giovedì 21 aprile 2011

LE RAGIONI DI ASOR ROSA. PER UN "CONSIGLIO DEI GIUSTI" da Giulio de Martino.



Alberto Asor Rosa ha esposto bene e con chiarezza su il Manifesto le sue vedute scomode ma anche responsabilizzanti.
Ha spiegato che lui ad una "caduta dal basso " di Berlusconi e del suo regime non ci crede: malgrado il popolo viola, i movimenti, i girotondi ecc. Berlusconi è al centro della politica italiana da quasi 20 anni.
La democrazia e la Costituzione sono tenute in scacco dai suoi miliardi, dalle sue Tv e dal sistema vorticoso di ignoranza, corruttela, ignavia e complicità di cui L'Emiro nostrano, i suoi eunuchi e le sue odalische si valgono.
Asor Rosa chiede un'azione che venga "dall'alto": dai vertici istituzionali, dalle professioni, dalla cultura e dall'arte, ma anche dal mondo della magistratura, delle forze dell'ordine e dagli apparati militari italiani.
Asor Rosa non pensa che le elezioni amministrative o i referendum prossimi siano in grado di far cadere il governo Berlusconi e il suo parlamento e pensa pure che non si possa attendere per altri due anni, fino al termine della legislatura, per liberare l'Italia da un vulnus politico e morale insopportabile.
Non è lieto apprendere che in Italia abbiamo ceti popolari, borghesi, imprenditori ecc. che sostengono un leader politico inaccettabile: ma è la verità. L'Articolo 1 della Costituzione, secondo comma, chiarisce che - al di là della volontà popolare - le forze culturali e politiche che difendono la legalità costituzionale hanno il diritto e il dovere di agire contro chi della costituzione non rispetta le forme e i limiti, fosse pure "il popolo sovrano".
Ciò detto Asor Rosa avrebbe dovuto fare un altro passo in avanti: promuovere a Roma la costituzione di un "Consiglio dei giusti" formato da esponenti di massimo livello del mondo del lavoro e della magistratura, della scuola e dell'università, della medicina e della scienza, dei beni culturali e delle forze dell'ordine, delle forze armate e della comunicazione che incalzi e sostenga il Presidente della Repubblica e con lui il CSM e la Corte cosituzionale in una inedita procedura di "impeachment" contro Berlusconi e i suoi sostenitori palesi. Certamente andrebbe sollecitata la mobilitazione dal basso ma è decisivo che il "primum movens" in un contesto di seria eccezionalità siano le menti migliori della nostra società e i vertici istituzionali.
Non si tratta di promuovere un "18 brumaio" italiano o un nuovo "25 luglio 1943", ma di realizzare in concreto da parte delle Autorità e di un "Consiglio di giusti" la tutela di un popolo che ha mostrato di non essere in grado di difendere da solo la sua dignità e la razionalità del sistema sociale.
Un chiosa finale: Asor Rosa ha fatto la "mossa del filosofo" - da Platone in poi - richiamando la classe politica e i quadri dirigenti al dovere della ragionevolezza e della verità. Non è accettabile che il discorso pubblico e il discorso politico diventino il luogo in tutto è dicibile, accettabile e lecito e che allo sproloquiare offensivo e insensato dei politici si possano opporre soltanto degli ipocriti "irricevibile, incomprensibile ecc...". Certamente l'ingessatura del "politically correct" e dei vari machiavellismi della "realpolitik" sarebbe mistificante e ipocrita, ma esiste il dovere della coerenza e del confronto fra politica e realtà in cui al politico tocca di nominare soltanto il vero e il giusto pena la condanna ideale e reale da parte della repubblica di cui fa parte.



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