martedì 10 maggio 2011

Statuto speciale, spreco stellare. - di Gianni Del Vecchio e Stefano Petrelli


Auto blu come se piovesse. Doppie poltrone per tutti. Assegni extra che si assommano a stipendi già da nababbi dei politici. E perfino i funerali pagati dai contribuenti. Ecco la casta delle regioni autonome.

Doppioni, doppioni, ancora doppioni. Parlamentini regionali che crescono. Province che si moltiplicano. Scuderie di auto blu. E spese pazze per progetti infiniti. In Italia cinque regioni che piangono la crisi continuano a spendere come se la crisi non ci fosse. Stavolta non è Roma ladrona a strafare, ma sono le virtuose regioni a statuto speciale: Trentino Alto Adige, Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna. E non c'è nemmeno da sperare che la riforma federalista aggiusti le magagne. Perché la legge cara alla Lega, che peraltro i costi li aumenta invece che ridurli, le ha già risparmiate: si applicherà solo alle 15 regioni a statuto ordinario. E quindi non inciderà su tanti esempi di sprechi. Altrettanto speciali.

Parlamentari per sempre
In Sicilia, la Regione viene usata come un bancomat. Alla vigilia del federalismo, infatti, l'isola si presenta con i conti in perfetto disordine: i debiti superano i 5 miliardi di euro. Il primo macigno grava sulla voce "stipendi". Per un esercito di oltre 20 mila persone, fra dirigenti, impiegati e funzionari che ogni mese ricevono il salario, la Sicilia stacca ogni anno un assegno da 1,2 miliardi di euro. Mentre altri 615 milioni servono a coprire i costi dei 14 mila pensionati. Oltre ai dipendenti diretti, esiste un gigantesco indotto pararegionale, composto da altre decine di migliaia di dipendenti i cui costi alla fine pesano sempre e comunque sui conti siciliani: tra forestali, personale delle società partecipate, operai dei cantieri, precari e addetti alla formazione professionale, sono almeno 80 mila i dipendenti indiretti di mamma Regione. Per non parlare dei costi dell'Assemblea regionale siciliana, il parlamento più antico d'Europa. E molto probabilmente anche il più caro. Per votare la legge di bilancio interno bastano soltanto cinque minuti: tanto s'impiega, secondo il rito siculo, a leggere e approvare le oltre cento pagine che compongono l'analisi dei costi dell'Ars. Quei cinque minuti gravano per oltre 171 milioni di euro sul bilancio siciliano, visto che a tanto ammontano le risorse necessarie a mantenere il parlamento a pieno regime, tra pensioni dorate per i quasi 300 ex parlamentari, stipendi dei 90 deputati, costi del personale e servizi di gestione. Per arrivare a questa cifra monstre bisogna tenere conto degli "extra" che gli inquilini di Palazzo dei Normanni si sono concessi nel tempo, da aggiungere ai 16 mila euro intascati ogni mese. Complessivamente, un "gettone d'oro" da quasi 2 milioni di euro. Ai deputati siciliani, ad esempio, toccano indennità aggiuntive per i compiti svolti nelle commissioni. E lì non sempre ci si spezza le reni dalla fatica. Il primato d'inefficienza l'ha stabilito la commissione parlamentare per la revisione dello Statuto autonomista: per sole sette ore di riunione in un anno e mezzo di lavoro ha generato gettoni per un totale di 135 mila euro. Per i deputati siciliani, inoltre, sono previsti mutui agevolati per l'acquisto della casa o dei locali della segreteria politica. Per gli inquilini e per gli ex inquilini di Sala d'Ercole, sino all'anno scorso era previsto un bonus di 6.400 euro per l'aggiornamento culturale. E neanche sul punto di morte la Regione si scorda di te: è previsto un sussidio per le esequie, e cioè 5 mila euro per garantire delle "onorevoli" sepolture. Del resto, in Sicilia un parlamentare è per sempre.

Il consiglio che visse due volte
In Trentino Alto Adige, invece, la Regione non si capisce bene a che serve: le sue funzioni sono quasi interamente assorbite dalle Province di Trento e Bolzano. Negli uffici i dipendenti sono 175 e costano alle casse pubbliche quasi 14 milioni di euro l'anno. Ma che siano così tanti non si direbbe, gironzolando per i due palazzi (uno per Provincia). Possono sempre dire che il cattivo esempio viene dall'alto: i membri della giunta, da queste parti, si vedono di rado. L'esecutivo (e ci mancherebbe) è piuttosto snello: cinque componenti. Presidente e vice sono rispettivamente il governatore dell'Alto Adige Luis Durnwalder (che, per inciso, con i suoi 320.496 euro lordi l'anno guadagna più di Barack Obama) e quello del Trentino, Lorenzo Dellai. Come presidenti di due Province autonome che hanno competenza su tutto, i due lavorano dalla mattina alla sera per i rispettivi enti, ma in Regione si sono attribuiti deleghe meno impegnative. Con loro, tre assessori (Svp-Pd) chiamati a gestire le poche competenze rimaste in capo alla Regione.



Nessun commento:

Posta un commento