domenica 15 gennaio 2012

Tragedia della disperazione nel palermitano, falegname disoccupato si suicida.



Palermo - (Adnkronos) - L'uomo, spostato e padre di due figli, si è impiccato nel balcone della propria abitazione, nel centro storico di San Giuseppe Jato. "Si era presentato al Comune alcuni giorni fa, parlando del suo dramma - racconta il sindato Giuseppe Siviglia - La disoccupazione dilaga e noi impegnati in prima linea siamo impotenti rispetto a questi seri problemi''.


Palermo, 14 gen. - (Adnkronos) - Un disoccupato di 63 anni si e' suicidato stanotte a San Giuseppe Jato. L'uomo, ex falegname, spostato e padre di due figli, si e' impiccato nel balcone della propria abitazione in via Ruggero, nel centro storico del paese. "Si era presentato al Comune alcuni giorni fa, parlando del suo dramma - racconta il sindato di san Giuseppe Jato, Giuseppe Siviglia, che e' anche vicepresidente di Anci Sicilia -. La disoccupazione dilaga e noi impegnati in prima linea siamo impotenti rispetto a questi seri problemi, in cui sembra che la nostra classe dirigente, a livello nazionale e regionale, non riesca ad immedesimarsi".
Per Siviglia si tratta di "un altro segnale inquietante provocato dall'assenza di posti di lavoro. Inviterei i nostri governanti a seguire gli amministratori locali per capire quali sono le vere esigenze e i drammi che giorno dopo giorno si consumano. Abbiamo assistito a gesti estremi compiuti anche da imprenditori, che non hanno piu' potuto adempiere ai propri doveri. Proprio giorni fa mi ero attivato per sensibilizzare attraverso i nostri deputati di Grande Sud il ministero dell'Economia, relativamente ai fondi Fas - continua il primo cittadino -, con l'intento di autorizzare le municipalita' che ne abbiano le condizioni, ad anticipare detti fondi, per iniziare i lavori gia' appaltati e quindi creare occupazione".
"Inoltre - conclude il sindaco - e' indispensabile che vengano esonerati dal computo del patto di stabilita' tutti gli investimenti, mentre le azioni di repressione relative agli evasori devono essere incentivate verso le categorie di contribuenti che costruiscono le proprie fortune proprio sull'evasione fiscale".


Naufragio: in carcere il comandante. Tre i morti, si cercano 41 dispersi.







21:44 14 GEN 2012 
(AGI) - Porto Santo Stefano, 14 gen. - Il procuratore di Grosseto ha posto in stato di fermo Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia, naufragata a largo dell'isola del Giglio. Il comandante e' stato trasferito nel carcere di Grosseto.
I capi di imputazione sono omicidio colposo plurimo, naufragio e abbandono della nave.
Il legale del comandante, all'uscita della caserma dei carabinieri di Orbetello, ha riferito che e' stato emesso un provvedimento di fermo e verra' fissata dal gip la data dell'interrogatorio di garanzia.
Finora il bilancio della tragedia al largo dell'isola del Giglio e' di 3 vittime, due francesi e un peruviano; i feriti sono 67.
 
I VIDEO DEL RELITTO 1 - 4 - 5
UNITA' DI CRISI: DA RINTRACCIARE 41 PERSONE
E' di 41 persone la differenza tra gli imbarcati sulla Costa Concordia e i passegegri soccorsi. Lo ha riferito l'unita' di crisipresieduta dal prefetto di Grosseto, Giuseppe Linardi. "Dopo una serie di verifiche e controlli incrociati, al momeno ci risultano i seguenti numeri: 4232 sono le persone imbarcate sulla nave, secondo l'elenco fornito da Costa Crociere. Ci risultano censite finora un totale di 4191 persone, transitate dal centro e identificate a Porto santo Stefano. La differenza e' quindi di 41 unita'". "Non e' detto, tuttavia, che si tratti di dispersi: stiamo lavorando per verificare ogni eventualita'".
I feriti risultano 61, due dei quali gravi e 26 gia' dimessi in giornata. 
Il comandante della Guardia Costiera Cosimo Nicastro ha smentito le voci che parlavano di 40 morti: "e' una notizia che non mi risulta", ha spiegato.
  Nella parte della nave gia' ispezionata non sono state ritrovate altre vittime, oltre ai tre uomini morti per annegamento. "Oggi non c'e' stato alcun ritrovamento e questo ci fa sperare", ha concluso.
 
UNITA' DI CRISI, IDENTIFICATE LE TRE VITTIME
"Si e' risaliti, in via presunta, all'identificazione delle generalita' delle 3 vittime, attraverso i tesserini nominativi che custodivano indosso. Si tratterebbe di: Servel Francis; Micheaud Jean-Pierre- entrambi di nazionalita' francese - e Thomas Alberto Costilla Mendoza, di nazionalita' peruviana, che faceva parte dell'equipaggio. La Magistratura ha autorizzato la comunicazione dei nomi". E' quanto si legge in una nota dell'unita' di crisi presieduta dal prefetto di Grosseto, Giuseppe Linardi.
 
MINISTERO INFRASTRUTTURE AVVIA INDAGINE
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, "in stretto raccordo con il comando generale della Capitaneria di Porto", ha avviato un'indagine ministeriale per accertare le dinamiche, le cause, ed eventuali responsabilita' dell'affondamento della nave 'Costa Concordia'. Lo annuncia un comunicato del dicastero, dove si aggiunge che il vice ministro Mario Ciaccia e le strutture tecniche del ministero sono in costante contatto da stamane con la competente capitaneria per assicurare il massimo supporto del Mit alle operazioni di gestione dell'emergenza. E' detto inoltre che "nel corso delle operazioni, il Comandante della Capitaneria di porto di Livorno ha provveduto a mettere in sicurezza la nave per evitare fuoruscite di sostanze inquinanti, anche attraverso il travaso del prodotto verso altre unita'".

sabato 14 gennaio 2012

Nave Costa, il sindaco dell'Isola del Giglio: "La Concordia era fuori rotta per un saluto"







"Molte navi passano dal Giglio a salutare con un fischio di sirena gli abitanti dell'isola - ha aggiunto -. Ma questa volta è andata male".


23:22 -La Costa Concordia sarebbe stata fuori rotta. Lo ha spiegato il sindaco dell'Isola del Giglio, Sergio Ortelli, ipotizzando la dinamica del tragico incidente. L'imbarcazione avrebbe prima sbattuto contro uno scoglio dell'isoletta Le Scole e poi sarebbe stata fatta arenare verso il porto per limitare i danni. "Molte navi passano dal Giglio a salutare con un fischio di sirena gli abitanti dell'isola - ha aggiunto -. Ma questa volta è andata male".
Il primo impatto, stando a Ortelli, sarebbe avvenuto a  circa 500 metri di distanza dall'Isola del Giglio, poi il comandante avrebbe preso "astutamente la decisione di  portare la nave verso il porto in una zona di basso fondale dove effettivamente si è adagiata ". La rotta delle navi che da Civitavecchia ''risalgono'' verso la Liguria, tuttavia, conferma il sindaco, è a circa 2-3 miglia dall'isola. La Costa Concordia, quindi, sarebbe stata fuori rotta. 
''Sa - ha spiegato Ortelli -, molte navi passano dal Giglio a salutare con un fischio di sirena gli abitanti dell'isola. E' uno spettacolo molto bello vedere da terra la nave illuminata e anche dalla nave e' suggestivo guardare l'isola nel buio, con tutte le luci accese. Ma questa volta è andata male''.

Fisco, Roma come Cortina Finanza in vie dello shopping.



fisco, Roma, shopping


190 multe per mancata emissione di scontrini e ricevute fiscali. Il blitz delle Fiamme Gialle nella Capitale. Quasi il 50% dei negozi 'visitati' non è risultato in regola.



Anche le strade dello shopping di Roma, esattamente come quelle di Cortina, sono finite nel mirino della Guardia di Finanza. Il blitz delle Fiamme Gialle ha consentito di rilevare 190 violazioni legate alla mancata emissione di scontrini e di ricevute fiscali su un totale di 405 controlli effettuati: praticamente quasi il 50% degli esercizi visitati non è risultato in regola. Il bilancio dell'attività, che ha portato anche al sequestro di 500 mila prodotti contraffatti, è il risultato di un minuzioso lavoro attuato per tutta la giornata da 250 militari in borghese. Gli 007 del fisco hanno operato in quattro zone della città: sono state passate al setaccio tutte le vie del centro storico, quelle delle vetrine di lusso, la zona Colombo-Marconi all'Eur, così come quella di via della Conciliazione-via Cola di Rienzo nel quartiere Prati e sul litorale di Ostia. L'operazione, ha spiegato la Guardia di Finanza, ha avuto l'obiettivo non solo di tutelare gli operatori economici 'regolarì dalla sleale ed illecita concorrenza degli abusivi e di coloro che vendono merci fuori norma, ma anche «quello di evitare che gli esercenti che rispettano gli obblighi di emissione dei documenti fiscali finiscano con il risultare indebitamente 'svantaggiatì rispetto a loro concorrenti che violano le norme tributarie». Prima del blitz di oggi, le violazioni riscontrate nella capitale, dall'inizio dell'anno, per omessa emissione di scontrini fiscali, erano state 168. Nel complesso, lo scorso anno sono stati eseguiti ventimila controlli e le violazioni sanzionate erano state 9.100. Rilevante il numero dei prodotti contraffatti sequestrati: 80 mila solo dall'inizio dell'anno. Sulla via Prenestina, in un deposito gestito da un ambulante, sono stati scoperti 113 mila orologi falsi pronti per essere venduti sul web. Le Fiamme Gialle hanno avviato controlli a largo raggio in diverse città italiane. La caccia all'evasore, accompagnata da non poche polemiche, era partita da Cortina d'Ampezzo in occasione delle feste di Capodanno. A Roma, dopo l'operazione di oggi, gli uomini della Guardia di Finanza annunciano per la prossima settimana altri controlli a tappeto anche in tutta la provincia.

SCRITTE DIVERTENTISSIME (VERE) TROVATE IN GIRO PER NAPOLI...



http://casalingafb.blogspot.com/2012/01/scritte-divertentissime-vere-trovate-in.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+blogspot%2FpLEFQ+%28.%29&utm_content=FaceBook

Alcoa, azienda conferma chiusura Sardegna.



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ROMA (Reuters) - Il colosso mondiale dell'alluminio Alcoa ha confermato oggi l'intenzione di avviare le procedure di mobilità per l'impianto sardo di Portovesme, rifiutanto una proposta di mediazione del ministero dello Sviluppo economico.
"Il governo ha tentato una mediazione chiedendo ad Alcoa di ritirare le procedure di mobilità (per oltre 500 dipendenti), mentre si cercano soluzioni per mantenere la continuità della produzione, ma l'azienda ha rifiutato", ha detto ai cronisti Fabio Enne, della Cisl del Sulcis, aggiungendo che il governo prevede di riconvocare le parti entro una decina di giorni.
Il rifiuto di Alcoa, ha detto una nota del ministero per lo Sviluppo economico, "appare inspiegabile", anche perché il governo si era detto disponibile ad avviare un confronto, anche a livello europeo, per l'eventuale proroga dello sconto sulla bolletta energetica dello stabilimento in vigore dal 2010.
"Il Ministero solleciterà nei prossimi giorni l'azienda a riconsiderare la scelta operata e ad attivare un percorso di gestione della vertenza condiviso con istituzioni e sindacati", prosegue la nota.
Dal canto suo Alcoa ha affermato di aver apprezzato "l'opportunità" del vertice di oggi, aggiungendo però che è disponibile "fin da subito ad avviare le consultazioni nell'ambito della procedura di mobilità e parteciperà attivamente e costruttivamente per individuare le soluzioni più appropriate per le persone coinvolte e la comunità".
"Non possiamo accettare un rinvio, abbiamo rifiutato la proposta di posticipare l'inizio della procedura di mobilità", ha detto oggi a Reuters Alessandro Profili, responsabile per gli affari europei di Alcoa, aggiungendo che gli alti costi dell'elettricità non rappresentano l'unica ragione per chiudere lo stabilimento di Portovesme, uno dei più costosi del gruppo.
Profili ha detto inoltre che Alcoa non intende chiudere l'altro stabilimento che ha in Italia, quello di Fusina, vicino a Venezia, che è ben integrato nel gruppo.
"A Fusina non succederà nulla", ha detto.
Nei giorni scorsi l'azienda ha annunciato la chiusura dell'impianto sardo e di almeno un altro in Spagna citando gli alti costi energetici e i bassi prezzi dell'alluminio.
L'azienda ha già beneficiato negli anni passati di aiuti dal governo sotto forma di sconti sulle tariffe energetiche, considerati dalla Corte europea di giustizia aiuti di stato illeggittimi, e quantificati in circa 295 milioni di euro.
Secondo stime di settore, nel solo 2011 le riduzioni tariffarie che hanno avvantaggiato Alcoa e altre aziende a forte impatto energetico sono costate circa 80 milioni di euro ai contribuenti italiani.
Vincenzo Scudiere della Cgil ha parlato di "irresponsabilità totale dell'azienda" e ha detto che ora "si tratta di definire quali sono le azioni che il sindacato metterà in campo" per evitare la chiusura del'impianto.
Secondo i sindacati, la decisione della Alcoa mette a rischio 1.500 posti di lavoro, compresi quelli dell'indotto.
"Un atteggiamento irragionevole, di cui prendo atto con sgomento", detto il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, dopo la riunione di oggi, in un comunicato.
"Le regole del gioco non sono solo quelle dei mercati finanziari, ma anche quelle che impongo di fare impresa nel rispetto delle ricadute in termini economici e sociali nel territorio. Non voglio pensare che a Pittsburgh (sede di Alcoa) queste regole di natura etica siano diverse da quelle che vigono in Italia".
(Massimiliano Di Giorgio, Svetlana Kovalyova)

Cancellavano le tasse degli amici: maxi truffa all’Agenzia delle Entrate.




Entravano nel sistema usando sempre lo stesso nome, quello di uno dei tre.
E cancellavano le cartelle esattoriali dei contribuenti. Pratiche mai pagate che sparivano dal sistema. Per sempre. Come se non fossero mai esistite. Uno scherzetto che è costato all’Erario oltre 2 milioni di euro e che ha coinvolto le pratiche di 125 contribuenti. Per questo il gip Donatella Pavone ha sospeso dal servizio tre dipendenti dell’agenzia delle entrate, ufficio Roma 6 Via Canton, con l’accusa di frode informatica e sostituzione di persona. Una misura cautelare che il gip ha ritenuto necessaria perchè i tre indagati, due uomini e una donna, sono ancora in servizio presso l’agenzia. 
L’inchiesta, affidata ai finanzieri del nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie è coordinata dal p.m. Eugenio Albamonte, è iniziata per una denuncia di due dirigenti dello stesso ufficio. Nelle pratiche c’era qualcosa che non andava, i conti non tornavano. 
E’ iniziato così un minuzioso lavoro di ricerca tra computer e pratiche che ha inchiodato i tre. 
Che, usando la password di uno di loro e organizzandosi in modo da cancellare le cartelle nel giorno in cui lui non era al lavoro (fornendogli cosi la giustificazione a cui i magistrati non hanno creduto di un furto di password) hanno sottratto al fisco oltre 1 milione e 700 mila euro per l’anno 2004 e quasi 600 mila euro per il 2005. Gli indagati, davanti al giudice, hanno negato ogni addebito, ma le prove sono secondo l’accusa, schiaccianti. 
Impossibile dire ora, ma le indagini sono ancora in corso, se i contribuenti sapessero di quel giochetto, se ne abbiano usufruito consapevolmente, magari a fronte di qualche mazzetta. 
O se, invece, siano completamente ignari e magari il tutto sia stato organizzato dagli studi di consulenza a cui si erano affidati: tutte le pratiche cancellate sono riconducibili a tre o quattro uffici. Nonostante il sospetto sia fortissimo, gli investigatori non sono riusciti a dimostrare il pagamento di mazzette. 
Così come al momento ancora non sono stati scoperti altri eventuali dipendenti che facessero parte della banda. Anche se stando al gip, non è escluso che ci fossero altri complici che, però, non sono stati identificati. 
Una cosa è certa: consapevoli o no, i contribuenti che hanno usufruito delle cancellazioni, ora dovranno pagare.