il dibattito sulla crisi economica slitta a mercoledì quando il premier si presenterà in aula a riferire, prima alla Camera e poi al Senato. Poi, giovedì mattina, il governo incontrerà le parti sociali che nel pomeriggio si confronteranno con l’opposizione, dopo la proposta dei leader di Pd e Udc Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini. Svanita così l’ipotesi, trapelata stamani, di un possibile tavolo a tre (esecutivo-opposizioni-parti sociali) per individuare in tempi brevi ambiti di intervento condivisi.
Non sembra caduto nel vuoto dunque l’appello lanciato settimana scorso dalle parti sociali. Pur tra mille difficoltà, il dialogo sembra prossimo a una svolta. Ad avviare i contatti il segretario del PdlAngelino Alfano, che si è detto disponibile anche a un confronto con l’opposizione. Mentre il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato di un confronto su cinque punti con le parti sociali. “La comune assunzione di responsabilità dia luogo a un tavolo operativo in modo da accelerare i cambiamenti che servono alla crescita. Tutti insieme – dice il responsabile del Welfare – possiamo superare le resistenze corporative anche con opportune compensazioni o gradualità. Ci attendiamo che diventi un tavolo facilitatore”.
Per prima cosa, spiega Sacconi, “occorre ridurre le tasse con il disegno di legge delega, sostenere l’ internazionalizzazione delle imprese attraverso l’integrazione tra struttura diplomatica e rete Ice, stimolare l’impiego dei giovani attraverso la norma sul forfait del 5% e infine avviare una stagione di liberalizzazioni e privatizzazioni”. Secondo punto, “occorre monitorare gli investimenti alle imprese” e “vanno superati tutti i colli di bottiglia che rallentano la realizzazione delle opere pubbliche”. Il terzo argomento, prosegue il ministro, “riguarda il ruolo delle banche e della finanza di impresa: bisogna esaminare quali fondi pubblico-privati sono stati avviati”. Il quarto punto in agenda “sono le relazioni industriali, e quindi gli ammortizzatori sociali e la gestione delle crisi, compreso lo statuto dei lavori. Un aspetto significativo – sottolinea Sacconi – riguarda anche il tema della tregua sociale e quindi come regoliamo lo sciopero in presenza di investimenti. Infine la detassazione e la decontribuzione della parte del salario espressa dalla contrattazione locale”. Il quinto tema del confronto, conclude, è “la sobrietà democratica”, ovvero il taglio dei costi della politica.
Non sembra caduto nel vuoto dunque l’appello lanciato settimana scorso dalle parti sociali. Pur tra mille difficoltà, il dialogo sembra prossimo a una svolta. Ad avviare i contatti il segretario del PdlAngelino Alfano, che si è detto disponibile anche a un confronto con l’opposizione. Mentre il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, in un’intervista al Corriere della Sera, ha parlato di un confronto su cinque punti con le parti sociali. “La comune assunzione di responsabilità dia luogo a un tavolo operativo in modo da accelerare i cambiamenti che servono alla crescita. Tutti insieme – dice il responsabile del Welfare – possiamo superare le resistenze corporative anche con opportune compensazioni o gradualità. Ci attendiamo che diventi un tavolo facilitatore”.
Per prima cosa, spiega Sacconi, “occorre ridurre le tasse con il disegno di legge delega, sostenere l’ internazionalizzazione delle imprese attraverso l’integrazione tra struttura diplomatica e rete Ice, stimolare l’impiego dei giovani attraverso la norma sul forfait del 5% e infine avviare una stagione di liberalizzazioni e privatizzazioni”. Secondo punto, “occorre monitorare gli investimenti alle imprese” e “vanno superati tutti i colli di bottiglia che rallentano la realizzazione delle opere pubbliche”. Il terzo argomento, prosegue il ministro, “riguarda il ruolo delle banche e della finanza di impresa: bisogna esaminare quali fondi pubblico-privati sono stati avviati”. Il quarto punto in agenda “sono le relazioni industriali, e quindi gli ammortizzatori sociali e la gestione delle crisi, compreso lo statuto dei lavori. Un aspetto significativo – sottolinea Sacconi – riguarda anche il tema della tregua sociale e quindi come regoliamo lo sciopero in presenza di investimenti. Infine la detassazione e la decontribuzione della parte del salario espressa dalla contrattazione locale”. Il quinto tema del confronto, conclude, è “la sobrietà democratica”, ovvero il taglio dei costi della politica.
Bla, bla, bla, welfare....parole, parole, parole....
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