Oltre 500 tonnellate di rifiuti al giorno sono arrivati in Sicilia provenienti da Napoli. Frutto di un accordo tra la Sapna, l'agenzia della provincia di Napoli per i rifiuti, e Vincenzo D’Angelo, leader del settore smaltimento, che incassa 200 euro per ogni tonnellata di rifiuti. Un affare da 6 milioni di euro senza che le regioni ne sapessero niente. E all'orizzonte spunta un altro maxi accordo per duemila tonnellate al giorno.
Sembrava quasi che fossero rifiuti senza odore. Ogni giorno hanno attraversato il sud Italia, eppure nessuno se n’era accorto. Ma se l’olfatto può essere debole, la vista non poteva ignorare una fila di grossi camion stracolmi di spazzatura che partiva dalla Campania e arrivava in Sicilia, dove l’immondizia partenopea veniva affidata a due specialisti dello smaltimento. Oltre cinquecento tonnellate di rifiuti al giorno, dal 17 gennaio al 14 aprile, sabati e domenica compresi. Un totale di oltre trentamila tonnellate di rifiuti trasportati dai grossi tir della ditta “Fratelli Adiletta” di Salerno, che arrivavano prevalentemente nella discarica messinese di Mazzara Sant’Andrea. Un lavoro quotidiano massacrante ma lucroso come raccontava un autotrasportatore a L’Espresso. "Facimmu na vita di merda, ma in questo periodo guadagniamo bene. Più viaggi riusciamo a fare, più guadagniamo". Per gli autisti dei tir ogni viaggio di spazzatura dalla Campania alla Sicilia valeva un bonus di 230 euro.
Un’isola pattumiera
Ma come? Eppure la Sicilia non sta molto meglio della Campania in tema di rifiuti. Lʼestate scorsa addirittura per far fronte allʼemergenza l’isola era stata dotata dal Presidente del Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi, di un commissario straordinario nella persona del Governatore, Raffaele Lombardo. I cittadini, napoletani e siciliani, però non ne sanno nulla dei viaggi della spazzatura.
E le istituzioni? Vincenzo Emanuele, dirigente generale del Dipartimento Rifiuti della Regione, rispondendo allʼassessore allʼEnergia, lʼex prefetto Giosuè Marino, assicurava: “Escludo categoricamente ci sia un flusso di rifiuti. Ci risulta solo un passaggio di 25 tonnellate, in tutto”.
I primi ad accorgersi della migrazione di tir carichi di scarti sono stati i cronisti diCentonove, un settimanale regionale, con quel "Pattumiera Sicilia" sbattuto in prima pagina. Era il 25 marzo, ma la vicenda ad oggi non è ancora chiarita.
Chi riusciva a trasportare questo ciclo enorme di rifiuti da una regione all’altra senza quasi farsi accorgere da nessuno?
Il signore dei rifiuti
Autori di questa migrazione d’immondizia sono essenzialmente due soggetti. la Profineco spa con sede a Palermo e stabilimento a Termini Imerese e la Vincenzo D'Angelo srl di Alcamo che hanno sottoscritto un accordo con la Sapna, la società della Provincia di Napoli che ha il compito di gestire il ciclo dei rifiuti. Un contratto dorato di circa 200 euro a tonnellata. Un affare da più di 6 milioni di euro, se si moltiplica questo importo per la montagna di rifiuti portata sull'isola.
“Vista lʼenorme quantità di spazzatura per strada, i napoletani pagano cash e bene – gongolava D’Angelo con i cronisti di Centonove - Tutti siamo felici e contenti. Queste risorse sono essenziali per tutti gli operatori siciliani del settore, gestoridelle discariche in primis, che hanno crediti nei confronti degli Ato, ovvero delle casse pubbliche, per 900milioni di euro”.
Vincenzo D’Angelo è un nome noto non solo nel settore dello smaltimento rifiuti. L’imprenditore alcamese è infatti più volte oggetto di indagini da parte dell’autorità giudiziari. La Sirtec, una delle sue aziende più importanti, raccoglie il percolato delle discariche che poi dovrebbe smaltire negli impianti specialistici e in passato è stata anche sequestrata per alcuni periodi di tempo. Il nome di D’Angelo compare anche nell’indagine sullo smaltimento dei residui di lavorazione provenienti dal porto di Trapani dopo le gare preparatorie della Louis Vuitton Cup, la Coppa America della vela. In una notte portò via dal porto una incredibile quantità di materiali, dopo che aveva esibito ad un amico carabiniere il decreto firmato dall’allora prefetto di Trapani Per la procura di Trapani poteva esserci qualche connessione col fatto che sempre D’angelo consegnò ad un sottoufficiale dell’Arma cinque mila euro. Per l’imprenditore alcamese si sarebbe trattato solo di un prestito, precisando in Tribunale che sapeva bene di non aver mai recuperato quel denaro. Questi piccoli precedenti però non hanno fermato l’imprenditore alcamese che è il capofila degli smaltitori siciliani. “Molti gestori di discariche mi fanno la corte – ha spiegato - una parte sostanziosa dei 200 euro a tonnellata va a loro. Tirrenoambiente spa, per quanto mi risulta, se non avesse avuto questi rifiuti avrebbe dovuto chiudere per carenza di liquidità”.
Codice pattumiera
Eppure gli stessi affari d’oro che D’Angelo ha accettato al volo sono stati rifiutati dalla Puglia. Nel dicembre del 2010 infatti i camion che trasportavano gli stessi identici rifiuti sono stati mandati indietro dalla regione Puglia, a seguito dei rilievi fatti dallʼArpa, Agenzia regionale protezione ambientale, che a dispetto del codice tranquillizzante (19.12.12) con cui i rifiuti erano classificati, li ha ritenuti chimicamente “non esportabili” in altre regioni. I rifiuti che viaggiano sui tir dei fratelli Adiletta provengono dagli stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio rifiuti (Stir) di Giugliano e Tufino, in provincia di Napoli. Eppure Dalla Regione Campania fanno sapere che "non è stata fatta alcuna intesa con la Regione Sicilia per il trasferimento dei rifiuti e, in ogni caso, questi trasferimenti fanno capo alle società provinciali". Dall'altra parte dello Stretto cambiano le parole ma la sostanza è la stessa. "Tutto quello che sappiamo lo abbiamo appreso dalla stampa", ammette il dirigente generale del dipartimento Ambiente della Sicilia, Vincenzo Emanuele. Che però tiene a ricordare che "abbiamo chiesto a tutte le Province di informarci quando arriveranno rifiuti dalla Campania, da altre parti d'Italia o da qualunque parte del mondo”.
Province mute
Le province però in certi casi non solo non informano la Regione, ma neanche rispondo ai comuni. E’ il caso di Alcamo, la città di D’Angelo, dove l’assessore all’Ambiente Massimo Fundarò si è accordo da maggio delle migrazioni nauseabonde. Dopo che alcuni ufficiali della Polizia Municipale avevano fermato e controllato un tir dei fratelli Adiletta proprio mentre entrava nell’azienda di D’Angelo in contrada Virgini, Fundarò ha preso carta e penna ed ha scritto al presidente della provincia di Trapani Mimmo Turano. L’oggetto della missiva era capire quali controlli avesse effettuato la Provincia sui rifiuti provenienti dalla Campania. Ma dopo quasi tre mesi da Trapani non è ancora arrivata alcuna risposta alle sollecitazioni di Fundarò.
E mentre si aspetta che ancora qualcuno si accorga al passaggio della carovana d’immondizia ecco che all’orizzonte spunta un'altra occasione d’oro formato immondizia per D’Angelo. “Sto lavorando per firmare un accordo da duemila tonnellate al giorno” annuncia l’imprenditore. In pratica un affare da circa 138 milioni di euro. E questa volta ignorare i tir pieni di rifiuti sarà davvero difficile.