venerdì 22 aprile 2011

Cosa c’è dietro lo stop al nucleare. Acqua pubblica ai francesi e legittimo impedimento.


La notizia è giunta in redazione ieri: il Governo aveva deciso di dismettere il programma nucleare. Fonti interne ci hanno chiarito lo scenario e le ragioni di questa scelta che vedono un accordo Parigi Roma che da una parte toglie la costruzione delle centrali ad AREVA e dall'altra affida la gestione dell'acqua pubblica a VEOLIA.

Nucleare in Italia: il Governo decide disoprassedere sul programma nucleare, lo fa inserendo una moratoria nel decreto legge omnibus, all'esame dell'aula del Senato, che prevede l'abrogazione di tutto l'impianto normativo che attiene la realizzazione di impianti nucleari nel Paese.

L'emendamente recita: "Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare".

Ad abbracciare la linea Berlusconi in persona, da sempre scettico nei confronti del programma atomico ma schiacciato dalla lobby nucleare. Sebbene alcune voci leghino questa scelta ad un sondaggio realizzato la scorsa settimana che avrebbe dato al 54% la percentuale di italiani intenzionati a recarsi alle urne il 12 e 13 giugno (quindi oltre il quorum) le ragioni sono più ampie.

Prima di prendere questa decisione il Governo ha intavolato accordi con la Francia per dare una "contropartita" alla perdita economica che ne sarebbe derivata. Raggiunta l'intesa, stamane,AREVA - il colosso mondiale francese del nucleare che si sarebbe dovuto occupare della costruzione delle nostri centrali - ha iniziato la dismissione dei suoi uffici romani.

Il Governo era ben cosciente che il raggiungimento del quorum avrebbe comportato la bocciatura non solo della legge sul Nucleare ma anche quelle sul Legittimo Impedimento e sulla Privatizzazione dell'acqua.

E' stato proprio su quest'ultimo punto che è nata la contropartita da offrire oltralpe, attraverso un patto che sposta gli interessi economici dal nucleare all'acqua e dovrebbe garantire a VEOLIA una consistente presenza nel suo processo di privatizzazione (l'azienda francese è uno dei leader mondiali nel settore della gestione urbana degli acquedotti, dei rifiuti e dei trasporti). I mediatori italiani hanno dovuto fare una vera e propria corsa contro il tempo per cercare di giungere ad un accordo che soddisfacesse Parigi e che potesse essere ratificato già il 23 Aprile, giorno dell'incontro tra Berlusconi e Sarkozy.

Il Governo ha, così, trovato il modo di liberarsi di un referendum chiave che rappresentava, dopo Fukushima, il vero motore della votazione e l'elemento che avrebbe portato i cittadini alle urne.

In un colpo solo si è disinnescata una possibile bomba elettorale in mano alle opposizioni (il pericolo nucleare), si è portato a casa il Legittimo impedimento e si è continuato il processo di privatizzazione dell'acqua pubblica.

La controversia, poi, lascia ancora margini di manovra a futuri colpi di mano "nucleari" poiché l'emendamento di oggi in Senato elimina l'obbligo della stesura dei decreti legislativi di applicazione sul nucleare. Ma i decreti approvati finora non decadono, così come la legge numero 133/08 che dà il via alle centrali. E' uno stop, non una abrogazione mentre il referendum avrebbe abrogato la legge.

http://www.agoravox.it/Cosa-c-e-dietro-lo-stop-al.html



giovedì 21 aprile 2011

TRAVAGLIO AD ANNOZERO 21_04_2011




Africa. Attacco alla Libia. ecco spiegazioni inedite, ma convincenti. VEDREMO SE E’ VERO. di Antonio de Martini


Quale può essere il fil rouge che collega tutti i paesi attaccati – e presi di mira in varie forme - dagli USA e Gran Bretagna con l’aiuto di una serie di ausiliari tradizionali più o meno consapevoli?

Libia, Libano, Siria,Irak,Somalia, Sudan, Iran. Non hanno in comune l’etnia ( Iran è ariano mentre gli altri sono semiti o – Sudan – misti).

Non hanno in comune la religione: Libano ha cristiani, l’Iran è sciita, la Siria è mista. Non il petrolio: Somalia e Siria non ne hanno in quantità significative. Non laricchezza: Somalia e Sudan non lo sono.

Se invece vediamo il negativo, vediamo che nessuno di questi paesi figura tra i 56 aderenti alla Banca per i Regolamenti Internazionali.

In pratica sono paesi che hanno rifiuutato di far parte della comunità finanziaria internazionale e la Libia in particolare se la stava cavando molto bene:

  • Stando ai dati del FMI la Banca centrale libica possiede 144 tonnellate di oro nei suoi forzieri. Per un paese di tre milioni e mezzo di abitanti, non è niente male. L’educazione e l’assitenza medica sono gratuite; le coppie che si sposano ricevono 50.000 dollari a fondo perduto.
  • I Ribelli, ancora prima di costituire un governo provvisorio, hanno annunziato ( il 19 marzo) di aver costituito la BANCA CENTRALE DI LIBIA. La Banca centrale di Libia ( quella di Gheddafi per intenderci) è pubblica e non privata, stampa la moneta e presta denari allo stato senza interessi per finanziare le opere pubbliche tra cui il famoso fiume sotterraneo fatto dall’uomo che utilizza le acque fossili del Sahara per irrigare tutta l’area agricola della Libia che si trova al Nord. A proposito l’attività agricola in Libia è esentasse. Completamente. Questa politica è l’esatto contrario di quella seguita dal mondo occidentale che fa pagare tutti i servizi quali l’educazione e la sanità ed ha privatizzato le banche centrali che fanno pagare gli interessi agli stati quando forniscono loro i fondi.
  • La ragione ufficiale che ha spinto l’occidente a non mantenere le Banche Centrali come pubbliche è che questi prestiti aumentano l’inflazione, mentre prendere prestiti dalle Banche estere o dall FMI , non provocherebbe inflazione. In realtà prendere i denari a prestito da Banche centrali pubbliche – senza interessi – riduce grandemente il costo dei progetti pubblici di investimento e in alcuni casi li riduce del 50%.
  • Gheddafi aveva da poco lanciato la proposta di creare una moneta unica africana IL DINARO ORO e l’unico paese africano che si era opposto, è stata la Repubblica del Sud Africa, che è stata proprio quella che si è presentata a Tripoli per la mediazione con i ribelli e la NATO. Su questa proposta c’è un commento di Sarlosi che l’ha giudicata “una minaccia per l’Umanità”.
  • Sia Saddam Hussein che Gheddafi avevano proposto – entrambi sei mesi prima dell’attacco – di scegliere l’Euro ( o il dinaro) come valuta per le transazioni petrolifere.

ADESSO RESTIAMO IN ATTESA DI VEDERE – IN CASO DI VITTORIA DELLA NATO – SE EDUCAZIONE E SANITA’ RESTERANNO GRATUITE, SE LA BANCA CENTRALE LIBICA ADERIRA’ ALLA B.R.I. E SE L’INDUSTRIA PETROLIFERA LIBICA VERRA’ SVENDUTA A PRIVATI. Poi anche i più ingenui cominceranno ad avere sospetti.

http://corrieredellacollera.com/2011/04/17/africa-attacco-alla-libia-ecco-spiegazioni-inedite-ma-convincenti-vedremo-se-e-vero-di-antonio-de-martini/



Vittorio Arrigoni, il video-testamento



Su YouTube un filmato girato nel cimitero di Gaza dall'attivista italiano ucciso il 15 aprile. Mentre è giunto a Roma il feretro; i funerali si svolgeranno
domenica, giorno di Pasqua, nel suo paese natale in Brianza.



Vignetta su Berlusconi da lemonde.fr.




Francia - "Ecco come i nostri cugini dipingono il nostro Premier"

Ecco come i nostri vicini d'oltralpe dipingono il nostro Premier Silvio Berlusconi. La vignetta è abbastanza chiara e credo non abbia bisogno di spiegazioni. Proprio un bel quadretto da esserne fieri!! La vignetta è stata pubblicata qualche tempo fà sul sito di LeMonde, ma la nostra reputazione è davvero pessima tutt'ora. A chi non è mai capitato di viaggiare e di comprare un giornale straniero?!beh sull'Italia nel mondo se ne leggono davvero di tutti i colori.

http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=51d110b524e83b2a




Scrivete a Napolitano, tempestiamo il Quirinale perchè ci dia una mano a porre fine a questo massacro.


Qui il testo della lettera che ho mandato al Presidente Napolitano.

***

Presidente Napolitano,
Ci rivolgiamo a Lei, quale garante della Costituzione, per chiederLe lo scioglimento delle Camere.

Il motivo della richiesta è causato da una proposta di legge presentata dal PdL tendente a modificare l'Articolo 1 , il primo dei principi fondamentali della Costituzione, con una formulazione espressamente volta a ridimensionare il potere della magistratura, della Corte Costituzionale, e quello del Presidente della Repubblica, carica da Lei rivestita attualmente.

Tale modifica lede profondamente i principi sanciti dalla nostra Costituzione, che, a garanzia del percorso democratico sul quale si fonda e si basa la nostra Repubblica, delega i poteri a tre principali istituzioni, Parlamento per legiferare, Presidente della Repubblica per garantire il percorso democratico, Magistratura per l'applicazioe delle leggi.

Con questa modifica, intendono delegare potere legislativo ed esecutivo al Parlamento esutorando, nel contempo, la Magistratura e l'unico organo garante rappresentato dalla sua figura, che ha il potere di scioglimento delle Camere.

Questa nuova proposta di legge, insieme ai recenti attacchi alla magistratura e alle proposte di legge già avanzate che subordinerebbero la magistratura al governo, é una dimostrazione ulteriore del carattere EVERSIVO della maggioranza al governo, che in tutta evidenza persiste negli attacchi alla Costituzione e alle massime autorità garanti della Repubblica e dimostra chiaramente di non tener conto del Suo monito del 18 aprile.

In base all’art. 88 della Costituzione, Le chiediamo, pertanto, di sciogliere le Camere per porre fine all'ennesimo tentativo di golpe istituzionale a salvaguardia della dignità del "popolo sovrano".

In fede, ...............

***

Dopo l'inoltro, riceverete una richiesta di conferma, dopo averla effettuata, avrete la certezza che il Quirinale ha ricevuto la vostra richiesta.
Se lo facciamo in tanti, potrebbero ascoltarci.

LE RAGIONI DI ASOR ROSA. PER UN "CONSIGLIO DEI GIUSTI" da Giulio de Martino.



Alberto Asor Rosa ha esposto bene e con chiarezza su il Manifesto le sue vedute scomode ma anche responsabilizzanti.
Ha spiegato che lui ad una "caduta dal basso " di Berlusconi e del suo regime non ci crede: malgrado il popolo viola, i movimenti, i girotondi ecc. Berlusconi è al centro della politica italiana da quasi 20 anni.
La democrazia e la Costituzione sono tenute in scacco dai suoi miliardi, dalle sue Tv e dal sistema vorticoso di ignoranza, corruttela, ignavia e complicità di cui L'Emiro nostrano, i suoi eunuchi e le sue odalische si valgono.
Asor Rosa chiede un'azione che venga "dall'alto": dai vertici istituzionali, dalle professioni, dalla cultura e dall'arte, ma anche dal mondo della magistratura, delle forze dell'ordine e dagli apparati militari italiani.
Asor Rosa non pensa che le elezioni amministrative o i referendum prossimi siano in grado di far cadere il governo Berlusconi e il suo parlamento e pensa pure che non si possa attendere per altri due anni, fino al termine della legislatura, per liberare l'Italia da un vulnus politico e morale insopportabile.
Non è lieto apprendere che in Italia abbiamo ceti popolari, borghesi, imprenditori ecc. che sostengono un leader politico inaccettabile: ma è la verità. L'Articolo 1 della Costituzione, secondo comma, chiarisce che - al di là della volontà popolare - le forze culturali e politiche che difendono la legalità costituzionale hanno il diritto e il dovere di agire contro chi della costituzione non rispetta le forme e i limiti, fosse pure "il popolo sovrano".
Ciò detto Asor Rosa avrebbe dovuto fare un altro passo in avanti: promuovere a Roma la costituzione di un "Consiglio dei giusti" formato da esponenti di massimo livello del mondo del lavoro e della magistratura, della scuola e dell'università, della medicina e della scienza, dei beni culturali e delle forze dell'ordine, delle forze armate e della comunicazione che incalzi e sostenga il Presidente della Repubblica e con lui il CSM e la Corte cosituzionale in una inedita procedura di "impeachment" contro Berlusconi e i suoi sostenitori palesi. Certamente andrebbe sollecitata la mobilitazione dal basso ma è decisivo che il "primum movens" in un contesto di seria eccezionalità siano le menti migliori della nostra società e i vertici istituzionali.
Non si tratta di promuovere un "18 brumaio" italiano o un nuovo "25 luglio 1943", ma di realizzare in concreto da parte delle Autorità e di un "Consiglio di giusti" la tutela di un popolo che ha mostrato di non essere in grado di difendere da solo la sua dignità e la razionalità del sistema sociale.
Un chiosa finale: Asor Rosa ha fatto la "mossa del filosofo" - da Platone in poi - richiamando la classe politica e i quadri dirigenti al dovere della ragionevolezza e della verità. Non è accettabile che il discorso pubblico e il discorso politico diventino il luogo in tutto è dicibile, accettabile e lecito e che allo sproloquiare offensivo e insensato dei politici si possano opporre soltanto degli ipocriti "irricevibile, incomprensibile ecc...". Certamente l'ingessatura del "politically correct" e dei vari machiavellismi della "realpolitik" sarebbe mistificante e ipocrita, ma esiste il dovere della coerenza e del confronto fra politica e realtà in cui al politico tocca di nominare soltanto il vero e il giusto pena la condanna ideale e reale da parte della repubblica di cui fa parte.