Ora si scopre che un disegno di legge per l'istituzione della Commissione esiste già, ed è stato già depositato alla Camera il 4 febbraio scorso, ad opera di uno dei pasdaran del berlusconismo da combattimento, Giorgio Stracquadanio. La novità è che questa proposta di legge potrebbe essere messa in discussione a Montecitorio entro la fine di maggio. Con l'obiettivo di riscrivere la storia repubblicana, a partire da Tangentopoli, e di indagare sull'"uso politico della giustizia", come esige il presidente del Consiglio. "Ne ho parlato direttamente con lui", dice ora Stracquadanio, annunciando la concreta possibilità di accelerfare i tempi del dibattito. Sull'irresponsabilità e l'impudenza di questa iniziativa non c'è altro da aggiungere, dopo i duri moniti del Capo dello Stato. È chiaro a tutti che un'inchiesta parlamentare sull'operato della magistratura, se e quando dovesse partire, non approderebbe da nessuna parte, pena la completa distruzione del tessuto istituzionale e costituzionale che disciplina i rapporti tra i poteri dello Stato. Ma è altrettanto chiaro che Berlusconi, mentre utilizza l'invasione degli immigrati e la scossa all'economia come armi di distrazione verso l'opinione pubblica, intende usare la battaglia sulla giustizia come arma di intimidazione contro i pubblici ministeri.
Quelli che hanno indagato su di lui, nei processi Mills, Mediatrade e Mediaset. Quelli che indagano su di lui, nel processo Ruby. E quelli che potrebbero indagare su di lui, in chissà quali altri filoni di indagine. Sono tutti avvertiti. Il premier, investito della sacrale sovranità dal suo popolo fedele, può sospendere a proprio piacimento il principio di legalità per sottrarsi al suo giudice naturale. La sua forza di fuoco paralizza la legislatura da due anni e mezzo. Legge Alfano, legittimo impedimento, riforma della giustizia, ddl sulle intercettazioni, prescrizione breve, processo lungo. L'elenco delle leggi vergogna fatte o tentate mette paura. E potrebbe allungarsi ancora, se le amministrative di domenica prossima confermassero che il berlusconismo, ancorché in declino, non conosce tuttora alternative possibili. Un'eventualità che fa tremare i polsi, anche solo a immaginarla.
Massimo, e' vero che i magistrati caduti sotto le armi dei terroristi vanno assolutamente rispettati e ricordati , ma e' incontestabile che Berlusconi e' oggetto di una "attenzione" della magistratura fuori dall'ordinario, questa e' anche una grande anomalia tutta italiana, Quindi fa bene a difendersi con tutte le armi che puo' mettere in campo. "la legge e' uguale per tutti" deve intendersi nel senso piu' ampio:
RispondiEliminanon solo vale per la magistratura giudicante, ma deve valere anche per la requirente! E poi piantiamola con il solito rito della intoccabilita' della magistratura, che e' una casta con privilegi fuori da ogni logica in uno stato democratico! Quando si criticano dei magistrati viene fuori il solito peana dei magistrati uccisi. E dei migliaia dei morti sul lavoro che abbiamo ogni anno? E i centinaia di morti tra forza dell'ordine e dei soldati in missione? Tutti i morti sono degni di rispetto nella stessa misura!
Adriano, Berlusconi non ama rispettare le leggi.
RispondiEliminaFiniamola con la tiritera che è un perseguitato. Lui, come presidente del consiglio, non dovrebbe commettere illeciti, ma ne commette troppi, purtroppo. Leggiti la sua storia da quando si è affacciato nella vita reale, e noterai che ha commesso una serie infinita di reati. Come fate a difenderlo ancora è incomprensibile!
Tu, ad esempio, concederesti una fideiussione di svariati milioni ad un venticinquenne appena laureato in giurisprudenza per la costruzione di appartamenti in città? Lui è riuscito ad ottenerla dalla banca Rasini, banca depositaria dei conti di Riina, Provenzano, Calò e Mangano...non ti sorge qualche dubbio?
Aprite gli occhi, il vostro guru altri non è che un essere spregevole nell'animo e nei comportamenti.
Non si creano fortune economiche dal nulla senza accettare compromessi.
E, per finire, non è certo lui l'uomo adatto per riformare la giustizia.