L’alleanza tra Lega e Pdl “è rafforzata, la maggioranza è solida” e lo sarà “fino al 2013″. E’ affidato al segretario politico Angelino Alfano il compito di comunicare l’esito del vertice ad Arcore traUmberto Bossi e Silvio Berlusconi. “La maggioranza – ha garantito l’ex guardasigilli – è in grado di dare stabilità e portare avanti le riforme”. Come previsto, dunque, ufficialmente l’asse della maggioranza rimane saldo. Almeno fino a dopo il referendum. Perché i tempi dell’alleanza di ferro sono ormai finiti.
Il leader leghista, dopo la sberla del ballottaggio, non si accontenta delle rassicurazioni e ha alzato la posta. Il senatùr si è presentato ad Arcore invocando la garanzia che il premier rinunci a candidarsi alle prossime politiche, pretendendo il trasferimento di almeno un ministero a Milano nel più breve tempo possibile, chiedendo la poltrona di Guardasigilli per il Carroccio e si aspetta un’apertura su fisco e alleanze. Con questo menu il leader leghista si è presentato a villa San Martino con tre ore di ritardo, accompagnato dal ministro Roberto Calderoli, il capogruppo dei deputati della Lega Nord alla Camera Marco Reguzzoni, la mente economica della LegaGiancarlo Giorgetti e il figlio del senatur, Renzo Bossi. Lo stato maggiore del Carroccio è arrivato poco prima delle quattordici. Ad accoglierli, insieme al Presidente del Consiglio, hanno trovato Alfano, l’avvocato del premier, Niccolò Ghedini, e Aldo Brancher. L’ex ministro,condannato a due anni per appropriazione indebita e ricettazione , è stato tra i primi a raggiungere la residenza del premier ed è rimasto anche dopo il termine dell’incontro tra Berlusconi e Bossi.
Una riunione solo apparentemente rituale. Intanto perché con la Lega ha voluto un chiarimento post-elettorale. Berlusconi era preparato sulle richieste dell’alleato storico e, a quanto si apprende, ha mostrato piena disponibilità a un costante confronto per poter arrivare al termine naturale della legislatura nel 2013. Sulla questione della guida del partito, invece, ha lasciato parlare Alfano prospettando in modo concreto la possibilità di adottare le primarie. Per il Cavaliere, del resto, l’importante era riuscire a mostrare un’alleanza almeno all’apparenza solida. Così ha assecondato molto.
“Abbiamo ulteriormente ricordato come questa sia la coalizione in grado di assicurare all’Italia governi che durano cinque anni e che sono in grado di assicurare una stagione di riforme, a differenza della sinistra”, ha sintetizzato Alfano. “Non c’è una verifica a cui siamo sottoposti nel rapporto tra Pdl e Lega”. Gli “amici leghisti” hanno lasciato Arcore per raggiungere il quartier generale in via Bellerio, senza rilasciare alcun commento. Dal punto di vista del Carroccio, al momento, la giornata rimane “calda”, così come aveva annunciato stamani Gianni Letta. Aprendo i lavori di un convegno, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha detto, scusandosi: “Dovrò uscire un pò prima”, e ha aggiunto con una battuta: “Come avrete letto sui giornali, la giornata si preannuncia calda non solo dal punto di vista metereologico”.
Toccherà ora alla Lega decidere cosa fare. E i nodi saranno sciolti solo dopo il risultato del referendum e soprattutto dopo Pontida, domenica 19 giugno, quando Bossi capirà a pieno il polso della base.
Il leader leghista, dopo la sberla del ballottaggio, non si accontenta delle rassicurazioni e ha alzato la posta. Il senatùr si è presentato ad Arcore invocando la garanzia che il premier rinunci a candidarsi alle prossime politiche, pretendendo il trasferimento di almeno un ministero a Milano nel più breve tempo possibile, chiedendo la poltrona di Guardasigilli per il Carroccio e si aspetta un’apertura su fisco e alleanze. Con questo menu il leader leghista si è presentato a villa San Martino con tre ore di ritardo, accompagnato dal ministro Roberto Calderoli, il capogruppo dei deputati della Lega Nord alla Camera Marco Reguzzoni, la mente economica della LegaGiancarlo Giorgetti e il figlio del senatur, Renzo Bossi. Lo stato maggiore del Carroccio è arrivato poco prima delle quattordici. Ad accoglierli, insieme al Presidente del Consiglio, hanno trovato Alfano, l’avvocato del premier, Niccolò Ghedini, e Aldo Brancher. L’ex ministro,condannato a due anni per appropriazione indebita e ricettazione , è stato tra i primi a raggiungere la residenza del premier ed è rimasto anche dopo il termine dell’incontro tra Berlusconi e Bossi.
Una riunione solo apparentemente rituale. Intanto perché con la Lega ha voluto un chiarimento post-elettorale. Berlusconi era preparato sulle richieste dell’alleato storico e, a quanto si apprende, ha mostrato piena disponibilità a un costante confronto per poter arrivare al termine naturale della legislatura nel 2013. Sulla questione della guida del partito, invece, ha lasciato parlare Alfano prospettando in modo concreto la possibilità di adottare le primarie. Per il Cavaliere, del resto, l’importante era riuscire a mostrare un’alleanza almeno all’apparenza solida. Così ha assecondato molto.
“Abbiamo ulteriormente ricordato come questa sia la coalizione in grado di assicurare all’Italia governi che durano cinque anni e che sono in grado di assicurare una stagione di riforme, a differenza della sinistra”, ha sintetizzato Alfano. “Non c’è una verifica a cui siamo sottoposti nel rapporto tra Pdl e Lega”. Gli “amici leghisti” hanno lasciato Arcore per raggiungere il quartier generale in via Bellerio, senza rilasciare alcun commento. Dal punto di vista del Carroccio, al momento, la giornata rimane “calda”, così come aveva annunciato stamani Gianni Letta. Aprendo i lavori di un convegno, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha detto, scusandosi: “Dovrò uscire un pò prima”, e ha aggiunto con una battuta: “Come avrete letto sui giornali, la giornata si preannuncia calda non solo dal punto di vista metereologico”.
Toccherà ora alla Lega decidere cosa fare. E i nodi saranno sciolti solo dopo il risultato del referendum e soprattutto dopo Pontida, domenica 19 giugno, quando Bossi capirà a pieno il polso della base.
Nessun commento:
Posta un commento