domenica 27 marzo 2011

Terremoto in Giappone: dopo soli sei giorni ricostruita un’autostrada.



Sembra incredibile, ma ce l’hanno fatta. Gli ingegneri della società di gestioneNexco, per ripristinare un tratto dell’autostrada a nord di Tokyo devastata dal terremoto dell’11 marzo, hanno impiegato soli sei giorni di lavoro!

Un intervento che rappresenta davvero un record difficilmente uguagliabile, sia dal punto di vista del tempo impiegato, sia per la grande voglia, tenacia e coraggio con cui i giapponesi hanno deciso di reagire di fronte alla catastrofe che li ha colpiti.

Guardando le foto di quest’autostrada, subito dopo essere stata completamente distrutta dal terremoto, ci si domanda come abbiano fatto in così poco tempo, non solo a ricostruirla, ma addirittura a renderla attiva e funzionante, permettendo così l’utilizzo della strada a tutti gli automobilisti.

In altri Paesi, soprattutto nella nostra bell’Italia, si sarebbe immaginata una deviazione o, comunque, almeno un lungo periodo di lavori di ripristino.

Merito dell’ingegner Makoto Ishikawa e della sua squadra, capaci di riaprire al traffico, in pochissimo tempo, il tratto di Naka (150 metri) ma non solo: anche venti differenti strade e autostrade, circa 813 chilometri su 870 danneggiati dal terremoto, sono già stati riaperti al pubblico.

Insomma chissà se un giorno sarà possibile chiedere l’intervento della squadra di Ishikawa anche dalle nostre parti, precisamente sulla Salerno – Reggio Calabria, i cui lavori di ammodernamento sono iniziati negli anni ’90, dietro l’impulso dell’Unione Europea, e ancora non portati a termine. Loro ce l’hanno fatta in sei giorni, noi, ormai, aspettiamo da 20 anni la fine. E credo che dovremo attendere ancora per molto.


http://www.mondonews24.com/attualita/terremoto-in-giappone-dopo-soli-sei-giorni-ricostruita-unautostrada/7606



Racconto surreale.


Marta camminava da non sapeva quanto,
Stringeva tra le braccia la piccola Alice che dormiva sulla sua spalla ancora avvolta nel suo vestito bianco a grandi fiori rossi, forse non aveva neanche capito cosa fosse successo.
Ora si trovava in aperta campagna, la città era, ormai, dietro di lei, il cielo non era più azzurro in campagna, ed il fumo della città si sollevava nero e minaccioso.
Affannosamente cercava tra i volti intorno a lei un viso conosciuto, ma non ne trovava, era stanca ed afflitta, tutto era avvenuto improvvisamente, aveva solo capito che doveva correre insieme agli altri in cerca di salvezza.
Fino a poco tempo prima era in villa a giocare con la dolce Alice, la sua nipotina, si rincorrevano, ridevano. Poi un boato ed il caos.
Tutti avevano cominciato a correre spaventati e lei, presa in braccio Alice, aveva seguito la fiumana di gente che si allontanava.
Non sapeva cosa fare, che cosa fosse successo, vedeva intorno solo sconforto, gente ferita, gente moribonda.
Si sentivano ancora boati ed un odore acre.

Si sedette a ridosso di un cespuglio, Alice s'era svegliata, non aveva capito nulla, voleva ancora giocare.
Accanto a lei un giovane soldato, sporco, magro ma con degli occhi di un celeste infinito, buono, che tentava, forse, di mettersi in contatto con qualcuno tramite un cellulare.
Marta era sfinita, non resse e si appisolò.

Si svegliò di soprassalto in un lettino di ospedale,: Alice?

Era seduta ai piedi del suo letto che giocava con un cellulare, accanto a lei, seduto c'era il soldato dagli occhi buoni.

Comunque si sarebbe evoluta la situazione, Marta capì di non essere sola.
E questo la confortò.

Involuzione della specie.




FORUM: TITOLARE DI UN NEGOZIO INESISTENTE DICE CHE L'AQUILA E' RICOSTRUITA - TVUNO L'AQUILA


Roberto Fico e Marco Savarese-M5S Na-26 mar 2011


Transfughi, in regalo l'auto blu. - di Marco Damilano


Da Scilipoti alla Polidori, da Razzi alla Siliquini: i deputati che sono passati con Berlusconi adesso girano con autista e lampeggiante. E aspettano con ansia le 'loro' poltrone nel prossimo rimpasto di governo.

C'è chi per un posto di governo è disposto a ripercorrere il Cammino di Santiago de Compostela, come i mendicanti medievali. � il caso dell'ex giornalista del Tg1 Francesco Pionati, oggi deputato dell'Alleanza di centro, l'Adc.

Ogni fine settimana il figlio dell'ex sindaco di Avellino riunisce i suoi aderenti in un'amena località religiosa: a Padova, presso la basilica di Sant'Antonio, a Cassino, sotto l'abbazia di San Benedetto. A una certa ora, miracolo, si materializza la voce di San Silvio, in collegamento telefonico con i discepoli pionatiani, puntualmente ripreso da tutti i tg della sera. Malignano che non di iscritti all'Adc si tratti, ma di autentici pellegrini arruolati per una giornata a basso costo e tutto compreso, visita al monastero-messa-pranzo al sacco-telefonata del presidente del Consiglio, ma l'importante è che tutto questo girovagare serva a consegnare a Pionati la tanto desiderata poltrona di sottosegretario. Altrimenti non resterà che andare a Lourdes.

Pionati è solo una delle tante anime in pena che soffrono in questi giorni di passione. Il Cavaliere li chiama la terza gamba della maggioranza, insieme a Pdl e Lega. Sono i 21 deputati del gruppo dei Responsabili. "Più disponibili che responsabili", corregge un collega. Formati da transfughi di ogni genere (c'è l'imprenditore ex veltroniano e l'operaio ex dipietrista, l'ex fascista e l'ex comunista), una babele di dialetti e di idiomi preferibilmente originari del regno delle Due Sicilie, decisivi per tenere in vita Berlusconi e la legislatura. La casella a sorpresa nelle grandi e infime manovre dei rimpasti e degli allargamenti prossimi venturi che devono consentire al governo di superare i passaggi più delicati: la ripresa dello scontro sulla giustizia, il federalismo, il tentativo di riportare il processo breve nell'aula di Montecitorio nelle prossime settimane e il vero match di cui già si vocifera, l'eventuale conflitto di attribuzione da sollevare con il tribunale di Milano sul processo Ruby.

All'ultima cena nell'abitazione romana di Silvio Berlusconi sono stati omaggiati di una cravatta e di un pacco dono preparato dai ragazzi della Comunità Incontro di don Pierino Gelmini. Ma la vera sorpresa li attendeva all'uscita, nel cortile di palazzo Grazioli. Arriva una macchina con lampeggiante e carica tutto felice l'ex Idv Domenico Scilipoti, detto "the Penguin", il Pinguino. Arriva un'altra vettura con sirena e prende in consegna Catia Polidori, l'ex finiana. Entrano altre berline e salgono a bordo Maria Grazia Siliquini (ex Futuro e Libertà) e Antonio Razzi (ex Italia dei Valori). Un carosello di autoblu degno delle Zil nere che segnalavano il saliscendi dei gerarchi nella nomenklatura brezneviana. Anche se la scorta, giustificata con le minacce ricevute dai transfughi dopo il passaggio nel campo berlusconiano, è solo il primo gradino. Verso il trionfale ingresso nel governo.

Nonostante le smentite di rito, nelle cucine berlusconiane stanno preparando il rimpasto. Per superare indenne la corsa a ostacoli delle prossime settimane a Berlusconi non bastano i 314-315 deputati finora racimolati. Bisogna allargare, anche perché il prezzo, le condizioni poste da ciascun componente del gruppo, diventa di giorno in giorno più esoso. "Per votare la fiducia a Sandro Bondi i due deputati sud-tirolesi pretendevano il parco dello Stelvio. Cosa vorranno per salvare Berlusconi dal processo: il Lombardo-Veneto?", sbotta un deputato del Pdl.

Ecco perché è diventata così importante la possibile new entry radicale, che vale da sola sei deputati alla Camera e consentirebbe al governo di superare la soglia di sicurezza. Berlusconi e Marco Pannella non hanno bisogno di mediatori, sono in ottimi rapporti da tempo immemorabile, al punto che di Giacinto detto Marco ministro con il centrodestra si parlò già nel 1994, e finì invece con la nomina di Emma Bonino alla Commissione europea.

La trattativa va avanti da più di due mesi: alla vigilia del voto della Camera del 14 dicembre, lo scontro frontale tra il premier e Gianfranco Fini, l'intesa si era quasi trovata su un documento con uno slogan ad effetto, sei riforme per sei deputati. Ma tra i sei punti di Pannella c'era qualcosa che suonava troppo simile a un'amnistia: utile anche a Berlusconi, probabilmente, ma la Lega non l'avrebbe gradita neppure per scherzo, e non se ne fece niente. Ora le danze si sono riaperte. Non ci sono poltrone per Pannella, se non il sogno di essere consacrato senatore a vita. Né rappresentano un problema le questioni etiche: sul testamento biologico il Pdl lascerà libertà di coscienza e amen.

(nella foto: Da sinistra. Domenico Scilipoti, Elio Belcastro, Catia Polidori, Luciano Sardelli, Bruno Cesario, Silvano Moffa)

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/transfughi-in-regalo-lauto-%20blu/2144455


Usa, nuovo fallimento bancario: totale nel 2011 a quota 23


Il ritmo dei fallimenti bancari, negli Stati Uniti, sembra seguire le previsioni della Federal Deposit Insurance Corporation. La presidente dell’organismo di vigilanza, Sheila Bair, aveva infatti segnalato un anno ancora difficile, in questo senso, per gli istituti di credito americani. Ma aveva anche spiegato che il peggio, ormai, dovrebbe essere alle spalle.

I regolatori americani hanno chiuso una banca dell’Illinois, nel corso del weekend: si tratta del secondo crack registrato nello Stato americano dall’inizio dell’anno. L’istituto interessato è la Valley Community Bank di Saint Charles, le cui attività sono state rilevate - secondo quanto riferito dalla stessa Fdic - dalla First State Bank of Mendota. Un nuovo fallimento che porta il totale dei default che dall’inizio del 2011 hanno colpito il sistema bancario statunitense a quota 23. A questo ritmo il risultato alla fine dell’anno potrebbe attestarsi intorno ai 120-130 crack: un dato che, sebbene sottolinei ancora le difficoltà patite soprattutto dagli istituti di credito più piccoli, risulterebbe in forte diminuzione rispetto al picco di 157 chiusure raggiunto lo scorso anno. Nel 2010, infatti, si è arrivati al livello più alto mai raggiunto dal 1992 (ciò sebbene il dato, se valutato in termini di quantità di asset falliti, era stato ancora peggiore nel corso dell’anno precedente).

La Valley Community Bank controllava asset per circa 123,8 milioni di dollari, e custodiva depositi per 124,2 milioni alla fine dello scorso anno. Il che, per la Fdic (che offre una garanzia sui depositi presenti presso le banche fallite) equivarrà ad un costo di 22,8 milioni.( Fonte: www.valori.it)

http://www.borsaforextradingfinanza.net/article-usa-nuovo-fallimento-bancario-totale-nel-2011-a-quota-23-68402872.html