L'ex ministro dei Trasporti lancia a Palermo il suo nuovo movimento, Iniziativa Popolare. "La proposta è di ricomporre i democratici cristiani che la diaspora ha portato in varie formazioni". Commosso il ricordo di Cuffaro, tra gli applausi del pubblico: "Totò è stato l'unico a portare da solo la bandiera della Dc"
di Giuseppe Pipitone
La sentenza definitiva della Cassazione è del gennaio 2010. Dopo 17 anni di iter processuale, due anni di galera, una condanna in appello e un annullamento era arrivata l'assoluzione. Secondo gli ermellino Calogero Mannino avrebbe si beneficiato dei voti della mafia, ma senza che si riuscisse a provare che in cambio del sostegno elettorale avesse elargito favori a uomini di Cosa Nostra. Di tutto questo non si è ovviamente parlato all'Astoria hotel di Palermo, dove oggi l'ex ministro dei Trasporti ha tenuto a battesimo il suo nuovo movimento. Il nome provvisorio eraIniziativa Popolare, ma davanti a molti fedeli supporters di lungo corso Mannino ha dichiarato che il nuovo movimento potrebbe chiamarsi Idee e Battaglie, come il giornale fondato nel 1942 da Alcide De Gasperi.
E' una lezione di storia contemporanea quella che il politico nato ad Asmara ha regalato alla platea. Tra un Fanfani e un Andreotti si è poi passato all'attualità. Molti gli applausi per le affermazioni dell'ex ministro che ha confidato di aver predetto la spaccatura del Pdl: "si intuiva che uno come Fini, che fa riferimento al potere autoritario della magistratura non poteva stare nel Pdl." Poi è stato il momento di connotare bene il nuovo movimento nello scacchiere politico nazionale. "Una cosa é lavorare affinchéBerlusconi apra il cantiere per un nuovo partito di centro - ha detto Mannino - un'altra è diventare il suo fanalino di coda. Io sono rimasto alla crisi che si è aperta nel Pdl con l'uscita di Fini e penso che bisogna mettere insieme le forze disseminate in un arco che va dal Popolo della libertà al Pd, includendo, ovviamente, l'Udc diCasini, in ragione di una comune ispirazione ai valori della dottrina sociale della Chiesa". L'idea quindi è quella di rifare la Democrazia Cristiana, un partito popolare con Berlusconi e Casini. "Quando il 14 dicembre, senza negoziazione alcuna - aggiunge Mannino - ho votato la fiducia a Berlusconi, ho posto il tema di ritrovare il rapporto con l'Udc e con Casini. Non era un'indicazione di opportunismo, ma la proposta di una ricomposizione dei democratici cristiani che la diaspora ha portato in varie formazioni".
L'apice dell'euforia si è toccata quando l'ex ministro ha ricordato Cuffaro: "Totò è stato l'unico a portare da solo la bandiera della Dc nel 1996, quando io mi trovavo nelle sue condizioni attuali. Gli consigliai tramite mio figlio di fare il Cdu con Buttiglione e di resistere alle avances di Berlusconi per entrare in Forza Italia. La storia mi dimostra che avevo ragione". Il pubblico si è quasi spellato le mani. "Per la lealtà che dovevamo all'amico Totò Cuffaro - ha aggiunto Mannino - siamo usciti dall'Udc nel momento in cui partito di Casini, attraverso la proposta del Terzo polo, si accingeva all'alleanza con il Pd per operare il ribaltone".
Nel nuovo movimento porte aperte per il neo ministro Romano, attualmente indagato per mafia dalla Dda di Palermo. "Sarebbe auspicabile - ha ricordato Mannino - che anche nostri stretti compagni, che al momento hanno fatto scelte diverse, rientrassero con noi".