo gli spazi, porca di una miseria. Quando si agita, il Minzio-Droide non mi rende). …. (pausa senza sincope) Alla fine si scopre però… (pausa teatrale: ora ci stupisce) che l’unico tiggì che ha riportatolanotiziainquestione è stato proprio il Tg1… (pausa teatrale e schiocco di lingua: la sorpresa era questa. Vi ha stupito? ‘Nzomma. Poteva fare di meglio. Però il Minzio-Droide ci guarda dal basso, in tralice: sì, è proprio erotico. Quasi quanto Luigi Amicone quando balla Povia in tutù). Allora tutto chiarito? (quando cominciano a farsi le domande da soli, toccati che baturla, cit – “toccati che tuona”). NO! (addio, è partito il woofer) perché nel frattempo (torna l’avambraccio inutilmente prensile) le intercettazioni compiute nell’ambito dell’indagine spuntaghngh (spuntano) anche qualche telefonata del Presidente del Consiglio. A quel punto il meccanismo perverso (di cui lui s’intende) si mette in moto… (sospiro sconsolato, ma studiato, da gran teatrante: ricorda Gassman quando non sembrava Gassman)… si apre un altro filone dell’indagine (il capo pende di colpo verso destra e si sfiora la tragedia)… trapela qualche buzzicone (? E chi sei, Er Monnezza? Enzo Salvi? Er Patata? Buzzicone… Mah) di intercettazione e – a quanto pare – (i trattini, nel linguaggio Minzio-Droide, sono decrittabili mediante un complesso sistema di retro-olfazione audio-nasale. Tutta questione di plesso solare) ci si inventa anche un avviso di garanzia sul Direttore del Tg1 (ora il corpo, augusto, è reclinato verso sinistra, con fare ammiccante: lo spettatore del Tg1 è ormai eccitato al parossismo)”.

Penne a sfera eccitate (come tutti noi)

Vi è grande pathos. L’arringa continua.

“La sua colpa? (a parte nascere, intende dire) Aver parlato con il presidente Berlusconi (strizza l’occhio: forse gli acari). Ora: un direttore è innanzitutto un giornalista (dipende: non userei queste parole forti) per cui non solo parla con il Premier (nella foga si spinge in avanti e per alcuni secondi va a puttane il microfono: errore che non fanno neanche a Telenova) ma anche con tutti i politizi (la zeppa ogni tanto gli torna: è un problema, ragazzi. La zeppa, al giorno d’oggi, è un problema. A meno che non si balli sopra un cubo) che vogliono interloquire (INTERLOQUIRE??? Diffidate di chi abusa di parole desuete: quasi sempre è una persona a corto di idee. Sue) con lui. Lo faccio io (nel frattempo pratica un leggero onanismo, disinvolto, a una penna a sfera, prossima – anche lei – all’orgasmo dittatoriale) come lo hanno fatto prima di me – al netto di ogni ipocrisia – (se state con una donna che dice “al netto di ogni ipocrisia”, lasciatela: è pericolosa e sicuramente indossa le Superga) tutti i direttori del Tg1. Quindi dov’è il reato? (a parte essere nati e aver deciso di fare il giornalista). Dov’è lo scandalo? (Se si fa un’altra domanda da solo, giuro che bestemmio come quando vince Seppi). La realtà è che qualcunovorrebbeundirettorechenondeveparlareconnessuno (non credo sia questo il problema, comunque se parla senza spazi io non lo capisco)”.

Il direttore dimezzato (e il servilismo rampante) *

Attenti, siamo all’acme della foga minzionica. Minzolini RuleZ.

“E magari non dare indicazioni a nessuno (eh, magari: essendo un Direttore di telegiornale, non sarebbe male come idea). Né dire minzolini2la sua in tivù (no: non dirla dentro un telegiornale, che è cosa diversa. Ma non stiamo qui a sottilizzare, non siamo Padellaro e non viviamo in una democrazia. Quindi poche seghe). Dev’essere muto e sordo (e non poco bruttino: in questo senso, Minzolini è un direttore monumentale). E se non sta al gioco, per ess (cancella) per usare un’espressione di qualcuno (quel mona di Di Pietro), dev’essere cacciato a pedate (nel frattempo l’hand job rivolto alla penna a sfera si è fatto compulsivo: l’inchiostro sta per eiaculare). Il linguaggio usato da Mussolini con Giovanni Amendola (cioè Di Pietro è Mussolini e Minzolini è Amendola: ahahahahahahaaahhahahahahhahahahah). C’è chi vuole un direttore dimezzato (e c’è chi dice no: io sono un uomo, cit). Solo che io non sarò mai un direttore dimezzato (se si fermava a “direttore”, era la frase del secolo. Peccato) per rispetto verso la mia storia professionale (che in effetti un po’ di rispetto lo meritava), per rispetto del Tg1 e della sua redazione prestigiosa (che non lo sopporta) ma soprattutto per offrire a voi (grazie Droide-Minzio) un’informazione il più possibile approfondita (ahahahahah), obiettiva (ahahahahahahah) e libera (ahahahahhahahahahhahahahhahahahahahhahah).

Il Minzio-Droide ha finito. Egli, ora, ci osserva di sottecchi (mai saputo cosa volesse dire, “sottecchi”. Però è carina come parola). Il Droide Burro ha lo sguardo di chi sta corteggiando una cernia con fare languido da triglia presbite. Amo questo paese. E lo amo soprattutto dopo momenti simili. Ci si sente tutti più buoni. Que viva Minzio.
E ora, scusate, vado a farmi un’endovena di Pringles aromatizzate allo struzzo misantropo.

P.S. In questo passaggio (*) parodiavo due celebri titoli di Italo Calvino. A voi tocca spiegarvi tutto. Come quando spiego la trama di 24 alla Ravetto.

mercoledì 17 marzo 2010

Il premier sapeva dell’inchiesta: “Stai attento a parlare... ” - Peter Gomez




A PROPOSITO DI FUGHE DI NOTIZIE: IL CAVALIERE AVVERTE INNOCENZI CHE IL PRESIDENTE DELL’AGCOM CALABRÒ SAREBBE INTERCETTATO.

A desso a Roma, nelle fila del centrodestra, è tutto un gridare alla fuga di notizie.

È una caccia continua alle fonti che hanno permesso a Il Fatto Quotidiano di ricostruire parte dei contenuti dell’indagine di Trani sulle pressioni e le minacce del premier, Silvio Berlusconi, all’Agcom.

Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha sguinzagliato i suoi ispettori.

Il vicepresidente dei senatori del Pdl, Domenico Nania, parla di un “disegno politico”.

L’avvocato-deputato Niccolò Ghedini denuncia la “violazione del segreto istruttorio”.

Il presidente del Senato, l’avvocato Renato Schifani, chiede che venga approvata in fretta la legge mordacchia sugli ascolti telefonici “per porre i cittadini al riparo da pubblicazioni che riguardano la loro vita privata e fatti non penalmente rilevanti”, dimenticando che ben poco (anzi niente) di ciò che è finora è finito sulle pagine dei giornali riguarda la privacy del cittadino presidente del Consiglio.

Come è doveroso, comunque, la Procura di Trani indaga.

Anche se, a ben vedere, la fuga di notizie più misteriosa di tutta l’inchiesta sull’Agcom non riguarda tanto Il Fatto Quotidiano che, per dovere di cronaca, è tenuto a pubblicare quanto sa (e riesce a verificare) sui lati oscuri del potere.
Lo spiffero più inquietante riguarda invece sempre lui: Silvio Berlusconi.
Il premier, infatti, almeno dai primi di dicembre era a conoscenza dell’esistenza di un’inchiesta sull’Autorità garante delle Comunicazioni.

Pochi giorni prima delle deposizioni, ancora nelle vesti di testimoni, del direttore del Tg1, Augusto Minzolini , e del membro dell’Agcom, Giancarlo Innocenzi, messe in calendario dalla procura per il 17 dicembre (filone carte di credito revolving), il leader del Pdl esterna le sue preoccupazioni proprio a Innocenzi.
Siamo nella settimana calda della puntata di Annozero dedicata alla presunta trattativa Stato-mafia e alle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza su Marcello Dell’Utri e lo stesso Berlusconi.
Il presidente del Consiglio, come sempre, vorrebbe che non andasse in onda.
Negli uffici dell’Authority sono in corso le grandi manovre tra i membri, in teoria indipendenti,
dell’Autorità di garanzia.
Ma il problema è sempre il solito.

Il presidente Corrado Calabrò, resta sulla sua linea.
L’Agcom può eventualmente sanzionare ciò che accade in una trasmissione televisiva solo dopo che è andata in onda, non prima.

Berlusconi e Innocenzi, comunque, ci riprovano.
Sperano che durante la riunione del consiglio, Calabrò finisca per cambiare idea e che voti con i membri legati al centrodestra “un provvedimento d’urgenza ”.
Per questo Innocenzi spiega che sta per telefonare al Garante.
Ma il premier lo invita alla prudenza: “Stai attento a parlare col presidente”, ammonisce,
“ci sono voci, non so se fondate che dicono che abbia il telefono sotto controllo ”.

L’informazione è (quasi) esatta.

Davvero l’Agcom è sotto inchiesta. Solo che nel mirino degli investigatori non c’è Calabrò,
ma Innocenzi.
Insomma qualcuno ha parlato.
Ma chi?
Gli accertamenti finora non hanno permesso di stabilirlo.
È noto che, nel recente passato, il premier si è reso protagonista di memorabili sfuriate nei confronti dei vertici dei Servizi segreti e di varie forze di polizia colpevoli, a suo avviso, di non averlo messo in guardia dal frequentare personaggi, come il giovane imprenditore barese Giampaolo Tarantini (caso Escort), che erano in quel momento nel mirino dei detective.

Ma le indagini di Trani sulle eventuali fughe di notizie istituzionali non hanno portato a nessuna certezza e hanno finito solo per mettere in luce solo i timori di Innocenzi.
Anche l’ex manager Fininvest ha infatti dei sospetti.
A Berlusconi confida di aver trovato sul display del suo apparecchio portatile un numero che, una volta richiamato, è risultato inesistente.
Uno dei tecnici dell’Authority gli ha pure spiegato che quello poteva essere un sistema per ascoltargli le telefonate. Per questo vuole disporre altri controlli.

All’improvviso il premier si fa così laconico e pensieroso.
Dopo poche frasi chiude la conversazione.
Forse ha un presentimento.
Ma ormai è tardi.
Maledettamente tardi.
Quello che ha detto e fatto contro la libertà d’informazione è lì, inciso nelle memorie dei
computer della Guardia di finanza.
E non può più essere cancellato.

Già dai primi di dicembre era a conoscenza dell’inchiesta sull’Authority. Chi l’ha informato?

Il fatto quotidiano del 17 marzo 2010.


martedì 16 marzo 2010

Il costo dell'energia nucleare a fissione.


"È molto difficile stabilire il costo del singolo kWh, in quanto questo dipende per grandissima parte dal costo dell'impianto, mentre molto di meno dal prezzo dell'uranio. Si può infatti vedere che con il prezzo dell'Uranio a 115$, questo incide per il 40% sul costo del carburante, che incide per 0.71c$/kWh sul costo di generazione dell'energia, il prezzo del kWh nucleare dipende molto poco dall'aumento del costo della materia prima." (Wikipedia)

L'uranio si va esaurendo, e quindi, tra vent'anni - tanto tempo ci vorrà per costruire le centrali, che già costosissime di loro, qui in Italia, come è ormai consuetudine, costeranno il triplo che altrove - il costo dell'uranio sarà aumentato non sappiamo di quanto.

Perchè, mi domando, andare incontro a tante incognite?

E mi do la risposta: è un grosso business.

E lo scopo di questo pessimo governo è fare business, non governare il paese.

Come la mettiamo, poi, per l'eliminazione delle scorie radioattive impossibili da smaltire?

Vogliamo distruggere completamente la terra e chi ci vive?

Ma loro, quelli che decidono, sono poi tanto sicuri che a morire saremo solo noi e non loro?



URANIO - Lo Scandalo della Francia Contaminata. Vol. 1



Allucinante!

lunedì 15 marzo 2010

Magnifica Littizzetto a "che tempo fa" il 14 marzo 2010

Notizia, che fare? - Marco Travaglio


14 marzo 2010
Per certi giornali non c’è nulla di peggio di una notizia vera che irrompe in redazione a tradimento. E’ come un virus senza vaccino. Una droga che alla lunga può creare dipendenza, poi non resta che la comunità di recupero. Prendiamo la notizia rivelata dal Fatto: il premier padrone di Mediaset e i suoi picciotti concordano col commissario Agcom, profumatamente pagato da noi per garantire la libera informazione, come chiudere il programma d’informazione più visto della Rai, mentre il direttore del Tg1 traffica col premier per neutralizzare le notizie scomode, il tutto con la compiacenza dei vertici Rai. IlTg1 la liquida col titolo: “Polemiche su Premier e informazione”, segue servizio sul boom dei balli sudamericani. Il Banana tenta di coprirla con un allarme bomba, ovviamente falso. Più arduo il lavoro della stampa al seguito. Quella che inventa false indagini su Di Pietro, sul complotto planetario della D’Addario e sulla casa di Santoro, ma di fronte a un’indagine vera va in paranoia. Chiama il Sert, convoca l’assistente sociale e ricorre alle più varie terapie disintossicanti per uscire dal tunnel della notizia. Terapia Sallusti. Lo Zio Tibia del Geniale è proibizionista: “Se il governo avesse avuto il coraggio di varare la legge contro lo scandaloso abuso delle intercettazioni, oggi non racconteremmo questa storia. Invece no, a furia di fermarsi davanti ai magistrati, ai Di Pietro, e ai Santoro, eccoci qua”. Fa tenerezza, ilFeltriskin: si ritrova per le mani questo oggetto misterioso, gli spiegano che è una notizia, e lui, colto in contropiede, non sa proprio che fare. Come si comporta un giornalista alle prese con una notizia? Attimi di panico e ipossia, poi l’idea geniale: chiedere al governo di vietare le intercettazioni onde evitare che l’increscioso incidente abbia a ripetersi in futuro. Segue appello al Banana perché la smetta di prendere ordini dai magistrati, da Di Pietro e da Santoro (le 37 leggi ad personam le hanno dettate tutte loro) e faccia finalmente una legge contro i giudici e i giornalisti.

Terapia
Belpietro. Il simpatico Via col Mento ritiene che il problema non sia il concerto del premier e dei sottostanti direttorissimi e arbitri venduti contro la libertà d’informazione, ma il fatto che un pm l’abbia scoperto: “Qualsiasi ufficio periferico della giustizia è in grado, se vuole, di ascoltare tutto ciò che dice il capo del governo. In nessun Paese normale il capo del governo può essere registrato a sua insaputa da un maresciallo su ordine di un pm”. Secondo lui, all’estero i marescialli, prima d’intercettare il capo del governo, lo avvertono per sapere se abbia nulla in contrario (sono furbi, i marescialli, all’estero). Strano che Belpietro non l’abbia scritto due anni fa, quando pubblicò a puntate su Panorama le telefonate del premier Prodi intercettate da un ufficio periferico della giustizia, quello di Trento. Forse perché allora Prodi disse “pubblicate tutto, non ho nulla da nascondere, e guai se usate questa vicenda per una legge anti-intercettazioni”. E fu chiaro a tutti ciò che lorsignori fingono di ignorare: se un parlamentare viene intercettato, non è perché sia sotto controllo il suo telefono, ma quello di un poco di buono che parla con lui. Male non fare, paura non avere. Terapia Battista. Il popolare Cerchiobattista potrebbe scusarsi per aver ripetuto che la tv non sposta voti e prendere atto che, se il Banana si dedica da 15 anni a epurare i giornalisti liberi, un motivo ci sarà. Invece distribuisce equamente le colpe. Colpevole il premier epuratore che “scavalca una frontiera di opportunità e di stile” e desta “preoccupazione” (gliele ha cantate chiare). Ma colpevole pure il pm che l’ha scoperto: “Non è chiara la competenza di Trani su fatti accaduti fuori dal suo territorio”. Se, puta caso, un pm di Trani indagando su un furto di bestiame a Trani scopre che un pastore sta per ammazzare la moglie a Bisceglie, deve interrompere le intercettazioni e passare subito il fascicolo a Bisceglie. Così, mentre le carte sono in viaggio, il delitto si compie. La competenza è salva, la signora un po’ meno.

da Il Fatto Quotidiano del 14 marzo 2010



Milano 2.0 alla manifestazione contro il decreto salvaliste: Roberta Covelli



Ragazzi di carattere, ragazzi di domani, il futuro che vogliamo.