domenica 28 novembre 2010

Documenti segreti made in Italy.

Il governo teme la pubblicazione dei documenti top secret di Wikileaks, Frattini parla di «elementi molto preoccupanti» e di danni all’«immagine dell’Italia», Berlusconi definisce «criminale ciò che i media fanno». Eppure fu il Sismi di Nicolò Pollari, agli ordini di Berlusconi, a schedare e a tentare di «disarticolare con mezzi traumatici» i giornalisti e i magistrati che venivano considerati oppositori del governo. Aspettando la sentenza d’appello, il 15 dicembre, del processo Abu Omar.

Quello che il nostro recente passato ci ha insegnato, è che spesso i servizi segreti italiani, per determinati periodi, sono stati al servizio di una persona sola, o di una ristretta oligarchia, e quello che è emerso dai documenti “top secret” sono le attenzioni dell’intelligence per i soggetti scomodi, per gli oppositori.

Tempi lontanissimi? Nemmeno per sogno. Volevano farci credere, per esempio, che Mani pulite fu un complotto ordito dalla Cia e Di Pietro un burattino nelle mani dei servizi segreti, mentre i fatti e i documenti dimostrano il contrario, cioè che i servizi segreti, in quell’occasione, intervennero non per appoggiare i magistrati di Milano, ma per screditarli. In una relazione datata 6 marzo 1996, il Copaco denunciò che il Sisde, per mano della cosiddetta «fonte Achille», durante l’inchiesta Mani pulite, mise in atto manovre volte ad acquisire «informazioni riservate su atti giudiziari», «esercitare un controllo illegittimo sui singoli magistrati e sulla loro vita» e «costruire dossier che servivano a delegittimarli». Un anno prima, nel luglio ’95, gli agenti di Polizia scoprirono «una serie cospicua di schede informative, idonee a gettare sospetti infamanti e a demolire l’immagine del dr. Di Pietro» e del pool di Milano.

La storia si ripete più volte, ma probabilmente la vicenda più vergognosa è stato portata alla luce dagli agenti della Digos il 5 luglio 2006, in via Nazionale 230 a Roma, nell’ambito delle indagini sul sequestro dell’imam egiziano Abu Omar, e vede nuovamente coinvolto il Sismi – non suoi settori deviati, ma il Sismi «in quanto tale», come stabilirà nel 2007 il Csm – e ha per protagonisti Nicolò Pollari (nella foto) ePio Pompa. Pollari, tuttora docente di Diritto Tributario all’Università di Reggio Calabria e alla LUM di Bari, fu scelto da Berlusconi come capo dei servizi segreti nel 2001 e rimase in carica fino al 2006. È stato salvato dal segreto di Stato nel primo grado del processo Abu Omar, ma il 28 ottobre scorso il sostituto procuratore di Milano Piero De Petris ha chiesto 12 anni di reclusione per lui e 10 per l’ex responsabile del controspionaggio Marco Mancini (imputato anche di associazione per delinquere, corruzione e rivelazione di notizie di cui è vietata la divulgazione, per lo scandalo dei dossier Telecom ma difeso ancora una volta dal segreto di Stato), ricordando che «questo sequestro ha ferito in modo grave la coscienza della comunità internazionale».

Il braccio operativo dell’ex capo del Sismi era un certo Pio Pompa. Devoto a Silvio Berlusconi («Sarò, se Lei vorrà, anche il Suo uomo fedele e leale […]. Desidero, dunque, averLa come riferimento e esempio ponendomi subito al lavoro», scrisse in una lettera il funzionario al premier) più che Chauvin a Napoleone, Pio Pompa, in primo grado, fu condannato a tre anni per favoreggiamento nel rapimento dell’imam. Ora, si attende la sentenza d’appello, prevista per il 15 dicembre.

Ma torniamo a quel 5 luglio. Quello che gli agenti della Digos si trovano davanti è un enorme archivio, gestito da Pio Pompa, di appunti e dossier di varia natura che riguardano magistrati, giornalisti, politici e imprenditori, che negli anni sono stati vessati e calunniati da più organi di informazione e di governo. Un elenco scritto a mano indicava chiaramente le modalità con cui «dissuadere», «ridimensionare» e «neutralizzare» i nemici veri o presunti di Forza Italia. Con licenza di utilizzo di «misure traumatiche». Un progetto che in buona parte è stato messo in atto – L’elenco è lunghissimo, mi limito a ricordare, tra i magistrati, Ingroia e Natoli, estromessi dal pool antimafia di Palermo; Caselli, allontanato dalla Procura europea e dalla Procura antimafia; Colombo e la Bocassini, perseguitati da continui provvedimenti disciplinari da parte del ministero della Giustizia e calunniati dagli house organ di governo – e che sembra essere stato scritto dagli squadristi durante il periodo fascista, ma porta la data del 24 agosto 2001. Sempre nella sede di via Nazionale vengono scovate le ricevute che, nero su bianco, documentano le retribuzioni corrisposte all’allora vicedirettore di
Libero Renato Farina per pubblicare bufale a supporto delle “tesi” del Sismi (e del governo).

Il pm Sergio Sottani, nei mesi scorsi, ha contestato ai vertici dei servizi segreti vari illeciti, tra cui il reato di peculato e il possesso ingiustificato di documenti di spionaggio, ma nuovamente il governo Berlusconi ha coperto i funzionari del Sismi con il segreto di Stato, rifiutandosi di comunicare alla Procura il nome del responsabile che ha ordinato a Pompa di affittare un ufficio di 14 stanze in via Nazionale a Roma.

Cosa riveleranno i dossier di Wikileaks? Lo scopriremo, stando alle promesse del creatore del sito Julian Assange, tra qualche ora. Forse, come ha affermato il ministro Frattini, «Le relazioni e l’amicizia tra Italia e Stati Uniti hanno un tale spessore che nessuna rivelazione potrà scalfirle». Ma forse non dovremmo preoccuparci delle relazioni fra il nostro Paese e gli Stati esteri. Dei giornalisti e dei magistrati con la schiena dritta, invece, dovremmo preoccuparci eccome.


Wikileaks: ecco le prime indiscrezioni.



I responsabili del sito: "Siamo sotto attacco". Nel dossier informazioni anche sui rapporti tra Italia e Russia e sui "party selvaggi" del premier. Per Obama l'Europa non conta molto. Frattini: "Sarà l'11 settembre della diplomazia.


Leggi anche:
Der Spiegel: "Feste selvagge" per Berlusconi
Leggi l'intervista al fondatore di Wikileaks
Assange perde pezzi, concorrenza in arrivo per WikiLeaks

(in fondo all'articolo tutti i video sulle rivelazioni di Wikileaks)

Trema la diplomazia Usa. Oggi, domenica 28 novembre, dovrebbero essere pubblicati su WikiLeaksgli attesi documenti riservati del dipartimento di stato americano. Secondo il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, che dice di non conoscere il contenuto delle rivelazioni, la pubblicazione dei file sarà "l'11 settembre della diplomazia mondiale" perché "faranno saltare tutti i rapporti di fiducia tra gli Stati".

Wikileaks sotto attacco - Il sito di Wikileaks è sotto attacco informatico. Lo annunciano i responsabili via Twitter. "Stiamo subendo un DDoS (distributed denial of service, letteralmente negazione del servizio)", si legge nel messaggio stringato. Il sito per circa un'ora è stato effettivamente irraggiungibile. Poco prima, il fondatore del sito Julian Assange era intervenuto alla terza conferenza annuale di giornalisti investigativi arabi (Arij), ad Amman in Giordania spiegando che "il materiale che stiamo per pubblicare copre essenzialmente tutte le maggiori questioni mondiali". Il Guardian ha comunque annunciato, attraverso l'account twitter del caporedattore investigativo, che pubblicherà i documenti in proprio possesso, qualunque sarà lo stato del sito di Wikileaks questa sera.

Prime indiscrezioni - A Basilea sarebbero già usciti alcuni numeri di Der Spiegel, il settimanale tedesco cha ha avuto un accesso prioritario ai files di Wikileaks (clicca qui per le immagini). La copertina e un articolo (parte 1 e parte 2) sono stati scannerizzati e messi online su Twitter dal giornalista Symor Jenkins e ripresi dal sito francofono Owni.

Sull'Italia - Nell'articolo dello Spiegel si parla soprattutto dei rapporti tra Germania e Stati Uniti, ma sulla copertina del settimanale tedesco appare un'immagine di Silvio Berlusconi con sotto la scritta "Party selvaggi". Secondo alcuni articoli di stampa le notizie riguardanti il nostro Paese ruoterebbero attorno ai rapporti di Berlusconi con Putin e Gheddafi.

La copertina di Der Spiegel - Il settimanale tedesco pubblica sulla prima pagina diverse fototessere con i volti dei principali politici mondiali con sotto un breve commento tra parentesi, ipoteticamente come vengono considerati dall'amministrazione Usa. Oltre al commento sulle feste del premier, per esempio, sotto l'immagine di Karzai si legge "mosso dalla paranoia", sotto Gheddafi, "biondine prosperose come infermiere", sotto Sarkozy "imperatore senza vestiti", Putin "Maschio alpha", Medviedev "Pallido, indeciso", Angela Merkel "evita il rischio, raramente creativa".Secondo quanto rilancia un sito francese, inoltre, dai documenti emergerebbe che vi sia "una spia di Washington all'interno del governo tedesco, un membro del partito liberale".

Per Obama l'Europa non conta - Nella versione on-line del settimanale si sostiene che Barack Obama non terrebbe in grande considerazione l'Europa e che per l'amministrazione Usa la priorità sarebbe il rapporto con la Cina, considerata l'unico interlocutore all'altezza della superpotenza. Sempre secondo il settimanale tedesco i rapporti tra Obama e la Merkel non sarebbero idilliaci (mentre quelli tra Bush e la cancelliera erano migliori). Nell'amministrazione Usa la Merkel sarebbe sopranominata Teflon, per la sua capacità di farsi scivolare adosso le cose.

Anticipazioni dalla stampa inglese - Il giornale Mail on Sunday scrive che il presidente sudafricano Nelson Mandela accusò il presidente Usa George Bush di essere razzista perché, ai tempi dell'invasione dell'Iraq, ignorò le richieste dell'Onu perche Kofi Annan era di colore. Secondo il Sunday Times invece ci sarebbero rivelazioni esplosive per le relazioni di Usa e Gran Bretagna con opinioni negative date da Washinghton sui governi di Blair, Brown e dello stesso Cameron. Una 'gelata' si attende anche per i rapporti di Usa e Russia. Secondo il Kommersantinfatti ci sarebbero palesi critiche degli Usa ai leader russi nonché le registrazioni di colloqui tra diplomatici americani e russi. Non dovrebbe invece esserci nulla di compromettente per i rapporti tra Usa e Israele. Il premier Benjamin Netanyahu ha fatto sapere di essere stato contattato dal governo Usa in merito ai file Wikileaks da cui non dovrebbero emergere elementi di polemica.

Washington: "Un pericolo" - Dura la risposta dell'amministrazione americana. "La pubblicazione dei documenti - ha detto l'avvocato del Dipartimento di Stato Usa - metterà a rischio numerose vite di innocenti" così come metterà a repentaglio iniziative militari e cooperazioni tra paesi per far fronte a problemi come il terrorismo e le pandemie". "Spero che coloro che sono responsabili di questo - ha aggiunto l'avvocato - pensino a queste vite che stanno mettendo in pericolo e mettano un freno a queste pubblicazioni".

Le anticipazioni di Der Spiegel - Der Spiegel nella serata di sabato 27 aveva pubblicato sul proprio sito Internet, solo per un breve periodo, un articolo dal titolo "Domande e Risposte", in cui dava alcune informazioni sui nuovi documenti riservati raccolti dal sito WikiLeaks e anticipati ad alcuni organi di stampa internazionali, tra i quali lo stesso Spiegel. Secondo il sito"Netzpolitik", la pubblicazione dell'articolo è stata frutto di un errore del sistema di gestione dei contenuti del settimanale. L'articolo è stato subito tolto dal sito, ma Netzpolitik pubblica un link al testo dello Spiegel, che era stato ripreso da un blog prima che venisse cancellato.

Cosa bisogna aspettarsi - Solo il 5% dei documenti che Wikileaks si appresta a pubblicare riguarderebbero l'Europa mentre la gran parte si riferirebbero a Medio Oriente e Asia.
Solo 4.330 sono così "esplosivi", avrebbe scritto lo Spiegel nell'articolo, che sono stati classificati "Noform", cioè off-limits a qualsiasi governo straniero. Come già riferito da alcuni organi si stampa internazionali, inoltre, poco più della metà dei documenti non ha alcuna restrizione, il 40,5% è classificato "confidenziale" e solo il 6% è "segreto", mentre non c'è alcun documento "top secret".
Ogni documento, oltre al testo del messaggio, indica la data, l'autore, il destinatario e il livello di segretezza. I documenti, scritti dai diplomatici, dagli ambasciatori, dai consoli oppure dai dipendenti delle ambasciate, forniscono per ciascun Paese valutazioni sulle situazioni politiche e informazioni di background. In alcuni casi, secondo l'articolo, tracciano anche profili psicologici di singoli politici. Gran parte dei documenti è successiva al 2004, uno risale al 1966 e 9.005 sono stati inviati nei primi due mesi di quest'anno. Lo Spiegel non pubblicherà in Rete tutta la documentazione, ma solo alcuni estratti.

Da dove vengono i documenti - Secondo l'articolo dello Spiegel la documentazione contiene oltre ottomila "direttive" del ministero degli Esteri Usa alle sedi diplomatiche in tutto il mondo. I documenti, spiega l'articolo, provengono dalla rete 'SIPRNet' (Secret Internet Protocol Router Network), cioè un sistema di reti di computer interconnessi tra loro utilizzato dai ministeri degli Esteri e della Difesa Usa per trasmettere informazioni riservate, incluse quelle classificate 'segrete'. Nel complesso, 2,5 milioni di dipendenti e funzionari hanno accesso ai documenti che vengono trasmessi attraverso la rete 'SIPRNet'.



Wikileaks - Assange

ALLE 22,30 DI STASERA WIKILEAKS FARÀ TREMARE MEZZO MONDO, IN PRIMIS BERLUSCONI - 1- DALLA CORRISPONDENZA DELL’AMBASCIATA DI ROMA E IL GOVERNO DI WASHINGTON POTREBBE SPUNTARE UN RAPPORTO SEGRETO CHE AGLI USA SAREBBE ARRIVATO DA AMBIENTI GEORGIANI, DOVE SI IPOTIZZA UN INTERESSE ECONOMICO PERSONALE (NEL SENSO DI AZIONARIO) SIA DI PUTIN CHE DI BERLUSCONI NEL GASDOTTO RUSSO SOUTHSTREAM DA CUI L’ITALIA SI RIFORNISCE CON L’IMPEGNO ATTIVO DI ENEL, ENI E FINMECCANICA - 2- CI SONO ALTRE DUE VICENDE ITALIANE. LA PRIMA SEMBRA RIGUARDARE UN MISTERIOSO VIAGGIO IN MONTENEGRO DI DUE PARLAMENTARI PDL CON UN FERMO ALLA FRONTIERA E IL SEQUESTRO DI UNA VALIGETTA. IL SECONDO: IL SEQUESTRO SUL TRENO PER CHIASSO DI OLTRE 100 MILIARDI DI DOLLARI IN BUONI DEL TESORO AMERICANI DEGLI ANNI ’30

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1- QUI SALTA BERLUSCONI (ALTRO CHE CASETTA A MONTECARLO)
Fosca Bincher (Franco Bechis) per Libero

WIKILEAKS-ASSANGE

La verità sarà scoperta solo questa sera dopo le 22, quando Wikileaks metterà in rete i dossier riservati della diplomazia americana che stanno facendo tremare mezzo mondo.

WIKILEAKS-MANNING, ANALISTA PENTAGONO CHE HA CONSEGNATOI I CODICI DI ACCESSO AD ASSANGE

Non sono molti i documenti che riguardano l'Europa (il 5% del totale), e ancora meno quelli sull'Italia: qualche centinaio di mail e rapporti riservati in gran parte datati all'epoca del governo guidato da Romano Prodi, mentre quelli che agitano l'esecutivo attuale sono relativi solo al 2008 e a parte del 2009.

Non c'è nulla dunque - come ipotizzava ieri la Stampa - che possa riguardare il caso Ruby Rubacuori, esploso nel 2010. Come d'altra parte è da escludere che nei rapporti diplomatici si faccia riferimento ai gossip o alle vicende private del presidente del Consiglio, che poco influenzano i rapporti fra gli Stati e che vengono prese in considerazione solo se utili alla analisi sulla stabilità del governo.

BERLUSCONI E PUTIN

Non dovrebbero esserci nemmeno documenti particolari sulla crisi fra Berlusconi e Fini, anche perché gli episodi più importanti sono esplosi in data successiva a quella del trafugamento della documentazione dalla rete diplomatica americana.

Bisogna tenere presente che i rapporti dell'ambasciata di Roma debbono essere ritenuti di qualche rilevanza per la segreteria di Stato per essere classificati e archiviati nella banca dati centralizzata della segreteria di Stato.

Detto questo, secondo le prime indiscrezioni circolate sono soprattutto due i dossier diplomatici che riguardano l'attuale premier. Il primo è relativo ai suoi rapporti con il primo ministro russo Vladimir Putin, il secondo quelli con il leader libico Mohammar Gheddafi.

Nessuno dei due è una vera e propria sorpresa, perché in un caso e nell'altro la diplomazia americana ha espresso anche pubblicamente la propria preoccupazione e su singole vicende anche la propria contrarietà. Sui rapporti con Putin la documentazione riguarda due vicende principali: il ruolo avuto da Berlusconi all'epoca della guerra con la Georgia e il caso Southstream, il gasdotto russo da cui l'Italia si rifornisce con l'impegno attivo di Enel, Eni e Finmeccanica.

BERLUSCONI ERDOGAN PUTINBANNER NONLEGGERLO GHEDDAFI BERLUSCONI BACIO

Wikileaks si infila dunque fra le lenzuola del lettone di Berlusconi e Putin. Ma il succo del disappunto americano su questa vicenda è ben noto. Tanto che l'attuale ambasciatore a Roma, David H. Thorne, andando al di là del protocollo appena insediato non l'aveva certo mandata a dire. E in un'intervista aveva affermato: «Anche se Usa e Italia cooperano strettamente su numerosi temi, ci sono, comunque, alcune posizioni della politica estera italiana che continuano a preoccuparci ».

CARAVAN PETROLIO CONFLITTO GEORGIA

Quanto a Southstream aveva aggiunto: «Ci preoccupa la dipendenza energetica non solo dell'Italia, ma di tutta l'Europa». Fra la corrispondenza dell'ambasciata di Roma e la segreteria di Stato potrebbe spuntare anche un rapporto segreto e non verificato che agli Usa sarebbe arrivato proprio da ambienti georgiani, dove si ipotizza un interesse economico personale (nel senso di azionario) nel gasdotto sia di Putin che di Berlusconi.
Ma il documento avrebbe la forma di un brogliaccio.

JULIAN ASSANGE FONDATORE DI WIKILEAKS

Ci sono altre due vicende italiane di questi ultimi due anni oggetto della corrispondenza riservata fra le strutture diplomatiche Usa. La prima sembra riguardare un misterioso viaggio in Montenegro di due parlamentari PdL con un fermo alla frontiera e il sequestro di una valigetta. Del secondo episodio ha riferito anche Libero nelle sue cronache: si tratta del sequestro sul treno per Chiasso di oltre 100 miliardi di dollari in buoni del tesoro americani degli anni '30.

Ufficialmente quei titoli di Stato sono stati ritenuti falsi, ma inquietò che fra i due portatori figurasse un giapponese nipote dell'ex vicedirettore generale della Banca centrale nipponica. Un caso in cui sicuramente è stata coinvolta la diplomazia americana, e che potrebbe creare qualche imbarazzo: se quei titoli fossero stati veri per la legge italiana bisognava applicare una sanzione di molti miliardi di euro, che da sola valeva 4 volte le risorse sullo sviluppo inserite nell'attuale finanziaria.

BERLUSCONI NON ASCOLTA PIU GHEDDAFI

2- WIKILEAKS, RISCHIO "IMBARAZZO DIPLOMATICO PLANETARIO"
Repubblica.it

L'amministrazione Obama esclude qualsiasi negoziato con il sito fondato da Julian Assange "sulla diffusione di materiale riservato ottenuto in maniera illegale". Ieri sera per errore, il sito del settimanale tedesco Der Spiegel ha pubblicato un articolo, poi scomparso dalla rete, in cui si dice che il materiale verrà diffuso stasera alle 22.30 e che si tratta di 251.287 "cablogrammi diplomatici" inviati al dipartimento di Stato a Washington dalle ambasciate, dai consolati e dalle rappresentanze diplomatiche americane in tutto il mondo, oltre a 8.000 "direttive" del ministero degli Esteri Usa alle sedi diplomatiche in tutto il mondo. Tra la mole di documenti in possesso di Wikileaks, sarebbero tuttavia solo 4.330 i documenti "esplosivi".

3- PERPLESSITÀ SU BERLUSCONI E LE SUE RELAZIONI CON GHEDDAFI E PUTIN - "OBAMA ABBRONZATO". L'AMERICA SI ARRABBIÒ
Maurizio Molinari per La Stampa

GUERRA GEORGIA 20PUTIN BERLUSCONI

Per comprendere la genesi dell'operazione di «diplomazia preventiva» con cui Washington sta tentando di disinnescare l'impatto delle rivelazioni di Wikileaks bisogna partire dal metodo con cui ambasciate, consolati e Dipartimento di Stato comunicano fra loro. Si tratta di telegrammi su singole notizie, documenti di analisi su fatti avvenuti e previsioni sull'immediato futuro che richiedono agli estensori di mettere nero su bianco tutte le informazioni a loro disposizione, non solo quelle pubbliche e politicamente corrette ma anche indiscrezioni raccolte da informatori, gossip di vario genere, dettagli sulla vita privata dei personaggi più noti, veleni politici, battute gergali e quant'altro possa consentire a chi legge di farsi un'idea chiara su cosa sta avvenendo.

GUERRA GEORGIA 05

L'errore più serio che un diplomatico può compiere è astenersi dall'includere un dettaglio che, nel breve o lungo termine, potrebbe rivelarsi decisivo. Il fine è di far confluire più informazioni possibili a Washington, dove sono poi gli alti funzionari a elaborarle per trarre conclusioni che finiscono sul tavolo del Segretario di Stato e, a volte, del Presidente.

SILVIO BERLUSCONI DORMIENTE

Di conseguenza, leggendo tali documenti, si può trovare di tutto. Sono uno specchio della vita pubblica nei singoli Paesi, con il vantaggio di essere confezionati con il contributo di fonti di notevole rilievo, che adoperano ogni sorta di espressioni. Per tutelare tali fonti il governo americano le secreta ma WikiLeaks è riuscita ad avere i testi originali. Di qui le preoccupazioni dilaganti, testimoniate dalle anticipazioni di alcuni funzionari britannici sugli «insulti ai francesi spesso presenti nelle comunicazioni con gli americani».

Nel caso dell'Italia i documenti potrebbero contenere i commenti negativi alle frasi di Silvio Berlusconi - in almeno due occasioni - sull'«abbronzatura» di Barack Obama e della moglie Michelle. Quando il premier ricorse a tale terminologia, in Via Veneto fecero un sobbalzo, il Dipartimento di Stato ne venne subito informato e vi furono ulteriori scambi di comunicazioni.

PUTIN E BERLUSCONI

La Casa Bianca decise però di non far trapelare la vivace irritazione per non incrinare i rapporti con un alleato molto importante su più scacchieri, dal Libano all'Afghanistan. È sufficiente varcare la soglia del Dipartimento di Stato per rendersi conto che la vicenda ha lasciato il segno, al punto che alcuni diplomatici si spingono fino a descrivere il premier italiano come «ad alto rischio», perché «chi vi si avvicina non ha idea di cosa può avvenire, delle conseguenze politiche possibili».

Il rischio è che Wikileaks metta a nudo la contraddizione fra la scelta pragmatica del quieto vivere con Berlusconi e le perplessità che circolano nell'Amministrazione sui rapporti di Roma. Anche a causa dei legami italiani con più nazioni difficili: dall'apertura delle banche agli investimenti di Gheddafi alla moltiplicazione degli scambi commerciali con Teheran fino al flirt energetico con la Turchia.

MASTROGIACOMO

Ma forse il capitolo che può riservare più sorprese è quello del legame personale fra Berlusconi e Putin. Non è un mistero che Washington da tempo cerca di capire cosa vi sia alla base dell'intesa personale fra i due e, in occasioni conviviali a Roma come Washington, è frequente imbattersi in funzionari che ipotizzano interessi personali di Berlusconi negli accordi energetici.

WIKILEAKS-ASSANGE

Argomenti off-limits, di cui nessun diplomatico americano parlerà mai ufficialmente, ma nelle note diplomatiche se ne discute. Come nel 2007, in occasione del rapimento del giornalista Daniele Mastrogiacomo in Afghanistan, con una tempesta nelle relazioni fra l'Amministrazione Bush e il governo Prodi che vide i rispettivi ministri degli Esteri, Condi Rice e Massimo D'Alema, protagonisti di una cena all'«Aquarelle» di Washington che, anziché risolvere gli equivoci sulla trattativa italiana con i capi dei taleban, finì per moltiplicarli.

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/articolo-20607.htm

I movimenti civici scendono in campo


Creata una rete che ha già il suo simbolo e punta a presentarsi alle prossime competizioni elettorali. All'assemblea a Economia hanno aderito cinquanta associazioni arrivate da tutta la Sicilia

di ANTONELLA ROMANO

Hanno già un simbolo perché intendono assumersi precise responsabilità e misurarsi nelle prossime competizioni elettorali, per fare eleggere i loro rappresentanti. Si chiama Movimenti civici Sicilia, sottotitolo "per una società responsabile e solidale". È una sigla che lega risorse della società civile, al momento 50 movimenti civici che hanno aderito da tutta la Sicilia.

Si sono ritrovati insieme mossi dallo stesso interrogativo: come offrire un contributo per cercare soluzioni al malessere sociale, psicologico, esistenziale. "Rappresentiamo una realtà che opera in una visione della società partecipata e solidale, che mette al centro il primato della persona", spiega Liboria Di Baudo, assistente sociale. Ieri si è svolta la loro assemblea costituente, nell'aula magna della facoltà di Economia, che ha dato il via al percorso. Erano in tanti, circa 400, alla ricerca di nuove forme di impegno con la formula della "cittadinanza attiva". A moderare, Pietro di Marco, docente al Policlinico, presidente dell'associazione Scienza e Vita.

Molta gente che opera nel volontariato, nel sociale, nella cultura, nell'economia solidale, nella medicina integrata, nell'agricoltura. Lo scopo del coordinamento è creare un soggetto politico apartitico, composto da competenze e professionalità della società civile interessata alla polis. "Rappresentate un capitale civile. La gente non capirà subito, e voi non dovete avvilirvi e stancarvi ma resistere. Solo così, guardando avanti, da minoranza profetica diventerete maggioranza - li ha incoraggiati Stefano Zamagni, docente di Economia a Bologna, estensore della legge sulle onlus quando era consulente di Prodi - Tutti dovranno guadagnarci dalla vostra scommessa. Questo coordinamento è il primo esperimento del genere in Italia".

Il mezzo sarà la rete. Il metodo: lavoro di gruppo e dialogo aperto, da usare "fuori dalle logiche dell'arroganza e della contrapposizione". Niente chiusure a riccio, quindi. Il confronto sarà anche con i partiti, che oggi sono stati invitati alla seconda giornata, che si conclude con la scelta di un coordinamento di 5 persone e di un rappresentante per ogni provincia. Hanno risposto Italia dei Valori, Sel e qualche esponente del Pd.

Ieri è stata adottata la carta etica, che contiene i valori da condividere. Un patto etico del cittadino, che guiderà i Movimenti civici Sicilia anche nello stile e nel metodo. "Non siamo né di destra né di sinistra né di centro. Siamo oltre. Per molti sarà difficile accettare questa mentalità. Ma vogliamo tracciare un solco diverso, l'azione politica come servizio al bene comune - spiega Liboria Di Baudo, del movimento Idea azione, che ha elencato le linee guida del percorso - Per intenderci, chi ci rappresenta non potrà mai accettare i benefit che la politica concede a chi viene eletto. Il nostro vuole essere un generoso contributo gratuito per la ripresa della nostra terra".

Scendono in campo per riempire lo spazio che l'organizzazione politica in crisi ha lasciato. "Non saremo un nuovo marchio, un nuovo detersivo o una nuova lista. Vogliamo superare gli antichi schieramento, destra-sinistra-centro, con prassi nuove e modelli di vita alternativi già presenti nelle nostre realtà", dice Nicola Sinopoli, agente di sviluppo, di Muovi Palermo. A questa che è stata la prima "festa" della società civile "operosa" siciliana hanno aderito una quindicina di movimenti palermitani, da Agisci Palermo ai cinquecento soci di Muovi Palermo, dal centro di accoglienza Padre Nostro di Brancaccio al Cesmi (centro studi medicina integrata) di Gabriella Pravatà, da Palermo per Palermo di Tommaso Dragotto, a Rifiuti Zero Sicilia, da Vespri siciliani, che nasce sulle ceneri di Città per l'Uomo, al movimento Per Palermo fondato dal ginecologo Giuseppe Valenti.

E ancora: Voci attive Palermo, il Codifas, comitato regionale agricoltura biologica di Ambrogio Vario, Italia Futura Pioppo, Un sogno per Carini. In prima fila il gesuita Padre Gianni Notari e anche l'anziano padre Francesco Paolo Rizzo. In sala molti "grillini", 5 sindaci tra cui Mario Cicero da Castelbuono, e tra gli osservatori Steni Di Piazza di banca Etica e Beppe De Santis, sicilianista dell'Mpa molto vicino a Raffaele Lombardo, che guida un movimento autonomo di contadini.

"L'assemblea costituente è per noi un sogno che diventa realtà - hanno detto Marcello Capetta, Francesco Contorno, Sergio Gargano, tra i soggetti fondatori e presidenti dei movimenti "Muovi Palermo, "Sicilia e Futuro" e "Agisci" - I movimenti non saranno più solo promotori ma anche protagonisti e garanti delle idee e delle progettualità della società civile. Non vogliamo dare più deleghe in bianco a nessuno".

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/11/27/news/i_movimenti_civici_scendono_in_campo-9559473/