mercoledì 11 maggio 2011

Celentano: “Io sto con Pisapia ma il futuro è 5 Stelle”.


Il cantante: "L'avvocato ci può traghettare verso il miracolo di sconfiggere anche il governo nazionale". Per il vero cambiamento dico Calise". Adriano lancia un appello: "Basta scempi sull'ambiente, con le schede elettorali la rivoluzione è possibile"

Ci siamo, ragazzi! Fra quattro giorni si vota per le amministrative e finalmente sapremo cosa c’è dentro l’UOVO dei milanesi. Qualcosa mi dice chela SORPRESA sarà grande. Per due motivi. Se vince Pisapia, sarà grande perché finalmente le cose cambierebbero e ciò significherebbe una tremenda sconfitta per il governo e non soltanto per ciò che riguarda la città di Milano, ma addirittura su scala nazionale, con lampi di gioia sprigionati dall’intera Europa. Se invece vince la Moratti, la sorpresa sarà ancora più grande perché le cose non cambieranno e allora sarà un disastro per noi italiani. Chi non ce la fa a tirare alla fine del mese dovrà andare in Svizzera per un bicchier d’acqua, poiché in Italia l’ACQUA non sarà più un bene comune.

Costruiranno nuove centrali NUCLEARI e presto la RADIOATTIVITA’ sarà sulle nostre tavole (Leggi l’appello sul referendum di Adriano Celentano). Tremonti, che bisognerebbe licenziare in TRONCO, ma ancora meglio sarebbe sul TRONCO, vuole regalare le spiagge agli imprenditori per la costruzione di stabilimenti balneari a cinque metri dal mare.
Ora, chiunque abbia un minimo di buon gusto può immaginare quale stravolgimento subirebbe il mare delle nostre coste. Nel giro di pochi mesi, sarebbe travolto da uno TSUNAMI di CEMENTOche, a differenza di quello NATURALE, non si placherebbe mai più.

E comunque anche per coloro il cui immaginario fosse momentaneamente ridotto a zero (può capitare), esiste, già pronta, una serie di orrende costruzioni, verificabili quindi dal vero, da cui è possibile misurare la portata che avrebbe la SVENTURA italiana, qualora fosse approvata la proposta di Tremonti. Per cui, prima di andare a votare, è consigliabile fare quattro passi alle Varesine di Milano, dove lo sfacelo, tutt’ora in atto, ha OSCURATO una buona parte di cielo. E ancora non è finita. Il BUIO seminato dai grattacieli firmato Moratti-Formigoni continuerà imperterrito la sua avanzata.

Cari milanesi, credo sia arrivato il momento di cambiare le cose. È chiaro che, votando Pisapia si cambia. Non so fino a che punto, però si cambia e questa è già una grande notizia, essendo lui il migliore e quindi il più credibile fra i rappresentanti dei vari partiti…

Ma, se davvero volete dare una svolta a questa nostra Milano così tanto amata da Leonardo da Vinci, dovete farlo in modo che il CAMBIAMENTO sia RADICALE. Non esiste altro momento più opportuno per riaccendere nel vostro cuore quella luce di entusiasmo che i PALAZZINARI CORROTTI hanno spento senza alcuna pietà. Ma, per farlo, bisogna avere il coraggio di imboccare la strada dell’incertezza: solo lei ci può dare quel NUOVO da cui nasce la speranza di un mondo migliore lontano da ogni logica di partito. E questa speranza è sotto gli occhi di tutti: si chiama Mattia Calise, 20 anni, tre esami alla laurea in Scienze politiche, giovane e forte, membro del movimento Cinque Stelle. Per ora la sua candidatura a Sindaco di Milano vale solo il 5 per cento, ma è proprio in questo 5 per cento che si nasconde la Milano del futuro. Un movimento, quello delle Cinque Stelle, la cui avanzata, lenta ma inesorabile, sta svegliando le coscienze in gran parte d’Italia. A Bologna, in un anno e mezzo, è salito dallo 0,7 al 12 per cento dei consensi.

Mi rendo conto però che ciò che vi sto chiedendo certo non è una piccola cosa. Si tratterebbe di un vero e proprio miracolo politico che tuttavia solo voi milanesi avreste il coraggio di fare. Perché voi siete i milanesi delle “Cinque Giornate” di Milano. Allora fu necessaria la forza, per liberarci dal dominio austriaco, ma oggi basterebbe scrivere una semplice crocetta sulla casella giusta del foglio elettorale e la rivoluzione è fatta.
Ma forse anche per questo non siete ancora pronti e io non vi biasimo. Probabilmente quello delle Cinque Stelle, per come siete stati maltrattati fino adesso, è un salto troppo grande anche per voi milanesi. Un salto che tuttavia, ora come ora, è raggiungibile solo attraverso Pisapia. Mi sbaglierò, ma è lui l’uomo giusto. L’uomo di transizione. Colui che ci traghetterà verso quel CAMBIAMENTO RADICALE che è sì nell’animo delle cinque STELLE, ma credo anche nel CUORE di Pisapia.

Le dichiarazioni spontanee del ministro Romano al Tg1.



Tra i membri dell’esecutivo le dichiarazioni concordate di fronte alle telecamere dei telegiornali sembrano ormai la regola. Dopo il ministro del Turismo Michela Brambilla (guarda il video), che il cinque maggio a Palazzo Chigi chiedeva esplicitamente: “Va bene se faccio qualche dichiarazione io?”, oggi è stata la volta del neoministro dell’Agricoltura Saverio Romano. Ad attenderlo in corso di Porta Venezia a Milano per un appuntamento elettorale, oltre all’obiettivo de ilfattoquotidiano.it c’era il Tg1, ma senza giornalista. Soltanto il cameraman e il fonico dell’agenzia alla quale la Rai ha appaltato il servizio. All’arrivo del ministro il tg1 riprende le domande del Fatto, che fanno riferimento alle accuse di concorso esterno in associazione mafiosa e favoreggiamento di Cosa Nostra, per le quali Romano è tuttora iscritto nel registro degli indagati. Romano risponde, e in pochi minuti è tutto finito. Ma le nostre domande non convincono il portavoce del ministro: “Non era il discorso della campagna elettorale”, fa notare all’operatore del tg1, “il tema era quello”. “Io non ne so niente”, risponde sincero l’operatore, offrendo di registrare altre immagini. Niente domande questa volta. “Quando vuole”, dà il segnale l’operatore. Romano rilascia una dichiarazione di trenta secondi: “La sinistra dice di occuparsi dei problemi della gente…”. Video di Franz Baraggino.



Beppe Grillo e' omofobo?




MAURIZIO CROZZA - Ballarò 10/05/2011 - Un premier da autogrill.




martedì 10 maggio 2011

Gli elettori milanesi nominati giudici popolari. Non sceglieranno il sindaco, ma assolveranno Berlusconi e condanneranno i pm.



I milanesi non eleggeranno Letizia Moratti ma assolveranno il Presidente del Consiglio. Silvio Berlusconi ha demandato al popolo il verdetto sui suoi processi ed ha promesso che dopo le amministrative il Parlamento nominerà una Commissione d’inchiesta per giudicare i delinquenti che abitano nel Palazzo di giustizia di Milano. Sospetta che abbiano dato vita ad una associazione a delinquere e che siano il cancro della democrazia.


Votando la conferma del sindaco uscente, i milanesi “assolveranno” Berlusconi delle assurde accuse che sono state lanciate contro di lui e gli consegneranno la volontà del popolo sovrano che vale più di ogni altro.


Un altro membro del governo, Daniela Santanchè, ha precisato che la Procura di Milano è un cancro, e che Ilda Boccassini è la metastasi. Nessun dubbio, le cose stanno così per lei. Ed è il governo a parlare, anche in questo caso. I magistrati sono stati toghe rosse militanti, avversari dichiarati del governo, quindi golpisti, eversori, brigatisti e alla fine delinquenti da stanare e magari sbattere in galera processo “popolare” affidato a una commissione d’inchiesta.


Se questi propositi fossero stati annunciati nell’Isola di Pasqua tre secoli or sono, avrebbero indignato perfino i cortigiani. Se il Re del Burundi osasse mettere in discussione i suoi giudici, verrebbe defenestrato all’istante. Se accadesse negli Usa, chiamerebbero la neuro con la camicia di forza, se ci scherzasse sopra Sarkozy, verrebbe immediatamente radiato dal suo partito con il nulla osta di Carla. In Italia, invece, il Presidente del Consiglio trasforma la campagna elettorale in una ordalia al punto da sconcertare perfino il celodurismo leghista.


Questa strategia gli farebbe vincere le battaglie elettorali, quindi va rispettata puntualmente, anche a costo di sfasciare tutto, perché perdere a Milano è come perdere il governo. E perdere il governo significa perdere anche l’impero economico. “O me o il diluvio”, insomma, come titolava Libero per spiegare l’attacco frontale ai giudici per trasformare le amministrative in un referendum su di lui. Mentre boicotta dei referendum veri, proposti con la raccolta di centinaia di migliaia di firme, trasforma le elezioni amministrative in consultazione popolare referendaria. Tutto sottosopra. Fino a quando il Paese potrà sopportare questo stress-test senza soluzione di continuità.


http://www.italiainformazioni.it/giornale/politica/124130/elettori-milanesi-nominati-giudici-popolari-sceglieranno-sindaco-assolveranno-berlusconi-condanneranno.htm



Statuto speciale, spreco stellare. - di Gianni Del Vecchio e Stefano Petrelli


Auto blu come se piovesse. Doppie poltrone per tutti. Assegni extra che si assommano a stipendi già da nababbi dei politici. E perfino i funerali pagati dai contribuenti. Ecco la casta delle regioni autonome.

Doppioni, doppioni, ancora doppioni. Parlamentini regionali che crescono. Province che si moltiplicano. Scuderie di auto blu. E spese pazze per progetti infiniti. In Italia cinque regioni che piangono la crisi continuano a spendere come se la crisi non ci fosse. Stavolta non è Roma ladrona a strafare, ma sono le virtuose regioni a statuto speciale: Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna. E non c'è nemmeno da sperare che la riforma federalista aggiusti le magagne. Perché la legge cara alla Lega, che peraltro i costi li aumenta invece che ridurli, le ha già risparmiate: si applicherà solo alle 15 regioni a statuto ordinario. E quindi non inciderà su tanti esempi di sprechi. Altrettanto speciali.

Parlamentari per sempre
In Sicilia, la Regione viene usata come un bancomat. Alla vigilia del federalismo, infatti, l'isola si presenta con i conti in perfetto disordine: i debiti superano i 5 miliardi di euro. Il primo macigno grava sulla voce "stipendi". Per un esercito di oltre 20 mila persone, fra dirigenti, impiegati e funzionari che ogni mese ricevono il salario, la Sicilia stacca ogni anno un assegno da 1,2 miliardi di euro. Mentre altri 615 milioni servono a coprire i costi dei 14 mila pensionati. Oltre ai dipendenti diretti, esiste un gigantesco indotto pararegionale, composto da altre decine di migliaia di dipendenti i cui costi alla fine pesano sempre e comunque sui conti siciliani: tra forestali, personale delle società partecipate, operai dei cantieri, precari e addetti alla formazione professionale, sono almeno 80 mila i dipendenti indiretti di mamma Regione. Per non parlare dei costi dell'Assemblea regionale siciliana, il parlamento più antico d'Europa. E molto probabilmente anche il più caro. Per votare la legge di bilancio interno bastano soltanto cinque minuti: tanto s'impiega, secondo il rito siculo, a leggere e approvare le oltre cento pagine che compongono l'analisi dei costi dell'Ars. Quei cinque minuti gravano per oltre 171 milioni di euro sul bilancio siciliano, visto che a tanto ammontano le risorse necessarie a mantenere il parlamento a pieno regime, tra pensioni dorate per i quasi 300 ex parlamentari, stipendi dei 90 deputati, costi del personale e servizi di gestione. Per arrivare a questa cifra monstre bisogna tenere conto degli "extra" che gli inquilini di Palazzo dei Normanni si sono concessi nel tempo, da aggiungere ai 16 mila euro intascati ogni mese. Complessivamente, un "gettone d'oro" da quasi 2 milioni di euro. Ai deputati siciliani, ad esempio, toccano indennità aggiuntive per i compiti svolti nelle commissioni. E lì non sempre ci si spezza le reni dalla fatica. Il primato d'inefficienza l'ha stabilito la commissione parlamentare per la revisione dello Statuto autonomista: per sole sette ore di riunione in un anno e mezzo di lavoro ha generato gettoni per un totale di 135 mila euro. Per i deputati siciliani, inoltre, sono previsti mutui agevolati per l'acquisto della casa o dei locali della segreteria politica. Per gli inquilini e per gli ex inquilini di Sala d'Ercole, sino all'anno scorso era previsto un bonus di 6.400 euro per l'aggiornamento culturale. E neanche sul punto di morte la Regione si scorda di te: è previsto un sussidio per le esequie, e cioè 5 mila euro per garantire delle "onorevoli" sepolture. Del resto, in Sicilia un parlamentare è per sempre.

Il consiglio che visse due volte
In Trentino Alto Adige, invece, la Regione non si capisce bene a che serve: le sue funzioni sono quasi interamente assorbite dalle Province di Trento e Bolzano. Negli uffici i dipendenti sono 175 e costano alle casse pubbliche quasi 14 milioni di euro l'anno. Ma che siano così tanti non si direbbe, gironzolando per i due palazzi (uno per Provincia). Possono sempre dire che il cattivo esempio viene dall'alto: i membri della giunta, da queste parti, si vedono di rado. L'esecutivo (e ci mancherebbe) è piuttosto snello: cinque componenti. Presidente e vice sono rispettivamente il governatore dell'Alto Adige Luis Durnwalder (che, per inciso, con i suoi 320.496 euro lordi l'anno guadagna più di Barack Obama) e quello del Trentino, Lorenzo Dellai. Come presidenti di due Province autonome che hanno competenza su tutto, i due lavorano dalla mattina alla sera per i rispettivi enti, ma in Regione si sono attribuiti deleghe meno impegnative. Con loro, tre assessori (Svp-Pd) chiamati a gestire le poche competenze rimaste in capo alla Regione.



Bankitalia, il riciclaggio vale il 10% del Pil Tarantola: "Reato pericoloso, sfida per il Paese"


Il vice direttore generale della Banca d'Italia lancia l'allarme: "Un ponte che offre ai criminali strumenti per essere integrati nel sistema economico. Norme severe sono necessarie, ma bisogna tenere sempre alta la guardia". Triplicate segnalazioni di operazioni sospette

ROMA - Un valore che supera il 10% del Pil: è questa la stima che riguarda l'industria del riciclaggio, un dato doppio rispetto alla media mondiale e crescente "in funzione dell'apertura internazionale dei mercati e del ricorrere delle crisi economiche". A lanciare l'allarme è stato il vice direttore generale della Banca d'Italia, Anna Maria Tarantola, secondo cui "si tratta di flussi di denaro illecito che assumono rilevanza anche sul piano macroeconomico e sono suscettibili di generare gravi distorsioni nell'economia legale, alterando le condizioni di concorrenza, il corretto funzionamento dei mercati e i
meccanismi fisiologici di allocazione delle risorse, con riflessi, in definitiva, sulla stessa stabilità ed efficienza del sistema economico". Nel suo intervento presso la Scuola superiore dell'economia e delle finanze, l'alto dirigente di Palazzo Koch ha definito la lotta al riciclaggio "una sfida continua per il Paese", in cui "tutti i cittadini, al pari degli intermediari e delle istituzioni, devono sentirsi coinvolti".

Un ponte fra criminalità e società civile.
"Il riciclaggio - ha detto Tarantola - rappresenta un ponte fra criminalità e società civile che offre ai criminali, che dovrebbero essere per definizione 'banditi dalla società', gli strumenti per essere invece accolti e integrati nel sistema, arrivando a sedere nei consigli di amministrazione e a contribuire all'assunzione di decisioni economiche, sociali e politiche rilevanti.

Triplicate segnalazioni di operazioni sospette. Un segnale positivo nella battaglia arriva dai dati dell'azione condotta dalla Vigilanza e dall'Uif in poco più di tre anni passati dall'introduzione nel nostro ordinamento della direttiva antiriciclaggio ha prodotto risultati di rilievo. Le segnalazioni di operazioni sospette, circa 12.500 nel 2007, si sono triplicate, divenendo oltre 37.000 nel 2010. Il trend di crescita risulta in notevole accelerazione: +16% nel 2008, +44% nel 2009, +77% nel 2010. E tuttavia, sottolinea Tarantola, "non può considerarsi soddisfacente il fatto che l'aumento delle segnalazioni sia dovuto quasi esclusivamente agli intermediari bancari e finanziari e alle Poste. Dai professionisti e dagli altri operatori sono pervenute nel 2010 solo 223 segnalazioni (erano 136 nel 2009 e 173 nel 2008), di cui un terzo dai dottori commercialisti, ragionieri e periti commerciali, circa un quinto dai notai".

Dalle segnalazioni alle indagini. Le segnalazioni hanno prodotto "risultati investigativi rilevanti": le anticipazioni sul 2010 fornite dal Comandante Generale della Guardia di Finanza evidenziano che nel corso dell'anno sono state circa 4.700 le segnalazioni confluite in procedimenti penali aperti presso le procure della Repubblica competenti o che hanno permesso di attivare nuovi procedimenti penali per casi di riciclaggio, usura, estorsione, abusivismo finanziario, frode fiscale e truffa. Dati più completi, riferiti al 2009, indicano che in quell'anno oltre 11.000 segnalazioni sulle 18.800 trasmesse dalla Uif alla Guardia di Finanza (comprendenti anche le 4.000 inviate come "archiviate") sono state ritenute meritevoli di approfondimenti investigativi. Gli approfondimenti conclusi nello stesso 2009 hanno portato a individuare - in circa 3.500 segnalazioni - reati o collegamenti con reati a scopo di lucro. Ciò significa che circa il 20% delle segnalazioni ha prodotto positivi esiti processuali o investigativi. "Si tratta di risultati", sottolinea Tarantola, "che, se da una parte confermano la validità dell'azione fin qui condotta, dall'altra costituiscono uno stimolo ad affrontare con rinnovata determinazione le persistenti aree di criticità".

La guardia resta alta. "L'attività di monitoraggio e intervento ha portato nel tempo a risultati incoraggianti - ha sottolineato Tarantola - Gli intermediari mostrano un'accresciuta attenzione alla materia. E' migliorata la conformità alle prescrizioni normative". L'antiriciclaggio, aggiunge, "deve diventare cultura aziendale diffusa e condivisa ad ogni livello". E "ciò richiede l'impegno di tutti, dagli organi di vertice fino alle strutture operative periferiche, secondo la posizione organizzativa e il ruolo ricoperti". Le norme, per quanto "severe, chiare, incisive", afferma ancora il vice direttore della Banca d'Italia, "sono necessarie, ma non sono sufficienti perché la criminalità cerca costantemente nuove strade per riciclare i proventi della propria attività illecita sfruttando le opportunità consentite dalla globalizzazione e dall'innovazione tecnologica e finanziaria. Ciò richiede, da parte di tutte gli attori coinvolti, nazionali e internazionali, una elevata capacità di percepire ed analizzare strumenti, modalità e circuiti innovativi utilizzati dalla criminalità e di attivare un ampio e tempestivo scambio di informazioni. E' su questa linea", conclude Tarantola, "che si sta muovendo, non senza difficoltà, l'azione della Banca d'Italia - nella funzione di vigilanza e in quella, autonoma e indipendente di Uif - per la tutela dell'integrità del sistema finanziario".