Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 17 giugno 2010
VERGOGNA!!!!!!!
Noi Italiani (con la i maiuscola), si sa, quando facciamo qualcosa la facciamo decisamente in grande!
Così è stato per il G8 dell'Aquila che durante questo periodo di recessione ci è costato:
Cinquecentododici milioni quattrocentosettantaquattro mila euro ( 512.474.000,00€ )
Ma andiamo per ordine: come sono stati spesi questi soldi?
Visto che non voglio farvi fumare troppo le palle riporto solo una piccola lista:
- 24 mila euro in asciugamani,
- 22 mila 500 euro in ciotoline Bulgari d'argento,
- 350 mila per televisori Lcd e al plasma
- 10 mila euro per i bolliacqua del the.
- 26 mila euro per 60 penne in edizione unica, fornite da "Museovivo" (costo unitario: 433 euro), servite soltanto ai grandi per apporre la loro firma sui protocolli,
- 373 mila euro per la fornitura prestigiose poltrone "Frau"
- 63 mila euro per gli addobbi floreali
- 78 mila euro per porta-blocnotes, firmati da "Pineider"
- 22 mila euro per il logo della manifestazione
- 155 mila euro per pennoni porta-bandiera e bandiere
- 13 mila euro per 30 distruggi documenti
- 18 mila euro per tessuti per hostess e steward
- 54 mila euro per tessuti non meglio specificati.
- oltre 1 milione di euro per il servizio di catering per i banchetti per i capi di Stato; servizio che si è aggiudicata
Dovrebbero essere contenti gli abruzzesi che in quei giorni erano nelle tende e che ancora adesso hanno la città piena di macerie, sapere come sono stati usati bene i loro/nostri soldi.
Tutto questo senza contare che il G8è stato spostato dalla Maddalena dove erano già stati investiti parecchi milioni di euro...
Le fonti sono:
www.report.rai.it
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/un-g8-da-500-milioni/2121668//1
Sull'articolo dell'espresso troverete la lista completa se proprio volete farvi del male.
Non dimenticatevelo quando c'è crisi e ci dicono di "tenere duro".
Non dimenticatevelo quando ogni mese dovete tirare la cinghia quando andate a fare la spesa.
Non dimenticatelo quando ci dicono la crisi è finita, va tutto bene e voi siete in cassa integrazione.
Non dimenticatevelo se state valutando di andare a votare o meno.
Non dimenticatelo quando l'aumento contrattuale del vostro stipendio è di 70 euro lordi ma quello dei parlamentari di 1500euro netti.
Quando voi dovete arrangiarvi coi mezzi perché c'è
Quando dovete scegliere tra il cinema e la pizza perché entrambi non è possibile...ma loro cenano e pranzano a spese nostre in ristornati e catering di lusso.
Loro viaggiano a spese nostre in prima classe sui freccia rossa, ma ci hanno tolto gli intercity (troppo economici)
Quando difendono la famiglia, ma poi chi ha figli ha un rimborso di 37euro al mese per figlio (se ne hai due)...
martedì 15 giugno 2010
Villette, piscine e terrazze I furbi del condono a Roma
Abusi realizzati dopo la domanda: la prova nelle immagini dall’alto.
ROMA — «Il condono edilizio? Sarà leggero» minimizzava il 18 settembre 2003 Gianni Alemanno, allora responsabile dell’Agricoltura in un governo che si apprestava ad approvare la terza sanatoria delle costruzioni abusive. Una battuta infelice e azzardata, come l’ex ministro ha avuto modo di sperimentare personalmente una volta diventato sindaco di Roma. Eccoli gli effetti del condono light: un assaggio è nelle fotografie aeree pubblicate qui sotto. Sono la dimostrazione che la sanatoria voluta dal governo di Silvio Berlusconi nel 2003 potrebbe essere stata utilizzata in molti casi anche a regolarizzare preventivamente immobili che non esistevano.
CASI DA MANUALE - Osservatele bene, e fate attenzione alle date. Perché quelle potrebbero incastrare proprietari che hanno fatto domanda di condono prima ancora di tirare su i muri, mettere le tegole sul tetto, scavare il buco per la piscina. Parliamo di tre casi da manuale. Il primo, una costruzione in cima a uno stabile di via di San Vincenzo, a Roma, accanto alla Fontana di Trevi: dove nel 2004, come dimostrano gli scatti dall’alto, non c’era nulla. Valore economico di quegli 80 metri quadrati terrazzatissimi nel cuore della Capitale? Come almeno dieci appartamenti in periferia. Il secondo è stato scovato dall’obiettivo indiscreto fuori del Raccordo anulare, al Nord della città. Quattro costruzioni, come testimoniano le foto, apparse dal nulla nel 2005. Dal valore, pure qui, niente affatto trascurabile. Il terzo è anch’esso fuori del Raccordo, ma a Sud, in un’altra zona sulla quale sussistono vincoli di un piano territoriale paesistico: lì, su un’area che nel 2004 era libera da costruzioni, adesso c’è quella che sembra una villa con piscina. Inutile dire che in tutte le tre circostanze è stata presentata domanda di sanatoria come se l’abuso fosse stato commesso entro il termine previsto dalla legge per ottenere il beneficio: 31 marzo 2003.
CASI NON ISOLATI - Ma chi pensa si tratti di episodi isolati, si sbaglia di grosso. Sapete quante situazioni simili hanno scoperto i tecnici di Gemma, la società privata che gestisce dietro corrispettivo le pratiche del condono edilizio del Comune di Roma? Ben 3.713. Tremilasettecentotredici su 28.072, ovvero il numero di domande di condono edilizio esaminate nei primi quattro mesi di quest’anno. È il 13,2% del totale. E non è tutto. Perché alle 3.713 costruzioni tirate su dopo che la sanatoria era stata già approvato, bisognerebbe aggiungere le 6.503 realizzate, sì, entro il 31 marzo 2003, ma in aree soggette a vincoli di qualche genere. Oltre alle 2.099 spuntate come funghi addirittura nei parchi. Per un totale di 12.315 abusi, secondo Gemma, non sanabili. Vi chiederete: e lo scoprono adesso, dopo tutto questo tempo? Domanda più che legittima. Dall’inizio la situazione dei condoni edilizi a Roma è stata caratterizzata da storture e disfunzioni. C’è chi per esempio ha sempre criticato la scelta (fatta dalle giunte di centrosinistra) di affidare a un privato un compito così delicato: tanto più che in altre grandi città, come Milano, ci pensano gli uffici comunali. C’è chi invece l’ha sempre difesa, sottolineando l’abnorme numero di domande. Fino a un epilogo sconcertante. Alla fine di maggio il presidente e azionista di Gemma, Renzo Rubeo, ha deciso infatti di risolvere il contratto con il Campidoglio per inadempienza della controparte, rivendicando arretrati per svariati milioni di euro. Una iniziativa giunta al culmine di un rapporto che va avanti da dieci anni, fra molti attriti che l’hanno logorato. E in un contesto nel quale non sono mancati i risvolti giudiziari. Senza entrare nel merito di una vicenda con molti aspetti da chiarire (a cominciare dalla gestione del sistema informativo assegnato da anni sempre alla stessa ditta, un’altra, con proroghe continue senza gare) meglio far parlare i numeri. Decisamente allucinanti.
ILLEGALITÀ - Le domande di condono edilizio presentate nel solo Comune di Roma sono circa 597 mila. Per avere un’idea del tasso di illegalità, è come se un cittadino romano su 4,2 residenti avesse chiesto di sanare un abuso. Ben 417 mila domande riguardano la prima sanatoria, quella del 1985, 94.688 la seconda (del 1994) e oltre 85 mila la terza (del 2003). Ebbene, di tutte queste pratiche ne restano ancora da smaltire 210 mila. Ben 130 mila sono arretrati del condono 1985, circa 25 mila di quello 1994 e il resto riguarda l’ultimo: forse il più devastante dei tre. Perché se il primo «perdono» edilizio voluto dal governo di Bettino Craxi è arrivato in una situazione nella quale molti Comuni erano ancora senza piano regolatore e ha sanato in larga misura piccoli interventi, e se il secondo (governo Berlusconi) ha salvato prevalentemente villette e seconde case, il terzo (ancora Berlusconi) potrebbe aver consentito di regolarizzare abusi ancora prima che venissero commessi, magari in zone protette. Insomma, una specie di licenza di costruire in deroga a tutte le norme urbanistiche.
DALL'ALTO - Peccato soltanto che nel 2003 esistessero già i sistemi di rilevazione aerea che avrebbero consentito agevolmente di scoprire le carognate. Bastava volerlo. Qualche mese dopo l’approvazione della legge il ministro dell’Ambiente Altero Matteoli ammonì: «Al ministero abbiamo delle cartografie dove è fotografata tutta l’Italia e possiamo vedere anche la più piccola costruzione che c’era prima del 31 marzo 2003. Se uno richiede un condono e c’è un’amministrazione attenta può non concederlo». Come e se siano state usate quelle foto, però non si sa. Di certo non è successo a Roma. Gemma ha utilizzato le rilevazioni di uno «scatto» aereo del 2003 comprato sul mercato e ha successivamente integrato la sua attività con una società specializzata comprata dal gruppo Iri, la Italeco. Ma anche il Comune di Fano, prima che il governo approvasse la sanatoria, fece fotografare da un aereo tutto il proprio territorio, alla scopo di prevenire eventuali furbetti. Non si sarebbe potuta fare ovunque la stessa cosa? Per evitare almeno che il condono edilizio, già indecente, diventasse ripugnante.
15 giugno 2010
VIOLENZA SESSUALE "LIEVE" AI MINORI: ECCO I NOMI DEI SENATORI FIRMATARI
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Bertolaso, la carriera per immagini
Lo scorso 29 gennaio, dall'Aquila, il Presidente del consiglio lo aveva candidato a guidare un dicastero
ROMA - Nell'arco di una decina di giorni da potenziale ministro a indagato. E' stata una parabola tanto rapida quanto inaspettata quella di Guido Bertolaso, Capo, ora dimissionario, della Protezione civile e jolly del Governo per risolvere qualsiasi emergenza, da quella dei rifiuti in Campania al terremoto in Abruzzo.
Lo scorso 29 gennaio, dall'Aquila, il Presidente del consiglio lo aveva candidato a guidare un dicastero: "Credo che tutti possano immaginare che dopo l'exploit straordinario che Guido ha fatto in questi dieci mesi, il minimo che possiamo dargli come riconoscimento e merito - aveva detto il Premier - e' la nomina a ministro da parte del presidente del consiglio". Un attestato di stima che aveva spazzato via polemiche e dubbi sollevati dalla querelle nata, pochi giorni prima, sulla questione Haiti, tra il ministro degli Esteri Frattini e il capo della Protezione civile. Sembrava essere superato anche l'imbarazzo creato da un'inchiesta sulle condizioni delle opere a La Maddalena per il G8: Bertolaso, in un sopralluogo con i giornalisti la scorsa settimana, aveva illustrato il futuro dell'ex Arsenale e degli altri siti realizzati, respingendo al mittente qualsiasi critica: "Le strutture realizzate nell'isola non sono in stato di abbandono, anche se c'e' qualche lavoro di manutenzione da fare, ma anzi nell'isola e' stata fatta la piu' grande bonifica di sempre, che ha permesso di trasformare un luogo che era una fogna in un polo navale e turistico tra i piu' importanti del Mediterraneo". Stamani l'imprevedibile accelerata.
Il capo del Dipartimento della Protezione civile Guido Bertolaso e' indagato per corruzione nell'inchiesta svolta dalla magistratura di Firenze sugli interventi eseguiti alla Maddalena in vista del G8 dello scorso anno, poi spostato all'Aquila. Una notizia immediatamente seguita dalla decisione di Bertolaso di rimettere tutti i suoi incarichi: "Per non intralciare l'operato degli organi inquirenti" ha spiegato aggiungendo di essersi sempre definito "un servitore dello Stato" e dunque, anche in questo caso, di voler rimanere a disposizione del suo Paese. Nato 59 anni fa a Roma, due figlie, medico specializzato in malattie tropicali - con una carriera che dal confine tra Thailandia e Cambogia lo ha portato, quest'estate in occasione del G8, a sedere accanto ai poteri della terra dopo aver organizzato il Giubileo e i funerali di Giovanni Paolo II, aver gestito i soccorsi per lo tsunami e le tragedie che in questi otto anni hanno colpito l'Italia, aver chiuso l'emergenza rifiuti in Campania dopo 15 anni di scaricabarile - Bertolaso lo scorso novembre aveva annunciato di voler lasciare a fine anno e aveva pure ammesso di volersene andare soprattutto per aver capito che dopo tante battaglie vinte sarebbe stato impossibile portare a casa quella a cui teneva di piu', la messa in sicurezza dell'intero territorio italiano.
Certo, in otto anni ha ottenuto la classificazione sismica di tutti i comuni, con regole chiare per costruire nelle zone a rischio. Ed e' riuscito, anche, ad imporre il catasto degli incendi e i piani di protezione civile comunali. Ma non quella cultura di prevenzione che avrebbe consentito di realizzare un vero piano di interventi. E aveva anche assicurato, allora, di non volersene andare certo, come sostenuto da qualcuno, per timore di un avviso di garanzia, che oggi e' arrivato: "sono un medico e quando mi chiamano perche' ci sono dei feriti - aveva spiegato - io cerco di salvare loro al vita e' se e' necessario passo anche con il rosso e vado contromano. Poi paghero' la multa". Una metafora che sembra essere la risposta all'avviso di garanzia - e' indagato per corruzione - notificatogli oggi.
http://notizie.it.msn.com/fotostory/gallery.aspx?cp-documentid=152105049
Anemone, tangenti dai conti della segretaria - Fiorenza Sarzanini
Una decina di operazioni sospette per oltre
un milione di euro. Domani interrogato Rutelli.
I SOLDI DI ALIDA - Era stata la Guardia di Finanza a documentare l’ascesa della Anemone Costruzioni che due anni fa ha fatturato 34 milioni e mezzo di euro. Un balzo notevole rispetto agli 8 milioni del 2003. Ebbene, nel 2008 — anche grazie al decreto che inserisce il G8 de La Maddalena nei «Grandi Eventi» — l’impresa ottiene il primo lotto dei lavori in Sardegna a giugno, altri tre appalti decisi in vista del vertice internazionale appena un mese dopo, l’aeroporto di Perugia per festeggiare l’Unità d’Italia, un doppio incarico per i Mondiali di Nuoto che si svolgeranno a Roma l’estate successiva. Anemone, come si comprende dalle telefonate intercettate, è molto soddisfatto. E cerca di ricambiare i favori ottenuti. Si mostra riconoscente con il Provveditore Angelo Balducci al quale aveva già regalato case e soldi: soltanto per pagare gli arredi dell’appartamento del figlio spende oltre 40.000 euro, che però fattura alla società che si è aggiudicata la gara. Il resto lo elargisce in contanti facendo prelevare soldi dai conti che ha intestato a uno dei suoi prestanome più fidati: la segretaria Alida Lucci. Sono stati gli ispettori di Bankitalia a segnalare ai pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi le nove operazioni sospette per importi che oscillano tra i 100.000 e i 300.000 euro. I magistrati sono convinti che si tratti delle tangenti versate per ricompensare chi lo aveva aiutato e dunque attendono di conoscere chi siano i beneficiari di questi versamenti. La risposta potrebbe arrivare entro qualche giorno visto che si tratta di depositi aperti su istituti di credito italiani tra i quali spicca la Banca delle Marche. La scorsa settimana, davanti agli investigatori della Finanza, la donna aveva giurato di aver sempre agito seguendo le norme. E invece i tabulati dei suoi conti registrano movimentazioni continue proprio nel periodo in cui il volume d’affari del suo datore di lavoro subisce un’impennata.
BERTOLASO E RUTELLI - Il capo della Protezione civile convocato come indagato di corruzione, l’ex ministro come testimone. Entrambi chiamati a chiarire i loro rapporti con i componenti della «cricca». Se Bertolaso dovrà spiegare come mai Anemone decise di pagargli affitti, ristrutturazioni e compensi per le consulenze concesse a sua moglie, Rutelli dovrà ricostruire i suoi contatti con Balducci. Ed eventualmente confermare le dichiarazioni di Antonio Di Pietro che davanti ai magistrati ha sostenuto di aver messo in guardia sia lui, sia il premier Prodi delle «criticità» relative agli appalti concessi alle società di Anemone e degli altri imprenditori a lui collegati. La scorsa settimana sono stati sentiti gli architetti Stefano Boeri e Roberto Malfatto. Il loro collega Angelo Zampolini aveva detto di essere stato scartato dal centrosinistra proprio per favorire loro. Entrambi hanno ribaltato queste dichiarazioni: «Siamo stati fatti fuori quando sono arrivati gli altri ». Una diatriba che appare senza sbocco per i magistrati che in realtà sono interessati a conoscere l’entità e la natura delle contropartite per l’aggiudicazione dei lavori. Ieri la procura di Roma ha aperto un fascicolo sui lavori per la Scuola dei marescialli di Firenze. La scorsa settimana era stata la Corte di Cassazione a dichiarare la competenza dei magistrati della Capitale così come sollecitato da Remo Pannain e Alfredo Gaito, legali di Fabio De Santis, e da Marcello Melandri, che assiste Francesco De Vito Piscicelli. E i pubblici ministeri non hanno perso tempo: senza neanche attendere la trasmissione del fascicolo dai colleghi si è deciso di affidare l’indagine al pubblico ministero Maria Letizia Golfieri. Chissà che adesso anche gli altri indagati, Bertolaso in testa, non diano seguito a quanto annunciato e presentino analogo ricorso. Il Tribunale del Riesame di Perugia ha già stabilito che questa parte di indagine deve restare in Umbria. Ma la scorsa settimana, quando si è saputo che nuovi accertamenti erano stati disposti per verificare l’esistenza di una casa all’estero che avrebbe avuto a disposizione all’estero, il capo della Protezione Civile ha affermato: «Potrei anche chiedere di essere "gestito" dalla Procura competente che non è Perugia».