lunedì 30 gennaio 2012

THE ITALIAN WAY. - di Eugenio Benetazzo.



Eugenio Benetazzo



Il nostro paese soffre di una malattia congenita sin dalla sua nascita: la sindrome nimby (not in my backyard). Siamo tutti pronti ad alzare la voce per richiedere ed esigere grandi cambiamenti e le tanto sospirate riforme di cui sentiamo parlare ormai da almeno due decenni, tuttavia importa solo che queste riforme non ridimensionino, incidano o compromettano il nostro orticello di casa o la nostra sfera personale. Vista l'escalation di lamentale, disagi e proclami da quasi tutti i contribuenti, risparmiatori, imprenditori, professionisti e pensionati possiamo percepire che la nazione è sulla via del cambiamento, rinnovamento e speriamo a breve anche del miglioramento. Ma davvero credevate di riformare il paese senza creare malessere e dissidi per milioni di italiani ?


Nella penisola a forma di stivale ci sono centinaia di caste, al cui confronto quella politica è veramente poca cosa, ed è proprio per questo che siamo stati imballati per decenni, a causa di convenienze e piaggerie sempre di parte, indissolubili e radicate nel territorio in ogni forma e sorta. Alla fine siamo quasi tutti mafiosi se ci pensate, ed essere mafiosi non significa sparare con la lupara indossando la coppola, ma difendere e proteggere con l'arroganza un privilegio da qualcuno (etimologicamente il termine “mafia” deriva dalla parola islamica “mahyas” ovvero arroganza e prepotenza). Il nostro passato storico e la nostra genetica antropologica ci dimostra che noi italiani della rappresentanza democratica, del confronto dialettico, della critica costruttiva, della concertazione collettiva non ce ne facciamo proprio niente. Anzi, più diamo spazio a queste rappresentazioni di governance democratica (almeno sulla carta), più ci facciamo male.


Siamo una pseudo nazione nata dall'aggregazione forzata di venti popolazioni obbligate a stare assieme con cultura, tradizioni, costumi ed usanze una diversa dall'altra. Per questo motivo abbiamo avuto bisogno in diversi momenti della nostra storia di un imperatore, di un feudatario, di un aristocratico, di un duce, di un tycoon televisivo ed oggi di un primo ministro tecnico. Nel nostro subconscio, da italiani abbiamo bisogno di qualcuno che “antidemocraticamente” dall'alto dei cieli ci dica “così si deve fare e così si fa”. Anche se sembra un pensiero brutale, purtroppo rappresenta una verità scomoda e inconfutabile. Con grande presunzione, dopo la delusione del decreto Salva Italia, con il decreto Cresci Italia il paese avvertirà dei benefici sostanziali già entro i prossimi due anni. Mi auguro che anche il mercato del lavoro sia oggetto di una così forte stringente riforma strutturale. Ogni cambiamento solitamente preoccupa chi ha privilegi, chi ha qualcosa da difendere, chi ha vissuto senza correre grandi rischi o beneficiato di posizioni di rendita.


Certo alcuni punti di questi interventi potevano essere gestiti con diverse tempistiche e modalità di attuazione (vedi il caso delle licenze ai taxi), ma ancora una volta emerge lo spirito dell'italian way: siamo bravissimi tutti a criticare, ma sono veramente pochi quelli che poi sanno governare. Il calcio insegna: sessanta milioni di opinionisti e contestatori contro un solo allenatore della nazionale. Sul fronte bancario potremmo proporre lo stesso assunto: il decreto Salva Italia (o meglio dire Salva Banche) ha rappresentato non una delle possibili manovre da intraprendere, ma l'unica manovra da proporre, nonostante lo scontento e il mormore popolare ovvero salvare anche con interventi palesemente di parte, manovre di cortesia e di indubbio favore il sistema bancario italiano e non solo. Scusate, tra di voi vi è qualcuno che desidera ardentemente che la sua banca fallisca, l'euro affondi e i suoi risparmi accantonati da una vita si polverizzino ?


Come Henry Paulson per gli USA nel 2008 anche Mario Monti ed il suo contestato governo ha fatto quello che si doveva fare per salvare la pompa del sistema economico: ovvero mettere a disposizione delle banche l'intera economia nazionale, dando il tempo e gli strumenti necessari per riprendersi, nell'interesse indiretto anche di tutti i detentori di risparmio. Forse si sarebbe potuto gestire il tutto con un diverso approccio, magari congelando gli interessi sui titoli di stato detenuti dagli investitori non residenti, ma alla fine dobbiamo anche comprendere che quest'uomo è stato imposto non solo per salvare le banche europee, ma anche e soprattutto per proteggere l'integrità strutturale dell'euro a fronte del subdolo attacco portato avanti dagli Stati Uniti per indebolire la nostra divisa, destinata a compromettere l'egemonia valutaria del dollaro nei nuovi paesi che in futuro traineranno l'economia planetaria.


Per quanto concerne dopo i poteri forti e le ossessive tesi complottistiche  sbandierate da alcuni talk show italiani e i loro conduttori, forse ci si dovrebbe soffermare a riflettere se veramente si può oggi parlare di complotto dell'Europa contro l'Italia. Al momento attuale casomai mi sento di dire che è l'Italia a potersi permettere, se volesse, di complottare contro l'Europa, se ci pensate infatti i tre uomini istituzionali più potenti del momento sono proprio italiani. Mario Draghi alla BCE, Mario Monti in Italia (pensate all'accoglienza ed al consenso che ha ricevuto al London Stock Exchange) e Andrea Enria all'EBA (la nuova autorità di vigilanza bancaria in Europa). Con il recente downgrade della Francia e la perdita continua di consenso della Merkel in Germania, la maggior parte di noi non se ne è ancora accorta, ma dopo l'era Berlusconi, il nostro peso, ingerenza e prestigio in Europa come italiani sta sorprendentemente cambiando. Anche a nostro favore.



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ANAM: La verità "GIGGI ZANAZZO" (1893)










Na gavetta de granci giornalisti,
che rajeno carote a chi li paga;
‘na voja de fregasse che s’allaga;
ingiustizie e spettacoli mai visti,
deputati magnoni e pagnottisti,
fregnacce d’agguantasse co’ la draga,
ministri frammassoni e camorristi
che nun fan’altro che ingrossà la piaga.
Conocchie, preti, gente che s’addanna,
strozzini, tasse, giudici vennuti…
e in fonno er vaticano che comanna.
Er merito che mòre su la paja
e la grolia che ghigna a li cornuti:
ecco le condizioni de l’Itaja.
(1893)


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La banca non ha informato sui rischi e il giudice la condanna.



L’insegna di Lehman Brothers


Da Ariano Irpino arriva una sentenza che potrebbe fare giurisprudenza. Il giudice Rocco Abbondandolo ha dato ragione ad un cliente che nel gennaio del 2008 aveva sottoscritto 55 mila euro di obbligazioni di Lehman Brothers. Secondo il magistrato, Fineco, l’istituto che gli ha venduto i titoli, ha omesso di informarlo sulla rischiosità dell’operazione ed è quindi tenuto a restituire il capitale con gli interessi e la rivalutazione: totale 80 mila euro.

Per molti economisti chi ha lasciato fallire nel settembre del 2008 la Lehman Brothers ha commesso l’errore degli errori. Da lì è partita la grande crisi dei mutui subprime che ha affondato il castello di carte della finanza e a cascata l’economia reale. Insomma se oggi siamo appesi agli spread e il debito pubblico è diventato un macigno insostenibile buone colpe vanno ricercate anche in quel crack e in chi non lo ha evitato. La pensano allo stesso modo i circa 200mila risparmiatori italiani che da tre anni e mezzo stanno lottando per provare a riportare a casa almeno una parte dei circa 2 miliardi che hanno investito nelle polizze unit linked e nei bond legati alla della banca d’affari americana.
Dagli inizi di gennaio, però, il popolo dei traditi dai fratelli Lehman ha qualche motivo in più per sorridere. La buona novella gli arriva da Avellino (precisamente Ariano Irpino) dove il giudice Rocco Abbondandolo ha dato ragione al cliente che nel gennaio del 2008 aveva sottoscritto 55 mila euro di obbligazioni dell’istituto Usa. È la prima volta e la sentenza potrebbe fare giurisprudenza. Secondo il magistrato, Fineco, l’istituto che gli ha venduto i titoli, ha omesso di informarlo sulla rischiosità dell’operazione ed è quindi tenuto a restituire il capitale maggiorato degli interessi e della rivalutazione: totale 80 mila euro.
«Fineco – spiega Angelo Castelli, l’avvocato di Formia che ha riportato il successo, uno dei massimi esperti del risparmio, può vantare 200 cause vinte sulle obbligazioni argentine, Cirio e Parmalat – ha aderito a Patti Chiari (il sistema di autoregolamentazione dell’industria bancaria) e quindi aveva degli obblighi convenzionali che evidentemente non ha rispettato». Cioè? «Secondo il giudice esistevano degli elementi oggettivi che facevano capire le difficoltà della Lehman e la banca doveva avvertire il cliente dei rischi (anche successivamente alla sottoscrizione del titolo) nonostante il rating fosse affidabile». Quali sono questi elementi? «Innanzitutto l’andamento dei Cds (assicurazione sull’insolvenza dell’emittente ndr) in salita a partire dal 2007 e poi la riduzione della forza lavoro, nello stesso anno la Lehman aveva licenziato quasi il 10% dei suoi dipendenti». Morale della favola: poco importa che il cliente fosse un professionista (un medico), per il giudice la sua esperienza non può essere in nessun modo equiparata a quella della banca che dunque è tenuta a pagare.
E adesso cosa succede? Secondo il legale, si aprono grandi spazi. La sentenza di Ariano Irpino, che costituisce un precedente, che si aggiunge ad un altro di qualche mese fa: «Avevo ottenuto il rimborso stragiudiziale di una polizza unit linked legata all’istituto americano per 52 mila euro (contro banca Network investimenti ndr)». Ora «abbiamo un precedente importante sulle obbligazioni semplici sottoscritte da buona parte dei risparmiatori italiani rimasti incagliati nel crac della Lehman. In questo momento ne rappresento circa 150».
Il consiglio del legale è quello di fare causa. Ma ovviamente ha maggiori possibilità di successo chi ha sottoscritto il bond nel 2008, ha trattato con un istituto aderente a Patti Chiari e soprattutto non ha firmato nessuna liberatoria che gli precludesse la via legale. Come da copione, infatti, anche agli investitori traditi da Lehman è stato offerto un piano di ristrutturazione volontaria per rientrare in parte dei soldi investiti, ma in alcuni casi è successo che ai clienti oltre al modulo di adesione fosse presentato un documento con il quale si escludeva ogni possibilità di portare l’istituto in tribunale. Chi l’avesse firmato può dire addio ai sogni di gloria.

INGHILTERRA: STRANE SFERE BLU GELATINOSE CADONO DAL CIELO...



Un uomo, nel Dorset, è attonito dopo aver trovato nel suo giardino delle piccole sfere blu cadute dal cielo. Steve Hornsby di Bournemouth ha detto che le sfere di 3 cm circa sono "piovute giù" mercoledi pomerigggio, dopo una grandinata. 

Di queste sfere ne ha trovate una dozzina nel suo giardino. Ha detto: Sono difficili a raccogliere . Ho dovuto prendere un cucchiaio per cacciarle dentro un vasetto di vetro". (che pessima idea fare tutto a mani nude... ndt) 

L'ente meteo ha detto che "la sostanza gelatinosa non è metereologica". Mr Hornsby, ex ingegnere aeronautico, ha detto: "IL cielo era diventato veramente d un giallo scuro Mentre ero ucito per andare nel garage c'è stata una grandinata istantanea di alcuni secondi, poi ho pensato "che roba è quella nell'erba"? 

Girando poi per il giardino ha trovato che molte piccole sfere erano state sparse nell'erba. Ha detto:"Hanno un guscio esterno ed un nucleo soffice, ma sono inodore e non sono collose nè non si sciolgono". 

Mr Hornsby ha detto di tenere le sfere nel suo frigorifero (che pessima idea... ndt) e nel mentre cerca di capire che sono... 


domenica 29 gennaio 2012

Milano, nuovi controlli nei negozi in centro boom di scontrini durante il blitz nella notte




Un altro intervento nelle strade del centro dopo quello scattato nei locali della movida 

e che, secondo i primi dati, avrebbe portato a scoprire lavoratori in nero e clandestini.



I militari del comando provinciale della guardia di finanza hanno effettuato controlli antievasione in ristoranti, bar e negozi in varie zone del centro di Milano. Il nuovo blitz è scattato poche ore dopo quello effettuato nella notte lungo le vie della movida. Al setaccio locali e negozi in corso Vittorio Emanuele, corso Buenos Aires, via Paolo Sarpi e in altre zone centrali o semicentrali della città. Secondo le prime indiscrezioni, sugli oltre 120 controlli messi a segno sabato notte si sono registrate "evidenti incongruità" nell'emissione di scontrini. Numerosi anche i lavoratori in nero, riscontrati dagli accertamenti degli ispettori Inps che hanno preso parte al blitz, fra i quali figurerebbero anche alcuni clandestini.

La guardia di finanza in centro Il blitz nelle vie della movida Gli ispettori in azione Palazzo Marino a caccia di evasori.



Come a Cortina erano stati gli albergatori e i possessori di  auto di lusso ad essere controllati e a Roma i negozianti delle vie dello shopping, a Milano l'Agenzia delle entrate ha deciso di battere i distretti simbolo della movida, con l'aiuto dei vigili che, contemporaneamente, fermavano in strada auto di grossa cilindrata per verificare che fossero intestate ai reali utilizzatori e non, magari, a società. Duecento i locali controllati in quei quartieri dove ogni sera si ammucchiano le auto in seconda fila, dove i cocktail costano 10 euro e non sempre lo scontrino è certo.
L'operazione, scattata in simultanea alle 20,30 in tutte le zone più frequentate dai giovani, ha coinvolto più di 200 accertatori dell'Agenzia delle entrate, aiutati da decine di vigili urbani e vigili del fuoco. Al momento sono state accertate violazioni relative al mancato aggiornamento dei registri contabili, incongruità con i dati dichiarati per gli studi di settore (per esempio il numero di locali, il numero del personale e così via) ai fini della redditività presunta, irregolarità nell'emissione degli scontrini e presenza di un centinaio di dipendenti non regolari.


Il Codacons plaude all'iniziativa. "I blitz come quello a Cortina, Roma e ora a Milano non solo sono sacrosanti, ma chiediamo siano ripetuti a ogni fine settimana, a turno, nelle varie città a vocazione turistica o dove c'è la movida, per quanto riguarda ristoranti, bar e locali notturni", ha dichiarato il presidente Marco Maria Donzelli. "Inoltre vanno estesi a tutti i giorni della settimana per quanto riguarda anche le altre categorie a rischio evasione, dalle grandi imprese ai gioiellieri, che dichiarano in media 13.500 euro all'anno".


http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/01/29/news/milano_boom_di_scontrini_durante_il_blitz_nei_locali_lavoratori_in_nero_e_clandestini-28955342/

Scalfaro al festival del Diritto: “Parlamento pezzente. Democrazia defunta”. - di Massimo Paradiso e Martina Castigliani


Il presidente emerito parla di Costituzione in una video intervista rilasciata a Stefano Rodotà proiettata al festival del Diritto a Piacenza. E Rosy Bindi rincara la dose: "Sottoposti alla dittatura della maggioranza".
“Se il Parlamento è vivo la democrazia è certa, se il Parlamento è povero o pezzente, come oggi, allora c’è da dubitare molto che ci sia democrazia”. L’analisi impietosa è di Oscar Luigi Scalfaro ed è un passaggio della videointervista che è stata realizzata da Stefano Rodotà e trasmessa questa sera per la prima giornata del Festival del Diritto, a Piacenza fino a domenica.

“Chi ha fatto parte dell’Assemblea Costituente ha mantenuto nella carne viva il marchio della Costituzione – ha detto ancora l’ex presidente della Repubblica – noi avevamo, vorrei dire quasi naturalmente, per essere stati all’Assemblea Costituente il senso del Parlamento, della democrazia parlamentare. La Dc ebbe il culto del Parlamento. Il Parlamento come marchio di fabbrica di una democrazia, indice di quanto la democrazia è entrata dentro il Paese, starei per dire di come la democrazia si è incarnata nelle persone. Oggi guardare il Parlamento è una desolazione gravissima. Oggi purtroppo si può sostenere che la democrazia è defunta e defunta malamente”.
E rispondendo a una domanda sullo stato della moralità pubblica, Scalfaro ha rincarato: “Leggendo le cronache dei giornali, sembra che ogni giorno nascano a centinaia i nuovi profittatori, i nuovi ladri, le persone che nel momento in cui si avvicinano a un incarico, a una responsabilità, pensano per prima cosa a rubare, a tradire. Una cosa che fa spavento. La corruzione dilaga come una peste bubbonica”.

A commentare la video intervista, durante la tavola rotonda “I valori della Costituzione”, anche Rosy Bindi: “Siamo in una situazione molto complicata perché questo è un Parlamento di nominati sottoposto alla dittatura della maggioranza”. Una maggioranza che, prosegue la Democratica, “impone numeri e con i numeri decide anche contro il rispetto fondamentale delle regole. C’ è un parlamentare che ha approfittato dell’istituto dell’immunità per assicurarsi impunità e questa è una ulteriore prova che c’è qualcuno meno uguale degli altri davanti alla legge”.

Fisco: controlli in centro a Milano.



Via Montenapoleone a Milano in una foto di archivio



I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza stanno effettuando controlli 'anti-evasione' in ristoranti, bar e negozi in varie zone.


MILANO - I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza stanno effettuando controlli 'anti-evasione' in ristoranti, bar e negozi in varie zone del centro di Milano.
Anche un blitz nei locali della movida ieri a Milano. Funzionari dell'agenzia delle Entrate hanno effettuato controlli e verifiche a sorpresa negli esercizi delle zone più frequentate nel sabato sera, sulla falsariga di quanto già effettuato a Cortina, durante le feste natalizie, e successivamente a Roma.
FISCO: BLITZ A MILANO CONTRO I 'FURBETTI DELLO SCONTRINO'
di Roberto Ritondale
MILANO - Un blitz come quello messo a segno a Cortina, durante le feste natalizie, e successivamente a Roma, per far venire allo scoperto i 'furbetti dello scontrino'. Questa volta il campo di azione scelto dagli ispettori dell'Agenzia delle Entrate è Milano, e in particolare le zone della movida meneghina del sabato sera: i Navigli, Brera, corso Como, corso Garibaldi, corso Vercelli. Un blitz meno spettacolare ma sicuramente efficace che ha permesso di controllare gli incassi della serata dei più noti ristoranti del capoluogo lombardo.
Gli ispettori dell'Agenzia delle entrate e dell'Inps si sono presentati nei ristoranti prima dell'apertura, tra le 18.30 e le 19, per poi andare via al momento della chiusura, intorno alle due di notte. Circa sette ore trascorse interamente nei pressi delle casse: per controllare l'emissione dello scontrino e soprattutto per poter comparare l'incasso di fine serata con quello dei sabati precedenti.
Un centinaio - 118 secondo quanto riferito informalmente da un ispettore - i locali al setaccio degli ispettori: discoteche, ristoranti e bar della movida notturna. L'operazione è stata condotta congiuntamente con i funzionari dell'Inps e con la polizia municipale: i primi hanno controllato la regolarità dei contratti di lavoro dei dipendenti dei locali, mentre i vigili urbani hanno controllato le auto di grossa cilindrata, dei cui proprietari saranno poi controllate le dichiarazioni dei redditi.
"Sono arrivati prima dell'apertura e ci hanno annunciato che resteranno qui fino all'orario di chiusura del locale" ha detto Alessandro Provolo, amministratore della società che gestisce la birreria bavarese con cucina 'Kapuziner Platz', in via Ascanio Sforza, zona Navigli. "Presumo - ha aggiunto Provolo - che vogliano confrontare gli incassi di stasera con quelli di sabato scorso. Noi siamo tranquilli, verificheranno che l'incasso è in linea". "E' giusto che facciano i controlli per vedere chi è in regola" ha detto Luca Sassi, giovane gestore del locale 'Spritz Navigli', anch'egli alle prese con la visita degli ispettori. "Noi siamo in regola e lo saremo sempre. E chi è in regola - ha concluso Sassi - non teme nessuno".