venerdì 7 maggio 2010

Caro Bersani - Antonio Di Pietro


Pubblico la lettera aperta che, insieme a Leoluca Orlando, abbiamo scritto al segretario nazionale del Pd, Pier Luigi Bersani

Signor Segretario,
quanto accaduto a Gela e' di una gravita' tale da imporre una chiara
denuncia e un richiamo di responsabilita'.
A Gela, il Pd presenta due candidati a sindaco della piu' grande città siciliana interessata alle elezioni di fine maggio: uno,
l'on. Speziale, alleato con l'Udc di Toto' Cuffaro e l'altro, il dr.Fasulo, alleato con il Movimento per la Autonomia di Raffaele Lombardo.
L'Italia dei Valori ha dichiarato che intende presentarsi in coalizione con il Pd, affermando sempre e in ogni sede che
mai avrebbe fatto parte di coalizioni che , oltre al Pd , prevedano l’Udc , il PdL o l’Mpa.
A Gela, l’Italia dei Valori aveva raggiunto una chiara e pubblica intesa con il candidato a sindaco, dr.Fasulo, espressione delle primarie , candidato
“ufficiale” del Pd , avendo ottenuto l’impegno, da parte dello stesso, che non vi sarebbe stata in coalizione né la lista dell’Mpa di Lombardo, né altre liste di centrodestra.
Poche ore prima della scadenza del termine per il deposito delle liste, il candidato “ufficiale” del Pd
ha comunicato di avere scelto di allearsi con il Movimento di Lombardo, mettendo l’Italia dei Valori in condizioni di gravissima difficoltà che hanno portato alla esclusione della lista IdV.
Questa non è cronaca di una realtà importante, ma pur sempre locale:
questa è la fotografia di un Partito democratico, che in Sicilia è travolto ormai da una gravissima crisi di credibilità e da una questione morale. Quella morale politica, per adesso.
Il Pd non può trattare la Sicilia come fa il PdL: terra di “ascari” usati per portare consensi in una realtà considerata, per tacito accordo di convenienza,
una zona off limits.
Gli elettori siciliani, tra gli “originali”
Cuffaro, Schifani, Miccichè, Alfano, Dell'Utri e Lombardo e le “fotocopie" Cracolici, Lumia, Crisafulli, Speziale, preferiscono comunque gli “originali”.
Nel
2008, giova ricordare, dopo la decadenza da Presidente di Salvatore Cuffaro condannato per gravissimi reati di mafia, l’Italia dei Valori, con la coalizione di centro sinistra, ha sostenuto la candidata Pd , Anna Finocchiaro, in alternativa alla coalizione Lombardo, risultata vincente, e composta da PdL, Mpa e Udc.
A meno di due anni di distanza, quella posizione di alternativa è stata del tutto travolta e svenduta.
Una parte del
Pd, quella di Cracolici e Lumia, ha raggiunto un accordo di ferro (cioè nomine, poltrone e tanto altro), con il PdL di Marcello Dell'Utri e Gianfranco Miccichè e con il Mpa di Raffaele Lombardo.
Un'altra parte del Pd, quella di cui fa parte l'on. Lillo Speziale, appunto va con l'Udc di Cuffaro, palesemente in accordo con il PdL di
Schifani e Alfano.
Vi è poi, una terza parte del Pd, che sembrava invocare coerenza nella scelta delle alleanze: di questa parte del
Pd si sono però, perse le tracce.
L'On.
Migliavacca, responsabile nazionale Enti locali del Pd, ha tentato di capire e governare ciò che stava accadendo. Dopo fugaci apparizioni anche dell'on.Migliavacca si sono perse le tracce.
Questa lettera, nella crudezza dei fatti esposti, è un
invito e una denuncia affinché ognuno si assuma le proprie responsabilità e non abbia alibi nel dire di non essere stato informato dei rischi politici, e non solo politici, del perdurare di questa situazione.

Un cordiale saluto
Leoluca Orlando e Antonio Di Pietro

http://www.antoniodipietro.com/2010/05/pubblico_la_lettera_aperta_che.html



Ecoballe shock



Una delegazione del Parlamento europeo è stata in visita alle discariche campane. La deputata Judith Merkies è rimasta shockata dalla gestione dei rifiuti e dalla totale assenza di dialogo delle istituzioni con la popolazione.


Judith Merkies, eurodeputata: "Vorrei concludere con voi alcune impressioni iniziali di questa nostra permanenza, senza passare alle conclusioni definitive in quanto queste verranno presentate al Parlamento europeo il prossimo giugno.
Innanzitutto abbiamo potuto constatare l’assenza di un dialogo tra i cittadini e le autorità, dialogo fortemente necessario anche tra i vari livelli amministrativi. Inoltre siamo rimasti colpiti dal fatto che il Sindaco per esempio di Terzigno non aveva mai avuto accesso al sito, è la prima volta che è riuscito a entrare nella discarica.
La prima riguarda l’assenza del ciclo di smaltimento di rifiuti. Manca un ciclo integrato e non viene rispettata la gerarchia dei rifiuti. Gerarchia significa che si utilizzano soltanto discariche e inceneritori senza passare per esempio alla riduzione dei rifiuti, alla loro selezione, al loro riciclaggio, dunque a un utilizzo progressivamente minore delle discariche..." (
continua)

Un’altra preoccupazione che le discariche ci sembra vengono viste non come una soluzione temporanea, ma come una soluzione definitiva, considerando la situazione nel Parco del Vesuvio, patrimonio dell’Unesco, la discarica è inaccettabile, intollerabile in questo contesto.
Si intravede una possibilità di migliorare la trasparenza, per ora purtroppo non c’è accesso a questa discarica, per questo lancio un appello per poter dare accesso a questi siti all’opinione pubblica, a chi vuole verificarne i dati. Questo sicuramente andrebbe a promuovere, ristabilire la fiducia tra le autorità e i cittadini, cosa fortemente necessaria per poter ripristinare il dialogo che è l’anello mancante in questo momento. "
Pina Elmo, rete campana Salute Ambiente: "Sono stati tre giorni molto intensi. La Commissione per le petizioni è venuta, ha incontrato e si è portata sui luoghi. Dal primo giorno già ha avuto modo di capire che in effetti si andava contro a tutte le direttive dell’Unione Europea. In più i petizionari e i cittadini non avevano la possibilità di entrare nei siti e di dimostrare quello che dicevano e denunciavano. Con Chiaiano c’è stato un grande problema: oltre alla stampa, non sono potuti entrare neanche i cittadini. Fin da subito i membri della Commissione hanno dichiarato di essere veramente colpiti da questa totale assenza di democrazia e di partecipazione dei cittadini.
Abbiamo chiesto che visitassero il sito di Taverna del Re, che non era previsto nel loro tour, perché quel sito è la dimostrazione, l’emblema di 15 anni di commissariamento e di disastro ambientale.
Siamo andati lì ed è stato detto che in quel sito non potevano entrare perché sotto sequestro. Abbiamo spiegato loro che una parte di quel sito è sotto sequestro dalla Magistratura dal luglio 2007. Taverna del Re non è invece sotto sequestro. Abbiamo spiegato e presentato una documentazione molto nutrita di tutta la questione, non solo giuglianese, ma di tutta la Regione Campania.
Sempre in quella giornata abbiamo fatto tappa a Ferrandelle. E' stata come una passeggiata. Non hanno avuto modo di scendere. C’è stata la volontà di non farli entrare e toccare con mano. Dopo siamo andati a Acerra. Ad Acerra si sono trattenuti a lungo con l'A2A che ha raccontato loro di come l’impianto funzioni benissimo. All'uscita, i Comitati hanno spiegato alla Commissione che dall’agosto 2009 il termovalorizzatore ha già sforato di tantissimo.
I parlamentari europei hanno insistito molto sulla partecipazione della gente. Hanno dovuto però constatare che ciò non era possibile e che ai comitati era fatto divieto di entrare nei siti. Si sono stupiti del fatto che la monnezza sia di fatto militarizzata.

A Terzigno sono entrati. Si sono sentiti dire che lì si scarica soltanto tal-quale, ma una parlamentare na notato pneumatici e un fusto dimostrando che ciò non corrisponde al vero."


ANNOZERO-travaglio-vs-scajola.avi



Current intervista Peter Gomez



Renato Schifani, la causa contro Il Fatto Quotidiano e la libertà di informazione.
L'intervista esclusiva di
Current a Peter Gomez.

Segnalazioni

Renato Schifani vs Il Fatto Quotidiano -
Tutti i documenti (da antefatto.it)

Commento del giorno
di The Croppy Boy - lasciato il 6/5/2010 alle 9:33 nel post
Il mistero Scajola
Se dovessi acclarare di essere me stesso, darò ampio mandato a miei legali affinchè prendano le opportune iniziative.

giovedì 6 maggio 2010

La Rai purificatrice - Carlo Tecce


6 maggio 2010

Prima il Tg1, quindi Porta a Porta: il lungo cammino televisivo di Scajola verso la "beatificazione"

Le dimissioni portano dritte alla purificazione Rai. Otto milioni di telespettatori hanno seguito il Tg1 della sera e
Porta a Portadi martedì. E in orari diversi e con effetti speciali opposti, insieme hanno affrontato un’avventura mistica: cerca l’intruso, chi ha fregatoClaudio Scajola? L’ex ministro che abitava una casa frutto di un affare incredibile (e sapeva), che aveva pagato una parte con un mutuo e l’altra era coperta (e non sapeva) da ottanta assegni circolari di Anenome e cricca. Oltre gli ausiliari del Trio Medusa che sbeffeggiano Minzolini – splendida invenzione di Parla con medella Dandini – l’italiano che guarda il Tg1 avrebbe diritto all’assistenza di un commissario Maigret. Perché al giornale di Augusto Minzolini sfugge la vicenda: nemmeno una parola sulla cricca, guai a pronunciarla, servizio con lacrimuccia del dimissionario Scajola.

L’inviata
Ida Peritore chiosa il comunicato (letto) del ministro: "Estraneo ai fatti che gli vengono contestati". Quali fatti? Chi ascolta intuisce che ci siano dei "fatti" che riguardano Scajola, un ex democristiano che per "Silvio Berlusconi ha senso dello Stato". Non solo per Berlusconi: "Ringrazia governo e maggioranza per gli attestati di stima", precisa la Peritore. A quel punto, nel tramestio di facce e voci, il Tg1 serve il tradizionale panino, farcito da un’intervista al collega di Scajola, il ministro della Difesa: "Grazie, Claudio", e quasi piange, il marziale La Russa.

Un bel passo in avanti rispetto al Tg1 delle 13. Una parodia della
Cnn: doppia apertura sull'estero, la cattura del pakistano per il fallito attentato a New York e la conferenza dell'Onu. L'addio di un ministro della Repubblica è robetta di periferia. Piccolo particolare delle 20: il direttore Minzolini aveva regalato pochi secondi del colloquio in esclusiva tra Bruno Vespa e Scajola. Niente paura. A Porta a Porta, il tempo di fare din-don e salutare, l’anfitrione manda in onda uno scoop lungo 32 minuti. Aria distesa e copione imparato a menadito per Scajola. Divano verde da pellicola di Edwige Fenech, mani conserte, a volte supplicanti del giornalista. Scajola racconta di aver ricevuto da Balducci, uno qualsiasi, un gentile aiuto per trovare una casetta a Roma. Altro che casetta, un modesto mezzanino di 180 metri quadrati con vista sul Colosseo: "Dalle finestre. Non c’è un balcone", però.

L'ex uomo di governo è dispiaciuto per un vuoto profondo di memoria. Perché se vedesse
Zampolini per strada – testuale – potrebbe persino ignorarlo. Mica per maleducazione. Non conosce così bene l’uomo con gli assegni circolari in valigetta. Con tono greve, il conduttore annuncia che Scajola sarebbe disposto a vendere la casa: qualora scoprisse che a pagare furono altri e, addirittura, a recuperare i soldi spesi. I suoi. Caspita: non i soldi della cricca.

Vespa è affranto: "Viviamo in un paese dove i segreti non esistono". I complotti, sì: "Il giallo degli 80 assegni", titola
Porta a Porta. Vespa è sulle tracce dei cospiratori: "La trappola", altra affermazione estrapolata ad arte dalla confessione di Scajola. Il conduttore s’inoltra in cunicoli che sarebbero stuzzicanti per Maigret e pure per Colombo: "Se avesse ragione Scajola, saremmo a delle forme molte raffinate di ricatto...Persone che fanno dei favori ai politici, senza avere la mercede in cambio". Il giallo appassiona i presenti, meno chi è collegato da casa: l'audience crolla dai 2,2 milioni delle 23,34 a 1,2 scollinata la mezzanotte. Nicola Latorre del Pd quasi giustifica il partito: "Avrete notato che noi non abbiamo strumentalizzato la vicenda?". La vera opposizione al vicepresidente del Senato Pdl (Domenica Nania) arriva da destra, da Nicola Porro del Giornale e Maurizio Belpietro di Libero. La giornalista Cecilia Primerano di Porta a Porta ha una notizia che altri avranno bucato: "Scajola riesce persino a mangiare qualcosa tra la conferenza stampa e l’incontro a Palazzo Chigi". E il Tg1 di ieri? Non pervenuto: nell’edizione delle 13, il mezzanino di Scajola è scomparso dalla mappa e dai titoli. Irrintracciabile nel pomeriggio, figurarsi la sera, sommerso dalla guerriglia di Atene, le Borse a picco, il discorso di Napolitano. Minzolini dedica 53 secondi a Scajola per informare la mirabolante "salita al Colle" di Berlusconi per l'interim. Ormai Scajola è lontano, ma il pianto greco è fin troppo vicino.

Da
il Fatto Quotidiano del 6 maggio

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2484440&yy=2010&mm=05&dd=06&title=la_rai_purificatrice


La trota permalosa querela il blogger



Un cittadino italiano naturalizzato francese, che è cresciuto in Argentina, il cui padre insegnava a disegnare il tricolore dicendogli “tu sei italiano”, ha scritto sul suo blog una satira sulla Lega e su Renzo Bossi, figlio del senatore fondatore, per le note frasi sull’Italia e l’unità del paese.

Lo hanno querelato.

Qui l’intervento su Agoravox

Nessuno ha informato il figlio d’arte che esistono già casi di blogger assolti per satira – per esempio quello portato in tribunale da Gigi Moncalvo?

http://zambardino.blogautore.repubblica.it/2010/05/06/la-trota-permalosa-querela-il-blogger/


Minacce a cronisti e pm Maroni che fa?


5 maggio 2010

Anche ieri minacce con proiettili a pm e giornalisti. I pm sono quelli siciliani che indagano sui mandanti esterni delle stragi e han fatto processare Dell’Utri per mafia. I giornalisti sono Santoro e Ruotolo, fra i pochi che di questi temi tabù parlano in tv. Il Fatto ha pubblicato intercettazioni minacciose di uomini della ‘ndrangheta amici di Dell’Utri contro Travaglio e Santoro.

Ora al torvo copione si aggiungono
Spatuzza e Ciancimino jr, che hanno il torto di raccontare i rapporti mafia-politica-servizi. Da quand’è iniziata la crisi di sistema con gli scandali su Berlusconi & C, si registra un’escalation che ricorda i messaggi della "Falange Armata", a mezzadria fra mafia e servizi, al crepuscolo della Prima Repubblica. Inquieta il silenzio delle istituzioni, così solerti nel dotare di scorta i giornalisti vicini al governo. È troppo chiedere al ministro dell’Interno Maroni con quali criteri viene scortato questo e non quello? Queste minacce sono ordinaria amministrazione? E, in caso contrario, che intende fare il governo per proteggere i destinatari?

LEGGI:
Proiettili in redazione, minacce a Ingroia, Ruotolo e Santoro diEduardo Di Blasi

Da
il Fatto Quotidiano del 5 maggio

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2484204&yy=2010&mm=05&dd=05&title=minacce_a_cronisti_e_pmbrmaron