mercoledì 22 giugno 2011

Eni sotto inchiesta per tangenti: «Noi parte lesa»


Eni sotto inchiesta per presunte tangenti. Sarebbero state le dichiarazioni dell'ex numero uno dell'azienda a Mosca, Mario Reali, a far scattare l'indagine. I vertici delle grandi aziende italiane, stando all'ipotesi accusatoria, avrebbero pagato, estero su estero, ai top manager di Eni per essere ammesse a far parte di appalti da miliardi di dollari in Iraq e Kuwait. Eni sarebbe indagata in base alla legge 231, per corruzione internazionale. Secondo fonti interne riportate dalle agenzie, l'azienda si ritiene «parte lesa nell'inchiesta di Milano».

Reali, che ha lasciato l'Eni nel 2005, era già stato sentito dai pm milanesi nell'ambito di un'altra inchiesta sul gas ed era stato intervistato dalla trasmissione 'Report' di Milena Gabanelli a proposito dei giacimenti kazaki Karachaganakh e Kashagan. L'inchiesta descriverebbe un sistema dove grandi aziende italiane dell'ingegneristica e delle costruzioni avrebbero pagato tangenti per partecipare ad appalti internazionali. Questo meccanismo sarebbe stato applicato per il giacimento di petrolio iracheno Zubair, uno dei più grandi al mondo, e quello di Jurassic Field, nel Nord del Kuwait.

Al momento risulterebbero indagati la società come persona giuridica, il vicepresidente di Saipem spa, Nerio Capanna, il capo del progetto Zubair, Diego Brachi, e tre mediatori, ovvero gli ex manager del settore Massimo Guidotti, Stefano Borghi ed Enrico Pondini. Sono invece in corso accertamenti sulle aziende che, sempre secondo le ipotesi accusatorie, avrebbero promesso o già versato quote di tangenti, tra cui il gruppo Bonatti, Ansaldo, Renco, Elettra Energia ed Elettra Progetti. Conduce l'inchiesta il Pm di Milano Fabio De Pasquale.

Oltre a Eni anche la Saipem è indagata per violazione della legge 231 del 2001 nell'inchiesta condotta dalla Procura di Milano su presunte tangenti pagate da grandi aziende italiane a top manager dell'Eni per entrare negli appalti in Iraq e Kuwait. L'inchiesta è nata dalle dichiarazioni di Mario Reali, ex responsabile dell'Eni in Russia.

ENI: PROVVEDIMENTI CONTRO "DIPENDENTI INFEDELI"
In una nota il gruppo energetico commenta le indagini dicendo che avvierà provvedimenti contro dipendenti “infedeli”. «Eni e Saipem, in quanto parti lese dai comportamenti contestati, hanno immediatamente disposto provvedimenti disciplinari e cautelari nei confronti dei dipendenti coinvolti, qualificati anche nell'atto della Procura come «dipendenti infedeli del gruppo Eni» e intendono mettere in atto tutte le iniziative a tutela dei propri interessi e della propria immagine, in particolare nei confronti delle persone fisiche e giuridiche che risulteranno coinvolte nelle condotte illecite».




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