martedì 2 agosto 2011

URLA: Sono Incazzato Nero e Tutto Questo non lo accetterò più !



Attraverso la storia di Howard Beale, il mezzo busto televisivo presente in questo brano del film NETWORK Quinto potere, viene mostrata l'incapacità del popolo di riconoscere ed accettare la propria responsabilità ed il suo bisogno inconfessabile di farsi soggiogare. Il popolo incapace di pensare ed agire con la propria testa e reagendo sull'onda puramente emotiva si comporta esattamente come gli viene chiesto tramite il Network. Per descrivere ciò è emblematico il brano presentato qui!


Intercettazioni, il ministro Nitto Palma: "Si dovrà intervenire su talune anomalie".


Il ministro della Giustizia, Francesco Nitto Palma (Adnkronos)

Roma - (Adnkronos) - Il Guardasigilli in un'intervista al Tg5 dichiara di voler arrivare "un corretto bilanciamento tral'uso dello strumento investigativo" e "le esigenze di riservatezza e di privatezza garantite dalla nostra Costituzione''. Per alleviare la tensione tra le toghe e il Palazzo punta al ''massimo del confronto e del dialogo possibile".

Roma, 1 ago. (Adnkronos) - Sulle intercettazioni telefoniche ''si dovrà intervenire''. Lo dice il Guardasigilli Francesco Nitto Palma, in un'intervista al vicedirettore del TG5, Andrea Pucci. ''Io conto, per quello che mi compete -spiega il ministro della Giustizia- di muovere il percorso legislativo delle proposte sulle intercettazioni che attualmente giacciono alla Camera, per cercare di intervenire su talune anomalie tra cui la trascrizione e la successiva pubblicazione di telefonate non particolarmente rilevanti. E tornare quindi a un corretto bilanciamento tra l'uso dello strumento investigativo e le esigenze di riservatezza e di privatezza che vengono garantite dalla nostra Costituzione''. Quanto al protagonismo di certe toghe che vanno a spettacolarizzare le loro inchieste, Nitto Palma sottolinea: ''Il protagonismo non giova alle carriere. Alle carriere giova l'efficienza dell'azione e la riservatezza''.

Per alleviare la tensione tra le toghe e il Palazzo, l'intenzione del Guardasigilli "è quella di avere il massimo del confronto e del dialogo possibile. Disponibile fin d'ora a cambiare idea se verrò convinto che sul piano tecnico le mie iniziative sono sbagliate. Il dialogo è però reciproco: io non sono sordo e non vorrei incontrarmi con dei sordi''. ''Al Presidente della Repubblica'' nell'incontro avuto oggi, ''ho chiesto il suo conforto -rimarca il ministro della Giustizia- per un'azione di governo che'' in una fase come questa ''non è certamente tra le più facili''.

In merito allo sciopero della fame e della sete del leader radicale Marco Pannella, per denunciare il degrado in cui versano le carceri italiane, il Guardasigilli, Francesco Nitto Palma commenta: ''Anche in questa occasione, Pannella indica alla responsabilità della politica un problema vero e importante''. E poi anticipa: ''Mi auguro che da qui a settembre -rimarca il titolare del dicastero di via Arenula- riusciremo a mettere in campo un pacchetto'' di misure ''che ci possa consentire per un verso di diminuire la popolazione carceraria e per altro verso di rendere realmente umane le condizioni di chi deve stare in carcere''.


lunedì 1 agosto 2011

Il punto su: Palermo e la baraccopoli di via Messina Montagne. - di Giusy Chiello

Dal maggio 2010 su Facebook esiste una pagina: Insieme alla Petyx per le famiglie dei containers. Si tratta di una pagina dedicata ai baraccati palermitani che vivono nei containers di via Messina Montagne. Questo spazio, da quanto si legge, è stato creato per aggiornare costantemente la situazione delle famiglie che vivono in condizioni da “terzo mondo”. Purtroppo, però, su questa pagina a loro dedicata, le notizie terminano il 14 dicembre 2010.

Ma cosa è successo?

Noi più volte abbiamo avuto un occhio di riguardo per queste persone abbandonate nel “villaggio delle baracche” e per la loro tragica situazione. Abbiamo iniziato la nostra analisi della situazione, realizzando un reportage da dove si evinceva la loro degradante situazione. Abbiamo verificato, in quell’occasione, che questa gente che, per diversi motivi, quali sfratto e perdita del lavoro, è stata cacciata dalla loro casa per poi essere catapultata in una realtà crudele e per niente dignitosa per un essere umano. Questo lo scenario quotidiano: fogne a cielo aperto, insetti velenosi, zecche e ratti che passeggiano nei vialetti dove giocano i bambini. L’acqua delle fogne stracolme, che va a finire sotto i containers e arriva dentro le case, creando umidità e muffa, causa di malattie continue per anziani e bambini. Le promesse dall’amministrazione comunale fino ad ora sono state tante: gli abitanti delle case-containers avrebbero dovuto avere il loro alloggio già da tempo. Per questo motivo, a fine febbraio abbiamo seguito i nostri “amici baraccati” durante uno sciopero da loro organizzato per chiedere il diritto della casa popolare, da tempo promessa. Gli amministratori allora avevano risposto alla loro protesta dicendo che in un paio di mesi tutto si sarebbe risolto, ma siamo già ai primi di maggio e ancora tutto tace e le famiglie sono ancora lì in attesa di una casa.

Segnaliamo a voi lettori questa pagina di Facebook in modo da dare un contributo anche morale per sostenere gli animi di queste persone. Anche la nostra redazione è pronta ad accogliere i vostri commenti, le vostre idee o le info che vorrete darci o ricevere sull’argomento.

Speriamo di essere davvero di sostegno a questa gente che sembra ormai abbandonata dal mondo.

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Campania, il Pdl prepara il blitz per aumentare il numero di assessori regionali. - di Vincenzo Iurillo.


Fra trolley e valigie per il mare già pronti, il Consiglio regionale ha infilato nell’ordine del giorno dell’ultima seduta prima della chiusura estiva, il disegno di legge a iniziativa del gruppo Pdl per far lievitare la giunta sino a 14 componenti. Nel ddl prevista la possibilità per il governatore di nominare anche due sottosegretari.


La sede della Regione Campania

Napoli. Agosto, mese di delibere impopolari da far passare in sordina. E cosa c’è di più impopolare di un provvedimento che ingrassa la Casta? Nonostante siano settimane di frenetico dibattito su come ridurre i costi della politica e i privilegi dei politici, la Campania va in controtendenza e prepara un bliz per domani, lunedì 1 agosto per aumentare il numero degli assessori regionali. Fra trolley e valigie per il mare già pronti, il Consiglio regionale ha infilato nell’ordine del giorno dell’ultima seduta prima della chiusura estiva, il disegno di legge a iniziativa del gruppo Pdl per far lievitare la giunta sino a 14 componenti. Prima firmataria l’azzurra Daniela Nugnes.

Insaziabile, la Casta campana. Gli attuali dodici assessori al fianco del governatore berlusconianoStefano Caldoro non sono sufficienti. Ne vogliono quattordici. E come se non bastasse, il ddl prevede l’introduzione di una figura sconosciuta a tutti gli Statuti regionali del Paese: i sottosegretari. Il governatore potrà nominarne due: con la facoltà di partecipare ai lavori della giunta.

Nella proposta è scritto che le indennità di funzione e le forme di previdenza dei nuovi membri dell’esecutivo “non comportano oneri di spesi aggiuntivi da sono dedotti dalle indennità degli attuali componenti della giunta regionale”. Traduzione: secondo i proponenti, il monte stipendi e contributi riservato a dodici assessori, retribuiti con 11.200 euro mensili e destinatari anche essi di una pensione a fine carriera grazie a una riforma dell’ex governatore Pd Antonio Bassolino, verrebbe ‘spalmato’ su quattordici assessori. E la legge risulterebbe a costo zero per la collettività. Ovviamente non è così. A dirlo è l’assessore regionale al Bilancio, Gaetano Giancane, che a marzo ha inviato in commissione consiliare un’integrazione alla proposta del Pdl con la quale rileva che la crescita della giunta potrebbe “comportare nuove spese”. Secondo Giancane, l’eventuale approvazione del ddl Nugnes “comporterà sicuramente un aumento dei costi di funzionamento della struttura (segreteria, auto di servizio)” e necessiterà di una ulteriore copertura finanziaria.

Il voto potrebbe arrivare a un anno esatto dalla presentazione della proposta, protocollata il 28 luglio 2010. Da allora, il testo ha fatto avanti e indietro tra le commissioni consiliari, in attesa del momento propizio, e non senza qualche mal di pancia all’interno della stessa maggioranza. Tra i contrari, infatti, si è schierato a sorpresa anche il presidente del consiglio regionale, il Pdl Paolo Romano.

Se l’assemblea legislativa campana darà l’ok all’allargamento dell’esecutivo, Caldoro utilizzerà questa facoltà per rimpolpare la giunta di presenze femminili. Pochi giorni fa infatti il Consiglio di Stato ha ‘censurato’ la composizione della squadra di governo, quasi tutta al maschile, confermando l’illegittimità dell’ultima nomina di assessore, quella di Vito Amendolara, con delega all’Agricoltura, al posto del dimissionario Ernesto Sica. Per il massimo organo di giustizia amministrativa, Caldoro non ha pienamente rispettato l’articolo 46 comma 3 dello statuto regionale sulla “equilibrata presenza di donne e uomini”.

E l’opposizione di centrosinistra annuncia barricate contro l’aumento degli assessori. Parla di “risvolti paradossali” e di “scelta vergognosa” il segretario campano del Pd Enzo Amendola: “Caldoro presenta decisioni su sanità e trasporti usando lo slogan del rigore e dei tagli e poi prepara la nomina di due assessori in più e si inventa la figura dei sottosegretari. Uno schiaffo ai cittadini campani colpiti dalla crisi economica, a chi soffre quotidianamente la inazione della destra al governo”. Per il vice capogruppo Pd Umberto del Basso de Caro “l’allargamento della giunta offende la dignità dei cittadini campani”. E il segretario campano di Idv, Nello Formisano, aggiunge: “Una cosa del genere non farebbe altro che aumentare la distanza tra i cittadini e le istituzioni, determinando ulteriore sfiducia della gente verso certa politica, attenta piu’ ai propri interessi che a quelli della collettività”.



Crisi, l'emergenza economica può giustificare un governo tecnico? Ecco cosa pensano i politici.



Roma - (Adnkronos/Ign) - L'emergenza finanziaria ed economica può giustificare governi tecnici che, in un certo senso come le giunte militari antidemocratiche, possono adottare riforme impopolari perché non rispondono né ad alcun partito né agli elettori? I politici rispondono all'Adnkronos. Casini: ''Sarebbe sconfitta della politica''. Di Pietro: ''Mai nostro consenso a governi d'occasione''. Fioroni: ''Governo non più in grado di uscire dall'agonia''. Vendola: ''Ipotesi provocazione inaccettabile''. Rutelli: ''Governo post Berlusconi non può che essere politico''. Formigoni: ''La maggioranza c'è''. Gasparri: ''Problema che non si pone''. Crisi, Berlusconi riferirà mercoledì in Parlamento, parti sociali convocate per giovedì. Sacconi: "Pronti al confronto su cinque punti"

Roma, 1 ago. (Adnkronos/Ign) - L'emergenza finanziaria ed economica può giustificare governi tecnici che, in un certo senso come le giunte militari antidemocratiche, possono adottare riforme impopolari perché non rispondono né ad alcun partito né agli elettori?. I politici rispondono alla domanda dell'Adnkronos.

Casini: ''No a governo tecnico, sarebbe sconfitta della politica''

I governi tecnici sono una sconfitta della politica. Pier Ferdinando Casini all'Adnkronos respinge l'ipotesi di un esecutivo tecnico 'libero' di adottare riforme impopolari. ''C'è una profonda differenza tra governo tecnico e governo politico. Il governo di responsabilità nazionale - risponde il leader dell'Udc - nasce come armistizio tra i partiti, che si mettono insieme per il bene comune, ed è espressione di una precisa volontà politica. I governi tecnici invece - rimarca Casini - sono una sconfitta della politica''.

Di Pietro: ''Non daremo mai nostro consenso a governi d'occasione''

''L'Idv a questa furbata non ci sta: non daremo mai il nostro consenso a governi d'occasione'' dice Antonio Di Pietro all'Adnkronos respingendo l'ipotesi di un esecutivo tecnico 'libero' di adottare riforme impopolari. ''Riteniamo che questo esecutivo sia arrivato alla fine politica dei suoi giorni - risponde il presidente dell'Italia dei Valori - proprio per questo è necessario ridare la parola agli elettori. Al di là della soluzione che è vergognosa e antidemocratica in sé - rimarca Di Pietro - in realtà qualcuno propone un governo tecnico non per risolvere i veri problemi degli italiani ma per non andare alle elezioni e soprattutto per arrivare al governo senza il consenso degli elettori''.

Gasparri: ''Esecutivo tecnico problema che non si pone''

"C'è il governo Berlusconi. Il governo c'è e non mi pongo questo problema". Maurizio Gasparri non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi di un governo tecnico. Alla domanda dell'Adnkronos il presidente dei senatori del Pdl ha inoltre replicato: "Io credo nella politica, nel voto dei cittadini, nella responsabilità dei governi scelti dai cittadini, nella legittimità popolare. Questo governo sta facendo, e continuerà a fare, le cose giuste e opportune per il Paese".

Speranza: ''Governo tecnico ipotesi estrema, meglio il voto''

"Io sono sempre per i governi politici". Così il giovane dirigente lucano del Pd Roberto Speranza risponde alla domanda dell'Adnkronos. Tuttavia, ammette Speranza, "ci sono fasi particolari, e quella che vive l'Italia potrebbe essere una di queste, in cui una parte della maggioranza, preso atto del fallimento di un'esperienza di governo, può decidere di dare la priorità a leggi economiche ed elettorali. E anche il Pd dovrebbe valutarlo". "Io penso che la priorità sia quella di chiudere l'esperienza del governo Berlusconi, che ha fatto solo male all'Italia - aggiunge - Se una parte della maggioranza dovesse capire che questa esperienza è finita e proponesse un governo tecnico che superi questa fase allora il Pd dovrebbe considerarlo. Ma l'ideale sarebbe andare al voto e cambiare fase con un governo guidato da Bersani".

Quagliariello: ''Non esistono governi tecnici, solo politici''

"I governi tecnici non esistono, esistono solo i governi politici" dice all'Adnkronos il vice presidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello. "La democrazia - risponde Quagliariello - non è compatibile con le giunte militari. In democrazia i governi tecnici non esistono, esistono solo i governi politici. Poi, possono anche essere formati dagli esperti e dai professori, ma devono avere una maggioranza politica".

Rutelli: ''Governo post Berlusconi non può che essere politico''

Un governo per il dopo Berlusconi ''non può che essere politico''. Francesco Rutelli all'Adnkronos respinge l'ipotesi di un governo tecnico per affrontare l'emergenza economico-finanziaria, anche se un futuro governo politico ''potrà avere alla sua guida un parlamentare, ma anche un non parlamentare''. ''Un eventuale esecutivo post-Berlusconi non può che essere politico, non può non avere cioè una maggioranza parlamentare che condivida gli obiettivi di straordinaria mobilitazione per la stabilità della finanza pubblica, le riforme e la crescita dell'economia, oltre che per la riforma della legge elettorale'', risponde il leader di Api. ''Sarebbe sbagliato indicare il nome di un premier: toccherà al Capo dello Stato indicarlo, dopo avere verificato l'esistenza di una maggioranza parlamentare pronta a sostenere lui e il suo programma. Ovviamente - sottolinea Rutelli - un governo politico potrà avere alla sua guida un parlamentare, ma anche un non parlamentare''.

Cesa: ''Serve governo politico con coraggio di scelte impopolari''

Le scelte impopolari possono essere fatte da un governo politico. Lorenzo Cesa, all'Adnkronos, respinge l'ipotesi di un esecutivo tecnico per affrontare l'emergenza economico-finanziaria. ''Credo che la soluzione migliore - replica il segretario Udc - sia un governo di responsabilità nazionale''. ''Un governo politico - spiega Cesa - che trovi il coraggio di fare riforme impopolari e che veda il concorso di tutte le forze responsabili del Parlamento. L'andamento dei mercati finanziari, basti vedere quello che è accaduto oggi, dovrebbe spingere il premier a capire che c'è urgente bisogno di una svolta in questo senso''.

Vendola: ''Ipotesi governo tecnico è provocazione inaccettabile''

''Considero l'ipotesi del governo tecnico una provocazione inaccettabile''. Nichi Vendola all'Adnkronos respinge l'ipotesi di un esecutivo tecnico 'libero' di adottare riforme impopolari. L'emergenza finanziaria ed economica può giustificare governi tecnici che, in un certo senso come le giunte militari antidemocratiche, possono adottare riforme impopolari perché non rispondono né ad alcun partito né agli elettori? ''E' una formula ambigua - spiega il leader di Sel - che serve a occultare le questioni reali poste di fronte al Paese, e cioè il bisogno di una svolta radicale di politica economica e sociale. Una inversione di tendenza - rimarca il presidente della regione Puglia - rispetto alla devastazione del welfare e all'accanimento sociale e fiscale nei confronti dei ceti medio bassi. Il governo tecnico sarebbe soltanto la foglia di fico per continuare a coprire operazioni di autentica macelleria sociale''. ''Cosa c'è di 'tecnico' - chiede Vendola - nel destino di precarietà che sta inghiottendo una intera generazione privata di reddito, di lavoro, di previdenza e diritti? La verità è che occorre un governo nuovo di alternativa al berlusconismo e al tremontismo''.

Formigoni: ''La maggioranza c'è, no a governi tecnici''

"La maggioranza c'è e tiene e non c'è quindi bisogno di governi tecnici". Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, respinge l'ipotesi di un governo tecnico. Alla domanda dell'Adnkronos Formigoni spiega che "non c'è esigenza di maggioranze spurie, perché una maggioranza c'è ed è quella che sostiene il governo Berlusconi". In questo momento, sottolinea il presidente della Regione Lombardia, "c'è una maggioranza politica e c'è un governo eletto dagli elettori. Certo siamo in un momento di particolare difficoltà economica per gli attacchi della speculazione e per la difficile situazione in tutto il mondo, a partire dagli Stati Uniti, quindi serve una riflessione particolare e approfondita, come quella che si farà nei prossimi giorni in Parlamento, con l'intervento del presidente del Consiglio e poi con le riflessioni delle varie parti politiche". Per Formigoni "si deve fare una riflessione approfondita. La maggioranza porgerà queste riflessioni attraverso le parole del presidente del Consiglio e avanzerà delle proposte. Mi auguro che anche l'opposizione contribuisca con le sue analisi e le sue proposte in uno spirito costruttivo". In ogni caso, osserva Formigoni, "un governo tecnico è una contraddizione in termini. Un governo, per essere tale ed emanare dei provvedimenti, ha bisogno di una maggioranza in Parlamento. E una maggioranza è sempre politica. Ogni governo, per quanto lo si camuffi come tecnico, del presidente o del vice presidente, è un governo politico che nasce se c'è una maggioranza politica che lo sostiene".

Parisi: ''Se Berlusconi ha maggioranza governi, alternativa è il voto''

Fin quando il governo ha i numeri ''ha il dovere di governare il paese'', mentre l'opposizione deve svolgere ''il suo ruolo''. Arturo Parisi non 'vede' all'orizzonte un governo tecnico: l'alternativa a Berlusconi, dice all'Adnkronos, sono le elezioni. ''Con la democrazia - replica l'esponente Pd - non si può scherzare. Ogni giorno mi auguro che Berlusconi tragga le conclusioni della sua decisione di abbandonare le responsabilità che si era impegnato ad assolvere di fronte ai cittadini. Ogni giorno mi auguro che le conclusioni che lui non tira le traggano i suoi sostenitori. Ma fino a quando la maggioranza resta maggioranza - avverte l'ex ministro della Difesa - resta sulle sue spalle il dovere di governare il Paese, e sulle nostre quello di svolgere il nostro ruolo di opposizione''. ''Si vada altrimenti ad elezioni. La maggioranza si prepari a dar conto ai cittadini del disastro nel quale ha stato spinto il Paese. L'opposizione si prepari ad indicare l'alternativa per guidarlo alla salvezza. E' per questo che chiedo da anni una legge elettorale che ci restituisca un Parlamento pienamente legittimato in tutti i suoi membri, e non invece una assemblea di nominati da capipartito privi a loro volta di una adeguata legittimazione'', conclude Parisi.

Fioroni: ''Governo non più in grado di uscire dall'agonia''

''Occorre uno sforzo forte che faccia fare un passo avanti all'Italia e un passo indietro a un esecutivo non più in grado di uscire dall'agonia''. Beppe Fioroni all'Adnkronos commenta così l'ipotesi di un esecutivo tecnico 'libero' di adottare riforme impopolari. ''Se il buongiorno si vede dal mattino, ci aspetta un agosto bruttissimo'', risponde il responsabile welfare del Pd nonché leader della componente popolare del partito. ''Serve un presidente del Consiglio e un ministro dell'Economia - conclude l'ex ministro dell'Istruzione - che rassicurino l'Europa e i mercati con una base politica di consenso, la più ampia possibile, fondata sulla responsabilità verso il nostro Paese''.




Crisi, mercoledì Berlusconi riferirà in Aula Giovedì incontro tra governo e parti sociali


Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi: "Confronto basato su cinque punti". I rappresentanti di lavoratori e imprese vedranno anche le opposizioni.


il dibattito sulla crisi economica slitta a mercoledì quando il premier si presenterà in aula a riferire, prima alla Camera e poi al Senato. Poi, giovedì mattina, il governo incontrerà le parti sociali che nel pomeriggio si confronteranno con l’opposizione, dopo la proposta dei leader di Pd e Udc Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini. Svanita così l’ipotesi, trapelata stamani, di un possibile tavolo a tre (esecutivo-opposizioni-parti sociali) per individuare in tempi brevi ambiti di intervento condivisi.

Non sembra caduto nel vuoto dunque l’appello lanciato settimana scorso dalle parti sociali. Pur tra mille difficoltà, il dialogo sembra prossimo a una svolta. Ad avviare i contatti il segretario del PdlAngelino Alfano, che si è detto disponibile anche a un confronto con l’opposizione. Mentre il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato di un confronto su cinque punti con le parti sociali. “La comune assunzione di responsabilità dia luogo a un tavolo operativo in modo da accelerare i cambiamenti che servono alla crescita. Tutti insieme – dice il responsabile del Welfare – possiamo superare le resistenze corporative anche con opportune compensazioni o gradualità. Ci attendiamo che diventi un tavolo facilitatore”.

Per prima cosa, spiega Sacconi, “occorre ridurre le tasse con il disegno di legge delega, sostenere l’ internazionalizzazione delle imprese attraverso l’integrazione tra struttura diplomatica e rete Ice, stimolare l’impiego dei giovani attraverso la norma sul forfait del 5% e infine avviare una stagione di liberalizzazioni e privatizzazioni”. Secondo punto, “occorre monitorare gli investimenti alle imprese” e “vanno superati tutti i colli di bottiglia che rallentano la realizzazione delle opere pubbliche”. Il terzo argomento, prosegue il ministro, “riguarda il ruolo delle banche e della finanza di impresa: bisogna esaminare quali fondi pubblico-privati sono stati avviati”. Il quarto punto in agenda “sono le relazioni industriali, e quindi gli ammortizzatori sociali e la gestione delle crisi, compreso lo statuto dei lavori. Un aspetto significativo – sottolinea Sacconi – riguarda anche il tema della tregua sociale e quindi come regoliamo lo sciopero in presenza di investimenti. Infine la detassazione e la decontribuzione della parte del salario espressa dalla contrattazione locale”. Il quinto tema del confronto, conclude, è “la sobrietà democratica”, ovvero il taglio dei costi della politica.



Milano, l’architetto mazzetta. Il secondo tempo della corruzione. - di Davide Milosa

Da settimane i magistrati di Milano stanno interrogando l'architetto Michele Ugliola coinvolto in un giro di mazzette nel comune di Cassano d'Adda. Le sue dichiarazioni, però, vanno oltre e adesso minacciano di terremotare importanti esponenti regionali di Lega e Pdl.


Da settimane ormai un uomo viene interrogato dai magistrati di Milano. Si chiama Michele Ugliola, pugliese di San Severo, classe 1958, professione architetto, ma soprattutto mediatore di tangenti e uomo cerniera tra l’impresa e la politica. Questo sostengono i pm, i quali, il 25 maggio scorso, lo hanno messo agli arresti domiciliari. Motivo: un giro di mazzette che ha azzerato i vertici del Comune di Cassano d’Adda, sindaco in testa.
La storia, tutt’altro che chiusa, adesso promette di terremotare buona parte della politica lombarda. Ugliola, infatti, ex socialista, poi vicino a Forza Italia, già finito in guai giudiziari assieme all’ex assessore comunale del Pdl Giovanni Terzi, è uomo dai tanti contatti che vanno ben oltre la piccola realtà di Cassano. Di questo sta parlando con i pm. Di amicizie, denaro e politici. Insomma, sul tavolo della procura non c’è solo l’affare Penati. Ci sono diversi verbali segretati e soprattutto il secondo tempo della corruzione che coinvolge importanti esponenti regionali di Pdl e Lega nord

Sulla figura di Ugliola, infatti, si concentrano due tronconi d’indagine: il primo confluisce nell’inchiesta sulle bonifiche di Giuseppe Grossi e sulle speculazioni immobiliari di Luigi Zunino, compresa quella per l’ex area Falck a Sesto San Giovanni. Il secondo, invece, parte da Cassano e si incardina sulle dichiarazioni di Ugliola e del cognato Gilberto Leuci. Il sistema è lineare: Leuci batte cassa dagli imprenditori ritirando mazzette in contanti anche di 500 mila euro. Quindi passa il denaro all’architetto che lo distribuisce ai politici.

Il nome di Ugliola, titolare della Tema Consulting con sede in via Zuretti a Milano, emerge per la prima volta il 21 settembre 2009. I pm Laura Pedia e Gaetano Ruta, titolari dell’inchiesta sul re delle bonifiche Giuseppe Grossi, lo accusano di avere emesso fatture false per circa 800 mila euro all’Immobiliare Cascina Rubina (Icr) controllata dalla Risanamento di Zunino e proprietaria dei terreni dell’area Falck. Durante le perquisizioni spunta una scrittura privata in cui a Ugliola viene conferito un incarico proprio in relazione alle aree di Sesto San Giovanni. In sostanza l’architetto deve interfacciarsi con l’amministrazione pubblica per conto dei privati. Gli accertamenti successivi mostrano che le consulenze sono state affidate a Ugliola direttamente da Risanamento e non da Icr. Secondo i finanzieri mancano elementi certi per dimostrare che l’attività sia stata svolta effettivamente. E dunque, se così è, a cosa sono serviti gli 800 mila euro?

Nell’autunno del 2010, il sindaco di Sesto, Giorgio Oldrini (indagato dalla Procura di Monza), risponde a un’interrogazione dei Verdi sulla presenza di Ugliola in comune. “A volte gli incontri erano tra diverse persone e qualcuno di noi dice: magari era assieme agli altri”. La risposta non risolve. Una cosa è certa: Ugliola ottenne l’incarico da Zunino di mediare con la politica sestese, per questo emise fatture fino a 800 mila euro, ma nessuno lo vide mai in comune. Un dato che non sfugge agli investigatori consapevoli di trovarsi davanti a un protagonista assoluto della scena politico-affaristica lombarda

E del resto la caratura dell’architetto emerge già il 13 ottobre 1998 quando finisce in carcere per una tangente da 250 milioni di lire all’allora consigliere comunale di Milano Giovanni Terzi, già assessore all’Urbanistica a Bresso. Anche qui il gioco è quello delle consulenze che Ugliola incassa senza fornire prestazioni. Sarà lui stesso a raccontarlo ai pm: “Quello era un incarico professionale che di fatto costituiva uno schermo per la mia attività di raccordo tra i privati e l’amministrazione di Bresso”. Dopo queste dichiarazioni l’architetto viene rimesso in libertà. E assolto definitivamente nel 2005. In quello stesso anno la Finanza trasmette un’informativa ai pm che indagano su Antonveneta. La nota, che non avrà rilevanza penale, rivela che il commercialista Salvatore Randazzo, siciliano di Paternò, professionista di riferimento della famiglia La Russa, “è il depositario delle scritture contabili di Michele Ugliola”.

Sei anni dopo sul tavolo ci sono le modifiche del Pgt a Cassano d’Adda. Ugliola va a braccetto con il sindaco Pdl Edoardo Sala, che impone il suo architetto di fiducia all’imprenditore Fausto Crippa per la riqualificazione dell’ex Linificio Canapificio nazionale, uno dei più grandi d’Europa. “Ugliola – racconta Crippa – mi disse che se volevo l’approvazione del progetto era necessario elargirgli del denaro”. Di più: Crippa firma una scrittura privata in cui si impegna a versare a Ugliola un milione e mezzo di euro per consulenze. “Le richieste di Ugliola – dice – erano motivate dalla necessità di dover pagare non meglio specificati politici”.

E di politici l’architetto ne conosce molti. Tra questi c’è il leghista Marco Paoletti, anche lui indagato nell’indagine di Cassano. I due sono molto amici. Ed è lo stesso rappresentante del Carroccio, ex assessore locale e consigliere provinciale a Milano, a svelare il vero mestiere dell’architetto. Siamo nell’agosto 2009, Paoletti parla con Crippa. “Ugliola – dice – è più un mediatore, un intrallazzatore”. E ancora: “Quando bisogna mediare tra imprenditori, tecnici e politici ci vogliono anche questi personaggi”. Insomma il malaffare di oggi non è diverso da quella di ieri quando, racconta Leuci ai pm, Ugliola con il cognato e due dirigenti Esselunga mette in piedi un comitato d’affari. Il progetto (che non avrà rilievo penale): individuare aree dove costruire, ottenere i permessi corrompendo un funzionario del Comune di Milano, quindi proporne l’acquisto a Zunino, il quale a sua volta avrebbe girato l’affare all’ignaro Bernardo Caprotti. L’escamotage: la presenza di dirigenti Esselunga conniventi. La storia, dunque, sembra ripetersi con declinazioni diversi e identici risultati. Intanto la voce della collaborazione di Ugliola è già girata nei Palazzi della politica. E molti, ora, temono il peggio.