NAPOLI - Dalla provincia di Napoli al capoluogo campano: dilaga la protesta dei cittadini. Di chi vuole far rimuovere la spazzatura ma anche di quanti - come accaduto a Caivano e ad Acerra - dicono no all'apertura di siti di stoccaggio. Ma il sindaco di Napoli Luigi De Magistris ribadisce con forza la sua intenzione di liberare la citta' dai rifiuti ''malgrado i tentati di sabotaggio messo in atto in queste ore da certi ambienti refrattari ad accettare la svolta politica che stiamo attuando nella citta'''. Il primo cittadino di Napoli poi spiega che ''quando parlo di certi ambienti non escludo ovviamente il crimine organizzato, perché non può sfuggire il dato secondo cui in alcune zone la raccolta dei rifiuti stata possibile mentre in altre no''.
Il sindaco annuncia che l'amministrazione comunale sta lavorando ad un piano alternativo ''fondato sull'autonomia della citta''' per portare a compimento quanto stabilito nella prima delibera di Giunta dell'era De Magistris ''se il Governo, la Regione e la Provincia abbandoneranno Napoli a se stessa''. Per l'ufficio flussi della Regione Campania, lungo le strade della citta' di Napoli vi sarebbero 1500 tonnellate di spazzatura (la produzione quotidiana in questo periodo si aggira intorno alle 1300 tonnellate) ma i cumuli disseminati ovunque sono vistosi e fonte di disagio per i cittadini. Non va meglio in periferia: l'allarme e' altissimo nella zona flegrea ma da qualche ora si e' esteso anche al Comune di Giugliano (oltre 110mila abitanti) dove gli autocompattatori non hanno raccolta neanche lungo le strade del centro. In sofferenza anche i comuni di Pozzuoli, Quarto e Casoria. Quella di oggi e' stata, dunque, una giornata di protesta e di vertici. L'uno dietro l'altro per trovare una soluzione, un'area - possibilmente non lontanissima - dove poter almeno ''parcheggiare'' i sacchetti che dovrebbero finire negli Stir che gia' hanno i magazzini pieno di pattume trattato e sono in affanno.
La Campania produce in media 7.200 tonnellate al giorno. Il sistema di smaltimento e' assai fragile e basta un piccolo intoppo per mandarlo in tilt. Le prime proteste si sono registrate nella serata di ieri, proprio mentre veniva convocato un primo vertice in prefettura. La gente ha protestato in periferia ma anche in via Toledo, una delle strade del salotto buono della citta'. Poi, una notte di roghi, cumuli di rifiuti dati alle fiamme che hanno sprigionato veleni. Venticinque roghi di un certo rilievo hanno richiesto l'intervento dei vigili del fuoco. Altri incendi sono stati spenti dai cittadini. In mattinata la protesta, inscenata lungo la strada che dai quartieri Spagnoli porta al Vomero, ha diviso in due la citta'. E qui provocatoriamente i manifestanti sono scesi in piazza con una bandiera italiana intonando l'inno nazionale. Altro blocco in via Tarsia, nella zona di Montesanto, non lontano da piazza Dante. Per il traffico le conseguenze sono state gravi, con migliaia di automobilisti che hanno vagato lungo il dedalo di vie dei Quartieri Spagnoli.
Anche in via Nardones, all'angolo con piazza Trieste e Trento, i sacchetti sono stati sparpagliati mentre il titolare di un ristorante di via Speranzella ha deciso di abbassare la saracinesca perche', ha scritto su un cartello apposto alla serranda ''mi vergogno di stare aperto con questo scempio''. Non meglio va purtroppo in provincia. A Giugliano via Oasi del Sacro Cuore e' diventata una vera discarica. Difficile poi la situazione che si si registra lungo la fascia costiera flegrea, dove le imprese turistiche hanno riaperto i battenti per la stagione balneare. Ad Acerra anche oggi si e' protestato contro la decisione del presidente della Provincia di aprire i siti di trasferenza. Sit in alla stazione ferroviaria e presidio dinanzi all'ingresso degli impianti. I camion, comunque, sono entrati ed hanno scaricato. Operazioni avvenute senza troppi problemi anche grazie alla mediazione delle forze dell'ordine.
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