Due salme con forti contusioni al capo, fratture per quattro sopravvissuti, ferite lacero contuse per altri sei. Gli extracomunitari raccontano: ''volevano uscire, li abbiamo ricacciati sotto''. La procura di Agrigento ha sequestrato il barcone e disposto l'autopsia delle salme per verificare se la rissa e' esplosa in acque di competenza italiana.
LAMPEDUSA – ''Volevano uscire, non avevano piu' aria, ma la loro presenza in coperta avrebbe compromesso la stabilita' del barcone. E li abbiamo ricacciati sotto''. Il racconto drammatico dei sopravvissuti, protagonisti di una mega rissa esplosa a bordo quando i 25 extracomunitari costretti nella stiva senza aperture hanno tentato di tornare in coperta per evitare il soffocamento, e' uno degli elementi su cui sta lavorando la procura di Agrigento che ha ricevuto i primi referti medici dei cadaveri e di dieci dei sopravvissuti medicati al Poliambulatorio dell’isola: due dei morti presentano, infatti, lesioni alla testa compatibili con dei colpi inferti con un corpo contundente, quattro dei sopravvissuti medicati hanno fratture in varie parti del corpo e vaste ferite lacero contuse alla testa. Interrogati dalla polizia, i dieci clandestini avrebbero confermato lo scontro a bordo scatenato dalla mancanza d’aria nella stiva. I particolari del racconto sono agghiaccianti: piu’ che dalla mancanza di posto in coperta, nell’imbarcazione di 15 metri con 271 persone ammassate l’une accanto alle altre, gli extracomunitari erano preoccupati che gli occupanti della stiva, salendo in coperta, potessero determinare movimenti inconsulti in tutti gli altri passeggeri compromettendo la stabilita’ del barcone. Non ha trovato conferma, invece, la notizia secondo cui uno dei clandestini sarebbe stato gettato a mare durante il viaggio. Sono in corso di identificazione gli scafisti, e si sta verificando, anche attraverso l’autopsia, se la rissa mortale e’ avvenuta in acque internazionali. I reati ipotizzati, al momento a carico di ignoti, sono omicidio come conseguenza di altro reato e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Titolare del fascicolo è il sostituto procuratore Giacomo Forte che ha sequestrato il barcone, tuttora vigilato in un angolo del porto dell’isola.
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