lunedì 6 giugno 2011

Aldrovandi, il pg in Appello non fa sconti “I poliziotti uccisero un ragazzo indifeso”.


Il pg nella sua requisitoria chiede la conferma della pena e che non vengano concesse le attenuanti generiche. Inoltre parla di dolo eventuale: un'accusa che non può essere applicata visto che in primo grado non venne contestata, ma che inchioda comunque moralmente i quattro poliziotti

Nessuna riduzione di pena per i poliziotti accusati di aver ucciso il 25 settembre 2005 Federico Aldrovandi, chiamati a Ferrara, in via dell’Ippodromo, perché il ragazzo sarebbe stato in stato di agitazione. Quando arrivarono o sul ci fu un primo scontro e ne seguì un altro quando arrivò la seconda pattuglia, al termine del quale, dopo una serie di manganellate, il ragazzo morì.

Il procuratore generale della corte d’appello di Bologna Bambace chiede la conferma dunque della condanna di primo grado per gli agenti di polizia a 3 anni e mezzo e chiede che non vengano concesse le attenuanti generiche perché non avrebbe ravvisato nel comportamento degli imputati “elementi che le giustificassero”. In particolare non ha “ravvisato nessun atteggiamento di autocritica”. E ha ricordato come la realtà venne “alterata” fin dalle fase immediatamente successive all’omicidio del ragazzo. In fase conclusiva della requisitario il pg si è concentrato sulla sindrome da delirio sostenuta dalle difese dei poliziotti: “Non c’è alcun riscontro degli atti a questa ipotesi, mancano atti di autolesionismo del ragazzo, mancano evidenze medico scietifiche e non c’erano patologie in atto nel ragazzo. E soprattutto, Aldrovandi, non era un tossicodipendente”.

Più che colpa “si potrebbe parlare forse di dolo eventuale”. Di aver accettato che il proprio comportamento violento e il ritardo nella chiamata di un’ambulanza abbia provocato la morte di un ragazzo di 18 anni. Conclude così la sua requisitria Miranda Bambace. Il procuratore generale, come abbiamo detto, non fa sconti a Enzo Pontani, Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri, i quattro poliziotti condannati in primo grado a tre anni e mezzo per l’omicidio colposo di Federico.

Nell’ultima udienza, prima di quella di stamani, dove il pg ha tratto le conclusioni, l’atteso confronto tra i due esperti che doveva dirimere i dubbi sulle foto del cuore di Federico passa quasi in secondo piano. L’anatomo-patologo dell’università di Padova, Gaetano Thiene, rimane sulle sue posizioni: il giovane è morto per compressione meccanica del fascio di His, sorta di valvola elettrica del miocardio. Al consulente di parte, il cardiologo Claudio Rapezzi, non rimane che paventare la possibilità che quella foto mostri invece cose diverse: bande di contrattura che nasconderebbero un decesso da excited delirium syndrome, un modo tutto accademico per definire la morte “da crepacuore”.

Dopo il faccia a faccia si è passati subito alla fase della discussione. E, come detto, il pg non ha fatto un passo indietro rispetto alle accuse di primo grado. Anzi, forse uno in avanti, avanzando l’ipotesi di “dolo eventuale”. Interpretazione che ricorda le parole della sentenza di primo grado in cui il giudice Caruso parlava di “fattispecie tipica dell’omicidio preterintenzionale” in riferimento ai fatti del 25 settembre 2005. Ma oggi in appello si parla di colpa e il capo di imputazione, salvo revisione del processo, non può cambiare.

L’enfasi serve però alla Bambace per ricordare alla Corte che “gli elementi probatori raccolti sono tali e tanti che non possono non far propendere che per la loro colpevolezza”.

A partire dai danni subiti dall’auto di Alfa 3. “Le fotografie della scientifica, svolte su indicazione degli stessi imputati – sottolinea la pm -, non rilevano nessuna ammaccatura sul cofano compatibile con il balzo di cui si favoleggia che avrebbe fatto nel tentativo di colpirli. E un ragazzo alto 1 metro e 81 qualche traccia avrebbe lasciato”. Viene poi la tardiva chiamata dell’ambulanza. Al loro arrivo i sanitari troveranno i quattro agenti attorno al corpo di Federico, immobile, a terra, con le manette dietro la schiena.

C’è poi la testimonianza oculare di Anne Marie Tsegue, camerunense residente nella via. “Ho molta stima di questa donna – sottolinea la pm – che ha avuto il coraggio di farsi avanti, a differenza di molti suoi vicini, che pure hanno sentito la Segatto dire “attenti, ci sono delle luci accese”. La Tsegue vede inoltre i quattro manganelli, di cui due si rompono”.

C’è poi la famosa frase registrata di Pontani che al centralinista dice “lo abbiamo bastonato di brutto”. “Non importa a questo punto – prosegue la pm – sottolineare che l’imputato aggiunge “bastonato per mezzora”: in lui c’è la consapevolezza dell’aggressione”. E poi le ferite, ben 54, sul corpo di Federico, “tutte compatibili con l’uso dei manganelli e con i calci che Pollastri, visto dalla teste muoversi avanti e indietro tra il giovane disteso a terra e l’auto di pattuglia, gli avrebbe sferrato”.

Viene poi l’ammanettamento prolungato, nonostante poco prima, come sentito dai testimoni, il ragazzo chiedesse aiuto. “Adesso ti aiutiamo noi”, fu la risposta della Segatto – ricorda il procuratore -. Chiedeva aiuto a coloro che lo avevano aggredito, bloccato e mantenuto in una posizione che qualsiasi manuale di polizia sconsiglia se non per il tempo necessario al cessare della resistenza…”.

In attesa di sentire le requisitorie delle difese, l’accusa si congeda con una domanda: “Si può parlare con onestà intellettuale e dire che quattro persone che affrontano in quel modo un soggetto inerme possono essere assolti?”.

Marco Zavagli e Antonella Beccaria



Egitto, esplosione in una centrale nucleare Probabile la fuga di acqua radioattiva.

Il Cairo - (Adnkronos) - La pompa di un reattore è scoppiata ieri nel piccolo impianto di Anshas, rimesso di recente in funzione senza l'autorizzazione e senza il rispetto delle norme di sicurezza. A rivelarlo a un quotidiano locale una fonte anonima dell'Autorità egiziana per l'energia atomica.

Il Cairo, 4 giu. - (Adnkronos) - Una perdita di acqua radioattiva sarebbe avvenuta nelle ultime ore nella piccola centrale nucleare di Anshas, in Egitto, dopo l'esplosione di una pompa del reattore. Lo rivela una fonte dell'Autorità egiziana per l'energia atomica, coperta da anonimato, al giornale locale Rose el Youssef,che titola 'L'Egitto si salva da un disastro nucleare'. La fonte ricorda che il primo reattore di ricerca di Anshas è stato rimesso in funzione di recente senza l'autorizzazione del Centro per la sicurezza nucleare e senza rispettare le norme di sicurezza dei reattori.

La fonte ha spiegato al giornale che un'esplosione è avvenuta ieri nella ''pompa del reattore'' e ha provocato la perdita di dieci metri cubi di acqua radioattiva. In base ai criteri dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica, ha aggiunto la fonte, il ''disastro'' è classificabile al terzo livello. La centrale di Anshas si trova a nord del Cairo, nel Delta del Nilo.



Michele Santoro lascia la Rai Accordo di massima con La7.



Michele Santoro
lascia la Rai. Dopo le voci degli ultimi giorni e le dichiarazioni di Giovanni Stella, amministratore delegato di La7, il conduttore di ‘Annozero’ ha pronto l’accordo di massima con la rete. E così, lascia la tv pubblica. Le spiegazioni arriveranno domani, durante una conferenza stampa ufficialmente fissata per fare un bilancio sulla trascorsa stagione del format. Ma intanto l’azienda di viale Mazzini precisa in una nota che il rapporto lavorativo con il conduttore “è stato risolto”. Consensualmente, si sottolinea, e per “recuperare la piena reciproca autonomia decisionale”. Offuscata dalle vicende giudiziarie che avevano portato azienda e conduttore a battagliare per il suo reintegro in azienda. Entrambi, però, dichiarano di riservarsi “di valutare in futuro altre e diverse forme di collaborazione”.

Nel pomeriggio, le agenzie di stampa avevano in parte anticipato la notizia. Il sospetto è nato quando ‘Annozero’ è scomparso dai palinsesti Rai, oggi discussi dal Consiglio d’amministrazione di viale Mazzini. Stamattina il vice direttore generale Antonio Marano, responsabile per l’offerta televisiva, ha incontrato i direttori di Rai1, Rai2 e Rai3. E pare che la trasmissione condotta daMichele Santoro fosse inserita nel progetto del direttore della seconda rete, Massimo Liofredi. Poco più tardi, non compariva già più nell’intero dossier palinsesti nelle mani del direttore generaleLorenza Lei.

Due giorni fa una mezza ammissione era arrivata dall’ad Giovanni Stella, che aveva dichiarato sicuro: “Uno o due fra Michele Santoro, Milena Gabanelli, Giovanni Floris e Fabio Fazioverranno a La7″.



Batterio killer. Miracolo: c'è il vaccino!.


E' davvero un grande miracolo. Un miracolo italiano. E la cosa più miracolosa, è che l'annuncio dell'imminente vaccino contro la malefica Escherichia Coli sia arrivato circa un anno PRIMA dell'epidemia che è scoppiata in Europa.

Le vie della Provvidenza sono davvero infinite.

Come infinita è la gratitudine che dobbiamo nutrire verso la Novartis, che dopo averci salvato tutti dall'epidemia di suina con un tempestivo vaccino, ecco che in quel di Siena nel 4 maggio scorso annuncia di aver identificato antigeni di E.Coli mai scoperti prima (prima della seguente epidemia) e quindi di essere sulla buona strada per produrre il fatidico vaccino.

Ma le mirabilie non finiscono qui. Anche una compagnia canadese ha appena comunicato di aver pronto il vaccino, proprio lì nel cassetto,quello giusto giusto per la variante O157:H7 tedesca, che servirà per inoculare le Nmiliardi di vacche residenti sul pianeta e renderle inabili a produrre il batterio.

Davvero noi comuni mortali dobbiamo stupire ed inchinarci davanti alla scienza, che riesce persino a prevedere il futuro grazie ai suoi misteriosi esoterici poteri.


http://crisis.blogosfere.it/2011/06/batterio-killer-miracolo-ce-il-vaccino.html


Vertice Bossi-Berlusconi ad Arcore Alfano: “Alleanza rafforzata, finirà legislatura”.


All'incontro a villa San Martino presente anche l'ex ministro Aldo Brancher, condannato a due anni per appropriazione indebita e ricettazione

L’alleanza tra Lega e Pdl “è rafforzata, la maggioranza è solida” e lo sarà “fino al 2013″. E’ affidato al segretario politico Angelino Alfano il compito di comunicare l’esito del vertice ad Arcore traUmberto Bossi e Silvio Berlusconi. “La maggioranza – ha garantito l’ex guardasigilli – è in grado di dare stabilità e portare avanti le riforme”. Come previsto, dunque, ufficialmente l’asse della maggioranza rimane saldo. Almeno fino a dopo il referendum. Perché i tempi dell’alleanza di ferro sono ormai finiti.

Il leader leghista, dopo la sberla del ballottaggio, non si accontenta delle rassicurazioni e ha alzato la posta. Il senatùr si è presentato ad Arcore invocando la garanzia che il premier rinunci a candidarsi alle prossime politiche, pretendendo il trasferimento di almeno un ministero a Milano nel più breve tempo possibile, chiedendo la poltrona di Guardasigilli per il Carroccio e si aspetta un’apertura su fisco e alleanze. Con questo menu il leader leghista si è presentato a villa San Martino con tre ore di ritardo, accompagnato dal ministro Roberto Calderoli, il capogruppo dei deputati della Lega Nord alla Camera Marco Reguzzoni, la mente economica della LegaGiancarlo Giorgetti e il figlio del senatur, Renzo Bossi. Lo stato maggiore del Carroccio è arrivato poco prima delle quattordici. Ad accoglierli, insieme al Presidente del Consiglio, hanno trovato Alfano, l’avvocato del premier, Niccolò Ghedini, e Aldo Brancher. L’ex ministro,condannato a due anni per appropriazione indebita e ricettazione , è stato tra i primi a raggiungere la residenza del premier ed è rimasto anche dopo il termine dell’incontro tra Berlusconi e Bossi.

Una riunione solo apparentemente rituale. Intanto perché con la Lega ha voluto un chiarimento post-elettorale. Berlusconi era preparato sulle richieste dell’alleato storico e, a quanto si apprende, ha mostrato piena disponibilità a un costante confronto per poter arrivare al termine naturale della legislatura nel 2013. Sulla questione della guida del partito, invece, ha lasciato parlare Alfano prospettando in modo concreto la possibilità di adottare le primarie. Per il Cavaliere, del resto, l’importante era riuscire a mostrare un’alleanza almeno all’apparenza solida. Così ha assecondato molto.

“Abbiamo ulteriormente ricordato come questa sia la coalizione in grado di assicurare all’Italia governi che durano cinque anni e che sono in grado di assicurare una stagione di riforme, a differenza della sinistra”, ha sintetizzato Alfano. “Non c’è una verifica a cui siamo sottoposti nel rapporto tra Pdl e Lega”. Gli “amici leghisti” hanno lasciato Arcore per raggiungere il quartier generale in via Bellerio, senza rilasciare alcun commento. Dal punto di vista del Carroccio, al momento, la giornata rimane “calda”, così come aveva annunciato stamani Gianni Letta. Aprendo i lavori di un convegno, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha detto, scusandosi: “Dovrò uscire un pò prima”, e ha aggiunto con una battuta: “Come avrete letto sui giornali, la giornata si preannuncia calda non solo dal punto di vista metereologico”.

Toccherà ora alla Lega decidere cosa fare. E i nodi saranno sciolti solo dopo il risultato del referendum e soprattutto dopo Pontida, domenica 19 giugno, quando Bossi capirà a pieno il polso della base.





Arezzo 13 maggio 2011 - Andrea Scanzi



Pungente intervento del noto giornalista Andrea Scanzi durante il comizio finale del Movimento 5 Stelle di Arezzo per le Elezioni Amministrative del 2011.


Referendum, quattro sì per voltare pagina.