Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
mercoledì 20 aprile 2011
''C'era patto mafia-politica'', le motivazioni della Cassazione sulla condanna di Cuffaro.
19-04-11 NUCLEARE: IN PNR 2011-2013 C'E' GIA' PROGETTO SU NUOVE TECNOLOGIE
Curato da Enea, Cnr e Istituto nazionale di fisica nucleare il progetto - presentato proprio nel giorno in cui il governo si prende 12 mesi di tempo per la formulazione della Strategia energetica nazionale e ferma nel frattempo i piani di realizzazione di nuovi impianti nucleari, per valutare la sicurezza delle tecnologie disponibili -, e' ''orientato al rafforzamento del sistema energetico nazionale insufficiente a soddisfare la crescente e inevitabile domanda di energia'' e tra gli obiettivi a breve termine fissa la ''realizzazione di reattori a elevato grado di sicurezza, la ricerca sui siti, la ricerca sulle soluzioni tecnologiche per lo smaltimento dei rifiuti''. Nel medio-lungo periodo si propone inoltre la realizzaione di ''nuovi reattori di IV generazione e neutroni veloci, con standard di sicurezza elevatissimi''.
Il progetto ha un costo di 14 milioni di euro.
Un altro progetto di particolare interesse, vista anche la situazione geopolitica, e' quello sviluppato da ministero per l'Istruzione e la ricerca, ministero della Difesa e Agenzia spaziale italiana e relativo ad un satellite ottico per il telerilevamento, utilizzabile per scopi civili e militari. Il satellite sara' capace di rilevamenti ad altissima risoluzione per l'osservazione terrestre e potenziera' la strumentazione 'non convenzionale' esistente. Il costo di questo progetto e' di 100 milioni di euro.
Se questi sono alleati: la convivenza forzata tra l’ex missino e il giovane padano. - di Giulia Zaccariello
La scelta del candidato nasce da una forzatura della Lega. Berselli, uno dei berluscones più fidati, spiega che sarà una sconfitta. Bernardini replica: "Il presidente del consiglio non viene a Bologna? Qui un piatto di tortellini non si nega a nessuno". Con queste premesse i due si avviano a fare una campagna elettorale che dovrebbe essere condivisa...
Ma la tensione rimane, ed era già emersa alla cena elettorale di sabato sera a sostegno diMichele Facci, candidato al consiglio per il Pdl, per il quale si è scomodato anche Gianni Alemanno, ospite d’onore della serata. “Sono qui per due motivi: per salutare l’amico e collega Gianni Alemanno, e per sostenere Michele Facci”, ha esordito Berselli davanti a una platea dicirca 500 persone. Una gaffe capace di far infuriare Bernardini, che durante tutto il corso della serata non ha smesso di lanciare frecciatine al senatore: “Caro Berselli, ti sei dimenticato di dire il terzo motivo per cui sei qui, cioè sostenere il candidato sindaco di Pdl e Lega, che sarei io”. Via. Scroscio di applausi.
Domenica poi ci si è messa anche la puntata di Report, che non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco. Davanti al giornalista Alberto Nerazzini, autore dell’inchiesta, Berselli si è mostrato decisamente scettico verso una possibile candidatura della Lega “che ha solo l’8 per cento dei voti”.
Il Pd, come prevedibile, va a nozze: “L’eventuale discesa a Bologna di Berlusconi sancirà ufficialmente la sconfitta di tutti quei dirigenti Pdl che non hanno mai creduto in una vittoria leghista a Bologna. “Come lo stesso Berselli ha annunciato a Report”, ha dichiarato ieri in una nota Pietro Aceto, coordinatore dell’Agorà del Pd bolognese. “Fa bene il coordinatore regionale del partito di Berlusconi a preoccuparsi dell’eventuale splitting, non solo degli elettori della destra, ma anche dei dirigenti locali del suo partito”.
Del resto è noto che Bernardini è un nome arrivato da Roma, dal ministro dell’Interno Maroni che ha assecondato le voglie del giovane (ma potente) figlio di Umberto Bossi, Renzo-Trota, che da mesi andava dicendo di voler padanizzare Bologna. Tutto questo è accaduto (annuncio della candidatura compresa) mentre la destra bolognese, e soprattutto Berselli, non nascondevano di preferire un eventuale appoggio al civico Aldrovandi.
Ma il senatore, veterano della politica, taglia corto sulla questione, e la relega al passato. “I contrasti ci sono stati, ma si sono spenti una volta scelto il candidato, che è Manes Bernardini”, spiega al telefono. ”Il nostro simbolo parla chiaro”. Berlusconi per Bernardini. Sarà, ma per ora che la convivenza non si preannuncia facile è dimostrata dai fatti. E la campagna elettorale tra poco è agli sgoccioli.
Questa sera, seguendo ballarò.
Come credere ai Letta, zio e nipote, che militano nei due schieramenti opposti? Dico, avete notato che Letta nipote aveva un faldone della nuova manovra di Tremonti che la Gelmini non aveva ancora letto? Avete notato i due Craxi che militano in due schieramenti opposti e che, mentre la Stefania, che milita nel partito di maggioranza, ha per ora voce in capitolo, il fratello, Bobo, resta nell'ombra? Bipartitismo? Io non ci credo; qui non attecchisce la democrazia, non attecchisce il comunismo, non attecchisce nulla! Qui attecchisce solo l'affarismo!
Fuori tutti! Vogliamo gente nuova. Vogliamo carne fresca, idee nuove che guardino al futuro! E, poi, se ci fregano anche loro, pazienza, almeno potremo dire di averci provato.
Buona notte a tutti.
martedì 19 aprile 2011
Patente sospesa? Basta conoscere il politico giusto.
Il vicepresidente della provincia di Teramo, Renato Rasicci (Pdl), chiama la prefettura per aiutare l'amico del figlio. Al ragazzo era stato ritirato il documento per il tasso alcolico oltre i limiti di legge. Ora indaga la procura
Davanti allo chalet “Il faro” c’è una comitiva di ragazzi, tutti più o meno ventenni, ridono e scherzano. Poi qualcuno va a prendere la macchina, ormai si sono fatte le tre e bisogna pur avviarsi sulla strada di casa. Un’ultima sgommata, qualche manovra un po’ forzata per strappare l’ultima risata alle ragazze del gruppo, il traffico che si ferma e, in un attimo, i lampeggianti della pattuglia della polizia stradale di Giulianova.
L’alcol test del ragazzo alla guida rivela un tasso esagerato, superiore al massimo del massimo consentito. Patente ritirata, subito. Il ragazzo, però, non si rassegna: tra gli amici, quella sera, allo chalet, c’è anche il figlio dell’assessore al Sociale e vicepresidente in quota Pdl alla Provincia di Teramo, Renato Rasicci, che chiama papà.
L’assessore pochi minuti dopo arriva sul posto del controllo della polizia. Sulle prime avrebbe cercato di intercedere in favore del ragazzo che aveva perduto la patente, poi però, vista l’assoluta fermezza de poliziotto, la cosa avrebbe preso un’altra piega, che è il motivo scatenante dell’inchiesta. Rasicci, sbandierando il ruolo pubblico ricoperto, avrebbe detto al poliziotto di essere certo di poter far riavere la patente al ragazzo in tempi brevissimi. Fin qui, forse, solo un attimo di nervosismo.
Invece, va proprio così: il ragazzo torna in possesso della patente due giorni dopo e il poliziotto che l’aveva multato consegna tutto alla Procura della Repubblica, che apre un’inchiesta coperta dal massimo riserbo.
Scopo dei magistrati, a questo punto, è verificare come e perché la Prefettura abbia deciso di restituire la patente al ragazzo, visto che quel tasso pretenderebbe il ritiro per almeno un anno, e soprattutto se, e se sì quanto, in questa decisione abbia potuto influire l’assessore e vicepresidente, con il suo ruolo pubblico. La questione è, come si intuisce delicatissima, anche perché sul registro degli indagati sarebbero già finiti sia l’assessore sia i funzionari della Prefettura.
Di avvisi di garanzia, però, Rasicci, dice di non averne ricevuti, ma sul fatto non smentisce, anzi: “È vero, sono stato chiamato alle 3 di notte di sabato da mio figlio e sono andato a vedere cosa accadesse, ma la polizia, per privacy, non mi ha detto nulla, se non che mio figlio non c’entrava – racconta il vicepresidente della Provincia di Teramo – il lunedì successivo ho chiamato la Prefettura, ma il Prefetto non c’era, è tornato il martedì e mi ha detto di parlare con il comandante della polizia stradale di Teramo, poi mi hanno fatto compilare un modulo scaricato da Internet e il ragazzo, il mercoledì, ha riavuto la patente, ma è tutto regolare… il procedimento penale va avanti, ma intanto il ragazzo, che fa il rappresentante, può lavorare… che c’è di male?”.
di Antonio D’Amore
Berlino: “Voti Berlusconi? Qui non entri”, un ristorante mette il cartello contro B.
Pdl terrorizzato dal plebiscito anti B Cancellato il nucleare per salvare il Capo.
Il 12 giugno si vota anche l'abrogazione del legittimo impedimento. La tragedia in Giappone avrebbe spinto gli italiani a partecipare alla tornata referendaria, raggiungendo così il quorum. Un rischio troppo alto per il premier. Così oggi un emendamento cancella l'ipotesi di realizzare le centrali. Palazzo Chigi: "Nuova strategia energetica"
L’esecutivo ha deciso di fermare il programma “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche”. La rinuncia a portare avanti le norme sulla realizzazione di impianti in Italia sostituisce la moratoria già prevista ed è stata inserita come emendamento all’articolo 5 del decreto legge Omnibus, ora in esame al Senato. L’emendamento è stato presentato direttamente in Aula in mattinata e non era inserito nel fascicolo degli emendamenti prestampati, prevede che “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”. In una nota Palazzo Chigi ha precisato che ”con l’emendamento viene affidata al Consiglio dei ministri la definizione di una nuova Strategia energetica nazionale”, che terrà conto delle indicazioni dell’Ue.
Sarà l’ufficio centrale della Cassazione a decidere se, alla luce dell’emendamento presentato oggi dal governo, il referendum sul nucleare salterà o se la consultazione si terrà ugualmente. La Suprema Corte – spiega il presidente emerito della Corte Costituzionale Piero Alberto Capotosti- dovrà infatti stabilire se l’abrogazione delle norme sulla realizzazione di nuovi impianti nucleari sia “sufficiente nel senso richiesto dai promotori del referendum”. Nel caso in cui la Cassazione dovesse ritenere che l’emendamento del governo al decreto omnibus soddisfi solo parzialmente le richieste dei comitato promotore, la consultazione del 12 e 13 giugno si terrebbe lo stesso, anche se con un quesito “ristretto”.
Immediate le reazioni dell’opposizione. I senatori del Pd parlano di legge truffa. “Addio al referendum sul nucleare. Il governo vigliaccamente toglie la parola agli elettori, portando in aula un emendamento al decreto omnibus che verrà votato tra oggi e domani”, dicono Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.”E addio anche alla moratoria di un anno, perché la procedura viene semplicemente sospesa sine die, in attesa forse di tempi migliori e sicuramente dopo avere aggirato l’ostacolo del referendum che avrebbe bocciato l’avventura nuclearista del Governo”, dicono. “Non è altro che una legge truffa in salsa nucleare, ma considerando che tutti i maggior Paesi si avviano a uscire dall’energia atomica, questo trucchetto è il definitivo harakiri dei nuclearisti nostrani”. Mentre secondo Sergio Chiamparino lo stop dell’esecutivo “è segno dell’ennesima improvvisazione del governo nella politica industriale e del fatto che si lascia guidare dalla pura ricerca di consenso”. Parlare di nucleare, secondo in sindaco di Torino, “è stato del tutto velleitario e demagogico, volto a trovare consensi nel mondo industriale salvo poi fare marcia indietro sull’onda emotiva del Giappone. Questo – precisa – è segno di improvvisazione nella politica industriale”.
Antonio Di Pietro convoca una conferenza stampa lampo a Montecitorio per denunciare la strategia del governo: “Il governo tenta, con l’emendamento che blocca la costruzione di centrali nucleari, di truffare con un colpo di mano i cittadini e evitare il referendum”. Secondo il leader dell’Idv (colto da un lievissimo malore durante le battute coi cronisti ndr) con la decisione di oggi l’esecutivo “tenta in realtà di disinnescare la mina dei referendum, perché la paura fa novanta e si teme che il referendum sul nucleare trascini con sé anche quello, ben più temuto dal premier, sul legittimo impedimento. Se si volesse rinunciare al nucleare – dice ancora il leader Idv – noi ne saremmo felici, ma allora si deve procedere con l’abrogazione dell’intera legge. Il parlamento – incalza Di Pietro – non deve insomma giocare a rimpiattino. Il governo riconosca di aver fatto un errore, ma non creda di fermare il referendum con un giochino”. E allora la proposta dell’Italia dei valori è, innanzitutto un immediato subemendamento in cui si chiede di abrogare tout court la legge, e poi l’invito ai cittadini di andare comunque al referendum”, per poi arrivare “a uno scioglimento anticipato delle Camere”.
“L’esecutivo ha deciso di presentare un subemendamento che è identico a quello già presentato dai nostri senatori”, sostiene Francesco Rutelli. “Si mette fine così”, ha concluso il leader di Api, “ad una illusione priva di presupposti economici e di garanzie di sicurezza, tanto più alla luce del disastro di Fukushima. Noi anti-nuclearisti potremmo gridare vittoria, in realtà è l’ennesima pagina triste di questa legislatura”, commenta il deputato Pd, Dario Ginefra. “Si cerca di non far raggiungere il quorum al referendum, per timore che possa essere abrogata la norma sul legittimo impedimento”, aggiunge, “E si lascia il Paese senza un piano energetico. Anche gli ambientalisti non possono che gridare all’irresponsabilità di Berlusconi e del suo Governo”.