Sequestrate diverse società e aziende che operano nell'ambito della sanità convenzionata. Secondo gli inquirenti farebbero capo a Pino Giammarinaro, ex deputato regionale della Dc e presidente dell'Asl di Mazara, attualmente indagato per riciclaggio dalla Guardia di Finanza. Giammarinaro, in passato latitante e poi condannato per peculato, è stato l'ideatore della candidatura di Sgarbi a sindaco di Salemi. Sullo sfondo spunta anche il rapporto con il deputato regionale dell' Api Pio Lo Giudice, che a Giammarinaro avrebbe consegnato oltre 200 mila euro, oltre a incontri con Saverio Romano, con cui avrebbe scambiato "bigliettini".(Scarica "Storia di Pino Giammarinaro" di Walter Molino)
Questa mattina la Polizia e la Guardia di Finanza di Trapani hanno sequestrato beni per oltre 35 milioni di euro a Pino Giammarinaro, ex deputato regionale della Democrazia Cristiana negli anni '90. Sedi di aziende, magazzini, appartamenti, veicoli, quote sociali di società, conti correnti e rapporti bancari sono stati sequestrati in via cautelare all'ex presidente della Asl di Mazara del Vallo su proposta del Questore. A Giammarinaro e ad altri 6 suoi prestanome è stato notificato un avviso di garanzia per riciclaggio e un avviso di conclusione delle indagini per intestazione fittizzia di beni. Dalle indagini della Divisione Anticrimine della Questura di Trapani e dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria è emerso che a Giammarinaro facevano capo attività economiche nel settore della sanità (assistenza a portatori di handicap, fisioterapia ed emodialisi) che ottenevano finanziamenti pubblici regionali. Grazie alla complicità con imprenditori, medici, operatori sanitari e dirigenti della Asl numero 6 di Trapani l'ex deputato gestiva strutture di assistenza convenzionate con la Asp, assicurandosi rimborsi ingenti e influendo anche sulle nomine di manager e dirigenti sanitari nei vari ospedali.
Gli inquirenti hanno passato ai raggi x i conti di società come la C.E.M., la Salus srl, la Life srl e Villa Letizia Soc. Coop. arrivando alla conclusione che Pino Giammarinaro fosse il vero gestore delle aziende, delle quali manteneva il controllo tramite alcuni prestanome, disponendo variazioni di bilancio e assunzioni, e richiedendo addirittura l'emissione di false fattuarazioni. Operazioni che, sempre secondo gli investigatori, hanno portato nelle tasche di Giammarinaro decine di milioni di euro. Era un controllo sulla sanità locale capillare, quello esercitato dall'ex esponente della Dc, noto tra l'altro anche ai politici trapanesi. Il presidente della provincia Mimmo Turano per esempio in una telefonata intercettata si lamentava della capacità di Giammarinaro di orientare e decidere le nomine e i concorsi indetti dalla Asp di Trapani. Come scrivono gli inquirenti, "il legame politico e patrimoniale intrattenuto con l'ex governatore siciliano Cuffaro e con l'ex esponente dell'Udc Saverio Romano" sarebbe correlato a quest'enorme influenza esercitata dall'ex deputato regionale, in passato anche processato per mafia.
Nel 1996 infatti Giammarinaro si diede alla latitanza in Croazia per sfuggire a due misure cautelari per mafia e associazione delinquere per reati contro la pubblica amministrazione. Si costituì poi nel 1996 e fu condannato per peculato e concussione ma assolto dall'associazione mafiosa. Nel 2001 poi, nonostante lo status di sorvegliato speciale, il "signore di Salemi" si candidò nelle file del Biancofiore, mancando l'elezione per pochi voti. Tra i reati oggi contestati al ras della sanità trapanese, anche quello di essersi sottratto ai vincoli della sorveglianza speciale, ottenendo il permesso di allontanarsi dal comune di Salemi grazie a falsi certificati redatti - in almeno 40 occasioni - da medici compiacenti, per partecipare ad incontri politici e finanziari anche nel palermitano. A tali incontri, Giammarinaro si sarebbe recato utilizzando auto intestate alle società oggi sequestrate. Proprio l'utilizzo di tali autovetture avrebbe portato gli investigatori alla conclusione che tali aziende facessero capo proprio a Giammarinaro.
L'attività politica di Giammarinaro non si è fermata dopo il 2001. E' stato l'ideatore della candidatura di Vittorio Sgarbi a sindaco di Salemi e primo supporter dell'ex presidente dell'ordine dei medici trapanesi Pio Lo Giudice, eletto all' Ars nel 2008 con l'Udc.
Anche rapporti con l'amministrazione salemitana targata Sgarbi hanno interessato gli investigatori. Nell'inchiesta infatti sono confluite le polemiche dichiarazioni di Oliviero Toscani, ex assessore a Salemi, alla dda di Palermo che indagava sulle minacce anonime subite da Sgarbi. Secondo il noto fotografo Giammarinaro avrebbe tentato di condizionare l'amministrazione del comune di Salemi, partecipando addirittura alle riunioni della Giunta Sgarbi, senza possedere alcun titolo ufficiale. Gl' investigatori a tal proposito hanno parlato di "cogente condizionamento mafioso su una parte dell'attività amministrativa del Comune salemitano". Al centro delle indagini anche alcune presunte pressioni che l'ex deputato regionale avrebbe fatto sulla giunta guidata dal critico d'arte per ottenere l'assegnazione di un terreno di sessanta ettari,confiscato al narcotrafficante Salvatore Miceli, a un soggetto a lui contiguo invece che all'associazione antimafia Libera.
Ci sarebbero illeciti anche nel rapporto con Pio Lo Giudice. Il deputato regionale eletto nell'Udc infatti sarebbe stato condizionato nelle sue scelte politiche dallo stesso Giammarinaro, suo sponsor principale in campagna elettorale. Addirittura l'ex presidente dell'ordine dei medici trapanesi sarebbe stato costretto a consegnare a Giammarinaro somme per 200 mila euro. Ed altri 5 mila euro al mese Lo Giudice doveva consegnarli al figlio di Giammarinaro, una sorta di "pizzo" sull'indennità da parlamentare. Anche i 40 mila euro di rimborso per le spese elettorali, richiesti da Lo Giudice all'allora segretario dell'Udc Saverio Romano, sarebbero stati intascati da Giammarinaro che li avrebbe chiesti direttamente a Romano. L'attuale Ministro dell'Agricoltura si sarebbe incontrato diverse volte con Giammarinaro, scambiando con questo anche dei bigliettini.
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