venerdì 8 aprile 2011

Nucleare? Meglio la fusione fredda


Di Gianni degli Antoni - da www.vglobale.it

Gianni degli Antoni
Gianni degli Antoni
Ho conosciuto il prof. Focardi molti anni fa. Ero un giovane docente dell'Università di Milano dedito ad aiutare giovani ad acquisire competenze in Informatica. Da Fisico, Amavo la Fisica. I posti di lavoro in Fisica erano pochi. E quindi cercavo di rendermi utile in altro modo. Il prof. Focardi mi aveva capito. Stava facendo nascere un Corso di laurea in Scienze dell'Informazione a Cesena. M'invitò a tenere la prima lezione agli studenti del primo anno di quel corso, in fase di avviamento.

Da allora, sono passati molti anni, ho seguito come osservatore esterno gli sforzi scientifici del prof. Focardi, nel suo tentativo di spiegare le anomalie energetiche del Nikel impregnato di idrogeno. Il fenomeno era noto dal 1936, ma di fatto pochi, fra cui Focardi, lo avevano preso sul serio. La ricerca sul Nikel, e quella sulla così detta fusione fredda, è sempre state ignorata e considerata cattiva scienza da una parte del mondo accademico.

Anche Fleishman, uno degli iniziatori assieme a Pons della così chiamata fusione fredda, era informato del fenomeno. Me lo descrisse personalmente e tuttavia decise di abbandonare quel filone per varie ragioni. Il fenomeno nei suoi aspetti esterni era ben evidente. Il nikel in particolare condizioni si scaldava e manteneva il suo calore per molto tempo. L'assenza di spiegazione teorica induceva molti accademici a ignorare la cosa seppure segnalata da Focardi e altri. Il fenomeno poi era poco riproducibile. Il che lo rendeva di scarso interesse applicativo. Quel fenomeno entrava nella linea di quella produzione di calore che molti sognatori, anche ispirati da Giuliano Preparata di Milano, immaginavano come soluzione ai problemi energetici dell'umanità, in alternativa, ai combustibili fossili.

Energia infinita

Accanto al giudizio sulla cattiva qualità su quelle ricerche sorgeva anche una certa ostilità per le ricerche sulla fusione fredda, forse pilotata da oscuri sentimenti che non escludevano la realtà di quei sogni.

Tuttavia molti scienziati se ne occuparono, spesso di nascosto e con non poche difficoltà. I fondi dedicati a quel tema molto scarsi e certamente non pilotati da una lobby analoga ad altre ben presenti e forti nel mondo della ricerca e sviluppo. In Italia, sono stati pochi gli scienziati che hanno lavorato a quei temi. La loro costanza tuttavia ha dato esempio a molte iniziative in tutto il mondo. Iniziative, pubblicizzate solo da un giornale dal titolo «Energia Infinita». Inutile dire che lo leggevano gli appassionati (io sono fra quelli) e gli addetti. Mentre gli sforzi teorici di Preparata ed altri venivano costantemente screditati. Le linee di ricerca erano molte, spesso orientate a costruire un'immagine accademica al settore della Fusione Fredda: In fondo chi se ne occupava avrebbe voluto conquistare un posto nella Accademia oltre a regalare alla umanità un nuovo fuoco che veniva proposto come inesauribile e privo di scorie di qualsiasi natura.

La convinzione di molti era che la natura delle anomalie energetiche fosse di origine nucleare, ovvero conseguenza della frammentazione di nuclei di atomi con associata emissione di energia. Ma, come potevano i nuclei rompersi, ovvero, nel linguaggio dei fisici, come nascevano quelle reazioni nucleari? Il problema era di massimo interesse anche scientifico, ma negato da buona parte del mondo dei fisici nucleari per ragioni chiare ben comprensibili.

Infatti, per rompere dei nuclei occorre introdurre delle specie di bombe nei nuclei che, rompevano gli equilibri interni sviluppano, si potrebbe dire, dei terremoti nucleari, le cui conseguenze sono emissione di energia. Fenomeni ben conosciuti nel mondo della fisica delle stelle (anche sul sole) e in laboratori di ricerca. Le bombe che possono penetrare nei nuclei sono i neutroni, particelle grandi quanto un nucleo dell'atomo di idrogeno, ma senza carica elettrica. Essendo neutri, i neutroni possono superare la barriera elettrostatica che rende impossibile alle cariche positive di penetrare nel nucleo.

Per rompere molti nuclei occorrono molti neutroni, nel nikel chi genera quei neutroni? Il nikel ha una sua struttura metallica (cristallina). Certamente l'idrogeno sparso nel nikel perde elettroni. Ma diventano solo cariche positive che sono respinte dai nuclei e, solo a temperature di centinaia di milioni di gradi riuscirebbero a rompere nuclei.

Dunque emergeva un problema ancora molto discusso e con una varietà di spiegazioni, ancora non definitive! Qui un buon ingegnere fisico avrebbe potuto illuminarsi e concludere che avrebbe potutousare il fenomeno, per produrre energia attraverso la rottura di nuclei atomici indotta dalla presenza dell'idrogeno nel nikel, accettando una qualche spiegazione sulla esistenza del fenomeno. Fenomeno, che sul piano sperimentale era seriamente indubitabile.

Un incontro fortunato

Così avvenne: il destino ha fatto incontrare Rossi con Focardi. La scintilla è nata.

Qui l'ingegno di un ingegnere accanto a un fisico ha fatto capire che si sarebbe potuto immettere un piccolo flusso di idrogeno nel nikel, alzare la temperatura dello stesso a un livello a cui il fenomeno della produzioni di «neutroni» o entità simili, avrebbe potuto verificarsi.

Occorreva rompere nuclei senza ricorrere ai fenomeni di reazione a catena noti nella ingegneria nucleare. Era opportuno introdurre corrette sostanze, preparate in modo da essere in intimo contatto con i «neutroni prodotti». Lì, la temperatura sarebbe aumentata per le reazioni nucleari: l'acqua fredda avrebbe tenuto la temperatura sotto controllo, ovviamente scaldandosi. Così grazie al destino incrociato di Rossi e Focardi, il fuoco di prometeo è stato acceso, come in una candela in cui lo stoppino brucia lentamente mentre assorbe la cera!

Ora è il tempo della saggezza. E il contesto è difficile, per tutti: Quel fuoco di Prometeo promette energia senza emissione di anidride carbonica, è certamente possibile la sua riproduzione industriale (già avviata in Grecia). Quel fuoco non produce scorie. Le poche radiazioni emesse si fermano con uno schermo di piombo del tutto simile a quello che protegge i radiologi negli ospedali. L'energia elettrica si produce facilmente a partire dal calore prodotto. Molte strade si aprono... veramente molte.

Alcune conseguenze

Si può così capire che il mondo dei combustibili fossili che stava accettando le nuove idee sulle energie alternative anche come conseguenza della percezione dei limiti delle risorse petrolifere, si possa preoccupare e continui a sperare in qualche bugia interessata di chi nega se non il fenomeno, la relativa utilizzabilità.

Ma alcune conseguenza vanno assunte subito:

- Si potrebbe ad esempio proporre di bloccare lo sviluppo di biocombustibili che utilizzino terreno agricolo. Gli incentivi di quelle attività potrebbero essere indirizzati verso impianti per la produzione di energia con il nuovo fuoco di Prometeo.

Le Nazioni Unite hanno già preso una decisa posizione contro la sostituzione di beni alimentari con la produzione di biocombustibili, in una situazione che, si sa, sta portando molti nel mondo, verso la fame.

- Si può progettare come la graduale sostituzione dei combustibili fossili con queste nuove fonti di energia, possa essere compensato con una forte riduzione delle tensioni internazionali grazie alla partecipazione di tutti, anche dei produttori di combustibili fossili. Questi dovrebbero prevedere una loro riconversione industriale.

- Si può valutare la conseguenza della disponibilità di energia sulla desalinizzazione dell'acqua, con possibile riduzione delle guerre per il futuro controllo delle risorse idriche.

Certo serve la buona volontà del mondo, tutto. In questo contesto, le Nazioni Unite possono svolgere la loro missione utopica: Accendere il fuoco di Prometeo per chi ne ha necessita e soprattutto impedire che i pompieri della violenza cerchino di spegnerlo.

Agli intellettuali spetta capire che una seria ingegneria basata sulla scienza e sulla sapienza dell'etica, può far sognare l'umanità, per un ritorno della bellezza.

E a chi crede che sia impossibile, forse vale la pena segnalare che lo stesso risultato si potrà ottenere anche per altre vie. La cultura sarà comunque il punto di partenza. La parola «cultura» tuttavia non potrà essere usata solo da chi ritiene di possederne il controllo. La cultura è difesa di tutti. Ed è patrimonio dell'umanità.

Questa nota è conseguenza di molti tentativi di capire la crisi, le sue cause e la possibilità di contribuire alla sua riduzione.

Ma senza la costante collaborazione di Vincenzo Valenzi nel monitorare le opportunità che la scienza può fornire questa nota non avrebbe potuto prendere la luce.

Un'immensa riconoscenza va riconosciuta agli scienziati italiani che hanno incoraggiato altri a rendere possibile una nuova pagina del mondo. Gli osservatori e i fan come il sottoscritto non possono non essere grati e felici di poter dire anche solo: c'ero anch' io!

(http://lnx.boriani.eu/gda/).

http://affaritaliani.libero.it/green/fusione_fredda160311.html


Nuova particella scoperta da Tevatron: è una forza della natura?.


L'acceleratore Tevatron attivo da oltre 23 anni nel Fermilab diChicago, e pronto a terminare la sua attività, ha scoperto unaparticella completamente sconosciuta, mai vista finora, probabilmente prima prova di una nuova fisica.

Ad annunciare la scoperta sono stati i fisici del Fermilab (Fermi National Accelerator Laboratory) di Chicago. Secondo quanto detto si tratterebbe di una particella completamente sconosciuta, simile al bosone di Higgs, ma più pesante, che potrebbe costituire una nuova forza della natura che andrebbe a fare compagnia ad altre finora conosciute, come la gravità, l'elettromagnetismo e quelle nucleari.

Se alcuni ritengono che si tratti di un fenomeno, emerso da un esperimento fatto da un gruppo di ricerca coordinato dall'italiano Giovanni Punzi, irregolare per la fisicatradizionale, per altri, invece, si tratta della scoperta più importante fatta dalla fisica nell'ultimo mezzo secolo.

Per il presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Roberto Petronzio, “non è strano che alla fine della carriera gli acceleratori diano i risultati più interessanti. E' anche vero, però, che a fine vita i ricercatori hanno un'enorme capacità di vedere anche segnali molto piccoli e di lavorare su una grande statistica”. Nel frattempo, i fisici del Tevatron dicono: “Abbiamo già presentato una proposta per prolungare l'attività della macchina”.

Autore:

Marianna Quatraro


http://www.businessonline.it/news/12770/Nuova-particella-scoperta-da-Tevatron-e-una-forza-della-natura.html



ENERGIA: FONTI RINNOVABILI PROTAGONISTE A TORINO DI "ENERGETHICA"


(AGI) - Torino, 7 apr. - Giocattoli a energia solare, pannelli fotovoltaici di terza generazione, lavatrici e tosaerba collegati ad una bicicletta che funzionano pedalando, una pattumiera del futuro che produce energia dagli scarti casalinghi, innovativi sistemi per trasformare un diesel in un motore bifuel che funziona anche a gas naturale. Sono solo alcune delle tante curiosita' che si possono trovare in mostra a Energethica 2011, la manifestazione dedicata a energia sostenibile, soluzioni per il risparmio energetico e fonti rinnovabili, che si e' aperta, oggi, al Lingotto Fiere di Torino. A inaugurare il salone e' stato il convegno "Le opportunita' della green economy per lo sviluppo sostenibile del territorio", che ha lanciato i temi in cui si articola la manifestazione: Mobilita', Casa Attiva, Telegestione e Bioenergia. Tra gli ospiti James Barber, padre della "foglia artificiale", che ha spiegato: "Ci sono voluti 1000 milioni di anni per produrre combustibile fossile e meno di mille anni per usarlo e quasi la meta' del carbone che bruciamo rimane nell'atmosfera per secoli. Ecco perche' abbiamo bisogno di energie alternative. E il solare e' la fonte con il potenziale produttivo piu' alto. Possiamo riprodurre artificialmente la fotosintesi per catturare l'energia solare e usarla. Basterebbe un'ora di sole per il fabbisogno energetico di un anno della Terra. Se la foglia lo puo' fare, noi possiamo farlo persino meglio. Serve solo uno sforzo multidisciplinare da parte di scienziati e ingegneri di talento". Secondo Edgar Maeder, coordinatore del Circuito Energethica "il dibattito sulle fonti energetiche e' importante, ma a governare l'energia e le risorse ambientali dovrebbe essere la scienza insieme alla politica, perche' l'energia rinnovabile e' il motore della citta' sostenibile del futuro. L'Italia ha bisogno di progettare per il lungo periodo best practices ambientali e incentivare quelle esistenti, come fanno Germania e Svizzera".
Per Giovanni Vincenzo Fracastoro, ordinario di Fisica Tecnica Ambientale del Politecnico di Torino, in Italia "c'e' un momento di grande confusione legislativa sulle rinnovabili, mentre per il Governo tedesco il passaggio dal nucleare all'era delle fonti alternative ha la massima priorita'. E se in Germania l'energia verde copre gia' il 21% dei consumi e si prevede una produzione di energia elettrica all'80% da fonti rinnovabili entro il 2030, l'Italia fatica a rispettare la Direttiva 2009/28/EC che prevede, entro il 2020, il 17% del consumo finale di energia coperto da fonti rinnovabili. In termini di quantita', si tratta di triplicare il dato del 2005". (AGI) .



P.breve: bagarre continua, voto finale mercoledi'.


di Anna Laura Bussa e Francesco Bongarra'

E' ancora ostruzionismo nell'Aula della Camera sulla 'prescrizione breve'. I deputati dell' opposizione intervengono su ogni emendamento, attaccano la maggioranza e se la prendono con i ministri ''costretti a star qui a votare mentre fuori nel Paese c'e' bisogno di loro''. E proprio per tenere il governo in Aula, commentano nel Pd, convocano il Consiglio dei ministri ''nella pausa pranzo''. Il capogruppo di Fli Benedetto Della Vedova lancia una provocazione al ministro degli Esteri Franco Frattini: se lei esce da qui per andare a parlare con Francia ed Europa del dramma immigrazione io le assicuro che non voto. E, pronto, consegna al numero uno della Farnesina la sua tessera di parlamentare, come conferma della promessa. Frattini non reagisce e gli rimanda indietro, con un commesso, il documento. Anche il Guardasigilli e' preso di mira. Tutti i deputati dell'Idv si rivolgono a lui negli interventi ricordandogli che promise di rinunciare a tutte le 'leggi ad personam' in cambio di un dialogo sulla riforma ''epocale'' della giustizia.

Del testo della riforma ancora non c'e' traccia, affermano, mentre alla Camera si approva la 'prescrizione breve' e al Senato 'l'allunga-processi': tutti provvedimenti 'ritagliati' su misura per i guai giudiziari del premier. Anche il leader Udc Pier Ferdinando Casini punta il dito contro Angelino Alfano 'reo' di non aver mantenuto l'impegno preso con l'opposizione. La parola d'ordine nella maggioranza e' pero' quella di non reagire e di mantenere bassi i toni. Quasi tutti ci riescono, tranne il vice capogruppo del Pdl Massimo Corsaro che ad un certo punto, oltre a ribadire il concetto della magistratura politicizzata, tira in ballo il caso Moro per dire che ci volle quel dramma perche' si smettesse di parlare di ''sedicenti brigate rosse'' che invece ''facevano parte della cultura di sinistra''. Quindi, rivendica l'identita' con la ''battaglia e l'impostazione culturale di Paolo Borsellino''. Immediata la reazione. La piu' 'tagliente' quella del centrista Ferdinando Adornato che invita il centrodestra a non permettersi di confondere ''Aldo Moro con Lele Mora''. La frase di Adornato viene accolta dalla standing ovation di tutta l' opposizione. Ma anche nel Pdl si prendono le distanze: Mario Baccini e Osvaldo Napoli dicono di non condividere le parole del collega. Solo il 'Responsabile' Vincenzo D'Anna grida verso i banchi del centrosinistra: ''Quando io ero nella Dc voi eravate tutti comunisti!''. Il centrista Angelo Cera reagisce gridando a sua volta. I due arrivano quasi alle mani. Proprio durante il voto.

Cosi' Casini stoppa il 'suo': ''Vota, cretino e non rispondere alle provocazioni''. Tutti i voti (quelli di alcuni emendamenti e dell'articolo 1 del testo) passano per una differenza di 8/10 voti. ''Esattamente il numero dei ministri'', si commenta nel Pd. Questa ''e' un'amnistia!'', commenta il segretario Pd Pier Luigi Bersani che annuncia battaglia. Il fatto, spiegano il finiano Italo Bocchino e numerosi esponenti di Pd e Idv, e' che la prescrizione breve per gli incensurati potra' essere fatta valere per ogni tipo di reato: dalla pedofilia a quelli dei colletti bianchi. Con il rischio che saltino processi importanti come ad esempio quello per il terremoto dell'Aquila. Di 'prescrizione breve' la Camera tornera' ad occuparsi martedi' prossimo. Per votare mercoledi' in diretta Tv. E' probabile, invece, che al Senato, dell''allunga processi', l'altra norma che scatena le ire dell'opposizione perche' consentirebbe alla difesa di presentare prove, anche testimoniali, ''senza limiti'' facendo morire i processi per prescrizione, se ne tornera' a parlare dopo Pasqua. Al momento, infatti , la conferenza dei capigruppo che potrebbe calendarizzarlo per l'Aula non e' stata convocata.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2011/04/06/visualizza_new.html_1526558773.html


Rubygate. Parlano i giornalisti stranieri. Rsi tel. Svizzera


giovedì 7 aprile 2011

ELETTORI BERLUSCONI:IGNORANTI, DISINFORMATI E DISINTERESSATI



Mark Donovan: “L’Italia è di fronte a uno spartiacque”. di Davide Ghilotti


Il politologo britannico disegna un ritratto a tinte fosche della politica italiana. Berlusconi è stato azzoppato dai processi, ma nell'opposizione non si vede ancora un'alternativa

Per Mark Donovan, docente di politiche internazionali all’Università britannica di Cardiff ed esperto di politica italiana, l’Italia potrebbe trovarsi presto di fronte a uno “spartiacque” sul modo di fare e di intendere la politica. Berlusconi potrebbe finalmente uscire sconfitto da un eventuale elezione, ma a sinistra le alternative sono troppo deboli. E poi c’è un sistema politico che è diventato, come hanno sottolineato Paul Ginsbourg e Patrick McCarthy, “neo-patrimoniale”, dove vari clan “in lotta per il potere” si sono sostituiti ai partiti.

Professore, quali saranno le conseguenze politiche del caso Ruby?
Fino a non molto tempo fa, non era chiaro se i sondaggi mostrassero un’opinione pubblica più critica verso Berlusconi per lo scandalo a luci rosse che lo coinvolge. Ora i dati fanno pensare, per la prima volta, che il presidente del Consiglio possa trovarsi nella condizione di perdere eventuali elezioni. Il supporto nel mondo cattolico è calato. In più, dopo otto anni di governo di centro-destra, cresce il malcontento anche fra gli elettori del Pdl. Sono sempre meno persuasi dalle promesse sulla riduzione delle tasse e dal miraggio di uno sviluppo economico che ancora non si vede.

Quindi non c’è solo il bunga bunga a minacciare l’immagine di B?
L’Italia è di fronte a uno spartiacque, e i processi potrebbero fare da catalizzatore per il cambiamento. Tutto dipende da quello che faranno le opposizioni.

Come è noto il caso Ruby non è il solo procedimento a preoccupare il premier. Cosa pensa della riforma della giustizia?
Il solo fatto che il premier sia imputato in diversi processi è sufficiente per renderlo la persona meno indicata per fare una riforma così estesa. La posizione penale di Berlusconi ha creato una crisi strutturale nel cuore del sistema costituzionale italiano che è rimasta irrisolta per troppo tempo.

L’ipotesi di cambiare premier, con un capo del governo sostenuto sempre dall’attuale maggioranza, è un ipotesi fantascientifica?
Il centro-destra non è mai stato in grado di rimpiazzare Berlusconi con un leader meno problematico. Cambiare il cavallo durante la corsa non è mai una scelta facile, ma è straordinario che Berlusconi sia ancora lì. Il partito aveva tentato di disarcionarlo, nel 2005-06, ma poi non ci è riuscito. Il problema è che prima Forza Italia, poi il Pdl sono formazioni inusuali in cui le decisioni piovono dall’alto. Dove la base non partecipa né riesce a influenzare le politiche del partito.

Perché non si è mai riusciti a cambiare il “cavallo” Berlusconi?
Il Pdl ha poco movimento interno alla base del partito, e un collegamento quasi inesistente dal basso verso l’alto. E’ una forma estremizzata dei “professionisti della politica”, come li aveva chiamati Angelo Panebianco. Molti grandi partiti sono andati in questa direzione, ma Forza Italia e il Pdl sono stati dominati dai loro leader in misura insolita. Non c’è una dialettica interna, come quella che si può trovare anche nella Lega – altro partito con un leader molto forte. Finché Berlusconi sarà in grado di stare a capo del partito, il partito sarà sotto il suo comando.

Eppure anche la Lega Nord pare voler sostenere B. nonostante gli scandali e i processi
La Lega ha rincorso il progetto di alcune grandi riforme dello Stato fin dalla sua nascita. Ora vuole spingere il proprio programma il più in là possibile finché si può. Anche se la base protesta contro l’alleanza, far cadere il governo ora vorrebbe dire rischiare di bloccare il processo delle riforme e pagare duramente la decisione nelle urne.

Le alternative: quando Fini lasciò il Pdl, molti videro l’opportunità di una nuova forza di centro-destra alternativa a B. Pochi mesi, e Fli ha a malapena i numeri.
Futuro e libertà ha sicuramente perso il suo momento, non solo in Parlamento ma anche sui media. Come per il Pd, ancge fra i futuristi c’è il dilemma strategico delle alleanze. Avendo come identità primaria un’alternativa di centro-destra al Pdl, un’alleanza con l’Udc è problematica – un partito più centrista e, soprattutto, cattolico. Allearsi con altri partiti a sinistra potrebbe distruggere il poco consenso rimasto.

Il Pd, dal canto suo, pare non essere ancora in grado di offrire un’alternativa credibile a Berlusconi.
La questione ha due aspetti. Il Pd è il più grande partito di opposizione, ma rimane sotto quel 30 per cento di voti che è uno dei requisiti minimi per guidare una coalizione di governo. E poi un’alleanza a guida Pd per un “governo in attesa” non viene accettata dalle altre forze di opposizione. Alcuni osservatori sostengono l’idea di un’alleanza di tutti i partiti opposti a Berlusconi, da Fli passando per l’Udc e dal Pd all’Idv e al Sel. Grandi coalizioni di questo tipo non si sono mai verificate nella storia politica italiana. Uno scenario improbabile, se non impossibile.

La crisi d’identità della sinistra è quindi senza uscita?
I predecessori di questo partito governarono l’Italia dal 1996 al 2001. La sinistra ha le carte per vincere le prossime elezioni, ristabilendo una struttura principalmente bipolare del sistema politico. Personalmente, credo che questo sarebbe di grande beneficio per l’Italia.

Insomma, il suo è un ritratto a tinte fosche
La tesi di Patrick McCarthy dice che in Italia la politica è diventata una lotta di potere tra clan. La trovo vera e inquietante. E poi c’è anche Paul Ginsborg che sostiene che la politica italiana è diventata neo-patrimoniale. Berlusconi ha una concezione patrimoniale dello stato. Il leader politico non è solo il titolare degli uffici pubblici, ma accumula un immenso potere personale economico e mediatico, oltre che governativo, anche in questioni di politica economica internazionale – penso agli affari di Berlusconi con la Russia di Putin e la Libia di Gheddafi. Rimane anche il problema dell’immensa influenza sulla cultura e l’informazione interna, che ancora va contro il principio del pluralismo.