martedì 8 giugno 2010

IL TELECOMANDO COME UNO SCETTRO - Pancho Pardi


Con la più inverosimile faccia di bronzo, Berlusconi sostiene che la Rai è faziosa, e in effetti lo è:ormai imbottita di dirigenti Mediaset, svolge da anni un vero e proprio servizio privato a vantaggio del Presidente del Consiglio, con l'eccezione lodevole di alcuni programmi indipendenti, che però non possono a controbilanciare l'impero proprietario esercitato sulla rete pubblica. Senza contare le vessazioni che quotidianamente subiscono i programmi "invisi al premier": mi riferisco ad Annozero, che nel corso dell'anno è stato oggetto di contestazioni politiche e interne all'azienda, Parla con me, Glob, e il progetto di lavoro di Fabio Fazio e Roberto Saviano "Vieni via con me". La sola proposta dei contenuti deve aver messo in preallarme i piani alti di Viale Mazzini, tanto da prevederne la decapitazione ex nunc. Come a far capire da subito chi comanda e vigila sulla libertà d'espressione.

Berlusconi rappresentava già un' anomalia con il suo conflitto di interessi - stranoto dal suo primo governo e malamente affrontato nel corso dei sedici anni in cui si è dedicato all' "azienda Italia" - ma la minaccia di non siglare il contratto di servizio aggiunge qualcosa in più. Con le dimissioni di Scajola, Berlusconi ha assunto l'interim del Ministero dello Sviluppo Economico, attribuendosi quindi anche delicatissime competenze in materia di comunicazioni, tra queste, anche la sigla del contratto di servizio con la Rai, cioè la base dei rapporti tra l'azienda e il ministero. E' una fotografia impietosa, che denuncia un colossale ed eclatante controllo sull'informazione e sui media. Tutti i media: il solo pensiero che da ministro dello sviluppo economico, Berlusconi dovrà occuparsi dell'eventuale sbarco di Sky sul digitale terrestre fa presagire l'esito della vicenda.

Come ha svelato l'inchiesta l'
inchiesta di Trani con le sue sacrosante intercettazioni: il Premier usa il telecomando come uno scettro: quando cambia programma lo fa davvero: telefona al Direttore Generale della Rai, ai commissari dell'Agcom, ai membri della Commissione di Vigilanza, e tutti obbediscono pedissequamente. Nemmeno nello Zimbawe, per citare il direttore Masi.

Oggi, con le sue dichiarazioni presto smentite da
Bonaiuti, Berlusconi ha fatto un passo avanti: dall'intimità delle telefonate alla luce del sole. Non chiede al telefono, ma candidamente dispone: quello che non gli piace e non lo vezzeggia va eliminato. Manu militari. Per uscire dalla farsa, il Premier ha una sola possibilità: lasciare l'interim del ministero e trovare una nuovo ministro, che svolga il ruolo con serietà. Tuttavia, sappiamo bene che è impossibile; entrerà nell'Esecutivo l'ennesimo servo, che eseguirà gli ordini del capo.

La soluzione definitiva è solo una:
fuori Berlusconi dalla Rai, fuori i partiti dalla Rai.


http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/informazione/il_telecomando_come_uno_scettr.php?notifica




Una mattinata di ordinaria follia



In meno di due ore, stamattina, il presidente del Consiglio ha dato il meglio di sé, cioè il peggio per il Paese.
Nel leggere le agenzie di stampa sembrerebbe di trovarsi di fronte ad un escalation di follia simile a quella del film del regista Joel Schumacher (“Un giorno di ordinaria follia”-1993).

Ma ripercorriamo le tappe:

Ore 11:47 (fonte Ansa) - "Da ministro dello Sviluppo economico posso dire che se la Rai non cambia e non smette di essere così faziosa contro la maggioranza sono quasi quasi tentato di non firmare il contratto di servizio pubblico".

Ore 12.27 (fonte Asca) - "Oggi la sovranità non è più del Parlamento, è passata a una corrente della magistratura e ai suoi pm che attraverso la Corte Costituzionale abrogano le leggi che non gli piacciono. E' uno sfogo? No, è la realtà”

Ore 12:39 (fonte Agi) - "Ho detto agli uomini della Protezione civile di non andare in Abruzzo o almeno di farlo senza insegne, senza rendersi riconoscibili. Dopo l'apertura di quel fascicolo c'è il rischio che qualcuno che magari ha avuto dei familiari morti sotto le macerie e con una mente fragile, gli spari in testa".

Ore 12:50 (fonte Adnkronos) - "In Italia Il presidente del Consiglio non ha nessun potere. Potevo al massimo stabilire l'ordine del giorno del Consiglio dei ministri, ma l'ho delegato a Gianni Letta e non mi è rimasto nemmeno quello".

Ore 13:05 (fonte Sky Tg24) - ''Mettetevi per qualche minuto nei miei panni, aprite un giornale e accendete la tv pensando di chiamarvi Berlusconi, di essere me. Se dopo dieci minuti non vi viene la nausea mandatemi una lettera dicendomi che ho torto. Comunque resistiamo''.

Ore 13:21 (fonte Ansa) - ''In questa manovra sono stati chiesti pochi sacrifici' e tra le categorie interessate c'e stata quella degli impiegati pubblici perché loro hanno visto aumentare i loro stipendi quasi del doppio rispetto ai privati".


Con queste dichiarazioni direi che ogni commento è superfluo. Tuttavia, visto che il soggetto in questione ricopre la carica di Presidente del Consiglio, una riflessione è doverosa:
è in salute mentale il Premier della Repubblica italiana? Quali rischi corriamo nel tenere una persona che dimostra di non essere nel pieno delle sue facoltà mentali in quella posizione?
Le dittature, nei Paesi che le hanno vissute, spesso non si sa nemmeno per quale ragione e in quale contesto siano maturate, i cittadini se le ritrovano in casa e basta. Di queste sappiamo che volgono al termine con il
delirio di onnipotenza del dittatore, accompagnato da gesta e dichiarazioni spesso prive di significato. E qualche volta anche di natura violenta.
Diciamo che, con le affermazioni di oggi,
è chiaramente riconoscibile la fase terminale del regime Berlusconi. Ora chi ha a cuore il Paese deve adoperarsi affinché questa sua parabola del declino produca meno danni possibili alla Nazione e alla popolazione.
Sono maturi i tempi affinché l’Italia si butti alle spalle questa
brutta pagina di storia: quella del berlusconismo.


http://www.antoniodipietro.com/2010/06/una_mattinata_di_ordinaria_fol.html?notifica



Report - Birmania - 6 - 6 - 2010 - Reportage candidato all'oscar







lunedì 7 giugno 2010

Zavoli e i compensi Rai - Antonio Padellaro



7 giugno 2010

Chiediamo al presidente Zavoli: in tempi di sacrifici per tutti, è giusto che i compensi Rai percepiti da conduttori, star estarlette del teleschermo non debbano essere pubblici e pubblicabili trattandosi di soldi versati appunto dal servizio pubblico, frutto in gran parte del canone che tutti noi paghiamo? Ci rivolgiamo al presidente della commissione di Vigilanza Rai per il ruolo di garanzia ricevuto dal Parlamento e per la sensibilità istituzionale che tutti gli riconoscono. Un elenco certo e ufficiale degli emolumenti Rai (non solo gli stipendi base ma le cifre complessive riscosse) sarebbe una boccata di sana trasparenza.

Primo: metterebbe fine al balletto indecoroso di liste e listarelle di incerta fonte messe in giro strumentalmente per colpire questo o quello. Secondo: toglierebbe ai vari
Brunetta e Calderoli la finta maschera di “moralizzatori” quando è chiaro a tutti che la campagna sugli “stipendi d’oro” di viale Mazzini e Saxa Rubra è soprattutto diretta a colpire certi giornalisti invisi al governo, e non altri. La pubblicazione di questi dati metterebbe i cittadini nella concreta possibilità di valutare se quelle cifre corrispondono a precise e legittime logiche di mercato. O se per il loro eccessivo ammontare siano assimilabili alla categoria delle prebende e delle regalìe. È giusto, per esempio, accomunare chi conduce una trasmissione che fa il pieno di ascolti e di pubblicità con chi quei numeri se li sogna? E che il primo riceva in busta paga meno della metà del secondo? Chiediamo al presidente Zavoli: non è vigilanza anche questa?

Da
il Fatto Quotidiano del 6 giugno

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2496216&title=2496216


Annozero non chiude


7 giugno 2010

Annozero tornerà a settembre. Lo annuncia Michele Santoro alla fine di una giornata piena di suspense. In mattinata la domanda al presidente Rai Paolo Garimberti. Diretta: “Devo andare in onda o no?”. Poi la risposta di Garimberti: “Mi approprio del tuo slogan: adesso Annozero può cominciare”. Alla fine la promessa di Santoro: “Avevo chiesto che il presidente si pronunciasse con chiarezza e adesso lo ha fatto. Torniamo a settembre”.

Tutto era iniziato in viale Mazzini, sede storica della Rai. Conferenza stampa movimentata. Un'ora e mezzo di Michele Santoro: riflessioni, battute e una sola domanda che aspetta risposta da settimane: “Per me non sono sufficienti le dichiarazioni di Paolo Garimberti. Deve dire chiaramente se, a titolo del Cda o a nome personale, Annozero deve andare in onda o no. Garimberti mi vuole, vuole Annozero in onda? - si chiede Santoro - È pronto a scommettere anche la sua faccia sulla trasmissione?”. L’aut aut di Santoro era stato deciso: “L'unica scelta è tra
Annozero o l'accordo, tertium non datur. Non starò due anni chiuso in una stanza ad aspettare”.

Due chicche. Il direttore di Raidue che scappa dal sì o no di
Luca Telese: “Lei vuole Annozero?”. Silenzio imbarazzante. Santoro riprende un editoriale diAntonio Padellaro: “Gli stipendi di conduttori e direttori dovrebbero essere pubblici”.



(Clicca
qui o sull'immagine per il video Rai della conferenza stampa di Santoro)

VIDEO:
La conferenza stampa di Michele Santoro

LEGGI

La risposta di Garimberti a Santoro

Appello a Zavoli, i compensi della Rai siano pubblici di Antonio Padellaro

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2496399&title=2496399



Passaparola - 7 giugno 2010


La sfiducia dei mercati verso l’Italia non è tutta colpa dell’Ungheria


7 giugno 2010

La causa sono le debolezze italiane e la manovra insufficiente: dopo questa Finanziaria ce ne vorrà un'altra che il Governo non ha ancora annunciato

di
Superbonus

Adesso
Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti diranno che è colpa dell’Ungheria, che è colpa di chi ha fatto entrare la Grecia in Europa e anche che è colpa degli “speculatori” se la situazione economica si aggrava e sarà necessaria una nuova manovra o un'integrazione di quella in discussione.

Ma questa è una menzogna, la manovra che verrà – non questa da 25 miliardi di euro appena approvata dal governo, ma la prossima, quella che deve ancora essere annunciata – è necessaria per i seguenti motivi: a) nella Finanziaria presentata a ottobre 2009 il ministero dell'Economia ha correttamente previsto la crescita del
Pil per il 2010 ma l’ha volontariamente mantenuta troppo alta per il biennio successivo b) passate le elezioni regionali in cui si prometteva “la cura contro il cancro” si sono riviste le stime di crescita del 2001/2012 dal 2% al 1,5% e si è evidenziata la necessità della manovra da 24 miliardi c) la manovra pubblicata inGazzetta ufficiale riuscirà a racimolare a mala pena 20 miliardi la maggior parte dei quali derivano dai tagli agli enti locali che si trasformeranno in tasse indirette sulla popolazione d) semplicemente per mantenere gli impegni con l’Europa e soprattutto con gli investitori saranno necessari altri 20 miliardi di manovra nel prossimo biennio. Il mercato non è convinto che il governo Berlusconi sia in grado di affrontare tagli alla spesa o aumenti delle imposte di queste dimensioni ed è per questo e solo per questo che sono sempre meno gli investitori disposti a comprare i nostri titoli di Stato.

Il differenziale di rendimento (
spread) dei Btp sui Bund tedeschi a 2 anni è passato dal 1,48% prima della manovra al 1,72% all’indomani della pubblicazione della stessa sulla Gazzetta ufficiale. Quando l’Ungheria ha annunciato le difficoltà ad onorare i propri debiti il differenziale è aumentato dello 0,08% a 1,80%. Lo Stato Italiano ha una durata media del debito di 7 anni, quindi ogni anno ricorre ai mercati finanziari per rifinanziare un settimo del proprio debito chiedendo in prestito 250 miliardi. La crisi ungherese, calcolando un effetto più che doppio rispetto a quello registrato fino ad ora, inciderà al massimo sui conti dello Stato per 64 milioni per i prossimi 7 anni così come la crisi Greca inciderà per 150 milioni.

A conti fatti la spesa aggiuntiva derivante dall’aumento del “rischio Italia” è ampiamente mitigata dalla discesa dei tassi d’interesse che ne annullano di fatto l’impatto. Quindi non si può dare la colpa a loro. Il governo sta cercando di nascondersi dietro una situazione difficile dei mercati finanziari per giustificare le sue carenze di politica economica e di eccesso di spesa pubblica. La conferenza stampa di presentazione della Manovra economica nella sala stampa di Palazzo Chigi il 25 maggio, è la migliore rappresentazione della situazione della spesa pubblica italiana. Le parole “abbiamo rinviato il taglio delle tasse” agli operatori finanziari sono sembrate ridicole e pericolose, perché pronunciate da un presidente del Consiglio che nega l’evidenza e non prende atto che gli investitori hanno presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti con conseguenze per il paese molto più gravi di una semplice caduta del governo.

Non siamo di fronte ad una crisi finanziaria emotiva nella quale prevale l’irrazionalità della reazione alla cattiva notizia (Ungheria, Grecia ecc.), ma dobbiamo affrontare la sfiducia degli investitori nella capacità del nostro paese di abbassare deficit e debito per questo motivo non è in discussione il tasso d’interesse che il Tesoro pagherà, ma le stesse linee di credito al sistema Italia iniziano ad essere viste con un occhio differente. Le parole di Tremonti ad
Annozero, giovedì sera, peggiorano la situazione: gli investitori vogliono misure concrete e subito, vogliono sentire parole chiare sullo stato dei conti e sulla vera entità delle manovre da mettere in campo, e ad ogni occasione mancata in cui il governo invece di annunciarle parla d'altro , cresce la loro inquietudine.

Per questo motivo i prezzi dei
Btp continueranno a scendere nelle prossime settimane e tutte le oche del Campidoglio affolleranno le televisioni per gridare contro gli “speculatori”. Ma alla fine faranno una cosa semplice semplice che produrrà un gettito di cassa immediato: aumenteranno le aliquote Iva così anche illeader della Cisl Raffaele Bonanni potrà finalmente dire che “sono stati colpiti i consumi e non i redditi”. Proprio una bella soddisfazione.

Da
il Fatto Quotidiano del 6 giugno

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2495907&yy=2010&mm=06&dd=07&title=la_sfiducia_dei_mercati_verso