sabato 18 febbraio 2012

Italia; Corte dei Conti: corruzione dilagante, ecco la lista dei politici indagati e corrotti e ora anche in Germania Il presidente tedesco Christian Wulff ha annunciato le sue dimissioni!! - da Agata Marino



Superiorità morale, condanna alla , quante volte abbiamo sentito queste parole in bocca ai politici? Tante! quelli del Partito democratico e della sinistra in generale alle inchieste ci stanno facendo l’abitudine, unendosi ai loro colleghi di altri partiti.Quanti sono gli ?
“60 MLD L’ANNO SONO I NUMERI DELLA PIAGA SOCIALE E DELLA CORRUZIONE: illegalità, corruzione, malaffare sono fenomeni ancora notevolmente presenti nel Paese e le cui dimensioni, presumibilmente, sono di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso faticosamente, alla luce”.
Da quando al comando del Pd c’è Pier Luigi  sono quasi 400 gli indagati all’interno del partito, sfortunato!! oppure non ha indagato bene sul suo partito… è facile gridare alla giustizia e definirsi paladini e difensori della legalità… quando a cosa propria succedono le cose peggiori. Per chi volesse approfondire ecco il video QUI
L’ultimo caso arriva da Pomezia, dove un consigliere comunale, Renzo Antonini, è stato beccato con la busta in mano.
Per qualche appaltino!! favorendo l’assegnazione di appalti. Per non parlare delle tangenti rosse a Sesto (caso Penati) e quelle dell’Enac (caso Pronzato), i soldi rubati dai tesorieri (l’ex della Margherita Lusi, poi passato al Pd,milioni di Euro e NESSUNO SI è ACCORTO DI NULLA!!), le molestie sessuali (il vicepresidente del consiglio della Regione Umbria, Goracci) . Questo articolo insieme a quello di ieri, che potete leggere andando QUI,lo dovete conservare quando sarete chiamati a votarli, in tanto inserisco la lista degli immacolati che ci rappresentano, è nota e non svelo nulla di nuovo ma è giusto ricordarla
ECCO LA LISTA DEGLI INDAGATI/CONDANNATI IN PARLAMENTO 
ABRIGNANI Ignazio (PDL) – indagato per dissipazione post-fallimentare
 Giulio (Sen. a vita) – condannato per associazione a delinquere (l’associazione mafiosa è stata inserita nel codice solo dopo l’epoca dei fatti contestati),prescritto
 Silvio (PDL) – 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato (falso in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8 archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6 prescrizioni; 3 processi in corso (frode fiscale Mediaset, corruzione in atti giudiziari Mills, frode fiscale e appropriazione indebita Mediatrade)
BERRUTI Massimo Maria (PDL) – condannato per favoreggiamento
BOSSI Umberto (Lega Nord) – condanne per finanziamento illecito, istigazione a delinquere, vilipendio della bandiera
BRAGANTINI Matteo (Lega Nord) – condannato in appello per propaganda razziale
BRANCHER Aldo (PDL) – condannato in primo grado e appello per falso in bilancio e finanziamento illecito al psi. Il primo reato prescritto, il secondo depenalizzato. Indagato per ricettazione
BRIGANDI’ Matteo (Lega Nord) – condannato in primo grado per truffa aggravata alla regione Piemonte
BRIGUGLIO Carmelo (PDL) – vari processi a carico (truffa, falso, abuso d’ufficio), alcuni prescritti, alcuni trasferiti ad altri tribunali ed in seguito assolto
CALDEROLI Roberto (Lega Nord) – indagato per ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale prescritto, indagato per associazione antinazionale reato poi dichiarato incostituzionale
CAMBER Giulio (PDL) – condannato in via definitiva per millantato credito
CANTONI Giampiero (PDL) – patteggia per corruzione e bancarotta fraudolenta
CAPARINI Davide (Lega Nord) – resistenza a pubblico ufficiale prescritto
CASTAGNETTI Pierluigi (PD) – rinviato a giudizio per corruzione, prescritto
CASTELLI Roberto (Lega Nord) – indagato per abuso d’ufficio patrimoniale, il Senato vota totale immunità
CATONE Giampiero (PDL) – rinviato a giudizio per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, false comunicazioni sociali, bancarotta fraudolenta pluriaggravata e estorsione
CESA Lorenzo (UDC) – condannato in primo grado per corruzione aggravata, condanna annullata in appello per incompatibilità del GIP, indagato per truffa e associazione a delinquere
CIARRAPICO Giuseppe (PDL) – condannato per truffa aggravata e continuata ai danni di INPS e INAIL, multa per violazione legge tutela “lavoro fanciulli e adolescenti”, condannato per falso in bilancio e truffa, condanna per diffamazione, condannato per bancarotta fraudolenta, condannato per finanziamento illecito, condannato per il crac “valadier”, condannato in appello per assegni a vuoto e in seguito reato depenalizzato, condanna in primo grado per abuso ed in seguito prescritto, condannato per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni, rinviato a giudizio per ricettazione, indagato per truffa ai danni di palazzo Chigi
CICCHITTO Fabrizio (PDL) – Il suo nome compare nelle liste della loggia massonica P2: fascicolo 945, numero di tessera 2232, data di iniziazione 12 dicembre 1980. All’epoca della scoperta degli elenchi Cicchitto era deputato e membro della direzione del Psi. è uno dei pochi ad aver ammesso di aver sottoscritto la domanda di adesione.
COMINCIOLI Romano (PDL) – rinviato a giudizio per false fatture e bilanci truccati, reati poi depenalizzati
CRISAFULLI Vladimiro (PD) – Ex sindaco di Enna e uomo forte dei Ds siciliani, è sotto inchiesta insieme a Totò Cuffaro per violazione di segreto d’ufficio nell’inchiesta su Messina Ambiente. Ë stato indagato dalla procura di Caltanissetta per concorso esterno in associazione mafiosa. Indagine archiviata nel febbraio 2004
CUFFARO Salvatore (UDC) – condannato per favoreggiamento
CUSUMANO Stefano (Udeur) – Arrestato nel 1999 a Catania con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta. Oggi resta sotto processo, con la sola accusa di turbativa d’asta, per gli appalti del nuovo ospedale Garibaldi di Catania. È senatore della Repubblica.
D’ALEMA Massimo (PD) – finanziamento illecito accertato, prescritto
DE ANGELIS Marcello (PDL) – condannato per banda armata e associazione eversiva
DE GREGORIO Sergio (PDL) – indagato per riciclaggio e favoreggiamento della camorra, corruzione, concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al riciclaggio
DELFINO Teresio (UDC) – Sottosegretario del governo Berlusconi, ha ricevuto un avviso di garanzia nell’inchiesta sui fondi dell’Enoteca d’Italia.
DELL’UTRI Marcello (PDL) – condannato per false fatture e frode fiscale, condannato in appello per tentata estorsione mafiosa, condannato in secondo grado a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
DEL PENNINO Antonio (PDL) – Nel luglio 1994 ha patteggiato una pena di 2 mesi e 20 giorni (convertita nella sanzione di 4 milioni) nel processo per le tangenti Enimont. A ottobre 1994 altro patteggiamento: di una pena di 1 anno, 8 mesi e 20 giorni per tangenti relative alla Metropolitana milanese. Il 25 gennaio 2000 la settima sezione penale del tribunale di Milano lo ha prosciolto nel processo per le tangenti Atm, per le forniture di autobus all azienda dei trasporti milanese
DEL BONO Flavio (PD) – indagato per abuso di ufficio, peculato e truffa aggravata
DE LUCA Francesco (PDL) – indagato per tentata corruzione in atti giudiziari
DE Luca Vincenzo (PD) – Nel dicembre 2008 con altri 46 imputati, viene rinviato a giudizio per truffa ai danni dello stato e falso in relazione alla vicenda relativa alla delocalizzazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali. Nell’aprile 2009 il rinvio viene confermato per De Luca ad altri 13 imputati. Nel luglio 2010 viene condannato in primo grado dalla  (sezione giurisdizionale di Napoli), insieme all’ex-sindaco De Biase ad alcuni dirigenti comunali, per questioni inerenti gli stipendi dei dirigenti del Comune di Salerno. Viene condannato a pagare 23 mila euro . Il 6 luglio 2010 la  di Salerno dichiara la prescrizione nei confronti di De Luca e degli altri imputati del processo per lo sversamento di rifiuti, nel 2001, nel sito di Ostaglio, non ancora completato.
DRAGO Giuseppe (UDC) – condannato in appello per peculato e abuso d’ufficio
FARINA Renato (PDL) – patteggia condanna per favoreggiamento nel sequestro di Abu Omar
FASANO Vincenzo (PDL) – condannato per concussione, indultato
FIRRARELLO Giuseppe (PDL) – condannato in primo grado per turbativa d’asta, richiesto rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa
FITTO Raffaele (PDL) – rinvio a giudizio per concorso in corruzione, falso e finanziamento illecito
FRIGERIO Gianstefano (PDL) – Ex leader della Dc, diventato uno degli strateghi di Forza Italia. Ha confessato, per esempio, di aver ricevuto 150 milioni da Paolo Berlusconi, in cambio dei permessi alla Fininvest per gestire la discarica di Cerro Maggiore. Ha accumulato tre condanne definitive: 1 anno e 4 mesi per finanziamento illecito ai partiti, 1 anno e 7 mesi per finanziamenti illeciti e ricettazione, 3 anni e 9 mesi per corruzione e concussione. Doveva scontare in definitiva una pena di 6 anni e 5 mesi. Affidato poi ai servizi sociali, ha avuto il permesso dal giudice di sorveglianza di frequentare il Parlamento per qualche giorno al mese: come pratica di riabilitazione
GALATI Giuseppe (PDL) – indagato per associazione a delinquere, truffa e associazione segreta
GIUDICE Gaspare (PDL) – condannato in primo grado per bancarotta, prescritto
GRILLO Luigi (PDL) – rinviato a giudizio per aggiotaggio, indagato e prescritto per truffa
LA LOGGIA Enrico (PDL) – Indagato al Tribunale dei ministri per finanziamenti dalla Parmalat di Calisto Tanzi (100 mila euro) in cambio di presunte “consulenze”.
IAPICCA Maurizio (PDL) – rinviato a giudizio per false fatture, falso in bilancio e abuso d’ufficio, prescritto
LA MALFA Giorgio (Gruppo Misto) – condannato per finanziamento illecito
LAGANA’ FORTUGNO Maria Grazia (PD) – indagata per truffa ai danni dello Stato
LANDOLFI Mario (PDL) – indagato per corruzione e truffa “con l’aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan mafioso La Torre”
LEHNER Giancarlo (PDL) – condannato per diffamazione
LETTA Gianni ( PDL) – Nel 1993 era stato indagato per corruzione dalla procura di Roma che ne aveva chiesto addirittura l’arresto. L’inchiesta era stata poi archiviata, ma con motivazioni non proprio esaltanti per Letta. Un altra inchiesta era stata scippata, negli anni Ottanta, alla procura di Milano dal porto delle nebbie romano: quella di Gherardo Colombo sui fondi neri dell’Iri, nella quale l’allora direttore del “Tempo” Gianni Letta aveva ammesso, nel dicembre 1984, di aver ricevuto 1 miliardo e mezzo di lire in nero dall’ente statale per ripianare i buchi del suo disastrato giornale. Un giornale che, scrissero Scalfari e Turani in “Razza padrona”, era “in vendita ogni giorno, e non solamente in edicola”.
LOLLI Giovanni (PD) – rinviato a giudizio per favoreggiamento
LUSETTI Renzo (PD) – condannato a risarcimento di 1 milione di lire per consulenze ingiustificate
MALVANO Franco (Forza Italia) – Ex questore di Napoli, Ë sotto inchiesta per concorso esterno in associazione camorristica.
MANNINO Calogero (UDC) – condannato in appello per concorso esterno in associazione mafioso e processo d’appello annullato e da rifare, rinviato a giudizio per associazione a delinquere, appropriazione indebita, frode in commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine, falso ideologico e truffa aggravata
MARGIOTTA Salvatore (PD) – indagato per falso ideologico e abuso d’ufficio
MARONI Roberto (Lega Nord) – condannato per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, imputato per creazione di struttura paramilitare fuorilegge
MARTINAT Ugo (PDL) – indagato per turbativa d’asta e abuso d’ufficio
MATTEOLI Altero (PDL) – imputato per favoreggiamento, processo bloccato dalla Camera
MESSINA Alfredo (PDL) – indagato per favoreggiamento in bancarotta fraudolenta
NANIA Domenico (PDL) – condannato per lesioni personali, condannato in primo grado per abusi edilizi e prescritto
NARO Giuseppe (UDC) – condannato per abuso d’ufficio, condanna in primo grado per peculato prescritta
NESSA Pasquale (PDL) – rinviato a giudizio per concussione
ORLANDO Leoluca (IDV) – condannato per diffamazione
PARAVIA Antonio (PDL) – arrestato per tangenti, prescritto
PAPA Alfonso (PDL) – indagato per abuso d’ufficio patrimoniale, immunità
PAPANIA Antonio (PD) – patteggia accusa per abuso d’ufficio
PECORELLA Gaetano (PDL) – imputato per favoreggiamento nelle stragi di piazza fontana e piazza la loggia
PILI Mauro (PDL) – Ex presidente della Regione Sardegna, Ë indagato a Cagliari per peculato.
PITTELLI Giancarlo (PDL) – indagato per associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e “appartenenza a loggia massonica segreta o struttura similare”
PREVITI Cesare (PDL) – Avvocato personale di Silvio Berlusconi, ha ereditato l’incarico professionale dal padre, che aiutò il giovane Silvio a fondare la Fininvest. E’ stato condannato, in appello, a 5 anni per corruzione del giudice Squillante e a 7 anni per corruzione del giudice Metta nel caso Imi-Sir.
RIGONI Andrea (PD) – condanna in primo grado per abuso edilizio prescritta
ROMANI Paolo (PDL) – Viene indagato per bancarotta fraudolenta e false fatture. L’udienza preliminale termina però con un pieno proscioglimento: per Romani niente bancarotta. Il suo nome è anche nell’elenco dei politici che ricevono generosi finanziamenti dalla Banca popolare di Lodi di Gianpiero Fiorani. In effetti Romani ha bisogno di soldi: sta pagando circa 400 mila euro come risarcimento al curatore fallimentare di Lombardia 7.
ROMANO Francesco Saverio (ex UDC, adesso ai “Responsabili” e attuale ministro dell’Agricoltura del Governo Berlusconi – marzo 2011) – nel 2003, è stato indagato dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione. Il 1º aprile 2005 il gip ha accolto la richiesta di archiviazione della Procura con la seguente motivazione: «Gli elementi acquisiti non sono idonei a sostenere l’accusa in giudizio». Successivamente la Procura della Repubblica ha riaperto l’indagine per il sorgere di nuovi elementi, in seguito alle dichiarazioni del pentito Francesco Campanella.
RUSSO Paolo (PDL) – indagato per violazione della legge elettorale
SCAJOLA Claudio (PDL) – arrestato per concussione aggravata nel 1983, è stato prosciolto poi in seguito.
SCAPAGNINI Umberto (PDL) – condannato in primo grado per abuso d’ufficio e violazione della legge elettorale, indagato per abuso d’ufficio aggravato
SCELLI Maurizio (PDL) – accusato di aver dirottato 17 milioni di euro destinati alla missione “antica babilonia”
SCIASCIA Salvatore (PDL) – condannato per corruzione
SIMEONI Giorgio (PDL) – indagato per associazione per delinquere e corruzione
SPECIALE Roberto (PDL) – indagato per utilizzo privato di mezzi della GdF
STERPA Egidio (PDL) – Deputato di Forza Italia. Dirigente del vecchio Partito liberale, Ë stato condannato a 6 mesi in via definitiva per la tangente Enimont.
STORACE Francesco (PDL) – Ex presidente della Regione Lazio e poi ministro della Salute, ha dovuto dimettersi perchè coinvolto nello scandalo delle intercettazioni e dello spionaggio illecito ai danni di Piero Marrazzo, Alessandra Mussolini e Giovanna Melandri, suoi avversari alle elezioni regionali del 2005. Per questa vicenda, è indagato anche per associazione a delinquere.
TOMASSINI Antonio (PDL) – condannato per falso
TORTOLI Roberto (PDL) – indagato per concorso in estorsione
VALENTINO Giuseppe (PDL) – indagato per favoreggiamento
VISCO Vincenzo (PD) – Deputato della Repubblica, ex ministro Ds. Condannato definitivamente dalla Cassazione nel 2001 per abusivismo edilizio, per via di alcuni ampliamenti illeciti nella sua casa a Pantelleria: 10 giorni di arresto e 20 milioni di ammenda.
VITO Alfredo (PDL) – Fu indagato, arrestato e processato per tangenti. Condanna definitiva e 2 anni patteggiati e oltre 4 miliardi di lire restituiti per 22 episodi di corruzione a Napoli. La Direzione distrettuale antimafia di Napoli chiese al Parlamento l’autorizzazione a procedere contro di lui anche per concorso esterno in associazione a delinquere di tipo mafioso, sospettando suoi rapporti con la Camorra (fu poi prosciolto). Patteggiò la condanna e restituì parte del malloppo. Quei quasi 5 miliardi sono stati impiegati per costruire un parco pubblico alla periferia di Napoli
VALENTINO, Giuseppe (PDL) – Sottosegretario alla Giustizia del governo Berlusconi, è indagato in Calabria in relazione “a condotte attinenti gli interessi della criminalitý organizzata nel settore dei finanziamenti pubblici, degli appalti, delle infiltrazioni nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione”. Il suo nome Ë anche presente nelle indagini sulle scalate bancarie dell’estate 2005, indicato come uno dei politici che erano punto di riferimento per il banchiere Gianpiero Fiorani.
VIZZINI Carlo (PDL) – condannato in primo grado per finanziamento illecito, prescritto
ZINZI Domenico (UDC) – condannato in primo grado per omicidio colposo. In seguito la prima sezione della corte di appello di Napoli lo ha assolto perché il fatto non sussiste
Ed ora anche in , vengono fuori gli altarini, ma almeno hanno il buon gusto di dimettersi: ecco la notizia dell’ANSA
Il presidente tedesco Christian Wulff ha annunciato le sue dimissioni, per oggi.
“La Germania ha bisogno di un presidente che non ha solo il sostegno della maggioranza ma di una grande maggioranza di cittadini”, ha spiegato Wulff a Bellevue annunciando le dimissioni. Per tali ragioni, ha aggiunto, “non è più possibile” per lui portare avanti l’incarico.
: “Ho fatto errori ma sono sempre stato onesto”. Lo ha detto il presidente della repubblica federale tedesca Christian Wulff, annunciando le sue dimissioni. Wulff, a cui stampa e ed opposizione chiedevano di dimettersi da diversi giorni, è accusato tra l’altro di aver ottenuto un prestito dalla moglie di un uomo d’affari con cui aveva negato di avere avuto rapporti.
Il presidente della Camera Bassa Horst Seehofer (CSU), assume l’incarico di presidente della Repubblica federale tedesca, in sostituzione di Christian Wulff, che si è appena dimesso. Lo ha annunciato lo stesso Wulff a Bellevue.
Ieri la Procura di Amburgo aveva chiesto la revoca dell’ immunità di Wulff, una decisione che toccherà al Parlamento tedesco. La magistratura, secondo quanto trapelato dalla stampa, intende indagare su ipotesi di reato relative a scambi di favori fra il presidente e alcuni amici imprenditori, che risalirebbero all’epoca in cui Wulff era alla guida del Land Bassa Sassonia.
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha preso atto con “dispiacere” e “rispetto” della decisione di Wulff di ritirarsi.
“Il nostro stato di diritto prevede che siamo tutti uguali davanti alla legge”. Lo ha detto  Merkel a Berlino in un passaggio del suo intervento per le dismissioni del presidente tedesco.

Maxi-multa alle slot. Condannati i dieci concessionari per non aver pagato le tasse. - Di Marco Lillo e Ferruccio Sansa



Prevista, dalla Corte dei conti, una penale di 2,5 miliardi di euro. La multa più cara, di 845 milioni, alla Atlantis-Bplus, leader del mercato con i tre casinò a Saint Maarten. Sanzioni anche per i vertici dei Monopoli che non hanno punito i disservizi del periodo 2004-2006.

Alla fine la legge vale per tutti anche per i re delle slot machines e i loro distratti controllori. Dopo una battaglia legale durata quasi 5 anni, ieri a sorpresa la Corte dei Conti ha condannato i dieci concessionari del gioco a pagare penali per 2,5 miliardi per i loro disservizi del periodo 2004-2006. Sono stati condannati anche i manager pubblici che avrebbero dovuto controllare: il direttore dell’Aams l’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato dell’epoca, Giorgio Tino, ora vicepresidente di Equitalia Gerit, e il direttore del settore giochi Antonio Tagliaferri, che è rimasto al suo posto a fianco del direttore dell’Aams attuale Raffaele Ferrara, appena confermato da Mario Monti.


La penale più alta, pari a 845 milioni, è quella che dovrà pagare Bplus, la ex Atlantis World Group of Companies, società originaria delle Antille olandesi gestita dal catanese Francesco Corallo, vicino all’ex area An. Titolare di tre casino a Saint Maarten, sin dal momento del suo sbarco in Italia nel 2004 la Atlantis-Bplus sovrasta gli altri operatori con una quota del mercato che sfiora il 30 per cento e primeggia anche nella “multa” richiesta. Anche i concorrenti non possono certo festeggiare: la Corte ha chiesto 120 milioni agli spagnoli di Cirsa Italia, 245 milioni per la società Sisal Slot, 100 milioni per Lottomatica, 150 milioni per Gmatica, 115 milioni per il gruppo Codere, 200 milioni per HBG, 235 milioni per Gamenet, 255 milioni per Cogetech, 210 milioni per Snai. Tra i dirigenti Aams sanzionati spicca con i suoi 4,8 milioni di euro l’ex direttore Giorgio Tino ma la multa più delicata è quella di 2,6 milioni per Antonio Tagliaferri, il Direttore dei Giochi di Aams che si occupa della gara in corso che dovrebbe assegnare per altri 9 anni le concessioni agli stessi operatori sanzionati, con lui.


La sentenza sarà certamente impugnata e i 2,5 miliardi di euro saranno versati solo all’esito dell’eventuale rigetto dell’appello ma si tratta di una grande soddisfazione per il procuratore Marco Smiroldo e per il Gat della Guardia di Finanza che in totale isolamento hanno portato avanti l’indagine. Tutto inizia nel 2004 quando il Governo Berlusconi decide di legalizzare il settore dei vecchi videopoker. Le slot machines da bar dovrebbero essere messe in rete con il cervellone della società informatica pubblica Sogei in modo da controllare minuto per minuto quello che accade. Il controllo della rete viene assegnato ai dieci concessionari privati selezionati dai Monopoli, gli stessi sanzionati ieri dalla Corte. La convenzione stabiliva che per ogni ora di mancato collegamento di ogni slot il concessionario dovesse pagare una penale di 50 euro. Per mesi, talvolta per anni, però i concessionari non hanno collegato le slot.


L’Aams scrive lettere nelle quali minaccia per esempio Atlantis di sanzioni dure, fino alla revoca della concessione, ma poi non attua le sue minacce. Le intercettazioni telefoniche disposte in un’altra indagine dal pm Henry John Woodcock nel 2005 svelano le pressioni esercitate sull’Aams da Francesco Cosimi Proietti, segretario di Fini e deputato di An, su richiesta di Amedeo Laboccetta, allora in An e ora deputato del Pdl ma in quel momento procuratore di Atlantis in Italia. Atlantis finanzia con 50 mila euro la sua campagna elettorale del 2008 e paga negli anni alcune centinaia di migliaia di euro alla società di comunicazione della famiglia del deputato An, Francesco Cosimi Proietti. Alla fine Aams non revoca nulla né ad Atlantis né alle altre società inadempienti. I concessionari dal 2004 a 2006 non versano le tasse dovute sull’incasso reale delle slot ma su base forfetaria, come prevede la legge quando le slot sono scollegate per causa di forza maggiore.


Il sostituto procuratore della Corte dei Conti Marco Smiroldo, affida nel 2007 al Gat della Guardia di Finanza coordinato dal colonnello Umberto Rapetto il compito di verificare per quanto tempo erano state scollegate le macchinette. I risultati sono sconvolgenti. Sommando le ore di mancato collegamento e moltiplicandole per la multa oraria, i finanzieri arrivano a contestare più di 90 miliardi di euro. Per anni la politica fa finta di nulla. Il direttore Tagliaferri resta al suo posto. Le concessioni sono prorogate nonostante gli inadempimenti e Aams assegna agli stessi operatori (più altri tre) il compito di impiantare le nuove slot più redditizie, le Vlt. Ieri la Corte non ha accolto la richiesta principale del Pm Marco Smiroldo (oltre 90 miliardi di euro), ma la subordinata, con una condanna a 2,5 miliardi per i dieci concessionari, pari all’80 per cento dell’aggio percepito dai concessionari nel periodo da settembre 2004 a gennaio 2007. Sembra un pareggio, nella realtà è una sconfitta pesantissima. Per le società ma soprattutto per l’Aams e anche per Mario Monti che ha appena confermato i suoi vertici.


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Confindustria, scandalo a Napoli. - di Emiliano Fittipaldi



La vice di Emma Marcegaglia, Cristiana Coppola, finisce nei guai: avrebbe ottenuto illecitamente 27 milioni di euro da Banca Intesa. Licenziato il direttore della filiale che avrebbe aggirato le regole sui prestiti. E ora si incendia la corsa per la presidenza.


A Napoli lo chiamano ironicamente il pasticciaccio brutto di via Roma, ma c'è poco da ridere. Perché la vicenda rischia di travolgere i vertici di Confindustria e influire sulla lotta per la successione a Emma Marcegaglia. Una specie di caso Lusi (il parlamentare del Pd che ha sottratto un po' di milioni ai fondi destinati a quella che fu la Margherita) in salsa confindustriale. Andiamo con ordine. 

A via Roma c'è la sede di Intesa-Banco di Napoli, che controlla decine di filali in città. Qualche mese fa una di queste è finita nell'occhio del ciclone: il direttore dell'agenzia (sembra di via Marina) è stato costretto a dimettersi, perché scoperto dai vertici della banca a concedere strani "prestiti" a un cliente importante per decine di milioni di euro. Ventisette, secondo le fonti autorevoli ascoltate da "L'Espresso". 


Dov'è finito il fiume di denaro? Nelle disponibilità delle aziende della famiglia Coppola. 

Cristiana Coppola, oltre ad essere amministratore di Mirabella spa, a viale dell'Astronomia è una che conta molto: è infatti stata presidente degli industriali della Campania e, oggi, è vicepresidente della Confindustria con delega al Mezzogiorno. In pratica il braccio destro di Emma Marcegaglia, tanto che tre giorni fa s'è schierata pubblicamente - portandosi dietro tutto il comitato che raggruppa le regioni meridionali - per Giorgio Squinzi, il preferito di Emma. 

Pare che Alberto Bombassei non l'abbia presa bene. Secondo le indiscrezioni che filtrano dalla sede di Intesa, il gruppo Coppola - che aveva già aperte linee di credito per decine di milioni con la banca - ha ottenuto altri 27 milioni in modo irregolare, attraverso la complicità del direttore che faceva uscire denaro aggirando, di fatto, il sistema dei fidi. «Quei soldi non potevano essere dati, è una specie di finanziamento occulto», spiega una fonte interna della banca. Che non vuole dare ulteriori dettagli: c'è un procedimento interno, l'istituto si considera vittima di un raggiro. «Per ora abbiamo preso provvedimenti contro il direttore infedele, poi vedremo». 



Dopo la storia infinita degli ecomostri di Villaggio Coppola, la famiglia campana leader dell'edilizia torna dunque nel mirino. 

«Io non mi voglio sottrarre alle sue domande» spiega la Coppola a "L'Espresso". «Le dico, in primis, che io non sono amministratore delle società finite in questa vicenda. Questi affidamenti sono tutti deliberati dalla banca, garantiti con fideiussioni dei soci, anche mie personali. Il direttore della filiale licenziato? Non so nulla». La Coppola non parla di "ammanco" da 27 milioni, ma di un'esposizione causata da "sconfinamenti". «Non è tutto a posto, ovvio. Ma questo è un momento particolare, c'è mancanza di liquidità. Noi non abbiamo licenziato, né fatto cassa integrazione, lo sa?». Non per questo si possono aggirare le regole, però. «Mi dica, se non fosse stato tutto normale, perché la banca avrebbe deliberato quei 27 milioni?». 


Dalla banca fanno notare che uno sconfinamento del prestito - per essere proporzionale alla cifra concessa - può arrivare a qualche decina di migliaia di euro, e non a 27 milioni. Il rischio, ora, è che la vicenda finisca in procura. «Noto che la storia è uscita solo adesso. C'è molta animosità nei miei confronti, io mi sono schierata per Squinzi, non vorrei che si parlasse di questa vicenda per altri fini», chiosa la Coppola. 
Sarà. Su una cosa ha sicuramente ragione: il pasticciaccio brutto di via Roma rischia di influire sulla battaglia alla successione della poltrona della Marcegaglia.



http://espresso.repubblica.it/dettaglio/confindustria-scandalo-a-napoli/2174562

.... a Montecitorio...


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=193015994131981&set=a.149013508532230.23011.139888422778072&type=1&theater